Tutto cominciò nel passato, prima delle grandi dispersioni radioattive, la giovane guardia del parco del Gran Canyon Sue si convinse di aver incontrato durante le sue perlustrazioni un cervo mutante: enorme, dotato di corna contorte ma anche di abnormi zanne.
Sono passati anni da quel giorno, adesso Sue è vecchia ed in procinto di andare in pensione, perfino il Gran Canyon è ormai chiuso ai visitatori.
Prima di chiudere, però Sue riesce a strappare il permesso di una ultima perlustrazione, accompagnata dalla nipote Katy proveniente dalla città. In cuor suo l'anziana guardia si augura che la nipote possa prendere il suo posto, ma anche di poter rivedere la bizzarra creatura di tanto tempo prima.
Ma Katy ha altri piani, piani che contemplano la creazione del video perfetto da immettere in rete.
Più che un romanzo breve lo possiamo considerare come un racconto lungo, un agile e snello libretto che si legge tutto d'un fiato in poche ore.
Dalla sua Il Cervo di Horn Creek ha il vantaggio di poter disporre di uno stile chiaro, scorrevole, con poco pochissimo techno bubble, ( in soldoni niente linguaggio scientifico talmente specifico da risultare quasi incomprensibile) ma una narrazione semplice ma sentita.
Il Cervo di Horn Creek è indubbiamente una storia di fantascienza dal momento che racconta di un futuro (nemmeno troppo lontano, nemmeno troppo irrealizzabile) in cui il pianeta Terra è ormai totalmente preda delle conseguenze dell'inquinamento, vittima di una serie non ben definiti fallout nucleari. Con buona parte delle risorse idriche compromesse e numerose forme di mutazione ( o di evoluzioni forzate) tra le razze animali.
Ma nonostante tutto, con una parvenza di società e di organizzazione comunitaria ancora in piedi, perfettamente funzionante e che prova, in tutti i sensi, ad adattarsi ai cambiamenti della realtà circostante.
Certo, buona parte di queste informazioni rimangono sullo sfondo, all'autrice, la statunitense Sarah K. Castle, non interessa narrarle, preferisce farle rimanere come background concedendocene solo brevi squarci.
Infatti, principalmente Il Cervo di Horn Creek ( titolo originale The Mutant Stag at Horn Creek) è principalmente una storia che parla di ambiente.
E delle scelte che compiamo per difenderlo.
O per alterarne il già precario equilibrio.
Argomenti che Sarah Castle dimostra di saper maneggiare molto bene.
L'autrice (ambientalista convinta) di questo vive, avendo trascorso numerosi anni lavorando come geologa e scienziata presso l’Institute for Tribal Environmental Professionals prima di dedicarsi professionalmente alla scrittura nel 2007.
Non si tratta però di un approccio partigiano, certo si nota la passione verso l'argomento, quanto piuttosto di argomentazioni pacate e soprattutto motivate, che l'autrice impiega senza però piegarle alle esigenze narrative della vicenda che va a delineare.
Alla scrittrice non interessa pontificare, quanto piuttosto far riflettere, far soffermare sulle tematiche ambientali; porre l'accento verso quello che potrebbe avvenire se determinate rotte non vengono invertite.
Proprio per questo la protagonista principale del racconto, la ranger Sue non è un personaggio perfetto, effettua errori proprio a causa della sua passione, nel suo passato ha compiuto valutazioni sbagliate che si sono riflesse proprio in quell'ecosistema che cerca di difendere. Altrettanto imperfetta risulta la giovane nipote Katy, a suo modo vero e proprio simbolo della società consumistica e delle sue storture ed esagerazioni.
Due modi diversi di pensare, di essere, di porsi nei confronti del futuro come del presente, un vero e proprio incontro- scontro generazionale.
Ma, descritto anch' esso in maniera soffusa, quasi materno.
Per tutta la durata del racconto Katy e Sue si cercano, si studiano, si attraggono e respingono poichè entrambe hanno dei segreti, entrambe vorrebbero qualcosa dall'altra senza però essere chiare.
E sullo sfondo rimane il Gran Canyon.
Un Gran Canyon ricco di vita, vita mutante ma pur sempre vita.
Sarà un messaggio difficile ma entrambi i personaggi lo comprenderanno, a modo loro, coi loro tempi ma lo comprenderanno.
Entrambe capiranno che bisogna cambiare qualcosa nel loro approccio nei confronti della Natura, anzi che tutti quanti debbano cambiare il loro di approccio finché c'è ancora tempo.
Smettendo di alterare il pianeta, smettendo di stravolgere la natura solo in funzione delle nostre egoistiche esigenze.
E di farlo finché esiste ancora una qualche forma di Natura che possa essere salvata.
Qualche dettaglio tecnico: il volume è strutturato in maniera tale che, accanto alla versione in italiano ( tradotta da Gabriella Gregori) ci sia anche la versione originale in inglese. Mentre alla fine del racconto è disponibile un saggio scritto dalla stessa Castle sempre dedicato alle tematiche ambientali, anche questo scritto con un linguaggio semplice ed accattivante.
Come ci dice Il Cervo di Horn Creek una possibilità ce l'abbiamo ancora per invertire le attuali tendenze distruttrici.
Bisogna solo volerci credere.
Dobbiamo crederci.
SARAH K. CASTLE
IL CERVO DI HORN CREEK
( A Cura di Francesco Verso)
Collana Future Fiction Mincione Editore
Pubblicazione USA: 2012
Pubblicazione Italiana: 2016.
Pagine: 155
Edizione Cartacea: EURO : 7,00
Edizione Digitale ( ePUB e Kindle) : EURO: 2,99
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10 ore fa
8 commenti:
La trama sembra ottima!
Saluti a presto.
E poi c'è che dice che la SF è un genere inutile, che non merita perderci tempo, perché non ci si capisce nulla... Su quante cose invece permette di far riflettere...
@ Cavaliere Oscuro del Web
A prestissimo!
@ Marco Lazzara
Infatti, uno dei maggiori pregi della fantascienza è quella di far riflettere i lettori e quello di fornire spunti utili in proposito ai vari argomenti trattati.
Ma da avere assolutamente :O Segno per futura lettura!
Se ho capito, questo è uno di quei romanzi che i puristi della sci-fi non considererebbero come appartenente al genere XD
A me interessa per la tematica "ambientalista", poi se lo consigli tu è una garanzia *_*
@ Glò
Gli elementi fantascientifici abbondano nella trama, di conseguenza"Il Cervo di Horn. Creek" è un racconto sicuramente Sci fi. Però può piacere anche ai lettori che abitualmente non leggono quel genere. Sicuramente può piacere e può far riflettere ai lettori con passioni ambientali.
E anche per farle venire a coloro che ancora non le hanno
Molto interessante io ambientalista convinta che raccolgo tutto che vedo di poco godibile anche nei sentieri di campagna, leggeròquesto libro che a dire il vero non ho mai sentito.
Grazie Nick
Una dolce notte
@ Nella Crosiglia
Buona giornata a te
Se leggerai il libro fammi sapere cosa ne pensi.
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