Tra pochi giorni vi presenterò una intervista a cui tengo molto, sicuramente più breve rispetto al mio solito ma decisamente molto desiderata. Sono anni che desideravo intervistare Gregory Benford, è uno di quegli scrittori che apprezzo maggiormente ed il suo nome era in cima alla lista delle interviste che avrei voluto realizzare.
Ma per un motivo o per l'altro la cosa -nonostante la disponibilità dello scrittore statunitense- la cosa non si era mai riuscita a concretizzare.
Qualche mese fa però il mio amico Alessandro Iascy mi ha chiesto di partecipare alla versione cartacea sotto forma di rivista della zine Andromeda .
La richiesta era quella di occuparmi della sezione interviste agli scrittori stranieri con materiale inedito, quale migliore occasione quindi per ottenere un duplice risultato?
Adesso propongo anche in rete il risultato di quella intervista già apprsa sul primo numero di Andromeda.
Prima però qualche parola sullo scrittore in questione.
Gregory Benford è originario dell' Alabama, nasce infatti nella città di Mobile nel 1941, il suo è un parto gemellare. Assieme al fratello gemello Jim nel corso della sua vita condividerà molte cose, tra cui parte degli studi e la passione per la fantascienza.
Benford dirige la sua formazione scolastica verso il ramo scientifico: nel 1965 ottiene un master presso la University of California di San Diego e due anni dopo arriva anche il dottorato all'interno dello stesso istituto
Nel corso del tempo diventa sia un importante astrofisico, sia un valido insegnante ( ha lavorato per anni all' Università di Irvine, sempre in California, dove ancora oggi conserva il titolo di Professore Emerito) nonchè ambito estensore di articoli scientifici presso le più importanti pubblicazioni del settore.
Come scienziato Benford ha dato il suo contributo a cose come la fisica del plasma sia a livello teorico che sperimentale, lo studio teorico della fisica dei wormhole ( dove assieme ad altri scienziati ha ipotizzato che seppure in un lontanissimo passato tali anomalie si fossero riuscite a formare potrebbero esistere ancora ai giorni nostri). Più di recente si è dedicato ad ipotizzare strumenti ( come lenti orbitali in grado di ridurre l'impatto dell'energia solare) per risolvere o comunque diminuire il riscaldamento climatico, tema che preoccupa molto Benford, come persona prima ancora che come scienziato.
Altro campo di azione, sopratutto in questi ultimi anni è l'intero settore delle biotecnologie, cosa che nel 2006 lo ha spinto a creare una propria società ribattezzata Generscient.
Benford è anche consulente presso molti importanti enti quali la NASA , la DARPA e la CIA.
Parallelamente a tutte queste attività lo scienziato ne ha intrapreso una ulteriore come scrittore di fantascienza.
Ed è questa la veste che ci interessa maggiormente qui su Nocturnia.
Gli inizi sono gli stessi di molti altri suoi colleghi, il futuro scrittore prima di debuttare con le sue opere si fa notare nell'ambiente come attivo e propositivo membro del fandom letterario. Assieme al fratello Jim il nostro Gregory edita la fanzine Void molto apprezzata da scrittori ed operatori del settore.
Poi arrivano i primi racconti.
Ancora una volta tutto comincia nel 1965 (anno evidentemente molto importante nella vita e nella formazione di Benford) quando il racconto Stand-In ottiene il secondo posto in un concorso lanciato dalla rivista Magazine of Fantasy & Science Fiction, nel 1969 poi lo scrittore diventa un collaboratore regolare di un' altra rivista, cioè la veterana Amazing Stories per la quale scrive sia racconti che articoli di divulgazione scientifica.
Sempre nel 1969 viene composta The Scarred Man, una delle prime -se non la prima in assoluto- storie di fantascienza con oggetto un virus informatico.
Con gli anni '70s , in particolare con i romanzi che lo scrittore comincia a pubblicare in quel decennio, Gregory Benford diventa una delle voci, anzi uno dei padri del rinascimento della Hard Science Fiction, ( Fantascienza Tecnologica in Italia) la corrente della fantascienza in cui diventa predominante l'estrapolazione scientifica
Troppi per citarli tutti i romanzi, in questa sede ci concentreremo solo su alcuni.
Diciamo subito che il Ciclo più famoso dello scrittore statunitense è quello della Galactic Center Saga, in cui Benford ipotizza una eterna guerra tra forme di vita organiche ( compresi gli esseri umani) e forme di vita elettromeccaniche all'interno della Via Lattea.
Tema molto sentito dagli scrittori di fantascienza prima e dopo Benford, forse per rispondere all'annosa domanda se siamo soli nell'Universo.
E all' altrettanto controversa questione sul perchè se altre forme di vita intelligente esistano nell'Universo come mai non siano ancora entrate in contatto con noi.
Benford affronta il tema con una propria sensibilità personale, creando un grande affresco galattico all'interno del quale inserisce personaggi dotati di spiccata personalità.
Il Ciclo consta di sei romanzi di cui solo i primi 4 vengono tradotti anche in Italia.
Si comincia con In the Ocean of the Night ( Nell'Oceano della Notte pubblicato dalle benemerite Edizioni Nord) del 1976. Il romanzo ambientato cronologicamente attorno all'anno 2000. descrive il ritrovamento di un manufatto alieno ( nello specifico un' astronave) all'interno di un Asteroide, ritrovamento al quale partecipa in maniera attiva l'astronauta Nigel Walmsley. Trenta anni dopo un radiotelescopio sulla Terra capta dei deboli segnali in lingua inglese, provenienti da una nana rossa situata nelle vicinanze del nostro sistema solare. Nel successivo Across the Sea of Sun del 1984 (sempre tradotto da Nord col titolo Attraverso un Mare di Soli) viene descritto il viaggio della astronave Lanceer verso la fonte del messaggio, a bordo ritroviamo un invecchiato Walmsley profondamente cambiato a causa del contatto con i computer alieni avvenuto nel capitolo precedente.
La Lanceer però, almeno fino ad un certo punto, non fa altro che incrociare nel suo viaggio resti di civiltà distrutte. Contemporaneamente anche il nostro pianeta rischia di trasformarsi in un pianeta alieno, dato che subisce l'attacco di un misterioso nemico (probabilmente lo stesso che ha distrutto tutti gli altri pianeti incontrati dalla Lanceer). Gli invasori probabilmente di natura meccanica, tra le altre cose, disseminano i mari del nostro mondo di voraci mostri acquatici, in seguito si scoprirà che quelle creature altro non sono che membri adolescenti di una razza aliena assoggettati dal nemico che, ormai è diventato chiaro, è una antica razza artificiale ( i Mechs) .
Gli stessi Mech non sarebbero altro che l'evoluzione di macchine abbandonate nello Spazio da razze ancora più antiche che ormai considerano tutte le specie organiche come un nemico da abbattere.
Il volume si conclude con una duplice speranza: nello Spazio Walmlsley e i suoi compagni s'imbattono nell' Osservatore, un satellite artificiale che proviene dal centro galattico con ulteriori brandelli di messaggio.
Probabilmente la guerra strisciante che sta insanguinando la galassia è cominciata lì.
Ed è in quel punto che i viaggiatori terrestri decidono di spingersi.
Contemporaneamente sul nostro pianeta Warren, un giovane sopravvissuto entra in contatto con gli individui adulti della razza marina aliena che sono riusciti a sfuggire al controllo mentale dei Mech finendo per salvare dalla strage lo stesso Warren assieme a molte altre persone dal conflitto nucleare che la razza meccanica sta per scatenare.
Alcune delle pagine più belle del romanzo sono imperniate proprio sui tentativi di comunicazione tra Warren e gli alieni, con questi ultimi che imparano a scrivere una sorta di grammelot, un misto di inglese, tedesco e giapponese.
Con Great Sky River, il terzo capitolo pubblicato nel 1987 (e tradotto stavolta da Urania Argento Mondadori come Il Grande Fiume del Cielo) lo scenario cambia completamente, l'azione viene trasportata in un lontanissimo futuro. La razza umana, che nel frattempo si è diffusa nello Spazio dopo aver sconfitto e cacciato i Mechs dal sistema solare, sta ormai perdendo la guerra contro il nemico artificiale,sopravvivono solo piccoli gruppi isolati tra loro come quello di Killeen Bishop sul freddo pianeta Snowglade.
Alla fine del romanzo Bishop che ha ormai compreso la sua natura di post umano evolutosi da secoli di guerra riesce a portar via quanto resta dell'umanità da Snowglade e a cominciare un lungo viaggio verso il centro galattico, sulle tracce di quello affrontato secoli prima da Nigel Walmsley alla scoperta del segreto dei Mech
Tides of Light del 1989 (tradotto sempre da Mondadori nella collana I Blues) è la diretta prosecuzione del precedente, col prosieguo del viaggio di Bishop, le sue prime alleanze con un altra razza aliena (che risulta essere un misto tra evoluzione elettromeccanica ed organica) nella guerra contro i Mech e con qualche straziante lutto di troppo.
Come detto gli ultimi due romanzi del ciclo, Furious Gulf ( 1994) e Sailing Bright Eternity ( 1995) sono tutt'ora inediti nel nostro paese e quindi evito di parlarne per non spoilerare troppo.
Molto importanti sono anche diversi romanzi stand alone.
Nel 1980 infatti Benford dà alle stampe Timescape, ritenuto unanimemente dalla critica come il vero capolavoro dello scrittore.
Timescape vincitore di un meritatissimo premio Nebula ( il secondo per lo scrittore, che aveva già vinto nel 1977 per il romanzo Se le Stelle fossero Dei scritto in collaborazione con Gordon Eklund) è il convincente e commovente racconto di un tentativo di abbattere le barriere del Tempo, la storia di un esperimento di comunicazione, ma anche un delicato affresco di rapporti interpersonali, ma anche un forte richiamo ambientalista (come visto, uno dei temi a cui il Benford scrittore sembra tenere molto).
La trama di Timescape è imperniata sullo scambio di messaggi tra alcuni scienziati dell'università di Cambridge del 1988 ed un giovane professore di fisica nella California del 1962, allo scopo di impedire il compiersi di alcuni gravi errori che condurrebbero il pianeta sull'orlo della distruzione economica, sociale ma specialmente ambientale.
Il problema è che nel clima entusiastico e positivista della California del 1962 nessuno sembra prendere sul serio il giovane e sconosciuto professore di fisica.
Lo scrittore pare talmente divertirsi nello scrivere il suo libro che ad un certo punto decide di inserire tra i personaggi minori anche le versioni giovanili di sé stesso e del proprio gemello.
In Italia traduce nel 1989, ancora una volta, la mai troppo rimpianta Nord nella splendida collana Cosmo Oro ( agli occhi del sottoscritto la miglior collana di SF mai apparsa nel nostro paese)
Altre opere degne di interesse sono: Nel Cuore della Cometa (Heart of the Comet ) scritto in collaborazione con David Brin del 1986 un' altra brillante storia di colonizzazione spaziale; Il Manufatto ( Artifact del 1985); Oltre il Buio della Notte (Beyond the Fall of Night; 1990) ; Un Oscuro Infinito (Against Infinity ; 1983 tradotto su Solaria Fanucci) e Il Divoratore di Mondi (Eater del 2000 apparso su Urania)
Ma questa è solo una lista molto parziale per una carriera davvero lunga ed esemplare.
Nel corso di questi ultimi anni Gregory Benford pare tornato a privilegiare la dimensione del racconto breve.
Nell'ambiente (sia quello scientifico che quello della letteratura di genere) ha riscosso particolare successo una legge empirica formulata dallo scrittore nelle sue opere, conosciuta come la Legge sulle Polemiche ( o sulle Controversie) di Benford che recita più o meno così: « Passion is inversely proportional to the amount of real information available. »
Che in buona sostanza si potrebbe tradurre che meno cose si sanno su un determinato argomento e maggiori saranno le discussioni che si scateneranno sullo stesso.
A voler essere cattivi questa legge si potrebbe applicare benissimo alla maggior parte delle polemiche che si scatenano sui social nel nostro paese.
Insomma nei prossimi giorni vi proporrò la versione online in italiano ed in inglese dell' intervista apparsa su Andromeda ( tradotta dal bravo Wanni Temporin di UraniaMania)
Ci sarete?
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6 commenti:
Con la fantascienza ho un rapporto d'amore/odio, ma Timescape mi intriga tantissimo e conto di recuperarlo.
@ Pirkaf
Timescape ne vale la pena,è indubbiamente uno dei capolavori della fantascienza tecnologica.
Certo che ci sarò, c'è sempre da imparare in queste interviste a gente che "ce l'ha fatta" a coronare il sogno di scrivere e pubblicare.
@ Ariano Geta
So che posso sempre contare su di te e di questo posso solo ringraziarti.
Mai sentito parlare di questo autore. Aspetto di leggere la sua intervista.
@ Marco Lazzara
Guarda, è uno dei padri della moderna hard sf, sono certo che almeno di un paio di suoi libri ne avrai sentito sicuramente parlare, ad ogni modo io sono qui per questo, per aiutare i lettori a scoprire nuovi autori. ;)
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