LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO: IL RICORDO DI EMANUELE TAGLIETTI

 In questi giorni sarebbe dovuto uscire il mio post con la recensione del film culto di Pupi Avati, a quanto pare però il post così com'è viola le norme di Google, non intendo contestare. se esistono delle norme significa che saranno sicuramente importanti. Nell'attesa che il post sia sottoposto a revisione (e sopratutto che mi facciano capire cosa sia successo) per non fare torto a nessuno e nemmeno ad Emanuele Taglietti che mi ha voluto omaggiare dei suoi ricordi in merito al film al quale ha contribuito, vi presento il suo commento. Quando il post sarà ammesso riunirò il tutto.

Nel frattempo: Buon 25 Aprile a tutti!

BONUS CARD: IL RICORDO DI EMANUELE TAGLIETTI.

Mio padre Otello era un pittore decoratore che iniziò a lavorare come pittore di scena nel film Ossessione nel 1942. Divenne un pittore molto conosciuto nell'ambiente del cinema. Si trasferì a Roma dove rimase fino al 1964, anno in cui tornò a vivere a Ferrara per stare accanto a mia mamma, gravemente ammalata. Io invece rimasi a Roma dove iniziai a lavorare nel cinema come assistente scenografo, dopo essermi diplomato al Centro Sperimentale Di Cinematografia. Nel 1974 lascio il cinema per un nuovo lavoro: copertinista per la Edifumetto e contemporaneamente insegnante di pittura all'Istituto d'arte. Naturalmente, di tanto in tanto collaboravo con mio padre per lavori di decorazione e quadri soprattutto di soggetto religioso. Nell'estate del 1975 Pupi Avati commissiona a Otello un dipinto di circa cm 270 x 250, ad imitazione di un affresco. Trattandosi di un lavoro molto impegnativo, Avati suggerisce a Otello di farsi aiutare da me... e così fu. Oltre a diverse foto, la lettera di incarico conteneva le indicazioni del regista, dalle quali traspariva l'interesse e la preoccupazione per un elemento scenico importantissimo per il film. 

Cominciammo subito a preparare lo studio. Trattandosi del garage sotto casa, non potevamo lavorare su un pannello ligneo, perché lo "studio" aveva il soffitto troppo basso. Quel giorno ero impegnato con la scuola, perciò Otello da solo si occupo della preparazione. L'indomani sarebbe arrivato Avati ed io ero di nuovo impegnato con la scuola. Quando arrivò, aveva con sé altre foto che riguardavano altri quadri di piccole dimensioni, forse sei o sette che dovevano apparire dello stesso stile e rappresentare soggetti maschili, truccati in maniera molto effeminata. Lo stile doveva essere naif e molto personale. Ci alternavamo al lavoro, io andavo il pomeriggio e mano a mano che si progrediva, alzavamo la tela arrotolandola dall'alto.. Per dipingere usavamo i colori lavabili "Morgan" piccoli barattoli di circa 2 etti, veramente eccezionali.
 
L'Affresco de "Il Martirio di San Sebastiano"
 
Tra i quadri e la grande tela del San Sebastiano impiegammo circa due mesi di lavoro. Credo che Avati sia venuto ancora un paio di volte a Ferrara, poi presa fiducia, ci lascio lavorare con tranquillità. Terminato il lavoro, il tutto fu trasportato a Minerbio, paese del bolognese. Li vicino, in zona molto isolata si trovava la chiesa di San Giovanni in  Triario, dove ci aspettavano i macchinisti della troupe con un ispettore di produzione. La chiesa era aperta e nella prima cappella sulla destra era già stato predisposto un ripiano con appoggiato un grande pannello ligneo che avrebbe supportato il finto affresco. A quel punto io tornai a Ferrara, dove mi aspettava una lezione di disegno dal vero. Il resto del lavoro lo svolse Otello da solo. Tornai a Minerbio qualche giorno dopo, durante le riprese, e fui sorpreso dall'effetto muffa che Otello aveva creato. Imitava a perfezione la barbetta che fa il Salnitro sui muri intrisi di umidità. Aveva usato sapone da barba spray, spargendola su tutta la superfice col palmo della mano. Lasciata asciugare era abbastanza docile per il bisturi che il restauratore Capolicchio avrebbe tolto poco a poco.
 
San Giovanni in Triario oggi. Foto di Emanuele Taglietti.
 
Ricordo che questa non era la prima volta che Otello utilizzava questa tecnica. Nel film Giulietta degli Spiriti, dove io lavoravo come assistente di Piero Gherardi, vidi mio padre invecchiare una parete con questa tecnica. Dopo tanti anni, preso da curiosità tipica dell'età senile ho voluto rivedere quel luogo, rivivere quei ricordi. Lunedì di Pasqua sono tornato a Minerbio. Era una bellissima giornata e sul piazzale, in uno stand si friggevano delle deliziose Crescentine. Dopo 45 anni finalmente entro nella chiesa di San Giovanni in Triario a Minerbio. Ora all'interno della chiesa è allestito un museo della religiosità popolare, mentre all'epoca era piuttosto spoglia. Accompagnato da responsabile del museo, ho scattato alcune foto dell'interno e della cappella utilizzata per il film. La prima cappella a destra.
 

 
La cappella dell'affresco oggi. Foto di Emanuele Taglietti

 
San Giovanni in Triario oggi. Foto di Emanuele Taglietti

 
 
San Giovanni in Triario oggi. Foto di Emanuele Taglietti

 
 
 
Emanuele Taglietti ( Ferrara 1943) è pittore, scenografo, arredatore, illustratore, fumettista, copertinista. Ha prestato la sua opera nel Cinema lavorando con tutti i più grandi (nei primi anni assieme al padre Otello), tra gli altri cito: Elio Petri; Dino Risi; Ettore Scola; il già ricordato Pupi Avati e Federico Fellini ( per il quale ha curato la scenografia e l'arredamento in "Giulietta degli Spiriti" e il mai realizzato "Il Viaggio di G. Mastorna"). Per la Televisione ha lavorato per gli sceneggiati '"Odissea" (1968), al "Jekyll" di Albertazzi (1969) e  al "Marco Polo" (1982) di Giuliano Montaldo.
A partire dal 1973 ha lavorato anche nel campo del fumetto collaborando con la casa editrice Edilfumetto in particolare nel ruolo di copertinista, collaborazione durata fino all'anno 1988. Ha collaborato anche con Rizzoli e Mondadori.
Sarebbe però riduttivo limitare l'attività di Emanuele Taglietti a queste attività, Taglietti ha prestato il suo lavoro in numerosi campi: ha insegnato a più riprese e per più centri importanti pittura e decorazione, si è occupato di restauro di quadri antichi e molto altro.
Nel 2014 l'editore britannico Korero Press ha pubblicato un volume della collana Sex and Horror che raccoglie molte delle copertine realizzate da Taglietti.
 

6 commenti:

Pietro Sabatelli ha detto...

Fa i capricci sì, e non ti spiegano neanche perché, penso che dopo la revisione ti daranno via libera. Comunque contributo di grande valore questo qui, indubbiamente ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Pietro Sabatelli
Si, me l'hanno già dato il via libera. Cerca il post precedente e troverai il post mio con anche il tuo link. Alla fine a quanto pare è perché credevano che ci fosse qualche malware in una delle immagini....ma dopo la revisione non ne hanno trovato nemmeno uno....per fortuna! penso che dopo alcuni aggiustamenti lo riposterò domani o dopodomani. Intanto se vuoi leggerlo è la.

Mariella ha detto...

Hai cambiato qualcosa nell'impostazione del blog, migliorandolo.
Ho grosse lacune sul film che ricordo vagamente, devo averlo visto un milione di anni fa. Ma dopo aver letto il tuo post ho intenzione di rivederlo.
Buona domenica!

Nick Parisi. ha detto...

@ Mariella
Buona domenica anche a te e scusami se sono stato lontano dal web in questi giorni ma prometto che dopo il 1 maggio torno attivo più di prima.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

In attesa del post sul film, mi sono gustata questo articolo sulla preparazione del dipinto. Se rammento la mia visione del film, provo ancora brividi di paura, e l'affresco del san Sebastiano è davvero spaventoso (nel senso di efficace)...

Nick Parisi. ha detto...

@ Cristina M. Cavaliere
Il film è davvero importante e assolve al suo compito di film horror e spaventa alla grande. L'affresco è a suo modo un capolavoro e sono felice che uno dei suoi creatori ci abbia raccontato la genesi dell'affresco.

Ricordando il passato

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