Presento qui l'intervista con Fabio Lastrucci.
Vorrei dedicare l'intervista alla città di Napoli, la città dove sono nato e nella quale ho vissuto per i primi trenta anni della mia vita.
Un luogo che amo profondamente nonostante le sue contraddizioni.
Recentemente il rogo della Città della Scienza ha provocato un ulteriore cicatrice alla mia terra.
Ma se c'è una cosa in cui noi napoletani siamo bravi è ricominciare: sono certo che una nuova Città della Scienza sorgerà presto in barba ad ogni tipo di criminalità.
Buona lettura a tutti!
Vorrei dedicare l'intervista alla città di Napoli, la città dove sono nato e nella quale ho vissuto per i primi trenta anni della mia vita.
Un luogo che amo profondamente nonostante le sue contraddizioni.
Recentemente il rogo della Città della Scienza ha provocato un ulteriore cicatrice alla mia terra.
Ma se c'è una cosa in cui noi napoletani siamo bravi è ricominciare: sono certo che una nuova Città della Scienza sorgerà presto in barba ad ogni tipo di criminalità.
Buona lettura a tutti!
Nick Parisi.
Nick: Ciao Fabio, benvenuto su
Nocturnia cominciamo con la domanda di rito tu hai diversi interessi : sei
scultore, illustratore e scrittore, parliamo dei tuoi primi passi nel mondo del
fantastico e cosa ti ha avvicinato a questi generi?
Fabio Lastrucci: Grazie
per l’ospitalità sulle tue pagine, Nick. Le arti hanno sempre rappresentato per
me dei mondi liberi, dove usare l’immaginazione per ritagliarsi degli spazi
espressivi e professionali. Lavorare come scultore per lo spettacolo, però,
costringe la creatività dentro troppe esigenze produttive, per cui ho cercato
un medium più indipendente nella scrittura. Dopo qualche esperienza teatrale a
più mani e molti anni spesi come lettore e appassionato di sf, dal 2000 ho provato
a passare “dall’altra parte” tramite i concorsi letterari, un buon terreno per
misurarsi e rendersi visibile. Il I° premio al Cosseria Galactica e il 2°
piazzamento al Premio Robot del 2004
mi hanno permesso di conoscere altri autori, avere un
confronto, crederci. Nel 2001 ho pubblicato il mio primo racconto con la
rivista torinese “Strane Storie”, curata da Daniele Nadir. Incontrare la
redazione e collaborare da esterno come valutatore di racconti è stato prezioso
per affinare un approccio critico. Tramite il web, successivamente ho
conosciuto le edizioni Il Foglio di Piombino, il gruppo della CS_libri di
Torino e la Delos Books
di Milano, dei punti di riferimento importanti con cui si sono saldate amicizie
e contatti tuttora vitali.
Nick: Quali sono state le tue
maggiori influenze? Naturalmente puoi citare sia scrittori che fumetti, ma
anche film e serie televisive.
Fabio: L’amore
per il fumetto di certo è stato decisivo, prima ancora di scoprire Urania e
Robot. Sulle pagine del vecchio Corriere dei Piccoli restavo affascinato dal
“Luc Orient” di Paape e Greg e dalle storie di Mino Milani, seguite da “Jeff
Hawke” e dalle fantasie sbrigliate di J. C. Forest su Linus. Per quelli
cresciuti come me negli anni ‘60/’70 la televisione dei ragazzi era un altro
grande veicolo di “sense of wonder”. I serial “Ufo”, “Orion” o “Il Prigioniero”
e i film di animazione di Karel Zeman, mi hanno svezzato alla sf, facendo da
ponte verso la letteratura. Da allora ho amato molti autori diversi (Ballard,
Ellison, Vonnegut, Dick), senza comunque cercare in loro un modello da seguire.
In questo senso, direi di avere debiti letterari più consistenti con umoristi
come Wodehouse o Patrice Dard, per l’uso fortemente stilizzato del linguaggio.
Nella costruzione di una storia mi affido a un immaginario soprattutto visuale,
tendo infatti a mutuare i ritmi del cinema e dei comics raccontando per scene
sequenziate, come in una sceneggiatura.
Nick: Quanto ha influenzato
l'ambiente di una città sicuramente molto creativa come Napoli nella tua
formazione culturale e quanto conta nel bene o nel male nella tua attività
quotidiana? Te la rivolgo perché siamo entrambi napoletani (sia pure un
napoletano della diaspora per quanto riguarda il mio caso specifico ) e spesso questa domanda viene
rivolta a me. Quindi te la rigiro per
poter avere io qualcosa di intelligente da rispondere quando me la rifaranno.
Fabio: Bella
domanda. Napoli, città estrema, porta i suoi abitanti esserne completamente
invasi o a darsela a gambe appena possibile. Per usare una metafora, la
descriverei come una sorta di mondo-isola alla “Dark city”, un luogo
affascinante e immutabile, proiettato verso una dimensione gotica piuttosto che
avveniristica. Sarà per la sua storia onnipresente e incombente, o il fatalismo
di convivere sotto un vulcano, ma da noi ogni via è affollata di presenze e
fantasmi mai rimossi. Un paradiso dell’inconscio! Non è un caso, infatti, che
tra i nomi più significativi della scena letteraria napoletana ci siano
Maurizio Di Giovanni o Simonetta "Simonoir" Santamaria, interpreti sanguigni del
lato pulsionale della città, giallo e horror.
Da
partenopeo poco “doc” io mi sono sempre sentito un irregolare, tendendo alla
fuga verso pianeti alternativi (quanto meno editorialmente). Solo negli ultimi
anni, ho scoperto con piacere che anche a Napoli ci sono delle realtà per le
quali fantascienza e fantasy sono concrete e familiari quanto gli spalti del
Maschio Angioino. L’associazione Mondo Cult, per esempio, che produce con
entusiasmo libri, eventi e fiction seriali, oppure giornalisti come Carmine
Treanni, che dirige per la
DelosBooks di Milano la rivista “Delos Science Fiction”,
amici coi quali si incrociano ogni tanto i percorsi in progetti o
collaborazioni.
Napoli |
Fabio: La
mostra è nata dalla collaborazione tra l’associazione Viv’arte di Napoli e
l’associazione francese Amicale Franco-Italienne di Blagnac, per prendere luogo
all’interno della struttura multimediale Odyssud, un grosso centro che
impegnato in quel periodo con gli eventi culturali del gemellaggio tra Blagnac
e Pomigliano d’Arco.
Ovviamente,
trovarmi a esporre nella patria del fumetto per eccellenza è stata un’emozione
notevole. Soprattutto perché esibivo dei lavori nati in ambiti lontani da
quelli tradizionali, come la riduzione a fumetti dello spettacolo “La guerra di
Martìn” di Francesco Silvestri - un albo ancora ristampato che affianca la
tournee teatrale dal 1987, oppure esporre le illustrazioni de “Il mare di
sotto” di Alessandro Dionisio, corto presentato alla XXIII Biennale del cinema
di Venezia.
Il
confronto col pubblico è stato positivo, malgrado il mio francese alla Closeau,
permettendomi di testare le prime tavole di un fumetto ambientato nella Napoli
settecentesca, “Luna Storta”, un serial storico-fantastico con i disegni di
Duilio Cusani. Inoltre è stata la prima sortita estera dei lavori
sculto-pittorici che proseguono oggi col progetto “Nuages – Morbidi approdi”.
(http//www.morbidiapprodi.com) Un altro elemento poco canonico in quella personale.
Nick: Per la tua narrativa
privilegi la dimensione del racconto e all'interno dei tuoi racconti privilegi
una descrizione del fantastico, dell'inconoscibile come di un qualcosa di
parallelo a noi (come nel racconto DB su Alia 6 ) o di un qualcosa che conosciamo
già ma che rifiutiamo di accettare finché non entra prepotentemente nelle
nostre vie (come nel racconto LA MECCANICA DELL'AMBARADAN
su Alia 5 e LA
DISCIPLINA DELL'OCCHIO su Robot 46 ). E' una ricostruzione
sbagliata la mia? E in particolare come descriveresti la tua narrativa?
Fabio: L’analisi
che fai è piuttosto calzante, uno dei temi ricorrenti di queste storie è la
percezione del mondo come un mistero o una finzione inconsapevole, finché un
evento assurdo (vedi la fuga del Minotauro nel condominio de L'AMBARADAN’, o
l’esplorazione dell’aldilà di DEADBOOK ) non ci costringe a mettere in dubbio
tutti i nostri punti di riferimento. Un altro elemento che mi sta molto a cuore
è il tema della diversità che impedisce ai miei personaggi di trovare un ruolo
o una assimilazione nell’ambiente che li circonda. I loro mondi interiori, le
loro peculiarità sono universi complessi resi marginali da una società che non
sa inquadrarli. Questa ribellione silenziosa a volte è causa di crepe che si
aprono nella realtà ( IL TRUCCHETTO DI OLINDO su Alia 3), a volte ne è solo la
testimonianza, offrendo spesso una lettura pessimistica dell’esistenza. Tanta
cupezza, però, va bilanciata con iniezioni di ironia e scetticismo, quindi ogni
tanto cerco di anche di sorridere con argomenti più leggeri. Come IN PRINCIPIO
ERA IL VERBOSO, uscito su Short Stories n. 4 dove un magnate razzista rimodella
la preistoria usando tecniche di marketing, oppure MAX SATISFACTION (Writers
Magazine Italia ), una commedia spaziale che vede come protagonista un
focoso robot gigolò.
Fabio: Penso
che la mia storia più complessa sia probabilmente LA DISCIPLINA DELL'OCCHIO ,
un racconto originariamente troppo enigmatico, migliorato poi e risolto grazie
ai consigli del compianto Vittorio Curtoni, che ebbi la fortuna di conoscere al
Premio Robot di Milano. Il tema dell’alchimia e l’opera al nero applicata al
cinema sono il soggetto più ambizioso su cui abbia lavorato. Il racconto più
deludente, invece è DB, il Facebook dei morti, un’idea difficile da gestire che
ho chiuso con esiti poco incisivi, forse per il tema dell’elaborazione del
lutto che richiedeva un’attrezzatura filosofica più robusta. Un racconto in cui
mi rispecchio molto e che consiglierei volentieri, direi che sia RACCONTO CON
CATASTROFE (http://danielebarbieri.wordpress.com/2011/12/26/fabio-lastrucci-meno-362/),
uscito in rete sul blog di Daniele Barbieri. Il suo protagonista che assiste
alla fine de mondo rappresenta il giusto mix di sgomento, ironia, amarezza e
amore che mi interessa raccontare.
Nick: Circola una battuta nei tuoi confronti
nell'ambiente. Cioè che stai lavorando direttamente al tuo secondo romanzo per
non dover affrontare le difficoltà del primo. Quanto c'è di vero in questa
affermazione e quando potremo vedere un tuo romanzo?
Il
secondo (o primo, se vuoi) è invece un romanzo ambientato nella Hollywood degli
anni ’30, una dark-comedy sulla quale ho sgobbato per anni, sferzato dalle
spinte di Vincent Spasaro. Basato sulla vita dei comici Laurel e Hardy, NIENTE AGLIO PER BABE HARDY ha richiesto un enorme lavoro di documentazione e di
revisione per sviluppare una trama in cui thriller, commedia e spunti horror si
mischiano tra loro. Anche le sue 300 cartelle viaggiano per case editrici in
attesa di riscontri, per cui solo la Sibilla Cumana potrebbe predirne l’uscita. Si
accettano scommesse.
Fabio: Non
possiedo un lettore e-book, quindi al momento sono abbastanza neutro, pur
propendendo in generale per il prodotto cartaceo. Vedo però grandi potenzialità
di diffusione nell’e-book, per la sua praticità e per la convenienza dei costi,
molto competitivi. Credo anche che possa consentire un maggiore respiro a un
mercato in affanno come il nostro.
Fabio: Penso che la
libera circolazione non danneggi nessuno. Mi sembra che l’atteggiamento a
riguardo di autori come Cory Doctorow confermino questa ipotesi.
Nick: Tra le altre cose collabori
con diverse case editrici, per cui scrivi articoli o saggi, curi pubblicazioni
e compi interviste, dal tuo punto di vista di osservatore privilegiato come
credi che stia cambiando il mondo (con annesso il rispettivo mercato
editoriale) del Fantastico in Italia?
Fabio: Essendo
un piccolissimo “addetto ai lavori” il mio parere ha un valore limitato e
soggettivo. Per quel che ho potuto osservare, Internet ha rivoluzionato molto
l’attività legata alla scrittura, permettendo a chiunque di ritagliarsi uno
spazio di visibilità, a prescindere dal livello professionale e dilatando – nel
bene e nel male - la portata del fandom. In tanta ridondanza di informazioni, trovo
ci siano degli spazi che offrono un’occasione di formare nuovi autori,
allenandoli al confronto e portandoli alla ribalta con iniziative coraggiose.
Ad esempio, il forum della Writers Magazine Italia, che propone frequenti
contest letterari con cui plasma generazioni di scrittori, traghettati dalla
rivista omonima su testate prestigiose come Robot o le collane Mondadori.
Un’opportunità di crescita fino a ieri impossibile. Un ruolo interessante,
inoltre, lo ha prodotto anche il proliferare di gruppi dedicati al fantastico
sui social network, che sono diventati uno snodo nevralgico utile per
condividere e diffondere una cultura di settore, permettendo ai lettori di
dialogare anche con professionisti italiani e stranieri.
Com'è nata la rubrica? Come
gestisci il tuo lavoro?
Dopo
avere raccolto una quindicina di interviste correlate di una ironica scheda di
presentazione, ne ho proposto una versione ampliata alle Edizioni Scudo, con le
quali è uscita questa estate la raccolta “I territori del fantastico”
inaugurando la collana Omni Italia Saggi, in contemporanea a un saggio sul
fumetto di Giorgio Sangiorgi.
Conoscere
Carmine Treanni, mi ha permesso poi di mantenere vivo l’esperimento,
affiancando le autorevoli rubriche di Delos Science Fiction con questi flash
semi-seri. A ogni uscita, temo i fischi indignati dal loggione e i lanci di
pomodori, ma per fortuna, fino a oggi è andata bene!
Fabio Lastrucci e Davide Mana presenti alla Mostra di Grafica Giapponese (Torino 2009) |
Fabio: Per
quanto utilizzi una modalità che potrebbe risultare irriverente, ho sempre
trovato un ascolto e una disponibilità notevole da parte dei nostri autori e da
quelli stranieri, portati forse ancora di più a un atteggiamento brillante che
si presta perfettamente al gioco. Penso ad esempio al francese Jean-Claude
Dunyach (che tu conosci meglio di me *) oppure al’americano Benjamin Rosenbaum,
autori tanto affermati quanto amichevoli e spiritosi. La conoscenza epistolare
con Rosenbaum mi ha permesso anche di metterlo in contatto con la redazione di
Alia, per veder pubblicato un suo splendido racconto sul n. 6 dell’antologia, tradotto
da Davide Mana. Grazie alla disponibilità dello scrittore Massimo Soumaré,
inoltre, ho anche potuto conversare in più occasioni con autrici giapponesi,
trovandole estremamente semplici e alla mano nonostante la grande notorietà in
patria.
Tra
gli italiani, a parte gli amici più stretti come Maurizio Cometto o Vincent
Spasaro, è stato molto piacevole trovare degli interlocutori gentilissimi e
attenti in Danilo Arona, Giuseppe Festa della band Lingalad, oppure Mino
Milani, uno dei miei miti letterari di tutte le età. Tutti dotati di molta
umanità e disposti all’ascolto. Incredibile a dirsi, non ho annoverato ancora
porte in faccia o rifiuti clamorosi, ma deve trattarsi della classica fortuna
del principiante. Speriamo che duri…
Fabio: Questo
gruppo è nato nel 2003, grazie alla passione dei quattro fondatori per tutte le
forme di cultura, restando molto attivo fino a qualche anno fa. In circa sette
anni Viv’arte ha prodotto sul territorio campano (e non) mostre d’arte e
design, reading di poesia e conferenze, contando solo sulle proprie forze,
sull’ energia della Presidente Nadia De Pascale e sul patrocinio morale di
alcune istituzioni cittadine. Per restare in tema di fantastico, tra i vari
progetti ricorderei i reading di “Strange Tales”, degli incontri annuali
dedicati alla sf, al fantasy e l’horror che ho curato insieme al fisico
ricercatore Ramiro dell’Erba. Questi eventi hanno presentato racconti di autori
contemporanei (da Alberto Cola a Giovanni Buzi), letti da attori professionisti
con accompagnamento musicale dal vivo. Alcuni scrittori, come Cometto o la Santamaria , sono stati
ospiti della manifestazione rispondendo alle domande del pubblico, il reading,
inoltre era arricchito da testi introduttivi scritti per l’occasione da autori
italiani o giapponesi ( Daniele Nadir, Kumi Saori ) e da un concorso letterario
per ragazzi premiato con i libri offerti dalla Delos Books.
In
sintesi, una vera follia produttiva, resa possibile solo da un’amichevole,
faticosissima, meravigliosa “chiamata alle arti”.
Immagine dal reading di Strange Tales del 2006 oltre a Lastrucci e a Ramiro Dell' erba è presente anche la scrittrice Simonetta Santamaria |
Fabio: Gli
obiettivi sono sempre tanti e vanno in più direzioni, dato che continuo a
occuparmi in simultanea di teatro, ricerca artistica e narrativa. A parte un
serial ambientato nella Francia degli anni ’50 che sta ancora lentamente
maturando, i progetti in via di pubblicazione sono un romanzo breve sul tema
del lavoro precario, in corso d’opera per un editore napoletano e le
illustrazioni di un libro per ragazzi tratto da un testo teatrale, su testi del
regista Fioravante Rea. Infine c’è un’idea che corteggio da tempo e che dovrebbe
coinvolgere lo scrittore Giuseppe Cozzolino: una guida alla gastronomia
fantastica che parli di cucina fantascientifica, horror e fantasy. Prima o poi,
riusciremo a infilarla in mezzo a tanti impegni e allora passeremo dalle
tastiere alle padelle, speriamo con esiti interessanti.
Fabio: Nick,
non mi hai chiesto “Che diavolo ci fai tu
qui in mezzo a tutti gli autori veri
che ho intervistato?” (in effetti me lo domando anche io).
Per
questo tatto e per la tua ospitalità ti sono veramente grato.
* Chi volesse, può tranquillamente andare a recuperare la mia intervista con Jean-Claude Dunyach.
26 commenti:
Di grande interesse, veramente ci son cose di cui non sospettavo neanche l'esistenza. L'underground, nonostante tutto, è forte e lotta!
Plauso per la svolta con Karel Zeman, nonché per la visione sc-fi di Napoli, molto azzeccata!
@ Occhio
L' underground esiste ed è ancora vitale.
Napoli poi ha un substrato culturale che rende possibile la formazione di molte associazioni e realtà forti anche nel campo della fantascienza.
La citazione di Karel Zeman è stata un vero e proprio tocco di classe.
Onestamente non conoscevo questo disegnatore, e d'altronde l'utilità del tuo blog è proprio far conoscere cose, fatti e persone che magari non sono noti al grande pubblico.
@ Ariano
Il compito della rete è questo, poi quando trovi persone come Lastrucci che lavorano nel campo del fumetto ma sono anche scrittori un intervista è ancora più interessante.
Mi fa molto piacere che il buon Lastrucci abbia continuato la sua attività, sia nel campo grafico che come autore. Di scrittori interessanti come lui ce ne sono pochi...
@ Max
Si vede che lo stimi molto.
il buon Lastrucci è un esempio di artista capace di misurarsi con qualunque mezzo; sono tra le fortunate "cavie" che hanno potuto apprezzare i suoi due romanzi (anche se da questa intervista ho recuperato info su una serie di interessanti racconti che non ho ancora letto...) e posso affermare con onestà e un pizzico di presunzione "imprestata" che entrambi non sfigurerebbero sugli scaffali delle librerie italiane e straniere. La sua è la napoletanita che (da napoletano) apprezzo di più in assoluto: genio e passione e un gusto internazionale.
E' veramente emozionante leggere questi commenti e non posso far altro che ringraziare Nick per aver trovato spazio sulle sue pagine.
@ Occhio sulle espressioni
Fa molto piacere trovare un estimatore di Zeman, artista unico. Su Napoli, beh, grazie. E' difficile rubare un'identità di un cubo di Rubik come il nostro ;-)
@Ariano
Nick fa un eccellente lavoro di divulgazione e critica. Il suo carnet non manca di sorprese!
@ Max
Caro Max, la tua stima mi sorprende sempre come la tua narrativa.
@ Luca
E'prezioso avere amici e critici attenti come te Luca. I due romanzi ora sono un po' più solidi proprio grazie a te. Saresti un editor coi fiocchi!
@ Luca dell' Isola
Benvenuto su Nocturnia
@ Fabio Lastrucci
Grazie a te per aver accettato di fare l' intervista.
La miglior risposta all’interrogativo “esiste un futuro per la produzione di genere” sta proprio in persone come Lastrucci, nel suo saper trovare spazi-tempi-modi di esprimersi. Ho parecchie riserve sulla serietà di alcuni operatori del settore e non posso fare a meno di pensare che altrove questo autore troverebbe occasioni migliori, anche dal punto di vista economico, per darsi da fare.
@ Angelo
Purtroppo operatori del settore poco seri ne ho incontrati anche io diversi, sia prima di aprire il blog quando facevo il fanzinaro sia in questi due anni di gestione internettiana, il problema esiste e danneggia tutti noi.
Per fortuna poi ci sono gli artisti, gli scrittori e i disegnatori che continuano a darsi da fare.
Avanti così !!! Fabio è uno di quegli autori di strepitosa bravura, ma non valorizzati a sufficienza ;)
Leggendo l'intervista mi viene da pensare che il nostro paese è pieno di persone di talento e piene di interessi come il caro Fabio, ma ciò che il paese offre per valorizzare queste persone troppo poco. Siccome avete citato una mia fissa: LUC ORIENT, segnalo questo sito dove si posso leggere alcune delle sue storie: http://corrierino-giornalino.blogspot.it/2011/04/il-signore-di-terango.html
Giorgio Sangiorgi (Edizioni Scudo)
@ Steve
Benvenuto anche a te.
@ Giorgio Sangiorgi
E' vero nel nostro paese ci sono diversi talenti non adeguatamente valorizzati.
Purtroppo credo che una parte dell' editoria italiana abbia le sue colpe al riguardo.
Saluti.
Conosco Fabio ai tempi del liceo. Un misto di purezza, sincerità, onestà che riconosco tutt'ora nella lettura di questa intervista. Bravissimo mio caro amico Fabio. Stella (vedovamazzei)
@ Stella
Benvenuta anche a te. Concordo sul tuo giudizio su Fabio, è una persona che merita.
mpf... neanche il tempo di andare al bagno, c'ho! E mi dispiace trascurare nocturnia. Metto in coda di lettura e se ho tempo ti spiegherò in pv. Ciao!
@ Eddy
Non ti preoccupare, la vita vera ha sempre la precedenza, quando vuoi scrivi pure.
Ciao.
Non conoscevo Fabio Lastrucci, ma sembra davvero una persona piena di inventiva e voglia di fare - qualità di cui c'è sempre bisogno. In bocca al lupo per tutti i progetti :)
E grazie, Nick, per l'intervista: interessante, come sempre :)
Conosco Fabio dalla terza media; sottoscrivo in pieno il commento di Stella. é uno scrittore eccezionale, pieno di inventiva ed una persona di una rara onestà. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, in tanti commenti positivi, è la modestia, tipica dei grandi, che fino ad oggi gli ha impedito di emergere come merita. D'altra parte dall'intervista lo si capicse! In bocca al lupo!
Ciao Nick! La segnalazione al tuo articolo su Lastrucci è on line sul sito ALIA Evolution. Un abbraccione.
@ Camilla P.
Lastrucci è davvero una persona in gamba oltretutto per quel poco che ci ho avuto a che fare si è dimostrato un vero gentleman.
Grazie per i complimenti!
@ Ramiro
Ciao Ramiro benvenuto!
È bello vedere quanto ci teniate a Lastrucci, si dice che la vera ricchezza di un uomo consista nel numero di amici veri su cui questi possa contare. In questo senso Lastrucci è un uomo veramente fortunato.
Ciao.
@ Maxciti
Benfatto Max!
Ricambio l' abbraccio!
A distanza di tempo, aggiungo un commento per ringraziare Nick di avermi fatto da apripista e soprattutto da portafortuna. Dopo varie peregrinazioni editoriali, infatti, sta per uscire con Milena edizioni il romanzo breve "Da choosy nasce cosa". Più avanti sarà pubblicato anche "L'estate segreta di Babe Hardy" con una casa editrice romana specializzata in thriller.
Restate sintonizzati, nocturniani!
@ Fà.
Sono contentissimo di tutte queste novità! :)
Avanti così amico mio! :)
Mentre a tutti gli altri: Visto?
Nocturnia porta bene! :D
Le interviste Nocturniane portano fortuna agli intervistati....quindi tenetevi buono il caro vecchio zio Nick. ;)
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