Buona lettura a tutti!
Nick: Ciao Patrizia, benvenuta su Nocturnia. E' un piacere averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di raccontarci i tuoi inizi. In particolare cosa ti ha avvicinata al mondo del fumetto e dell’illustrazione?
Patrizia Mandanici: Nient’altro che un interesse e una passione precoce, quindi impossibile da spiegare: ho iniziato guardando i Topolino quando ancora non sapevo leggere, ho poi continuato con tutti i fumetti che mi capitavano sotto mano, crescendo; per matite e penne lo stesso: imbrattavo i muri da piccola, ho continuato poi su carta a disegnare, sempre. Proprio per questa mia intima necessità non pensavo avrei potuto farlo diventare un lavoro (tanto che non ho mai frequentato scuole specifiche, e dopo il liceo mi sono iscritta a Scenografia perché pensavo fosse un lavoro più “pratico”).
Nick: Quali sono stati i disegnatori e i fumetti che ti hanno colpito e formato maggiormente come lettrice prima ancora che come disegnatrice? E quali disegnatori consideri come tuoi maestri?
Patrizia Mandanici : I disegnatori che mi colpirono per primi furono quelli di Tex, il mio preferito era Giovanni Ticci, ammiravo molto la perizia con cui disegnava anatomie di uomini e cavalli, le ombre, o come costruiva le inquadrature e le tavole; le sue storie ambientate nel Grande Nord le ho lette e rilette con grande passione. Poi con l’arrivo di altre letture i miei idoli principali sono stati la triade Hugo Pratt, Moebius e Andrea Pazienza. Disegnatori molto diversi tra loro, non maestri nel senso classico del termine - dato che non mi ispiravo direttamente al loro stile - ma certamente li guardavo e li studiavo soprattutto come formidabili narratori.
Nick: Forse mi ricordo male, ma mi sembra di aver visto per la prima volta un tuo fumetto nel 1990 su SPOT il giornale che la Comic Art lanciò per presentare i lavori degli esordienti, quindi i tuoi scopritori sarebbero Rinaldo Traini e i suoi collaboratori?
Patrizia Mandanici: Sì, nel 1990 uscì su SPOT una mia tavola che a rigore non era un fumetto, era una cosa realizzata come regalo per una persona, non avevo nient’altro di adatto e così si pubblicò quello. Non ricordo come arrivai a contattare la casa editrice, probabilmente telefonai e presi un appuntamento; Rodolfo Torti mi affiancò un esordiente sceneggiatore per realizzare un fumetto di prova, mi seguì con pazienza nel lavoro che però non fu mai compiuto - credo a causa della mia immaturità. Da allora in poi in effetti non ebbi più contatti con la Comic Art.
Nick: Nel 1994 disegni Ossian un pocket per la Star Comics. Ossian non è certamente il tuo primo lavoro pubblicato, ma è quello con cui ti fai notare al grande pubblico. Cosa ha significato in particolare per te quel fumetto?
Patrizia Mandanici: Molto, per la prima volta realizzavo graficamente un personaggio di una serie e ne disegnavo anche le copertine: una grande responsabilità, soprattutto essermi messa alla prova in un progetto lungo dei mesi, con scadenze da rispettare - cosa che in effetti mi sarà utile dopo quando approderò in Bonelli.
Nick: Subito dopo l'esperienza Ossian entri in Bonelli e lavori per quasi esclusivamente per serie fantascientifiche come Legs Weaver, Nathan Never e Gregory Hunter. Qual è il tuo rapporto con la fantascienza come genere?
Patrizia Mandanici: Ho iniziato ad amare la fantascienza dopo aver visto al cinema “Star Wars”: sono rimasta proprio fulminata, ho lasciato perdere il mio amato western e da allora ho iniziato a disegnare astronavi, alieni, storie con agenzie investigative intergalattiche e così via. Stranamente di libri invece non ne leggevo, o quasi, solo in anni relativamente recenti ho iniziato a colmare parzialmente le mie lacune con la lettura di qualche classico (ma sono molto indietro); ero invece molto presa dalle serie tv e dai film - da Star Trek ad Alien, da Visitors a Blade Runner, tutto quello che era fantascienza visiva mi interessava molto.
Adesso cerco di seguire la fantascienza non solo come genere di “immaginazione” ma anche come modo di interpretare o anticipare la realtà.
Cover del primo numero di Ossian |
Patrizia Mandanici : Be’, Legs ha rappresentato il mio ingresso in Bonelli: anche solo per questo avrebbe un posto d’onore nel mio cuore di disegnatrice! Sono cresciuta in questa casa editrice disegnando Legs e migliorando albo dopo albo, facendolo sempre senza pressione o ansia e con grande divertimento: i primi anni sicuramente sono stati i migliori anche per la continuità e la chiarezza del personaggio “Legs” in quel particolare “universo parallelo” in cui lei si muoveva, tra commedia e manga.
Nick: Per cui Legs disegni molti numeri rimasti nel cuore dei lettori, il mio preferito rimane il # 11 (Un'Avventura per May) E tu quale preferisci tra quelli da te realizzati? E qual era il personaggio che amavi di più disegnare all'interno di quella serie (o comunque tra quelli presenti tra le varie serie dell'Universo degli Agenti Alfa) ?
Patrizia Mandanici : Ho un bel ricordo del numero 51, “Gli amori difficili” di Alberto Ostini, che nel trattare i sentimenti si è sempre trovato a suo agio. Tra i personaggi che mi piaceva disegnare c’era un non umano, il draghetto di casa May/Legs!
Cover del numero 11 di Legs Weaver |
Patrizia Mandanici: Cosa posso dire? Tristezza...Era un personaggio che avrebbe potuto andare ancora più verso la commedia e il non-realismo, ma chiaramente non era possibile farlo in quel momento e credo neanche in una casa editrice che non aveva nel suo DNA quel tipo di fumetti. La chiusura è stata un peccato, ma anche inevitabile.
Nick: Moltissimi anni fa Antonio Serra, ad un seminario tenuto alla scuola Comix di Napoli parlando di Legs Weaver e delle disegnatrici ivi impiegate sostenne (scherzando ovviamente) che quando si trattava di situazioni scabrose all'inizio era difficile convincervi a farle ma poi una volta partite era praticamente impossibile fermarvi. E' vero questo particolare? E' vero che voi disegnatrici avevate un feeling particolare con quella testata?
Patrizia Mandanici : Antonio forse parlava di altre disegnatrici, a me non è mai capitato di dover disegnare scene particolarmente osè e non mi sono mai posta il problema, non amo particolarmente le scene esplicite di erotismo ma se sono in sceneggiatura da professionista le disegno e basta - ovviamente se c’è qualcosa che riterrei sopra le righe ne parlerei con lo sceneggiatore, ma come detto non c’è stata mai l’occasione.
Il feeling credo sia personale per ognuna di noi, c’è chi si trova più a suo agio a disegnare personaggi femminili, c’è chi più semplicemente in Legs trovava l’occasione di poter esprimere un segno più grafico, più personale: in entrambi i casi il legame col personaggio è diventato particolare, questo sì.
Nick: Proseguendo su questo tema, ho notato che spesso quando viene intervistata una donna che lavora come disegnatrice, la domanda che esce spesso fuori è : quanto la sensibilità di una disegnatrice sia differente da quella di un suo collega uomo e se esistano differenze tra il tratto di una donna e quello di un uomo.(Magari l'avranno rivolta anche a te) Ma secondo te, oggi come oggi hanno ancora senso questo tipo di domande? O a ancora senso fare una distinzione sul sesso di un disegnatore o di un illustratore?
Patrizia Mandanici: Ecco, direi che l’ultima frase mi permette di essere breve nella risposta: no, per me non ha senso la distinzione tra uomini e donne se ci si limita a guardare il disegno.
Nick: Nel 2002 cominci a disegnare anche la serie "madre" Nathan Never, ad esempio tuo è il # 139 intitolato "Vita Artificiale". In totale di NN hai disegnato circa 7-8 episodi (non ricordo bene, sorry :-( ). Hai dovuto cambiare il tuo stile per adattarti alle atmosfere della serie decisamente meno scanzonate rispetto a Legs? E come ti trovi a realizzare NN?
Patrizia Mandanici : Sì, ho dovuto adattare il mio stile un po’ grafico a una serie dove mi veniva richiesto molto realismo e attenzione nei particolari, oltre che cura nel disegnare la tecnologia: per me una bella sfida, all’ inizio non è stato facile. Solo negli ultimi 2/3 anni credo di aver trovato una chiave per poter disegnare Nathan senza troppi problemi. Questo non vuol dire che mi senti soddisfatta di come disegno: c’è sempre da migliorare, sempre da pensare a una maniere più efficace di rendere quel tale effetto, quella tale inquadratura.
Gregory Hunter |
Patrizia Mandanici: Come anche per Legs il personaggio di Gregory usciva fuori dagli schemi abituali del lettore bonelliano, è difficile trovare nuovi lettori con gusti diversi se si rimane più o meno nel bacino di utenti abituale, quello ad esempio che legge Nathan perchè ama la fantascienza più cupa e “realistica”. Se poi andiamo a guardare i numeri erano pur sempre decine di migliaia di lettori che Gregory lo leggevano volentieri, solo l’alto costo di produzione di un albo Bonelli non ha permesso di andare avanti, in qualsiasi altro contesto tutti questi lettori avrebbero sicuramente continuato a leggere le avventure di Gregory e compagnia.
Nick: Parliamo adesso del lato tecnico del tuo lavoro: che tipo di carta utilizzi? Preferisci usare il pennino, il pennarello oppure preferisci utilizzare tecniche digitali? E quanto tempo impieghi mediamente per realizzare una tavola?
Patrizia Mandanici: Da un paio d’anni inchiostro in digitale, ma anche le matite le curo sempre meno per concentrarmi di più sulla fase finale. Prima usavo della carta Fabriano semiruvida in un formato appena più piccolo dell’A3 e inchiostravo con pennarelli graduati e pennello ricaricabile Brush Pentel. Adesso le matite le realizzo su foglietti qualsiasi in A4, poi le scansiono e le adatto in Manga Studio al formato di tavola mio solito (25,5x36 cm), quello che ho quasi sempre usato da quando disegno per Bonelli.
Il tempo di lavorazione per tavola cambia molto a seconda del contenuto e del periodo, posso solo dire che mediamente realizzo una dozzina di tavole al mese.
Nick: Ci descrivi una giornata tipo di Patrizia Mandanici?
Patrizia Mandanici: Mi alzo abbastanza presto, controllo i miei siti su internet, leggo i blog che seguo abitualmente, se è il caso finisco qualche post per il mio blog e poi lo pubblico. Poi mi metto al lavoro (se non ho cose da fare come la spesa o altri impegni): pranzo, poi porto giù la mia cagnolina per un’oretta, infine torno a casa e il pomeriggio continuo il lavoro fino alle 19 circa. Il dopo cena lo dedico a rispondere a mail, a guardare serie tv, oppure a scrivere per il blog (sempre dopo aver portato la cagnolina a fare la passeggiata se tocca a me).
Nick: Per realizzare un buon prodotto quanto è è fondamentale l'interazione, e la collaborazione tra sceneggiatore e disegnatore?
Patrizia Mandanici : Si possono realizzare buoni lavori anche lavorando a distanza e sentendosi poco, sempre che entrambi si sia dei buoni professionisti; certamente è meglio lavorare in intesa e discutere i nodi di un lavoro, i problemi che di solito insorgono inaspettati, o anche nuove soluzioni più efficaci per certe scene e certi passaggi: spesso lo sceneggiatore non riesce a immaginare tutte le implicazioni di un certo tipo di scena (specie quando sono visivamente complesse) o il disegnatore si dimentica di inserire elementi che sono logicamente indispensabili alla buona riuscita di certe scene.
Patrizia Mandanici ad una manifestazione. |
Patrizia Mandanici: Le fasi canoniche sono quelle per cui il disegnatore riceve la sceneggiatura (qualche volta già completa, più spesso a 5/10/20 tavole alla volta) e viene informato dallo sceneggiatore del soggetto completo; spesso lo sceneggiatore dà al disegnatore del materiale di riferimento, della documentazione fatta di foto, disegni, ecc. Ogni disegnatore a questo punto inizia a lavorare seguendo prassi diverse: chi preferisce disegnare a matita molte tavole e poi inchiostrarle, chi già dopo un paio di tavole a matita inizia a inchiostrare qua e là, magari andando avanti contemporaneamente su più tavole.
Di norma si fanno vedere le tavole a matita al curatore di testata e allo sceneggiatore per avere l’approvazione e poter andare avanti con l’inchiostrazione - questo dovrebbe (quasi) evitare di dover rifare delle vignette (o addirittura tavole intere).
Qualche volta ho dei dubbi su una scena e ne parlo con lo sceneggiatore, altre volte può capitare che abbia in mente una versione migliore di una scena e allora la posso proporre: non mi permetterei mai di cambiare qualcosa in fase di sceneggiatura senza prima discutere con lo sceneggiatore (e magari anche il curatore).
Una volta finite le tavole si consegnano in redazione e queste saranno date ai letteristi. Prima che si vada in stampa si rivede tutto e se è il caso si fanno modifiche sia al disegno che ai testi.
Nick: Da anni, anzi da decenni si parla della crisi del fumetto in Italia,in tempi recenti anche la Bonelli ne ha subito gli effetti. Dal tuo punto di vista qual è lo stato di salute del settore e cosa si potrebbe fare per riportare nuovi lettori ? Le nuove tecnologie potrebbe servire in tal senso o finirebbero per accentuare la crisi?
Patrizia Mandanici: sul settore editoriale non ho dati precisi né informazioni su tutti i vari aspetti, non mi arrischio a dare giudizi; posso dire la mia come lettrice che negli anni ha osservato altri lettori sparire letteralmente, sia dalle scuole che dai posti pubblici (chi più legge fumetti sui bus o sulla metro? molto molto pochi). Non conosco i motivi esatti di questa crisi, probabilmente ci sono diverse cause che si accavallano; certamente il tempo che una volta i ragazzi dedicavano ai fumetti adesso è rivolto a tante altre cose, non so se vi siano delle soluzioni per far tornare a leggere i giovani.
La tecnologia può affiancare l’editoria tradizionale, aiutarla ad evolvere - dubito sia la soluzione per un incremento di vendite e lettori.
Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando e cosa ci dobbiamo aspettare da Patrizia Mandanici nel prossimo futuro?
Patrizia Mandanici: Adesso sono impegnata in una storia di Nathan che uscirà a marzo 2015 nella collana “Le grandi storie di Nathan Never”; poi dovrò terminare una storia che era stata sospesa più di un anno fa (sempre di Nathan). Oltre non riesco a vedere, non so cosa mi aspetterà, tutto quello che arriverà sarà ben accetto.
Nick: Bene, è tutto, nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una domanda a cui avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?
Risponderei: “È un rapporto esistente e ormai imprescindibile, non solo perché si possono trovare dei lettori, un pubblico, in una maniera che prima era impensabile, ma anche perché il mondo è diventato più piccolo e vicino, attraverso la rete i contatti con fumettisti e case editrici straniere è più diretto e veloce; dal punto di vista tecnico la rete è diventata ormai un aiuto indispensabile per trovare materiale di ogni tipo, sia come documentazione per il lavoro sia per imparare a usare strumenti e tecniche nuove (ad esempio i programmi di disegno digitale), o anche per vedere all’ opera fumettisti e disegnatori di ogni tipo (oltre a poterne scoprire sempre di nuovi)”.
Per finire vorrei pubblicizzare un gruppo di Facebook che ho fondato pochi mesi fa - “Manga Studio Italia” - è dedicato al programma omonimo di disegno digitale che stanno usando sempre più fumettisti; ci si ritrova lì per scambiarci dubbi, fare domande, dare consigli, trovare materiali.
Un saluto ai lettori di Nocturnia e a Nick, molto gentile :)
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Legs Weaver; Nathan Never e Gregory Hunter copyright e diritti SBE.
17 commenti:
Bella intervista Nick, non essendo un fan di Nathan Never ne di Legs i lavori della Mandanici non li ricordo, avevo però preso qualcosa di Ossian e Gregory Hunter, materiale che non ho più sottomano da andare a spulciare. Peccato.
Nikke, intervista interessantissima...
Da fan dei fumetti (non propriamente sci-fi, come sai, ma Legs spacca e Nathan pure!) ho apprezzato moltissimo.
Bravi entrambi :)
Moz-
@ La firma cangiante
Peccato davvero, aggiungo io.
Gregory Hunter scontava forse il fatto di richiamarsi a tematiche anni 50 s e 60s, era un fumetto simpatico e che a me piaceva ma uscito forse fuori tempo massimo. Mentre Ossian dovette affrontare troppa concorrenza in edicola.
@ MikiMoz
Lo so che non ami la fantascienza, epperò mi sa che piano piano, dai e dai ti sto "traviando".
Bellissima intervista che permette di capire meglio chi ci sia dietro la "matita" che da vita a un albo fumettistico.
Comunque sì, davvero, il fatto che neppure la Bonelli riesca a garantire la durata di una serie è proprio il segno di una crisi del settore.
Molto, molto interessante questa bella intervista.
Da lettrice di fumetti apprezzo molto, ed anche che sia una disegnatrice ogni tanto ad avere attenzione.
Io credo che il fumetto sia in crisi rispetto al passato perché siamo in un'era di immagini, più che di immaginazione.
Il fumetto, sebbene parta da immagini disegnate, lascia più spazio all'immaginazione secondo me. Oggi i più giovani hanno più attitudine verso i video, verso la comunicazione velocissima di internet e degli smartphone, mentre libri e fumetti sono mezzi espressivi più lenti (che io continuo a preferire).
@ Ariano Geta
Purtroppo questo è accaduto anche con serie storiche come "Mister No", una serie particolarmente amata d Sergio Bonelli.
Consoliamoci col fatto che continuano a produrre (bene) molte altre tra serie e miniserie.
@ Lady Simmons
Io credo che tu abbia ragione, sono cambiati molti supporti ed anche il modo di vivere la narrativa per immagini. Come te però io continuo a preferire i cari vecchi fumetti.
M'impegno comunque, ad intervistare molte più donne scrittrici e disegnatrici in futuro.
Sempre bello leggere un po' di "dietro le quinte".
@ Marco Lazzara
Io li adoro! Sono la parte migliore di una intervista. ;)
Avendo avuto in passato (ma in realtà continuo a sperarci... prima o poi) ambizioni come sceneggiatore di fumetti, l'intervista mi ha interessato più del previsto.
Con "più del previsto" intendo dire che non sono mai stato un bonelliano. Ho letto sì Zagor, Tex, Dylan Dog ma solo in modo occasionale e più o meno casuale.
Comunque la diffondo più che volentieri... conosco gente a cui interesserà sicuramente (compreso dei colleghi alla lontana della disegnatrice).
Come al solito... il tuo pulsante twitter a me non funziona :(
@ Ivano Landi
Guarda nei prossimi giorni, quando effettuerò la chiusura estiva del blog mi ci metto con calma e proverò a capirci qualcosa, sperando di riuscire a risolvere il disagio.
In realtà ho scoperto che non funziona neanche il pulsante fb, perché mi dava il post come condiviso ma quando sono andato a guardare sulla mia pagina fb non c'era niente. Ho comunque risolto condividendo manualmente il post sia su twitter che su fb.
Ma ti ripeto, vedrai che dipende dal mio computer, anche se non capisco perché dato che con altri blog il meccanismo funziona normalmente .
@ Ivano Landi
Comunque la pulce nell'orecchio mi è rimasta, quindi ci darò un occhiata, anzi invito chiunque abbia avuto gli stessi problemi con le condivisioni dei miei post a segnalarmi la cosa.
Sei un intervistatore nato...
Lei mi piace molto, generalmente si parla sempre di disegnatori....uomini.
Un caro saluto
@ Angie Ginev
Anche a te ripeto la stessa promessa: cercherò di intervistare più donne in futuro.
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