Siamo a Londra nel 1891.
Ethan Chandler è un avventuriero americano sbandato e sbruffone che si guadagna da vivere esibendosi in spettacoli da circo. L'uomo millanta di essere l'unico sopravvissuto del massacro del Little Big Horn, però si dimostra bravo con le armi. Per questo durante una tournée del circo dove presta servizio l'uomo viene avvicinato dalla sfuggente Vanessa Ives. La donna propone a Chandler di accompagnare l'esploratore Malcolm Murray per i sobborghi della capitale alla ricerca della di lui scomparsa figlia Mina.
Oscure forze sono all'opera e ben presto l'americano si rende conto dell'esistenza di un mondo soprannaturale parallelo al nostro.
Un mondo estremamente pericoloso, in cui le creature che hanno rapito Mina, probabilmente dei vampiri antichi quanto i faraoni, sono solo una piccola avanguardia. Le strade del terzetto si incroceranno con quelle di Victor Frankenstein e delle sue due creature, dell'irlandese Brona, che per sopravvivere lavora come prostituta; di un uomo che forse ha effettuato un empio patto e che risponde al nome di Dorian Grey e di un gruppo di artisti del Grand Guignol.
Quasi subito le ombre avvolgono nel loro incubo Ethan ed i suoi segreti, Vanessa ed il suo desiderio di redenzione e tutti coloro che gli stanno attorno.
Nel 1891, le strade di Londra oltre che da numerosi vampiri sembrano percorse anche da un licantropo.
Ma alla fine i nemici peggiori degli esseri umani saranno gli esseri umani stessi.
Sin dall'inizio, sin dall'incipit con cui Penny Dreadful si presenta si comprende che ci troveremo in presenza di una serie che non concede sconti a niente e a nessuno, uno show per niente consolatorio.
Non sto dicendo che per questo motivo Penny Dreadful sia una serie innovativa, non lo è per il semplice motivo che in questo segue una tendenza nata diversi anni fa.
Però basta assistere alla prima scena, in cui una donna e la sua piccola figlia appartenenti alla working class più povera e miserabile vengono brutalmente massacrate durante la notte mentre si apprestano ad andare al bagno, per comprendere che questa lezione è stata brillantemente appresa dai creatori della serie.
Che la portano fino alle sue estreme conseguenze.
Penny Dreadful possiede una sua forte estetica dark, dimenticate quindi i deliri visivi e narrativi (fenomenali e, almeno inizialmente quasi geniali certo ma a volte un po troppo kitsch e sopra le righe) di American Horror Story (ne ho parlato QUI e QUI ) dimenticate l'estremo niente che sta dietro a quell'inutile operazione modaiola che risponde al nome di The Walking Dead (ne ho parlato a suo tempo QUI).
Qui, in questa serie si fa sul serio.
E ci si prende estremamente sul serio.
Una estetica dunque che ci trasporta all'interno della Londra del diciannovesimo secolo, in piena epoca vittoriana, periodo che, nell'immaginario anglosassone -ma non solo- rappresenta il punto più alto raggiunto dalla cultura britannica, dall' influenza britannica nel mondo e dalla potenza militare britannica..
Ma anche- e la cosa ci viene ricordata in continuazione - anche il momento in cui la povertà delle classi britanniche più basse ha raggiunto il suo nadir, il suo punto più basso, non solo a livello economico ma anche morale.
Un mondo diviso in due, anzi un demi-monde, per usare un termine ripetuto più volte all'interno della serie, già fecondo di suo e portatore di numerose fonti di ispirazioni per artisti e creativi.
Penny Dreadful dimostra così di avere molti padri e numerose influenze culturali: a cominciare poprio da quei piccoli fascicoli settimanali a basso costo che, nell'ottocento furono antesignani delle pubblicazioni e del genere pulp, continuando col saccheggio effettuato a man bassa di alcuni dei maggiori personaggi iconici della letteratura del XIX Secolo: da Dorian Gray; a Dracula e Mina Murray fino alla Creatura di Frankenstein per concludere con quello che, probabilmente, è la vera fonte d'ispirazione del telefilm.
Il fumetto La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore.
E lo sceneggiatore e creatore della serie, il californiano John Logan, dimostra di aver appreso appieno la lezione mooriana cioè che il modo migliore per poter utilizzare un personaggio o un romanzo del passato è quello di fingere di distruggerne la caratteristiche principali, o quantomeno destrutturarle tutte, amplificarne gli elementi già presenti in nuce ma magari sottintesi dagli autori originali (l'ambiguità sessuale in Dorian Gray; il rifiuto della responsabilità in Victor Frankestein o la malinconica solitudine di chi è scampato al male, ma proprio per questo non riesce più ad integrarsi appieno nella società).
E dopo aver fatto questo, riproporci lo stesso personaggio esattamente così com'era, semplicemente però presentato in maniera più brutta, sporca, cattiva, amorale, ambigua ed ambivalente.
Un operazione sicuramente facile, ma che per poterla attuare bene, bisogna conoscere fino in fondo la materia trattata.
Ed amarla profondamente, anche se si finge il contrario.
Era valido per quel geniaccio di Alan Moore ai tempi in cui riscriveva le saghe dei Super eroi, è valido in misura maggiore oggi per il sicuramente meno dotato John Logan
Principalmente però Penny Dreadful è una serie horror a tutto tondo, in cui sia l'elemento gore che l'elemento gotico risultano ben equilibrati tra loro.
Equilibrio che, almeno sulla carta, non era per niente scontato né facile da raggiungere.
Penny Dreadful, in fondo è il frutto, il risultato di una doppia filosofia produttiva, di una duplice visione sulla materia narrata, dell'opposta politica televisiva applicata sulle due sponde dell'Oceano.
Infatti, la serie è stata possibile grazie alla collaborazione tra la rete via cavo statunitense Showtime (è la rete che in passato ci ha dato Dexter) e la britannica Sky Atlantic cosa che ha permesso una cura certosina nei dettagli negli otto episodi della prima stagione.
Cura certosina che si riscontra nella regia ( i primi due episodi, ad esempio sono stati affidati allo spagnolo Juan Antonio Bayona, conosciuto per film come The Orphanage); nei set, quasi tutti ricostruiti negli Bray's Ardmore Studios di Dublino (per motivi fiscali); nella presenza di una evocativa sigla iniziale, tutta viole e violoncelli scritta da Abel Korzeniowski (e che Dio benedica tutte quelle serie che continuano ad avere una sigla vera e propria piuttosto che quelle insipide intro di pochi secondi che tanto vanno adesso ); ma anche nei dialoghi nei quali vengono spesso adoperati i frasari e le terminologie impiegati nei romanzi d'appendice ottocenteschi o nella drammaturgia teatrale shakespeariana (dettaglio questo che, col il doppiaggio italiano purtroppo, va parzialmente perso) e- last but not least - con la creazione di un cast di altissimo livello.
La prova attoriale migliore la fornisce Eva Green che interpreta Vanessa Ives.
L'attrice francese già in passato ha dimostrato di essere un'ottima interprete ed anche di trovarsi a suo agio in ruoli ed atmosfere gotiche, in questo caso però regala una caratterizzazione ben superiore alla media, gestendo un personaggio difficile e complesso, quello di una donna convinta cattolica e dotata con forti ansie di redenzione, ma toccata dal male, forse dal diavolo stesso. Questo legame, questo "tocco" che ha reso la donna vittima di visioni e di possessioni deturpa il personaggio nel corpo e nell'anima, l'attrice è brava a mostrarci tutta la sofferenza del personaggio, ad imbruttirsi a farsi violenza in continuazione.
Un 'interpretazione molto "fisica" e straziante quella della Green, che più volte finisce col rubare la scena a tutti gli altri personaggi della vicenda
Ma quello del "dualismo" è un tema che ricorre spesso per tutta la prima stagione di Penny Dreadful
E' ambivalente il rapporto che si crea tra tutti i vari personaggi, è ambivalente la caratterizzazione che viene data ad ognuno di loro (ma le "ombre" spesso superano le" luci")
E' molto ambivalente, ad esempio il personaggio di Sir Malcolm, gestito in maniera carismatica ma misurata dall' ex 007 Timothy Dalton. Divisione ancora più netta se si considera il Victor Frankenstein (interpretato dal'inglese Harry Treadaway ) da un lato freddo uomo di scienza, perfetto figlio del nuovo secolo che sta per arrivare e fiducioso portatore di tante promesse di nuove scoperte scientifiche, dall'altro oscuro alchimista che pratica studi proibiti.
E che dire del rapporto che intercorre tra lo scienziato e le sue creature? In questo caso, non una sola ma ben due (ed anche in questo caso si ripresenta il concetto del dualismo)
Con una, il timido e riuscito Proteo assistiamo al positivo rapporto: figlio perfetto- padre orgoglioso. Proteo si dimostra entusiasta del dono ricevuto e pronto a godere della seconda possibilità offertagli (L'attore Alex Price si dimostra bravo nel' interpretare un ruolo di "bambinonelcorpodiunadulto") mentre col secondo, la Creatura vera e propria estrapolata dal romanzo di Mary Shelley qui ribattezzata anche col nome di Calibano si ripresentano anche tutte le dinamiche della storia originale.
Ma Calibano non è solo il classico figlio rifiutato, Victor non è solo il classico padre fuggito alle sue responsabilità e pieno di sensi di colpa.
No, in questo caso il rapporto tra i due in alcuni momenti assume le fosche tinte di un rapporto tra due amanti vicendevolmente delusi da quello che l'altro è diventato.
Rory Kinnear, l'interprete di Calibano conosciuto in Inghilterra per le sue interpretazioni teatrali, specie per i suoi ruoli nelle opere di Shakespeare è uno di quei casi di cui parlavo prima, quando lamentavo della perdita di sfumature causata dal doppiaggio italiano, poiché la particolare formazione di Kinnear fa si che l'attore caratterizzi il personaggio di Calibano\ Creatura con toni, dialoghi e movenze da tragedia greca.
Per il resto, vanno segnalate la, altrettanto buona interpretazione dell'altra attrice britannica Billie Piper ( Ve la ricordate? In passato è stata la companion Rose Tyler nelle prime stagioni della nuova Doctor Who) nel ruolo della prostituta malata di tubercolosi Brona Croft e la discreta prova finalmente fornita dal'americano Josh Hartnett qui nella parte di Ethan Chandler reduce da diverse caratterizzazioni incolori effettuate negli anni passati.
Tutti i personaggi subiranno una evoluzione nel corso della prima stagione, in alcuni casi potemmo parlare anche di una vera e propria trasformazione, se non proprio di un completo stravolgimento e verso la fine, verso le ultime scene capiremo anche parzialmente il perché del continuo insistere da parte di Logan sul concetto del "dualismo".
Perché per l'autore- e per i suoi co- sceneggiatori- il Bene e il Male, o se preferite, il Divino ed il Maligno non siano solo i due lati della stessa medaglia ma rischino di diventare la Stessa medesima cosa.
E di portare la medesima distruzione nelle vite delle persone.
Visto il buon successo della prima stagione, la Showtime ha dato il via libera al proseguimento dello show. Nel 2016 dovrebbe essere programmata la terza stagione mentre per quanto riguarda l'Italia la prima stagione è stata trasmessa recentemente da Rai 4 in versione censurata.
Addendum del 25\10\2015
Segnalo questo bel post di Lisa Deiuri (in passato la conoscevate anche come Violange) sullo stesso argomento.
Potete trovare il post qui.
Project UFO (1978) Episodi 11-13
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Si chiude con un lamento (e con T.S. Eliot) la prima stagione di questa
serie di qualità altalenante. Continua a leggere →
2 ore fa
28 commenti:
@ Tutti
Oggi sarò quasi sempre offline, voi però commentate pure.
Vi risponderò in serata.
Registrata ma ancora da vedere quindi passerò do nuovo da queste parti, promesso! :)
@ Bara Volante
Oh, ma fai pure con calma, non c'è fretta per commentare. ;.)
In quanto ad Eva Green, non solo è decisamente splendida ma in Penny Dreadful dà decisamente il meglio di sé.
@ Diego
Anche per te, non c'è fretta. Fai pure con calma. ;-)
Devo dire che è una serie che mi sto gustando con piacere, senza pretese ma piacevole, ho visto già la prima puntata del secondo anno, mi piace la caratterizzazione di Prometeo così rabbioso per l'umanità perduta, alla ricerca di un amore impossibile, bello, rende giustizia al personaggio ideato da Mary Shelley, o per lo meno non ne infanga la memoria.
@ massimiliano riccardi
Ciao amico!
La caratterizzazione di Prometeo è una delle cose migliori di tutta la serie, assieme a quella di Vanessa Ives ed è vero che almeno rende giustizia al personaggio di Mary Shelley, a differenza di molte altre versioni cinematografiche e televisive tratte dal romanzo originale.
Ho dimenticato i complimenti per l'ottima recensione, Scrivevo mentre mio figlio mi urlava che non riusciva a vedere il suo cartone preferito.
Mi sta prendendo tantissimo in questo periodo, però non riesco ad andare avanti con costanza, perché devo avere un'ora libera di tempo alla sera e non posso iniziare una puntata alle 23.30... o la mattina dopo chi si alza?
La trama è tra le meno prevedibili che io abbia visto negli ultimi anni, la fotografia è stupenda e i personaggi sono caratterizzati bene. L'unico a cui non riesco ad interessarmi più di tanto è Chandler, ma posso avere la speranza che tiri fuori qualche sorpresa nella seconda stagione. Sull'interpretazione di Eva Green hai già detto tutto tu: da applausi ogni volta!
Ottima recensione, Nick. Concordo su tutto, anch'io ho una grande ammirazione per Eva Green, tanto coraggiosa nel rischiare con un personaggio così forte, quanto abile nel renderlo umano e credibile. Avendo visto entrambe le stagioni, posso solo dire che la serie cresce d'intensità drammatica nella seconda, raccontando di più dei personaggi che evolvono parecchio. Molto più godibile, inoltre, la versione in lingua originale sottotitolata. Si apprezzano di più le interpretazioni di tutti gli attori, tra cui spicca uno strepitoso Rory Kinnear - John Clare. Per me PD è una delle migliori serie drammatiche da non perdere, insieme a Sense 8 e Daredevil.
Purtroppo l'ho finora visto in modo irregolare o sporadico, il che mi ha impedito di comprenderne la struttura e i caratteri L'ho apprezzato - chi non apprezza uno sceneggiato con Frankenstein e Dorian Gray nella Londra di fine '800? - ma a questo punto lo cercherò per vederlo da capo. Grazie, Nick, sei come il solito prezioso.
@ massimiliano riccardi
Grazie davvero!
Non ti devi scusare, i bambini hanno sempre la precedenza ed è giusto che sia così. ;-)
@ Elisa Elena Carollo
Chandler, almeno fino all'ultima puntata è un personaggio davvero troppo scontato, non aiuta la recitazione un poco troppo monocorde di Josh Hartnett, un attore sicuramente bravo ma che ha fatto di meglio in passato.
Riguardo invece alla Green, è a dir poco fenomenale.
Una grande interpretazione!
@ morbidiapprodi
Io di solito apprezzo molto i doppiaggi italiani, in questo caso purtroppo però si perdono davvero troppe sfumature presenti nella versione originale.
In particolare, come hai notato anche tu, nella recitazione di Kinnear.
Per questo consiglio anche io di seguire la versione inglese con i sottotitoli italiani.
@ Massimo Citi
Io penso che ti piacerà molto di più se la guardi dall'inizio alla fine.
Ci sono molti riferimenti classici, un tocco di gotico non indifferente.
Sono l'unico a non conoscere questa serie? ^^;
@ Michele il menestrello pignolo
Sei sempre in tempo per recuperare, no? ^^
Io come Diego: registrata ma ancora in lista di attesa.
Ho pensato subito anch'io al fumetto di Moore come ispirazione; ma è citato come fonte nella serie tv o si fa finta di nulla? :P
Su Ewa Green che dire? La sua presenza è l'unica ragione per cui non sono mai riuscito a gettare nel cestino quell'orrenda serie televisiva che il "Camelot" di Hirst.
È una di quelle serie che voglio recuperare da quando è andata in onda. Penso proprio che lo farò quanto prima :)
@ Ivano Landi
No, "La Lega degli Straordinari Gentlemen" non viene citato tra le fonti d'isipirazione di "Panny Dreadful", diciamo però che nemmeno Moore ha intentato nulla di nuovo, in passato ci sono stati scrittori come Manly Wade Wellman che, ad esempio, hanno fatto incontrare Sherlock Holmes con i professor Challenger e li hanno fatti combattere contro i marziani di H.G.Wells in "Sherlock Homes e la Guerra dei Mondi"...ed è solo un esempio tra tanti. ;)
@ Camilla P.
Secondo me ti dovrebbe piacere. ;)
Non so dire il motivo preciso, ma non mi convince, nonostante tutto quello che hai scritto (gran bel post!) :P Nel senso che motivazioni ce ne sono moltissime, dal cast, ai pregi tecnici, all'ispirazione per ambientazione e storia stessa, ecc.
In ogni caso... occorre provare ;)
Buona settimana Nick! ^_^
@ Glò
Hai tutti i diritti di non essere convinta, io non cerco mai di vendere niente e se dentro di te senti che la serie non fa per te, allora vuol dire che già sai che il genere non fa per te.
Grazie sopratutto per aver espresso la tua opinione rispettabilissima in maniera così garbata e gentile, come sempre del resto.;)
Buona settimana anche a te Glò.
L'incipit è davvero intrigante, ed in più il corollario di elementi e personaggi dovrebbe essere di mio gusto.
La recupero certamente. :-)
@ Pirkaf
Quando lo fai, fammi sapere cosa ne pensi. ;-)
A me è piaciuta moltissimo, impressione confermata pure dalla seconda stagione. Valori produttivi altissimi, forse fin troppo arty per i miei "gusti", ma in grado di coinvolgere laddove altre serie mi lasciano perplesso e anche un pò scazzato (vedi AHS, anche se le prime puntate della nuova serie mi sono piaciute molto). Ciao!!!
@ Belushi
Il tono "arty" indubbiamente c'è e credo che sia anche voluto.Quello che è bello in questa serie è l'equilibrio tra gli elementi, qui almeno non c'è la noia di The Walking Dead ed anche alcune cose che sembrerebbero esagerate se fossero poste in AHS, qui almeno sono ben dosate.
A proposito, cosa ne pensi della performance di Lady Gaga in AHS: Hotel?
Eccomi! :-)
Finalmente sono riuscito a gustarmela in santa pace. Concordo in pieno con la tua brillante recensione.
E qui apro una parentesi: questa rece sarebbe da far leggere a quei tromboni che continuano a sputare sui blogger tacciandoli d'incompetenza, livore e gelosia. Nemmeno sulle riviste più blasonate si trovano cose fatte così bene.
Chiudo la parentesi.
Finalmente una serie horror che non si perde nel politicamente corretto ma che, anzi, sguazza nel dualismo tra bene e male insito in ognuno di noi. Tutti i personaggi della serie si muovono in un chiaroscuro d'innocenza/colpevolezza che dona loro profondità e non li rende banali o stereotipati.
Eva Green è semplicemente strepitosa (mi era già piaciuta in 300, la'lba di un impero) e si candida giustamente ad essere la nuova femme fatale del gotico.
(E quanto ne abbiamo bisogno) Potrà sembrare una sciocchezza ma in tempi come questi in cui tutto è livellato e asettico serie come questa sono linfa vitale!
Un plauso ai costumi e alle scenografie, per non parlare della sigla che è stupenda.
@ Diego
Ciao!
Comincio a risponderti partendo dalla parentesi: come avrai notato nelle mie recensioni cerco sempre di comportarmi come se scrivessi un articolo di giornale, inoltre cerco sempre di descrivere sia quello che mi è piaciuto che quello che ho apprezzato di meno, sempre però senza alzare la voce o senza ergermi a maestrino.
Livore e gelosia? Perché dovrei provarne? :)
Io sono un semplice appassionato e se un prodotto (film, serie televisiva, libro o fumetto) è ben fatto perché non dirlo?
Insomma, cerco di essere obiettivo, senza iscrivermi a nessun gruppetto\ fazione\ tendenza....che senso avrebbe?
Ma non sono il solo, come me ce ne sono tanti , uno sei tu, altri sono Ivano; TOM e potrei andare avanti a lungo con la mia lista.
Inoltre credo di dovere del rispetto a chi mi legge, anche per questo cerco di essere il più esaustivo possibile, cercando però di non annoiare.
Non è detto però che ci riesca sempre, eh ! ;)
Venendo invece al corpus del tuo intervento: credo che questa sia una delle migliori interpretazioni di sempre per Eva Green, mentre il clima generale della serie è semplicemente perfetto.
Apprezzo in particolare il dualismo esercitato da tutti i personaggi, davvero azzeccato.
Insomma, una ottima sorpresa a tutti i livelli.
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