ATTENTI A QUEI DUE ( THE PERSUADERS !) -Prima Parte

Questo post è dedicato alla memoria di Roger Moore


Due uomini s'incontrano sulla Costa Azzurra, entrambi sono stati invitati da un misterioso personaggio. Il primo dei due uomini: Loro Brett Sinclair è l'ultimo rampollo di una antica e nobile famiglia inglese, il secondo Danny Wilde, è un ricco uomo d'affari americano fattosi da sé
Entrambi però trascorrono le loro giornate nel più puro ozio, tra macchine di lusso, belle donne e gioco d'azzardo.
Secondo molti i due in questo modo stanno solo sprecando le loro vite.
La pensa così anche Fulton, la persona che li ha fatto incontrare, Fulton giudice in pensione ha diversi conti da sanare, diverse ingiustizie da riscattare, casi che non è riuscito a risolvere durante la sua carriera e che adesso spera di concludere grazie all'aiuto dei due 
C'è solo una cosa che Fulton non ha previsto: a prima vista Wilde e Sinclair non sembrano sopportarsi troppo e non paiono eccessivamente desiderosi di collaborare l'uno con l'altro a dei casi polizieschi o a degli intrighi internazionali.
Poco alla volta però le cose cambieranno, i caratteri si smusseranno, filosofie di vita così diverse quella della vecchia Europa e della ruvida aggressività statunitense finiranno per incontrarsi e caso dopo caso Brett Sinclair e Danny Wilde diventeranno amici.
Anche se forse non lo ammetteranno mai troppo apertamente.

Molto spesso per definire una produzione del passato, che sia artistico-letteraria o cinematografico- televisiva tendiamo ad utilizzare in associazione ad essa il termine Classico, il più delle volte lo facciamo a sproposito finendo per nobilitare qualcosa che non lo merita, capita però in alcuni rari casi che la produzione di cui parliamo meriti pienamente questa dicitura, anzi che le corrisponda davvero come qualità  e come professionalità coinvolte

The Persuaders fa parte della lista di queste felici eccezioni.
La serie britannica è davvero un grande"Classico Televisivo" degli anni '70s
Certo, da noi è meglio conosciuta come "Attenti a quei Due" e si può dire che, per i telespettatori italiani ancor più che per quelli inglesi, sia stato uno di quegli show che più hanno contribuito a formare l'immaginazione (e l'immaginario) della cultura popolare.
Ma come dico sempre, andiamo con ordine.


- ANTEFATTO & PREMESSE

Nel 1969 sui teleschermi del Regno Unito andava in onda la sesta ed ultima stagione di The Saint
la serie dedicata alle avventure del personaggio di Simon Templar tratta dai romanzi e dai racconti del popolare scrittore Leslie Charteris.
Protagonista e mattatore unico dello show era un attore dotato di un certo charme e di una indiscussa presenza scenica al quale in molti predicevano una lunga e proficua carriera.
Quell'attore si chiamava Roger George Moore.
The Saint era stato un buon successo di pubblico e di critica ma come tutte le cose umane si stava avviando verso la sua naturale conclusione


Roger Moore ai tempi di The Saint ( Il Santo)

Non tutti però erano disposti ad accettare con piacere questa fine, sicuramente non lo era il creatore della serie il produttore Robert S. Baker.  
Il Santo aveva rappresentato un buon mix tra avventura ed umorismo, intrighi e misteri mescolati con viaggi attraverso il mondo, belle donne e torti da riparare; una di quelle produzioni che mettevano d'accordo tanto lo spettatore più sofisticato della upper class tanto quello che desiderasse solo un poco di svago.
Per lungo tempo Baker s'interrogò ed interrogò i propri collaboratori per trovare una maniera per replicare quel riuscito melange e per ritrovare il successo.
Fino al momento in cui si rese conto di aver sempre avuto la soluzione proprio sotto i suoi occhi.

Uno degli episodi di maggior impatto dell'ultima stagione di The Saint era stato il diciassettesimo,  intitolato Ex King of Diamond; all'interno dell'episodio il buon Simon Templar recatosi in vacanza a Monte Carlo veniva costretto da alcuni eventi  ad unire le forze con un ricco ma grezzo petroliere statunitense chiamato Rod Huston ( interpretato dall'attore americano Stuart Damon, un artista, per la verità, più a suo agio con le soap opera s che con film e telefilm vari) per risolvere un complicato caso criminale.

Una scena tratta da Ex King of Diamond con Stuart Damon a sinistra e Roger Moore
a destra.

La trama di Ex King of Diamond aveva rappresentato in chiave ironica ma cameratesca i rapporti ed i legami tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ma sopratutto le differenze intercorrenti tra le culture ed i modi di pensare ed agire dei due paesi, in sostanza aveva affrontato sia pure con leggerezza le forze e contraddizioni  di quella che ancora oggi viene definita la special relationship delle due nazioni; il pubblico aveva apprezzato, la critica anche, quindi perché non continuare su questa strada?


L'idea proposta da Baker  ai vertici del network britannico ITV fu quindi quella di creare una nuova serie basata su due protagonisti molto diversi tra loro come nazionalità, caratteri, filosofie di vita costretti dagli eventi a collaborare assieme a vari casi investigativi a spasso per il mondo, fino a diventare lentamente ottimi amici nonostante tutte queste differenze, anzi, grazie proprio a queste differenze.
I vertici della ITV accettarono quasi immediatamente la proposta.

In particolare, tra i dirigenti della rete ci fu un uomo che appoggiò entusiasticamente la proposta di BakerLord Lew Grade, una delle personalità che maggiormente avevano contribuito a creare il concetto  stesso di televisione commerciale in Gran Bretagna. Grade che in passato aveva avallato molte serie kult come The Prisoner fornì al nuovo show uno dei più alti budget del tempo.
La produzione poteva quindi cominciare.

Rimaneva da pensare al cast.

- ROGER MOORE & (?).........


Ci furono scelte semplici da effettuare ed altre...beh, diciamo più complicate.
Una delle aspirazioni di Robert S. Baker e di Lew Grade era l'ottenimento del successo negli USA. Il mercato americano allora come adesso veniva considerato come il più importante dal punto di vista del ritorno economico.
Una rete americana, la ABC si era dichiarata disposta a trasmettere la nuova creazione anche sul territorio del nuovo continente
Erano necessari quindi due nomi di sicuro richiamo.
Se per il ruolo del personaggio inglese, Lord Brett Sinclair l'ultimo rappresentante di una antica casata nobiliare non ci fu quasi nessun dubbio nel richiamare il buon Roger Moore, per il ruolo dello yankee invece si dovette cercare molto più a fondo.

Serviva un nome di richiamo per i telespettatori dell'altro lato dell'Oceano.
Un nome di richiamo, magari una grande Star del passato, magari un poco appannato in modo che non avanzasse troppe pretese e che si dimostrasse disposto a trasferirsi a Londra durante tutte le riprese.
Scartato a priori il povero Stuart Damon ritenuto non eccessivamente famoso, la ricerca coinvolse numerosi attori. A rileggere oggi alcuni nomi ipotizzati come quello di Rock Hudson o quello di Glenn Ford viene da pensare.
Che serie sarebbe stata The Persuaders! se uno di loro due avesse accettato?
Sia come sia uno alla volta rifiutarono tutti.

La ABC a quel punto propose una lista con alcuni attori da proporre ritenuti adatti per interpretare la parte di Danny Wilde, il miliardario e play boy americano da affiancare al personaggio di Brett Sinclair.
Tra questi era presente anche Tony Curtis.

Curtis, che dopo una carriera sfolgorante durata per tutti gli anni '50s aveva vissuto una lunga fase di appannamento accettò volentieri questa possibilità di rilancio professionale.
Ma come spesso accade non tutto filò liscio.



Nemmeno il tempo di sbarcare dall'aeroporto di Heatrow che Tony Curtis venne fermato per possesso di cannabis
Col senno di poi questo fu l'evento che diede luogo a molte delle future voci e speculazioni che nacquero (spesso a sproposito) nei mesi e negli anni successivi riguardo ai due protagonisti.
E sopratutto riguardo ai rapporti tra loro.
Ma di questo parleremo nel prossimo post.
( Continua....)

29 commenti:

l'angolo di cle ha detto...

Retroscena gustosissimi che ignoravo del tutto.
Poi adoravo le serie Simon Templar e Attenti a quei due.
Ti seguo con grande piacere! 😊

Ariano Geta ha detto...

E chi se li può dimenticare "quei due". Soprattutto la sigla, davvero perfetta e di grandissimo impatto (la volevo sempre ascoltare tutta, era troppo bella).

Pietro Sabatelli ha detto...

Mai visto, anche se mio padre me ne parla sempre bene, perché lui l'ha vista tutta e gli è sempre piaciuta ;)

Patricia Moll ha detto...

E chi li dimentica Nick? Non ne persi una puntata.
Ciaoooo

Valeria Barbera ha detto...

Che nostalgia. A casa vedevamo e rivedevamo gli episodi tutti insieme, genitori e figli, era davvero una serie indimenticabile.

MikiMoz ha detto...

Ottima introduzione!
Non vedo l'ora di leggere il seguito!
Io, di questo serial, ho visto pochi episodi e non sapevo che aveva queste premesse... :)

Moz-

Nick Parisi. ha detto...

@ Clementina Daniela Sanguanini
Visto che premesse? :)
Per essere totalmente sincero alcune di queste premesse le ignoravo anche io prima di effettuare le mie ricerche per questo articolo, certo "Il Santo" è servito solo come base per alcune sceneggiature ed alcuni attori impiegati in entrambe le serie ma poi "Attenti a quei Due" ha seguito un suo destino diverso e separato da "Il Santo".
Detto per inciso, anche io ho sempre amato molto le due serie.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
La sigla era una delle cose più belle di tutta la serie, ricordo che quando la RAI trasmetteva gli episodi le prime volte ( lo faceva di sera, se non sbaglio) mi ci perdevo dentro.
Era una sigla molto evocativa.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pietro Sabatelli
Prova a vederne qualche episodio, ogni anno nel periodo estivo Rai Tre replica lo show, guarda qualche episodio e sono convinto che anche a te piacerà.

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Anche nella mia famiglia, ricordo che io assieme ai miei genitori e a mia sorella non ci perdevamo un episodio.
Ricordo anche che le annunciatrici della Rai, le "signorine buonasera" come venivano chiamate all'epoca, spesso presentavano la serie col titolo "Attenti a quei due...chiamate Londra", chi sa se è un ricordo solo mio oppure no.

Nick Parisi. ha detto...

@ Valeria Barbera
Nostalgia è un termine adattissimo per parlare di questa serie, nostalgia anche di un modo di concepire l' intrattenimento per famiglie che ormai è fuori moda così come gli episodi di "Attenti a quei Due", la Tv dei Ragazzi o i film di Bud Spencer e Terence Hill.
Ecco, nostalgia, per l'appunto.....

Nick Parisi. ha detto...

@ MikiMoz
Da tempo volevo scrivere di "Attenti a quei Due", ne ho approfittato adesso anche per ricordare il grande Moore.
Glielo dovevo per tutti i ricordi legati a lui sia come Lord Brett Sinclair sia come agente 007, certi film come "L'Uomo dalla Pistola d'Oro" in cui Roger Moore recita assieme al mitico Christopher Lee racchiudono tutto lo spirito creativo dei seventies.

Nick Parisi. ha detto...

@ Bara Volante
Potrei copia incollarti il commento che ho scritto per @ MikiMoz, ribadisco che per me Roger Moore ( e questa serie) sono legati a tanti splendidi ricordi della mia infanzia.

Patricia Moll ha detto...

Lo sai Nick che forse hai ragione? Forse dicevano proprio così... chiamate Londra
Ma è passato tanto di quel tempo!
Comunque sono due attori che mi son sempre piaciuti

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Si è vero e quando recitavano assieme Moore e Curtis rendevano bene, questo aldilà delle voci che li davano sempre perennemente in litigio quando giravano "Attenti a quei Due".

Patricia Moll ha detto...

Essendo due "prime donne" i litigi potevnao anche starci...

Pirkaf ha detto...

Sempre sul pezzo, Nick.
Leggerti è sempre bellissimo. :-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Beh, indubbiamente sia Moore che Curtis erano due grandissime "prime donne", poco ma sicuro.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Grazie davvero! ;)

Arwen Lynch ha detto...

ne ho sentito parlare di questa serie su un libro di ciak, quelli che pubblicava a inizio degli anni duemila, ma purtroppo non l'ho ancora vista :(

Nick Parisi. ha detto...

@ Arwen Lynch
Bentornata su Nocturnia! La serie viene spesso replicata anche la domenica su RaiPremium, e se hai voglia puoi vederla lì. Fammi sapere cosa ne pensi.

Obsidian M ha detto...

Rock Hudson? Glenn Ford? Naaahh! Non avrebbe mai funzionato. Con tutto il rispetto per Moore, "Attenti a quei due" non sarebbe mai stato lo stesso senza il faccione sorridente di Tony Curtis.
Ammetto però di ricordarmi poco o nulla delle vicende di "quei due" (se non la sigla che ho ancora stampata in mente). Simon Templar invece lo avevo del tutto rimosso fino a pochi minuti fa.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M
Concordo, senza Curtis o senza Moore sarebbe stata una serie molto diversa, a prescindere se andassero o meno d'accordo nella vita reale, quei due in scena si completavano a vicenda. Hudson o Ford avrebbero creato dei personaggi troppo cow boy,mentre Curtis ha garantito un character davvero molto urbano, totalmente newyorkese che era poi quello che serviva per una serie cosmopolita come "Attenti a quei Due".

Gioacchino Di Maio ha detto...

Forse il mito nasce perché ne venne fatta solo una stagione, non come oggi che se ne contano a decine di puntate. Non vorrei dire una sciocchezza ma mi sembra che in quegli anni le produzioni tv inglesi andavano a declinare schiacciati da quelle americane. Solo negli ultimi anni si è visto emergere delle produzioni inglesi di qualità. Comunque Moore e Curtis furono una grande coppia azzeccata.

Marco L. ha detto...

Io e mio padre rivediamo spesso con piacere spesso gli episodi, complice la Rai che negli ultimi anni li ha proposti di frequente.
C'è anche da dire che gli sceneggiatori dell'epoca sapevano fare molto bene il proprio lavoro.

Nick Parisi. ha detto...

@ gioacchino dimaio
Può essere.
E' vero che come dici tu che all'inizio degli anni '70s le produzioni inglesi stessero perdendo piede a favore di quelle americane, non a caso in questo frangente si cercò di conquistare proprio il mercato americano inserendo una co-star statunitense come Curtis.
Però c'è anche da dire che comunque per tutto il decennio le reti inglesi continuarono a produrre serie di alta qualità (magari con piccoli budget ma di grande inventiva) come "I Sopravvissuti".
Però hai indubbiamente ragione quando dici che probabilmente buona parte del suo fascino sta proprio nel fatto che la serie sia durata solo una stagione e che non sia andata lentamente a perdere la sua qualità.

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Sono d'accordo, non a caso tornerò presto a parlare di sceneggiati RAI nel mio blog.

Diego ha detto...

Bentornato Nick!
E' un piacere rileggerti. E se poi parli dei miei amatissimi Persuaders la gioia è doppia!

Nick Parisi. ha detto...

@ Diego
Grazie!
E' un piacere ritrovarti! Tra qualche giorno potrai leggere la seconda parte del post sui Persuaders. ;)

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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