L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL' UMANA MEMORIA.


"Thus they performed the burial of Hector.  Then came
the Amazon, the daughter of great-souled Ares the slayer of men."

"Così eseguirono la sepoltura di Ettore. Poi venne
l'Amazzone, la figlia di Ares dalle grandi anime, l'assassina di uomini"


"Aias killed himself about
dawn."

"Aiace si uccise alle prime luci dell'Alba"

Questa è parte della trama dell' Etiopide, uno dei tanti poemi epici che raccontavano della Guerra di Troia. L'Etiopide scritto (probabilmente nel VII secolo A.C) da Arctino da Mileto,  riprendeva la narrazione degli eventi dal punto esatto in cui si fermava l' Iliade di Omero e cioè immediatamente dopo la morte di Ettore, con l'arrivo di due potenti alleati dei troiani: prima le amazzoni della regina Pentesileia e successivamente, gli etiopi guidati dal potente re Memnon.
L'intervento dei due nuovi eserciti sposta inizialmente le sorti della guerra a favore di Troia, numerosi achei vengono falcidiati dalle armi alleate.
Finchè ovviamente non interviene Achille.
Il guerriero greco uccide prima Pentesileia -salvo poi tentare di possederne il corpo senza vita della nemica una volta spogliatala delle armi e solo la derisione di Tersite (che finirà a sua volta ammazzato da Achille per questo dileggio) farà desistere il pelide dal portare a termine il suo gesto- e poi in un secondo momento Achille sconfiggerà anche Memnone dopo un epico e mortale combattimento.


L'Etiopide terminava con la morte di Achille, ucciso da una freccia di Paride, e con la conseguente controversia tra Ulisse ed Aiace per ottenere in eredità le armi di Achille.
Scommetto che a qualcuno tra voi adesso sarebbe venuta voglia di leggerlo questo Etiopide.
Beh, mi dispiace per voi -e per me- ma questo non è proprio possibile.
Perché l'Etiopide non esiste più da secoli, anzi da millenni.

Lo stesso si può dire per la Piccola Iliade che cominciava con la morte di Aiace Telamonio (anche se secondo molti i due poemi s'interponevano finendo per raccontare alcuni degli stessi eventi all'inizio e alla fine di ogni testo (1) ). Scritta probabilmente da tal Cinetone di Sparta, ma secondo altri dallo stesso Omero, la Piccola Iliade raccontava dell'arrivo sul campo di battaglia di Neottonemo, il figlio di Achille. Della morte di Paride e dell'Inganno del Cavallo ordito da Odisseo.
Anche la Piccola Iliade è andata persa, così come l'Iliou Persis (la Fine di Troia) probabilmente scritta dal solito Arctino da Mileto che raccontava la fine della guerra, la morte degli ultimi difensori -a parte Enea che comprende l'inganno dei greci e riesce a convincere un gran numero dei suoi concittadini ad abbandonare la città prima che il cavallo di Ulisse venga portato entro le mura, del comportamento empio dei greci che si lasciano andare ad un grande numero di stragi perfino all'interno dei Templi consacrati agli Dei- tradizionalmente luogo considerato sacro- e della morte di Priamo.
Così come sono andati persi i Nostoi (i Ritorni composti forse da un certo Eumelo di Corinto) che descrivevano, per l'appunto il ritorno a casa dei greci sopravvissuti- a parte Ulisse- e la morte della maggior parte di loro, Agamennone ed Aiace Oileo in primis puniti dagli Dei per i loro comportamenti durante la distruzione di Ilio.
O i Cypria (attribuiti a diversi autori, tra i quali il solito Omero) che invece narravano tutto quello che succedeva prima degli eventi dell' Iliade.

Insomma, quasi tutto è andato perso, de L'Etiopide (2) sono rimasti due o tre frammenti contenenti in tutto 5 versi, un poco meglio è andata alla Piccola Iliade con trenta versetti (3). Ai Cypria  è andata un poco meglio, con una cinquantina di versi del testo originale sopravvissuti fino a noi. Del ciclo Troiano rimangono intatte solo l'Iliade e l'Odissea. Quello che conosciamo degli altri poemi lo sappiamo grazie a diversi riassunti tardi, tra cui la Crestomanzia, scritti diversi secoli dopo, incerti su diversi passaggi ... riassunti a loro volta andati poi perduti.
Questo rimanendo solo in argomento Cicli Troiani, ma vogliamo parlare delle tragedie di Euripide, di  Eschilo, di Sofocle? O del Catulus e la Consolatio di Cicerone
E come questo sono andati perdute nel corso dei secoli, centinaia anzi migliaia di testimonianze del nostro passato: poemi, romanzi, trattati, quadri, affreschi, palazzi assieme a parti intere della nostra Storia.
Non c'è niente da fare, la memoria non è eterna, gli eventi -naturali o prodotti dagli esseri umani-forgiano il nostro ricordo decidendo cosa rimane e cosa va perduto.

Certo, c'è anche il rovescio della medaglia: magari l'Iliade e l'Odissea sono sopravvissute perché erano quelle scritte meglio. O quelle più diffuse già ai loro tempi in un maggior numero di copie.
E magari, se un giorno venisse ritrovata una qualche versione de L'Etiopide o della Piccola Iliade, magari potrebbero risultarci brutte. O peggio noiose.
Provate poi a pensare alla reazione di un tipico studente italiano, già obbligato ad imparare (a rimandare a memoria, come si diceva una volta) i due poemi omerici, nel trovarsi davanti ad altre tre o quattro opere.
Insomma, in un certo senso li capirei anche.

Però se non ci fossero state l'Iliade, l'Odissea e perfino l'Etiopide non ci sarebbe stata l'Eneide di Virgilio, non ci sarebbe stato Dante. John Milton poi non avrebbe scritto "Il Paradiso Perduto".
Non ci sarebbe nemmeno stato Heinrich Schliemann e di conseguenza anche l'evoluzione dell'archeologia sarebbe stata differente.
Alla fine tutto è collegato, anche se questo avviene in maniere difficili da comprendere o da prevedere.
Provate a pensare anche a questo.

Qualche giorno fa un mio conoscente mi ha chiesto come mai m'interessa così tanto (e sopratutto come mai ne parlo tanto spesso su Nocturnia) dell'argomento film perduti.
Mi è venuto in mente questo esempio.
Perché si tratta di manifestazioni della nostra Storia, di testimonianze di un dato periodo, di opere dell'ingegno umano che c'erano,ci sono state e che ora non ci sono più.
Certo alcune di queste opere potranno non essere state un granché, arrivo al punto di dire che forse, ripeto forse, una o due di loro magari avranno anche meritato l'oblio.
Però se non possiamo vederle come facciamo a giudicare?


Il Dracula alternativo in lingua spagnola
Ne ho parlato QUI

So anche che non si può certo paragonare la scomparsa Battaglia di Anghiari di Leonardo ad un perduto film horror degli anni Venti con Lon Chaney Jr. O dei primi cartoni animati di Walt Disney prima che inventasse Topolino.
Ma si tratta comunque di testimonianze del nostro tempo ed ogni volta che va a scomparire la memoria anche di una sola di esse è come se scomparisse un mondo intero.
Come se sparisse una parte della ricchezza, della specificità culturale dell'intera specie umana.
Non che questo non faccia parte del ciclo vitale, dopotutto la nostra razza si è specializzata nella distruzione.
Dopotutto non abbiamo forse distrutto intere culture?
Quante volte è accaduto nel corso del tempo?
Dalla distruzione della Biblioteca di Alessandria avvenuta nel 642 D.C. e causata dalle truppe arabe che avevano appena conquistato l'Egitto ai roghi nazisti dei libri non "in linea" col millenario regime ariano, passando per "cosucce" come l'Inquisizione o l'eresia "Iconoclasta" del VII secolo D.C che distruggeva tutte le icone religiose,siamo stati fin troppo bravi nel distruggere tutto quello che non conoscevamo, che non capivamo e che non volevamo nè conoscere e nemmeno capire e ben poco operosi nel "conservare", nel "salvare".
Senza contare poi cose come la semplice disattenzione, la banale sciatteria o l'ancor più prosaica mancanza di cure che hanno causato un poco ovunque -dagli archivi Rai o BBC fino ai magazzini  più importanti biblioteche o pinacoteche mondiali, passando però anche attraverso  Zio Ermenegildo che pensando di buttare il baule pieno di robaccia ereditato da Nonno Asdrubale senza saperlo si è sbarazzato di alcune monete rare- la consunzione di interi singoli artefatti.
Anche per questo è importante sia il "recuperare" che il "ritrovare".

Ripeto, sicuramente ci sono delle priorità: ha più valore il ritrovamento di una sonata inedita di Mozart (come è avvenuto nel 2014 a Budapest) piuttosto che quello di un episodio del DoctorWho
Su questo semplicemente non ci piove.
Io però, preso singolarmente e nella mia più piccola dimensione umana, non solo sarei altrettanto contento di apprendere sia del ritrovamento della sonata inedita di Mozart che dell'episodio scomparso del Doctor Who.
E anche su questo semplicemente non ci piove.
Inoltre il mio ambito, il mio campo d'intervento se vogliamo, è quello relativo all' horror, alla fantascienza, al fantastico e per questo -sempre nella mia singolare e piccola dimensione umana- parlo dei film, dei telefilm e degli sceneggiati perduti ed anche di quelli ritrovati.
Il ritrovamento di un singolo artefatto, che sia un antico papiro o un film considerato perduto-a livelli differenti e per ambiti diversi-significa riottenere conoscenze in più, ri-conquistare brandelli d'informazione e cultura
Si, ho detto cultura, magari cultura popolare ma cultura.
E cultura significa conoscenza.
Conoscenza significa comprensione.
Sempre e comunque.

NOTE:
(1) Lo stesso vale per tutti gli altri poemi del Ciclo, ad esempio l'ultimo dei frammenti attribuiti con certezza alla Piccola Iliade narra dell'entrata in città degli Achei conquistatori. Nello specifico il frammento descrive come Neottolemo faccia prigioniera Andromaca, la vedova di Ettore e di come poi lo stesso Neottonemo uccida il piccolo Astianatte gettando il corpo del bambino dalle mura di Ilio.
Quindi è verosimile che alcuni eventi,quali la morte di Aiace Telamonio o la distruzione di Troia siano narrati in più poemi.

(2) Non è molto facile reperire il testo dei frammenti dell'Etiopide  in rete, esistono diversi sunti, riassunti, commenti in tema, ma ritrovare i testi non è stato facile. Io ho trovato questo testo in inglese di H.G. Evelyn Whyte, uno studio risalente al 1915 ed ormai di pubblico dominio che unisce sinossi della Crestomazia ai testi dei frammenti epici. Ho tradotto un paio di righe alla buona e in maniera autonoma quindi non si tratta di edizioni ufficiali o di traduzioni alla Monti o alla Annibal Caro. Probabilmente potrei aver compiuto qualche errore (nel caso me ne scuso). Se qualcuno tra i miei lettori dovesse disporre della traduzione ufficiale  me li passi pure che io la pubblicherò.

(3) E questi invece sono i frammenti de La Piccola Iliade,sempre dalla stessa fonte, il testo di H.G. Evelyn Whyte del 1915.

22 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Concordo pienamente, ogni opera perduta - di qualsiasi genere essa sia - è sempre un grave danno alla memoria. Noi oggi ci facciamo un'idea dell'antichità solo grazie a quegli sparuti titoli che ci sono fortunosamente arrivati, quindi probabilmente stiamo sbagliando di brutto ma non lo sapremo mai. (Merita una menzione il fatto che fino al Quattrocento non esisteva quasi nulla di ciò che noi oggi chiamiamo "classici latini e greci", opere non considerate perdute solo perché se ne ignorava l'esistenza: grazie a quei misconosciuti eroi di cui nessuno parla mai, cioè i cacciatori di libri italiani, oggi possiamo avere tante opere latine già perse secoli fa.
Ne approfitto per un aspetto del discorso: la duplicazione. Proprio come dici, l'Iliade e l'Odissea ci sono arrivate perché duplicate in massa e per lungo tempo - ricordo la notizia in cui vennero trovate in una tomba egizia dedicata ad un contabile, e i papiri con l'opera di Omero erano stati usati sul retro per dei calcoli! - cioè un'operazione costosissima e lunghissima, che fino all'avvento della stampa a caratteri mobili solo le classi più agiate potevano permettersi. Per questo oceani di opere sono andate perse, perché costava troppo duplicarle.
Con la svolta del Duemila e l'avvento del digitale siamo entrati in una èra mai vista prima nella storia umana: l'èra in cui la duplicazione non solo è immediata e a costi pari allo zero, ma annulla completamente gli errori che hanno funestato la cultura occidentale e che hanno totalmente stravolto ogni libro che noi consideriamo antico. Oggi una "giovane donna" non diventa più "vergine", con conseguenti secoli di dolori e tragedie; oggi la duplicazione è fedele a meno che non subentri la cattiva fede umana (che va sempre calcolata). Solamente gli storici del futuro sapranno valutare la portata epocale di questa rivoluzione nella veicolazione della cultura umana, mai così economica, veloce e fedele.
Per il cinema, proprio lunedì scorso ho presentato un vecchio film marziale molto rozzo ma che ha una particolarità: è "perso" in italiano, perché nessun distributore nostrano l'ha mai riversato in home video, e quando dal 2001 si sono interrotti i passaggi TV il film è scomparso. Grazie al digitale, di nuovo, è stato salvato da uno sconosciuto italiano, che ha trovato una vecchia trasmissione televisiva, ne ha preso l'audio e l'ha attaccato ad una copia inglese del film: anche se è una copia pirata digitale, almeno la versione italiana del film è stata salvata dall'oblio a cui le fonti ufficiali l'hanno destinato.
Ah, il film è uscito in Italia con il solito roboante titolo stupido: "Con una mano ti rompo, con due piedi ti spezzo"

Nick Parisi. ha detto...

@ Lucius Etruscus
Il tuo commento apre diverse questioni interessanti, la prima riguarda la diffusione dei testi scritti nell'antichità. E'chiaro che i materiali su cui scrivere, si trattasse di papiri o pergamene erano costosi e non sempre disponibili. Inoltre la percentuale di gente che sapesse leggere e scrivere (in Grecia, in Egitto, in Asia Minore ed in tutte le zone dove erano nate le prime civiltà) non doveva essere molto alta, anzi larghe fasce della popolazione erano chiaramente analfabete. Ne consegue che molte opere (quando non rimanevano nella tradizione orale) venissero trascritte in un limitato numero di copie. Magari "l'Etiopide" o "la Piccola Iliade" saranno state diffuse in poche centinaia o magari anche poche decine di opere (e lo stesso sarà capitato ad altre opere andate perdute). Logico quindi che dopo un poco,senza nessuno che le trascriveva siano andate perse. Inoltre- come hai fatto notare anche tu- l'Iliade e l'Odissea hanno goduto di enorme fortuna già in epoche antiche, io ad esempio ricordo di aver sentito di un recente ritrovamento di alcuni versi del secondo poema omerico incisi su di una roccia in Turchia, incisione che sembra essere la più antica traccia dell'Odissea finora giunta fino a noi. Questo vuol dire che già all'epoca dovessero essere più diffusi degli altri poemi del ciclo troiano.
Ma erano anche i migliori?
Non lo so ma questo non mi stupirebbe, voglio dire, l'hai letta la trama de l'Etiopide?
Parla di amazzoni e di etiopi che all'epoca venivano considerate creature mitiche, erano un poco i marziani dell'epoca, quindi in confronto all'"Iliade" doveva essere di qualcosa molto più trash. E' un po come -facendo i debiti paragoni-come se oggi producessero un seguito di "Gomorra" inserendogli però gli alieni o gli zombie!
Rimane però il fatto che senza poterli leggere non possiamo giudicare nè l'Etiopide e nemmeno gli altri poemi andati perduti, magari erano bellissimi, magari in certi punti potevano essere dei veri capolavori o magari no. Però non possiamo saperlo.
Così come rimane una grossa perdita per la cultura umana il fatto stesso che non esistano più.

Nick Parisi. ha detto...

@ Lucius Etruscus
(Continua...)
Altro punto: la carta veniva riutilizzata proprio perché rara, oltre all'esempio fatto da te, ci sarebbe l'esempio famossissimo del "De Re publica" di Cicerone sopra al quale venne riscritto il testo del Commentario di Sant'Agostino in età medioevale. Se noi oggi possiamo conoscere almeno una parte del "De Re Publica" è stato solo grazie ad un Cardinale vissuto nel 1800 che se ne accorse e riuscì a ricostruire diversi frammenti dell'opera ciceroniana.
E chi lo sa quante altre volte sarà successo nella Storia.
Riguardo alla vastità dei supporti dell'epoca moderna...ebbene ne riparleremo presto in una intervista che sto per pubblicare.
Ciao e grazie per l'interessante commento.

Lucius Etruscus ha detto...

La questione del giudizio su un'opera così antica è spinosa. Il nostro gusto di oggi non è quello dell'epoca quindi magari le opere da te citate non hanno riscosso lo stesso successo, ma si potrebbe anche fare un parallelo con un fenomeno moderno: Agatha Christie è l'autrice più ristampata d'Italia (un'edizione all'anno, negli ultimi 40 anni) ma questo non vuol dire che sia la migliore di tutti i giallisti a lei contemporanei, semplicemente quelli sono scomparsi perché non più ristampati e nessuno li conosce più. Proprio perché nell'antico mondo greco ricopiare testi era impresa gravosa, costosa e lunga, chissà che si volesse "andare sul sicuro", con opere di sicuro apprezzamento.

Lucius Etruscus ha detto...

Testi antichi ritrovati all'interno di altri testi sono solo un aspetto del fascino della "caccia al manoscritto". Un'altra tecnica deliziosa è quella di usare bozze di un libro come materiale per riempire le coste della copertina di un altro. Peccato che sia una tecnica usata anche da "cacciatori di libri" dalla fama molto opaca e la cui biografia punta più sulla truffa che sulla buona fede. (Tipo il celebre Voynich, di cui prima o poi mi deciderò a pubblicare la lunga ricerca che ho condotto sulle sue "avventure librarie".)
P.S.
Nella mia prima risposta il tentativo di "stringere", per non scrivere un testo ancora più lungo, mi ha spinto a fondere due argomenti diversi, cioè la duplicazione senza errori con la traduzione. Ovviamente ci saranno sempre traduzioni sbagliate che fanno danni, anche nell'èra digitale, ma quello che intendevo e che si potranno evitare le traduzioni sbagliate "dirottate", cioè errori di trascrizione voluti per alterare il messaggio del testo in traduzione.
P.P.S.
Attendo con grande interesse la tua ricerca sui supporti dell'epoca moderna ;-)

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Molto interessante.
Saluti a presto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Lucius Etruscus
Hai ragione il giudizio su un opera o su un artista varia nel corso del tempo,spesso anche da un decennio all'altro. Tanto per dirne una un film di genere exploitation, mettiamone uno a caso, il misconosciuto "Tre Matti in un Collegio Femminile" girato da Greg Corarito nel 1975 oggi si attirerebbe le critiche (a volte anche motivate) di tutte le associazioni femministe per via di alcune scene, mentre all'epoca venne considerato un film blandamente erotico come tanti altri.
Per i testi scritti poi è ancora più evidente, un libro invecchiato male si nota subito.
Anche per questo non sono mai stato d'accordo con quel gruppetto di blogger (forse te li ricorderai anche tu) che imperversavano in rete qualche annetto fa e che sostenevano che si potessero anzi si dovessero utilizzare le stesse regole critiche per analizzare testi scritti 20 o 50 o 100 anni fa.
I gusti cambiano e cambiano le regole di scrittura.
Calzante è anche l'esempio sugli scrittori che fai,ci sono autori perennemente ristampati ed altri magari altrettanto o più meritevoli che cadono nel dimenticatoio.
Questo dipende da tanti fattori, alle volte sono stesso gli autori che boicottano gli altri autori. Un aneddoto interessante: Jules Verne tramite le sue conoscenze boicottò fortemente la pubblicazione in Francia delle opere di Emilio Salgari per paura di ritrovarsi un concorrente pericoloso in patria.
Ho compreso quanto scrivevi sulle traduzioni e concordo anche su quello.
Curiosità per curiosità: attendo con interesse il tuo futuro post su Voynich!

Nick Parisi. ha detto...

@ Cavaliere oscuro del web
Saluti anche a te.

Ivano Landi ha detto...

Che bel postone interessante, Nick! Bravo! Io poi sono uno che di queste cose di cui parli si nutre.

Patricia Moll ha detto...

Complimenti Nick! Grande post!!!!!
ps ti confesso che io lo leggerei volentieri :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Sapevo che era pane per i tuoi denti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Ci sono alcune cose che come appassionato mi piacerebbe di riuscire a vedere realizzate nel corso della mia vita...ebbene non ci crederai ma una di queste sarebbe la notizia del ritrovamento totale o parziale di qualcuno dei poemi che ho citato, magari proprio de L' Etiopide.
So purtroppo che sarà una cosa difficile....

Ariano Geta ha detto...

Perfettamente d'accordo. Tutto ciò che va perduto è comunque un "tesoro" in meno da conservare, anche perché poi, in un'epoca come questa in cui ci si batte tanto per evitare l'assimilazione culturale e la dittatura di certi potenti mass media che vogliono imporre prodotti e cancellarne degli altri, dovrebbe essere ancora più chiaro che limitare il numero dei modelli a disposizione anche in senso retroattivo NON è una cosa positiva. Io ho adorato i libri di Ada Negri che a scuola non ho studiato perché non reputati degni di comparire nelle antologie scolastiche. Li ho potuti leggere perché comunque esistono e sono conservati.

Ivano Landi ha detto...

Molte cose perdute mi piacerebbe poter veder ritrovate, dal "Peri Physeos" di Eraclito a "La chasse spirituelle" di Rimbaud, fino a "Sex Charade" di Jess Franco. Potrei farci un post ^__^

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Sarebbe un gran bel post, a me piacerebbe leggerlo, perché non lo fai?
Ne verrebbe fuori un articolo davvero interessante, pensaci sopra. ^_^

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Hai posto l'accento su un altro punto interessante, quello della massificazione culturale dei tempi nostri. In questi ultimi anni ci hanno quasi voluto abituare al "pensiero unico",al fatto che esista un solo punto di vista e invece la cultura è diversità, è ricchezza anche per questo bisogna conservare le testimonianze delpassato.
Un abbraccio.

Ivano Landi ha detto...

Magari nella sesta stagione del blog. Ora, in questo finale di quinta, c'è altro ad attenderci al varco ;-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Infatti!
A proposito, tra oggi e domani uscirà una cosa che a te come appassionato di Cinema dovrebbe "garbare di molto", per dirla in toscano. ;-)

Marco L. ha detto...

Pensa che invece se vai in libreria puoi trovare la bibliografia completa di Fabio Volo o di D'Avenia. Insomma, la storia sa anche essere ingiusta. :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Più che ingiusta direi fortemente diseducativa. ;)

Long John Silver ha detto...

Condivido totalmente il tuo discorso, ogni opera da quella più scarsa a il massimo capolavoro di tutti i tempi, ci permette di avere uno scorcio di un passato lontano. Ogni volta che si perdere per sempre qualcosa è una piccola finestra che se ne va, quindi conservare il sapere dovrebbe essere una delle massime priorità dell'essere umano ma come dici anche tu è molto più semplice distruggere che salvare. Chissà che con le nostre nuove tecnologie sia finalmente possibile salvare lo scibile umano dall'oblio del tempo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Long John Silver
Me lo auguro, soprattutto in tempi come questi c' è molto bisogno di ricordare il passato. Più che altro per non ripetere gli stessi errori.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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