La prima parte di questo post è uscita QUI.
C'è qualcosa di magico e di particolare nei Cicli horror, quando tutti gli elementi funzionano si crea una particolare alchimia che finisce per fidelizzare gli spettatori verso la serie in sè stessa, verso i personaggi ma sopratutto nei confronti del cattivo o del Mostro titolare del ciclo, chiamatelo villain; babau, bogeyman o come preferite ma alla fine sarà sempre Lui o Lei il vero mattatore (o la vera mattatrice ) dello spettacolo, nonché il motivo principale che spingerà le persone a tornare per assistere allo spettacolo capitolo dopo capitolo.
Questo vale sia per le serie di maggior successo e appeal sia per quelli secondari è ovvio, però lo stato di salute di un genere (che sia letterario o cinematografico, la distinzione non importa) viene definito non solo dalle produzioni maggiori-quelle più importanti, i blockbusters e la Cosiddetta Serie A- ma principalmente da tutto quel sottobosco costituito dalle produzioni minori, dai cicli secondari e da tutti i vari film classificabili come serie B, C se non addirittura Z.
Da che esiste il Cinema del Brivido e del Perturante, che ci piaccia o meno, sono state spesso le pellicole minori a creare le nuove mitologie dei nostri tempi.
In parecchi altri casi però, come dicevo nel post precedente, ci sono stati tanti altri Cicli che sono rimasti nel limbo, produzioni non abbastanza riuscite per assurgere allo Status di Classici e non abbastanza trash per risultare di Culto sia pure per pochi intimi.
Facevo l'esempio di una delle serie più "derivative" per non dire "copione" realizzate tra la fine dei rutilanti anni '90 s e l'inizio del XXI Secolo.
Stiamo parlando della serie di Urban Legend.
Già serie, perché visto il clima favorevole e visto anche il discreto successo del primo Urban Legend uscito nel 1998 le teste pensanti della casa di produzione Original Film ritengono bene di mettersi al lavoro per far proseguire la sua creatura. .
URBAN LEGEND - FINAL CUT. (2000)
Non si deve aspettare poi molto, dopotutto come insegnano quelli che ne capiscono, il ferro va battuto finchè è caldo. nel 2000 esce il secondo capitolo. Al timone c'è un nuovo regista ma è sempre Silvio Horta ad occuparsi del soggetto.
Urban Legend - Final Cut non è certo un capolavoro,ha anche lui i suoi bravi difettucci eppure per certi versi si dimostra un film più compatto e coerente del suo predecessore.
Il fulcro sono sempre ed ovviamente le leggende metropolitane del territorio americano però stavolta appaiono più decentrate rispetto al fulcro principale della trama. Horta (coadiuvato anche dal nuovo regista ) dimostra di aver fatto tesoro, sia pure in maniera parziale e limitata, delle critiche ricevute dopo il primo capitolo e lavora un poco di più alla storia.
L'azione stavolta si sposta all'interno di una università particolare, una scuola di Cinema del New England e le ambientazioni, quella interna del Campus con tutti i set costruiti per le esercitazioni studentesche ma anche quelle esterne con gli immensi boschi americani col loro perenne senso di isolamento, forniscono una buona parte del fascino della pellicola.
La trama s'incentra sul personaggio di Amy Mayfield una studentessa dell' accademia che mette in piedi la produzione di un film su un killer che compie i suoi omicidi ispirandosi alle varie leggende metropolitane.
Praticamente una citazione nella citazione.
Peccato che poi i vari studenti coinvolti nella realizzazione della pellicola comincino realmente a morire.
Gli omicidi una volta tanto non sembrano essere fatti in serie ed i personaggi quantomeno vengono descritti in maniera da non risultare i soliti bidimensionali manichini da body count.
Due parole sugli attori.
Come nel primordiale Urban Legend il cast è costituito da futuri volti (abbastanza) famosi
Tanto per cominciare Amy è interpretata da quella Jennifer Morrison che qualche tempo dopo sarebbe diventata la protagonista della serie Once Upon a Time (per tacere di Dr. House - Medical Division) e tra i comprimari si fanno notare la vamp Eva Mendes ed anche Anson Mouth (Marvel's Inhumans e la seconda stagione di Star Trek Discovery)
Non mancano i collegamenti col primo capitolo garantiti anche dalla presenza del personaggio della guardia di sicurezza Reese Wilson, interpretata sempre da Loretta Devine, giunta nell'accademia dopo essere stata licenziata dal suo precedente posto di lavoro a seguito degli eventi del primo capitolo; c'è anche nel finale un breve cameo (non accreditato) di Rebecca Gayheart.
Tutto farebbe quindi pensare ad un imminente terzo capitolo che chiuda in maniera definitiva il Ciclo ed il finale non farebbe altro che confermare questo pensiero.
Ma si sa, come il diavolo di quel famoso detto, ad Hollywood sanno fare le pentole ma non i coperchi.
URBAN LEGEND 3 (URBAN LEGENDS: BLOODY MARY) 2005.
Come la maggior parte delle mode anche la fissazione per gli slasher giovanili e cinematograficamente citazionisti alla Scream dopo qualche tempo evapora.
I Tempi cambiano e cambiano anche i gusti del pubblico.
Così si deve attendere qualche annetto di più perchè il franchise sia ripreso.
Non che la maggioranza degli appassionati ne sentisse la mancanza, ma a quanto pare ai piani alti della casa produttrice qualcuno ritiene di poterci fare ancora qualche dollaro sopra.
E così viene messo in cantiere il terzo capitolo.
Ma il tempo trascorso è davvero tanto, così si decide gattopardescamente di cambiare tutto per non cambiare niente .
Tanto per cominciare Urban Legend 3 non ha nessun contatto con le due pellicole precedenti, le sotto trame dei primi due capitoli vengono tranquillamente abbandonate nel dimenticatoio.
Viene cancellata anche la figura del killer psicopatico ma decisamente terreno a favore di ben più evidenti elementi sovrannaturali.
La leggenda folkloristica a cui gli sceneggiatori -orfani di Silvio Horta stavolta- si ispirano, come si evince dallo stesso titolo, è quella della ben nota Bloody Mary, la strega o lo spettro (le versioni cambiano da paese a paese) che apparirebbe se evocata ripetendo il suo nome un certo numero di volte (anche qui le versioni cambiano) davanti ad uno specchio in orari notturni.
Apparizioni, inutile dirlo, che spesso e volentieri si rivelano foriere di tragiche e sanguinose morti.
La regia una volta tanto viene affidata ad una regista vera, la brava m discontinua Mary Lambert, ma il film viene girato per il solo mercato dell' home video, segno che in fondo in fondo neppure i produttori credano più di tanto nella bontà del progetto.
Come protagonista troviamo la bellezza spigolosa e decisamente d'altri tempi di Kate Mara, qui vittima delle persecuzioni e delle visioni provocate dalla creatura d'oltretomba.
La trama però risulta confusa, ingarbugliata e poco invogliante alla visione, col risultato finale che un pò tutti i critici finiscono per stroncare la pellicola decretandone il fallimento.
Fallimento che comporta il tramonto definitivo di ogni residua velleità relativa ad ogni futuro ed eventuale proseguimento del franchise.
Certo, mai dire mai, specialmente in quest'era di remake e di idee riciclate in continuazione, però almeno per il momento (e per il dispiacere di pochi) per questo ciclo le porte sembrano essersi chiuse senza speranza di appello.
E voi cosa ne dite? Se l' excursus vi è piaciuto in futuro potrei dedicare altri post ad altri cicli meno celebrati.
Di quale serie vorreste risentir parlare?
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40 minuti fa
13 commenti:
Ma che originaloni! Per non ripetere ciò che era stato detto nei primi due capitoli si sono lanciati su un terreno mai battuto... quello di Bloody Mary!
Non sono sicuro di quanti e quali di questi film abbia visto. So di averne visto (o rivisto) uno solo un paio di mesi fa, ma non saprei nemmeno dirti quale.
A proposito di Bloody Mary... uno speciale su Candyman?
@ Cassidy
Pensavo proprio a "Final Destination" come secondo ciclo del quale parlare, orientativamente verso l'estate dovrei cominciare a parlare dei cinque film di questa serie.
@ Obsidian M.
Si sono praticamente dati la zappa sui piedi da soli, già la serie non era proprio il massimo dell'originalità, perlomeno però avrebbero potuto chiudere il discorso aperto dai primi due film, sviluppando quello che si poteva intuire dal finale di "Final Cut" e invece...
"Candyman" m'intriga, potrebbe essere una buona soluzione, vedremo... ;)
Anch'io avevo pensato a "Final destination"... Significherà qualcosa? O come direbbe un noto incappucciato televisivo "Coincidenza? Io non credo..."
@ Ariano Geta
Coincidenza probabilmente no, forse abbiamo pensato tutti a "Final Destination" per due motivi: il primo perché tra tutti i cicli cosiddetti minori è uno dei più conosciuti, il secondo motivo è perché obiettivamente comincia anche bene, il primo capitolo è davvero bello, peccato che poi successivamente la serie si perda tra i meandri della ripetitività e dell'anonimato.
Il secondo capitolo non è malaccio, però mi era sembrato si fosse perso un po' di vista il concetto di leggende urbane. Il terzo concordo col tuo giudizio.
Una serie minore di cui parlare? Io direi quella di Scanners, dopo il film di Cronenberg sono usciti due seguiti e poi due Scanner Cop. Oppure la serie di Darkman, con i due seguiti dove al posto di Liam Neeson c'è Adrian Vosloo.
Mi piace quest'idea spero la continuerai come pare tu sia intenzionato. Anch'io avevo pensato a Final Destination.
Assolutamente sì: parla di Sleepaway Camp, no? Lo amo.
Comunque, ottimo articolo come sempre: direi che comunque, al di là di Bloody Mary nato già annegato, proprio la saga in sé era molto meh... si vedeva che nasceva per il successo di Scream, era come un limbo. Comunque belle annate, quelle: spensierate anche nel cinema horror.
Moz-
@ Marco Lazzara
Si Darkman sarebbe una buona idea, per motivi che spiegherò nel prossimo post mi farò una pausa dal bloggin ma se e quando riprenderò quella sarà una serie di cui parlare.
@ Daniele Verzetti
E Final Destination sia. Adesso mi concedo un periodo di stacco ma poi se riuscirò a risolvere un paio di cose riprenderò anche questo progetto.
@ Moz o Clock
Ottimi suggerimenti.
Che peccato aver visto la serie quando non ero attivo in Rete e non ho preso alcun appunto. Mi piacerebbe parlarne nel Zinefilo ma non ho voglia di rivedere i film: mi accontento di essermi goduto il tuo viaggio ;-)
@ Lucius Etruscus
Il secondo si può pure rivedere...è col terzo che non ti perdi quasi nulla.
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