PREMESSA ESPRESSA:
Se c'è una cosa che ho imparato cercando notizie e situazioni interessanti da presentare su Nocturnia è che non solo esistono più cose in cielo e in terra di quante ne possa sognare la nostra filosofia ma che spesso per molte di queste medesime cose esistono più punti di vista. Prendiamo ad esempio un personaggio storicamente esistito come Vlad III di Valacchia detto Tepes (L'Impalatore) o Dracul (dell'Ordine del Drago appellativo quest'ultimo ereditato dal poco amorevole padre Vlad II) o Draculea (Figlio del Diavolo o del Drago) per non citare le decine di altre varianti. Provate a chiedere agli abitanti della Romania o della Moldavia e vi risponderanno parlandovi del loro grande eroe nazionale, del condottiero che per decenni li ha difesi contro l'invasione turca. Proviamo invece a scendere di qualche chilometro per fare la stessa domanda ad un abitante della Turchia.... beh, la risposta che riceverete sarà radicalmente diversa. Per non parlare della letteratura o del Cinema....
Il Dracula di Bram Stoker che si è solo lontanamente ispirato al personaggio storico distorcendone la figura è un perfetto caso di appropriazione infedele e di totale e volontario travisamento.
Eppure lo stesso romanzo di Stoker fu vittima, come sappiamo, di decine di plagi, di versioni non autorizzate se non di vere e proprie di scopiazzature in giro nel Mondo; se è universalmente noto quanto accadde in Germania col Nosferatu il celeberrimo film di Murnau qualche giorno fa l'amico TOM sul suo blog The Obsidian Mirror (QUI , QUI e QUI) ha svelato un altro caso meno conosciuto, quello di un romanzo turco!
Ebbene, parlando con TOM è venuto fuori l'esistenza anche di un film, una pellicola turca ispirata al romanzo.
Un film dell'orrore turco? Sia l'orrore, sia i film di genere sconosciuti delle Cinematografie a torto considerate minori sono entrambi argomenti che m'interessano e parecchio anche.
L'occasione era troppo ghiotta per non parlarne ringrazio quindi lui e Simona per aver passato a Nocturnia questo splendido guest post.
Buona Lettura!
Nick
Drakula İstanbul'da
In questi stessi giorni, sul blog “
The Obsidian Mirror”, si sta parlando di un curioso romanzo turco dal titolo "
Kazıklı Voyvoda" (letteralmente “
il principe impalatore”), un testo che, con novant'anni di ritardo, ha attraversato i confini del suo paese d'origine materializzandosi in una lingua occidentale. Sono quasi certo che state seguendo con attenzione l’analisi di
Dracula in Istanbul (questo il titolo scelto dall’editore britannico
Neon Harbor) ma, nel caso vi siate distratti, avete tutto il tempo di recuperarla una volta terminata la lettura di questo piccolo, chiamiamolo così, spin-off.
Brevemente in questa sede dirò solo che "Kazıklı Voyvoda" fu un clamoroso caso di plagio letterario, perpetrato dal poeta e scrittore turco Ali Rıza Seyfioğlu, che nel 1928 si appropriò del capolavoro di Bram Stoker, lo tradusse, tagliò via le parti a suo parere meno interessanti, aggiunse nuove situazioni e nuovi punti di vista e, una volta terminata quell'operazione di fine sartoria, lo presentò al pubblico spacciandolo come suo.
Nulla di nuovo sul fronte orientale, mi verrebbe da dire, visto che siamo di fronte ad una vecchia abitudine alla quale, grazie alle barriere linguistiche e culturali e ad una totale mancanza di controlli, la Turchia non ha mai rinunciato, sin dai tempi dell’antica Bisanzio (o quasi). È significativo tra l’altro il fatto che anche il più antico testo letterario turco conosciuto, risalente al 1816, sia un adattamento non accreditato dell’opera di Molière “Il medico per forza” (Le Médecin malgré lui, 1666).
Il cinema turco, lo sappiamo bene, si è spinto ancora oltre: negli anni Settanta il novanta per cento dei suoi film sono stati remake, adattamenti e spin-off di opere occidentali (alcune riconoscibilissime, come già sottolineato da
Nick Parisi in alcuni suoi
vecchi post), la cui fonte è però sempre stata accidentalmente omessa. In questo scenario Dracula non fa eccezione. Per quanto ne so, del sedicente
Dracula turco addirittura il mondo non seppe nulla fino ad una dozzina di anni fa
(*), quando si sparse la notizia dell’uscita su un
DVD targato
Gala Film (in turco senza sottotitoli) di "
Drakula İstanbul'da"un vecchio film in
8 millimetri che era passato sulle televisioni locali nei primi anni
Cinquanta.
|
L' attore turco Atif Kaptan (1908-1977), più di 300 film all'attivo in patria
è Dracula in Drakula İstanbul'da.Kaptan ha recitato fino a pochi giorni prima della sua morte
(Nota di Nick) |
Nonostante quel DVD fosse oggettivamente osceno, privo di qualsiasi tentativo di restauro e con il problema del "rotolamento" dell'immagine in vari punti (il lato inferiore di un'immagine finisce nella parte superiore dello schermo), ciò bastò a diffondere il titolo oltreconfine e far sorgere ai più curiosi le prime domande sulla sua genesi.
Entrambi regista (Mehmet Muhtar) e sceneggiatore (Ümit Deniz), infatti, non solo si scordarono clamorosamente di Bram Stoker, ma fecero in modo che nei crediti del film venisse espressamente citata come fonte, unica e originale, la versione farlocca del proprio connazionale. A chi stesse pensando che il nome Drakula sia di riflesso un riconoscimento all’opera dello scrittore irlandese, ricordo che in Turchia, così come in gran parte dell’Europa orientale, Dracula era un nome noto da qualcosa come cinque secoli, e non certo per via di un romanzo epistolare.
Su The Obsidian Mirror, sul quale come detto mi sono riservato il giusto spazio all’analisi del testo, non ho trovato il giusto modo per inserire qualche commento sul film e ringrazio Nick Parisi per avermi ceduto un po’ del suo spazio.
Al di là della pessima qualità con cui questo film è giunto sino a noi, è evidente che sia stato realizzato con mezzi scarsi o nulli, decisamente sorpassati anche negli anni
Cinquanta: l’effetto è quello di trovarsi di fronte un film in stile anni
Trenta, il che potrebbe tutto sommato essere considerato un “omaggio” al ben più celebre
Dracula di
Tod Browning, con il quale “
Istanbul’da” condivide numerose inquadrature. È interessante tenere presente che, nonostante la grande popolarità del genere horror nel cinema occidentale, la
Turchia non se ne è mai è avvicinata veramente, tanto che“
Drakula Istanbul’da” può a tutti gli effetti essere considerato il primo esercizio di questo genere. In precedenza ci fu solo "
Çığlık" (
Scream), scritto e diretto da
Aydın Arakon nel
1949, che non può però essere considerato un film dell'orrore in senso stretto. Dopo
Drakula, passeranno quasi vent’anni prima che un altro horror venga sfornato nel paese, e sarà "
Ölüler Konuşamaz ki" (I
morti non parlano,
1970) di
Yavuz Yalınkılıç, un
goth in bianco e nero in perfetta tradizione
Hammer. Questo fenomeno può essere ricercato nella stessa identità turca, che si basa fondamentalmente sull'essere imperturbabili, senza paura. L'Islam stesso è essenzialmente una religione di salvezza, non di paura, e ciò la pone su un piano diverso dalle altre religioni, nelle quali la paura, sin dai tempi più remoti, è stata primariamente un mezzo per il controllo delle masse e per il mantenimento della sovranità acquisita. L’Islam alimenta l'idea di un paradiso certo dopo la morte e l’inferno, se esiste, è solo un luogo di espiazione temporaneo.
Tutto ciò ha reso difficile per sceneggiatori, registi e produttori trovare delle soluzioni nel cinema dell’orrore. Tuttavia, l'Islam non ignora completamente l'elemento paura: la privazione della fede è una di queste paure, forse la più grande, così come lo sono l’ansia tecnologica e la misoginia (queste ultime ancora più evidenti in estremo oriente).
Ma torniamo a “
Drakula Istanbul’da”. Il
plot, come da copione, rispecchia effettivamente il romanzo di
Ali Rıza Seyfioğlu: l’ambientazione viene spostata da
Londra a
Istanbul e i molti riferimenti al Cristianesimo (la croce, l’ostia consacrata) vengono sostituiti con altri più appropriati alla Cultura Islamica. L’ambientazione è moderna, al punto che troviamo dappertutto automobili e telefoni (spassoso, per inciso, il tentativo di uccidere
Dracula nella bara a revolverate). I personaggi che si muovono sullo schermo sono tutti di nazionalità turca: non ci sono professori olandesi come
Van Helsing, né tantomeno cowboy americani come
Morris, lo sfortunato personaggio che
Bram Stoker fece morire ad un passo dalla parola fine. I numerosi tagli già apportati dallo scrittore vengono confermati: niente più la parentesi del
Demetra, il mercantile che trasportava
Dracula nel suo viaggio dal
Baltico a
Londra, e niente più
Renfield, il pazzo zoofago in cura dal dottor
Seward. Ulteriori cambiamenti sono stati poi apportati nel film: se già
Ali Rıza Seyfioğlu aveva rivoluzionato il finale (per la verità quasi tutti lo hanno fatto al cinema), qui è il solo
Azmi (alias di
Jonathan Harker) ad inseguire il vampiro in fuga, a scoperchiare la sua bara e a porre fine alla sua esistenza. In questo modo salta del tutto il concetto dei “cavalieri della fede” promosso da
Bram Stoker, che già
Seyfioğlu aveva ampiamente ridimensionato in quanto di matrice eccessivamente cristiana. La stessa
Guzin (alias di
Mina Murray), che
Stoker elevò a figura di spicco nel suo concitato finale, qui viene retrocessa a ballerina di night club (notevole tuttavia la performance che
Guzin concede a
Dracula sul palcoscenico di un teatro vuoto). In questo
Dracula cinematografico troviamo invece un personaggio che normalmente è più tipico di
Frankenstein, ovvero il maggiordomo basso, brutto e deforme che, nella fase iniziale del film, intrattiene simpaticamente l’ospite del Conte quando questi svanisce durante il giorno.
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L'Attrice e ballerina austriaca Annie Ball (1930) è invece Guzin
La Ball prima di trasferirsi in Turchia ha lavorato anche in Italia
(Nota di Nick)
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In questo enorme cocktail di elementi apocrifi, c’è un solo particolare che troviamo in“
Drakula Istanbul’da” e che possiamo ricondurre a
Bram Stoker anziché alla sua controparte turca: la scena in cui il conte vampiro esce da una delle finestre del suo castello e si avventura camminando come un ragno sulle pareti esterne. Questo, per inciso, è un particolare unico che è stato ignorato in tutte le altre riduzioni cinematografiche.
Concludo con una chicca citata nei Trivia della pagina
IMdB che, se confermata, sarebbe fenomenale: siccome non erano disponibili macchine per produrre nebbia artificiale nella scena del cimitero, venne chiesto a
30 collaboratori di accendersi una sigaretta dopo l’altra e di sbuffare fumo sulla scena, stando ovviamente attenti a non farsi riprendere. Chissà, mi chiedo, se ha origine da questo episodio quel luogo comune sui turchi che tutti conoscono…
TOM ( The Obsidian Mirror)
(*) in precedenza lo aveva in realtà fatto presente Kaya Ozkaracalar nel capitolo "Between Appropriation &Innovation: Turkish Horror Cinema", pubblicato sul saggio “Fear Without Frontiers”, a cura di Steven Jay Schneider (FAB Press, luglio 2003)
BONUS CARD:POSTFAZIONE CAPPUCCINATA!
Posta tra Asia ed Europa (anche se ultimamente sembra guardare più verso l' Asia) la Turchia ha sempre goduto di una discreta produzione cinematografica, anche di genere, va detto però -come ha ricordato lo stesso TOM più sopra-che sovente si trattava di trasposizioni non autorizzate da fumetti o romanzi o di film occidentali fatte senza pagarne i diritti agli autori. Inoltre -aggiungo io-il più delle volte si trattava di pellicole realizzate con due lire (turche ovviamente) rilasciate in poche, pochissime copie. I destini di queste produzioni erano segnati sin dalla nascita: o venivano proiettati solo nelle grandi città come Ankara, Smirne e la stessa Istanbul e poi dimenticate oppure venivano replicate per anni presso il maggior numero possibile di sale cinematografiche sperdute dell'Anatolia con scopo di guadagnare quanto più possibile fino al loro deterioramento finale. Col risultato prevedibile che oggi molti di questi film sono da considerarsi perduti mentre gli altri sono disponibili solo su bobine o su pellicole super 8 gravemente danneggiate. C'era un po di tutto : Avventura; Western (Kebab Western?); Simil-007; Polizieschi; Cappa e Spada e da un certo punto in poi come abbiamo visto anche fantascienza, horror & gotici- ci fu anche un tentativo di coproduzione con l' Italia (mi riferisco a Le Amanti del Mostro e a La Mano che nutre la Morte girati in contemporanea e in doppia versione italiana e turca da Sergio Garrone nel 1974 con uno svogliatissimo Klaus Kinski presente in entrambi e tanti attori locali, spesso però accreditati solo nella versione turca). C'erano film tratti da idee originali (pochi) ma anche tantissimi plagi
Lo stesso avveniva coi fumetti: tante traduzioni di fumetti italiani (Zagor e Tex erano e sono ancora oggi popolarissimi ) e francesi ma quasi tutte pirata. Immaginate la faccia di Sergio Bonelli quando venne informato che in Turchia non solo c'erano editori che traducevano il "suo" Zagor senza pagargli i diritti- un escamotage classico era quello di far ridisegnare le cover da artisti locali per confondere un po le acque e perlomeno così, se si volesse vedere il bicchiere mezzo pieno, diversi disegnatori turchi cominciarono a farsi le ossa- ma che addirittura in quel paese erano stati girati due film pirata sul personaggio. Suppongo che per anni l'orgoglio dell'autore dovesse aver fatto a cazzotti con l'altrettanto legittima incazzatura dell'editore!
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Ecco invece una immagine dal film "Zagor Kara Bela" del 1971
Il secondo dei due Zagor apocrifi. L'attore Levent Cakir (1950)
interpreta il ruolo di Zagor
(Nota di Nick) |
Oggi le cose sono decisamente cambiate: almeno nei fumetti gli attuali editori licenziatari realizzano edizioni ufficiali e pagano regolarmente i diritti,un paio di disegnatori turchi sono finiti a lavorare per la Bonelli (Ersin Burak su Volto Nascosto) e quando, qualche anno prima di morire, Gallieno Ferri lo storico disegnatore di Zagor si è recato nel paese islamico è stato accolto con onori degni di una Star , per quella nazione e per il popolo turco la sua è stata una visita epocale. Lo stesso si può dire anche del Cinema bis turco. Nel corso degli anni anni si sono sviluppate numerose produzioni horror decisamente autoctone, come la serie Siccin, una saga sulle possessioni demoniache ormai arrivata al quinto capitolo.
Restano alcune ispirazioni, diciamo così, come pure diversi plagi però aumentano sempre più i prodotti totalmente indipendenti come idee e realizzazioni.
Insomma, la cosa più vicina ad un lieto fine che si potesse desiderare.
Per quanto riguarda la qualità, ne riparleremo analizzando un paio di film tra qualche mesetto.
Intanto grazie ancora a TOM per lo splendido guest post e mi raccomando: non perdetevi la seconda parte del suo dossier sul "Drakula Turco" presto su The Obsidian Mirror.
Nick
FONTI:
SINEMATURK
ADDENDUM DEL 04/10/2019:
Aggiungo un altro tassello a questa ricostruzione, proprio oggi il bravo Gioacchino Di Maio all'interno del suo blog "Duecento Pagine" (che vi consiglio a prescindere ) ha aggiunto un nuovo capitolo al dossier sui Dracula apocrifi con un bell'articolo su "I Poteri delle Tenebre" (Il Dracula islandese ritrovato) che si va ad aggiungere al caso del Dracula turco. Nel caso vi fosse sfuggito, vi raccomando di recuperarlo.
Ne vale la pena.
E chi lo sa quanti altri romanzi del genere che plagiano il Dracula di Bram Stoker esisteranno in giro per il Mondo