2021 ! UN ANNO NEL FANTASTICO ITALIANO. - L'Intervista Collettiva!

Mi ci è voluto qualche giorno in più del previsto, a causa imprevisti burocratici, ringraziando i tanti  "Uffici Complicazioni Cose Semplici" sparsi per il nostro meraviglioso Stivale, sono finalmente riuscito a pubblicare questa intervista collettiva con alcuni autori italiani. Lo scopo era  tentare di fornire un quadro sullo "Stato dell'Arte", uno sguardo, certamente parziale e non conclusivo su quanto avvenuto nel nostro paese  lo scorso anno a livello letterario. In special modo nei nostri generi preferiti: fantascienza, fantasy e horror.  Sia per il loro lavoro sia in ambito generale.  Ringrazio nell'ordine: Davide Del Popolo Riolo (D.D.P.R.) ; Diego Rossi (D.R.);  Marco Crescizz (M.C.); Alfonso F.Dama  (A.F.D) ; Linda De Santi ( L.D.S);  Giacomo Festi (G.F.); Silvia Treves (S.T.); Valeria Barbera (VB);  Maurizio Cometto ( M.Co.); Romina Braggion (R.B); Massimo Citi (Ma.C.)   Inizialmente pensavo di dividere il post in due parti, ma -visto che siamo quasi a fine settimana e dal momento che nei prossimi giorni sarò un poco assente dal web -vi propongo il post (lungo ma, spero piacevole) completo. Ringrazio gli autori intervenuti, qualsiasi errore o imprecisione è imputabile solo alla mia persona. Al termine troverete le biografie di tutti gli scrittori e le scrittrici intervenuti\e.

Buona lettura!

PARLANO GLI AUTORI!       

Davide Del Popolo Riolo
  

1) Nick: Prima di diventare scrittori\scrittrici cosa conoscevate della narrativa italiana di genere?

Davide Del Popolo Riolo : Devo riconoscere che ne sapevo poco. Ma è una mancanza cui sto cercando di rimediare

Diego Rossi: La lettura di genere italiana è ricca di autori bravissimi. Conosciamo tutti le case editrici più importanti: Urania, Fanucci, Delos, Zona42, Edizioni Della Vigna, Hypnos, Edizioni Scudo, Watson, Future Fiction, Kipple... Poi ci sono gli autori indipendenti, e tra questi ammiro Adriana Lorusso (che ho scoperto su Nocturnia) e Paolo Broccolino. 

Marco Crescizz:  Prima di cimentarmi nella scrittura, quindi prima dei 18 anni, tra gli italiani conoscevo i classici che si studiavano a scuola. Buzzati, Calvino, Rodari, Baricco. I primi che mi vengono in mente. L'approccio alla materia era principalmente scolastico/accademico.

Alfonso F. Dama:  poco o nulla. All’epoca ne girava poca sia nelle edicole che nelle librerie e non c’era il web

Linda De Santi: Poco. Avevo letto alcuni romanzi di Tullio Avoledo e Valerio Evangelisti per la fantascienza, conoscevo il nome di Licia Troisi per il fantasy. Non ne sapevo molto più di così.
 
 

Giacomo Festi:  Ciao Nick, e grazie per l’ospitata!
Beh, la narrativa fantastica mi è sempre piaciuta. Ho iniziato coi cartoni animati e i film fantastici, inoltre ero abbonato a Il Giornalino che faceva degli ottimi dossier per i più piccoli sulla mitologia greca, che divenne una delle mie passioni. Poi come tutti quelli della mia generazione sono stato un figlio di Peter Jackson, che con le sue trasposizioni tolkieniane ha fatto conoscere quel monumentale romanzo a tutti.
Ecco, credo sia stato lì che iniziò la mia passione vera e propria verso il fantastico, sfociando poi nelle sue derivazioni.
Di italiano però, lo ammetto... sapevo davvero poco. Erano altri tempi e internet non era entrato così prepotentemente nelle vite di tutti noi. Mi piaceva molto Valerio Evangelisti, ma in gioventù ho peccato di eccessiva esterofilia

Silvia Treves: Quando ero ragazzina, a casa c’erano libri ovunque e i miei leggevano con il medesimo interesse mainstream e fantastico, in particolare fantascienza. Di conseguenza io non ho mai imparato a sparare la letteratura di genere dal mainstream: per me, tra gli scrittori italiani, Calvino e Capuana (e più tardi Landolfi, Buzzati e Morselli), stavano nel medesimo luogo mentale di Aldani, Cremaschi, Gilda Musa, Catani… Il mio periodo di “semplice lettrice”, però, non è durato molto. Ho provato a scrivere abbastanza presto, alcuni miei vecchi raccoglitori sono pieni di quei tentativi. E quando si comincia a scrivere, indipendentemente dalla qualità delle storie prodotte, si guardano le cose in modo diverso: per esempio si fa maggiore attenzione, anche quando si legge, alla struttura dei testi e delle frasi, alla scelta delle parole… Molti autori e autrici italiani non compaiono in questa prima domanda perché li ho letti in seguito.


Valeria Barbera
 

Valeria Barbera : Ciao a tutti. Purtroppo, conoscevo poco e niente. Essendo della generazione X e nata in provincia di Napoli, sono cresciuta nel mondo offline, senza poter frequentare community o leggere i volumetti di Urania, collana sconosciuta anche agli edicolanti. Grazie a internet ho rimediato.

Maurizio Cometto: Ho iniziato a scrivere nel 1995 e a pubblicare nel 1997, quindi stiamo parlando di un periodo molto lontano nel tempo, tanto che mi è difficile pescare nei ricordi per capire cosa conoscessi in merito all’epoca. Credo che di certo avessi già letto almeno Calvino e Buzzati. Di una cosa sono certo: ero un grande fan dei fumetti Bonelli e dei Disney italiani. Autori come Alfredo Castelli, Tiziano Sclavi e  Romano Scarpa hanno molto formato il mio immaginario e la mia scrittura. E sappiamo bene comesoprattutto i primi due pescassero a piene mani nel fantastico.

Romina Braggion: Nick, grazie per avermi definita scrittrice. Se per “genere” intendi fantascienza, conoscevo quasi nulla.

Massimo Citi:  Conoscevo relativamente poco della sf scritta da italiani. Mi regalarono un’antologia, «I labirinti del terzo pianeta» che apprezzai particolarmente ma poco più. Conoscevo e amavo Buzzati ma in generale leggevo soprattutto traduzioni.Poco prima di iniziare a scrivere lessi Gilda Musa, Inisero Cremaschi e Lino Aldani epoco dopo, grazie a Robot, lessi e apprezzai Daniela Piegai, Vittorio Catani e Vittorio Curtoni. Ma cominciai scrivendo una storia di sf lunghissima – peraltro mai pubblicata – e diverse storie soprannaturali: in entrambi i casi poco a che vedere con la sf classica.

  2)  Nick: Quali sono state le opere e gli autori\ autrici italiani\e che più vi hanno colpito quando eravate ancora semplici lettori o lettrici?

D.D.P.R:  Ricordo che mi aveva impressionato Mondo9, tant'è che alla prima occasione mi sono fatto firmare la mia copia da Dario Tonani

 Diego Rossi: Non credo di potermi definire uno scrittore, sono un appassionato. I primi tre nomi di autori italiani di fantascienza che mi vengono in mente sono: Aldani, Catani, Evangelisti. Aldani per la poesia del suo stile (Quando le radici è un capolavoro assoluto), Catani per l'audacia (come non entusiasmarsi dello scontro con Moravia?), Evangelisti per la inimitabile potenza comunicativa. 

M.C. : Da lettore, quando ancora scrivevo poco, tra gli italiani ho amato molto Ammaniti, per l'approccio visivo alla scrittura, per l'ironia e le punte di Pulp che riusciva a ficcare in ogni storia. Ho seguito molto anche Sclavi sia come romanziere che come creatore di Dylan Dog.

 AFD: “Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino.

Linda De Santi
  

 L.D.S:  “L’anno dei 12 inverni” di Tullio Avoledo è stato senza dubbio una delle opere che mi hanno fatto innamorare del genere. Poi, in un momento in cui avevo iniziato a cercare nomi di autori italiani di fantascienza, anche Mondo 9 di Dario Tonani e alcuni racconti apparsi sulla rivista Robot. 

 G.F:  Questa credo sia una domanda trabocchetto (ride). Si rimane sempre “semplici” lettori, perché la lettura è il vero esercizio. Come ho detto, da giovanissimo peccai di eccessiva esterofilia, a parte per il grande Evangelisti. Ironicamente scoprii molti autori italiani dopo aver pubblicato, addentrandomi nel sottobosco indipendente, che è davvero ricco e valido. Penso al mio grande amico Manuel Marchetti e alla sua trilogia di Natalie Sweets, oppure ad Alessio del Debbio con Ulfhednar war, saga dall’ambientazione molto affascinante. Ma soprattutto ricordiamo Pestilentia di Stefano Mancini, che però ultimamente ha cambiato genere - e quel libro in particolare credo sia il migliore della sua fantastica, in tutti i sensi, produzione.

S.T:  Parlando di narrativa di genere italiana di quei primi anni direi Lino Aldani (Quando le radici, Onirofilm), Musa (Terrestrizzazione), Vittorio Catani (Il pianeta dell’entropia) e Daniela Piegai (Parola di alieno, Ballata per Lima).

VB: Calvino, Buzzati e RobertoVacca.

R.B: Nel momento in cui ho deciso di iniziare a dedicarmi alla scrittura, ho intrapreso un percorso di lettura mirato alla scoperta di scrittrici italiane di fantascienza. Ho iniziato da un’antologia, per l’opportunità di scoprire più narratrici insieme: Materia Oscura è stato il grimaldello che mi ha appassionato alla SF italiana. Attraverso i racconti, curati da Emanuela Valentini, ho conosciuto autrici divenute in seguito importanti per me, sia a livello formativo, sia a livello di rapporti personali.

Ma.C:  Sono sempre stato molto dispersivo nelle letture, leggendo un po’ a casaccio e senza pormi il problema della provenienza nazionale dell’autore. In più, parlando di genere, c’è da tenere conto che gli editori italiani negli anni ‘70 e ‘80 (sì, sonocoooosì vecchio) non davano spazio agli autori italiani… In ogni caso ricordo che acolpirmi in modo particolare furono “Un amore” di Dino Buzzati, “L’aria della sera” e“All’insegna del buon Corsiero” di Silvio D’Arzo, “Dissipatio h.g.” di Guido Morselli,“Le menzogne della notte” di Gesualdo Bufalino e “Cancroregina” di Tommaso Landolfi, tutti titoli che possono forse definirsi “fantastici” ma certo nonfantascientifici.

 

Massimo Citi

 
3) Nick:  Qual'è lo stato di salute della narrativa fantastica italiana secondo te? Nel bene e nel male .

D.D.P.R: nel bene, ci sono tantissime fantastiche voci. Nel male, temo che continuiamo a leggerci solo tra noi, felici pochi

D.R: Ci sono editori che si dedicano alla letteratura di fantascienza con passione e cercano di fare del loro meglio. Spero che riescano a fare la differenza. La priorità per me è portare racconti e romanzi italiani in lingua inglese. 

M.C:  Nel bene: gode di un ottimo periodo. Le nuove generazioni hanno una mentalità più aperta, forse grazie anche ai social il bacino di pubblico si è allargato. I nuovi lettori si stanno interessando molto agli italiani, hanno capito che il nostro paese ha storie interessanti da raccontare e gli autori non mancano. Se si riuscisse a fare ancora più squadra tra gli stessi autori e anche tra le varie scuderie di editori, si potrebbero raggiungere risultati che nessuno si immagina. O almeno questo è quello che credo.

 L.D.S: Dopo diversi anni da quando mi sono avvicinata all’ambiente, posso dire di aver visto un’evoluzione nell’ambito della narrativa fantastica. Una decina d’anni fa, ad esempio, c’erano pochissime fiere dedicate al fantastico italiano e solo una manciata di nomi di autori noti. Oggi non è più così, c’è più fermento e il numero di scrittori che scrivono ottima narrativa fantastica è salito, offrendo, secondo me, buonissime prospettive per il futuro del genere. Ci sono anche diverse realtà editoriali molto valide che offrono pubblicazioni di qualità (mi vengono in mente Zona42, Future Fiction, Moscabianca). Purtroppo, però, dal punto di vista della diffusione delle opere, c’è ancora da migliorare.   

AFD: secondo me è in salute strepitosa, anche se a mio avviso deve ancora saltare qualche ostacolo e uscire da determinati schemi che la possono rendere poco appetibile sia in Italia che oltre confine.

G.F:  Se guardiamo i semplici numeri, direi che non possiamo lamentarci. C’è ampia scelta.
Il problema è comprendere che questa scelta sia possibile...
Si tratta perlopiù di libri che non hanno spesso un’adeguata sponsorizzazione e che per questo rimangono incasellati nel loro piccolo spazietto indie, aumentando un numero formato da tanti piccoli “pedoni” sulla scacchiera. La grande distribuzione che sovrasta tutto ha il dominio, ma c’è anche una parte molto corposa del pubblico che non è più abituata a cercare e che vede come di serie B tutto quello che sta fuori dalla libreria delle grandi catene – e questo non vale solo per il fantastico.

S.T:  La narrativa fantastica mi pare in buona salute, anche grazie all’editoria indipendente, che fa del suo meglio per dare visibilità ad autori e autrici meritevoli che altrimenti resterebbero in ombra. La qualità dei testi spesso è buona, anche se auspicherei maggiore sperimentazione e contaminazione – non come esercizi fine a sé stessi ma come strumenti di esplorazione. A preoccuparmi, semmai sono altri aspetti. Uno è un problema più generale e di antica data: al di là di casi particolari, in Italia il fantastico continua a essere un mondo a parte, nel quale solo una minoranza di persone è disposta ad entrare, resa ancora più esigua dal fatto che si legga più di un tempo ma ancora poco. L’altro aspetto, invece, è di per sé positivo: nelle comunità del fantastico si lavora tanto, nascono, e miracolosamente durano, riviste, testate online, ampi gruppi dedicati a scrittori e sottogeneri. Ognuno di noi opera e scrive con dedizione… e ha meno tempo per leggere. Collegando i due aspetti, i numeri dell’editoria fantastica restano piccoli, e con essi la possibilità di confronto, discussione e crescita.
 

VB:  È migliorata dal lato grammaticale, però spesso mancano la tecnica e  la consapevolezza.  Molte storie  rielaborano idee dei maestri, come Asimov,  Clarke,  Wells, Dick, Gibson, Lem, King, Poe,  Lovecraft, ma non possono competere per  profondità o potenza evocativa.  Il territorio locale è usato poco. Gli autori  gareggiano con la narrativa anglofona e forse scrivono con in mente quel modello. Dovrebbero coltivare le proprie idee, i propri temi.  Hanno tanto da dire, ma esitano a farlo. 

M.Co:  Nel bene: nell’underground, e per underground intendo il mondo dei piccoli e medi editori, ci sono molti autori anche bravi ed escono molte pubblicazioni anche interessanti. Nel male: molto spesso queste opere sono derivative dei modelli anglosassoni, e non portano – se non in alcuni casi – un contributo davvero originale e davvero “italiano”, cioè peculiare del nostro ambiente, se così  posso esprimermi. Ripeto, ci sono le dovute eccezioni. Ma il male più grosso è che le grandi case editrici, tranne alcuni rari casi,ignorano il fantastico italiano. Ne deriva che il grande pubblico non può accedere alle opere di cui parlavo più sopra, che restano sempre confinate a un ristrettissimo pubblico di lettori e appassionati, che molto spesso coincide quasi in toto con gli autori stessi.

 

Romina Braggion.
  

R.B:  Non dispongo di dati precisi in merito allo stato dell’arte della narrativa fantastica italiana; la mia professione esula dalla narrativa pur occupandomi di scrittura; ritengo di muovermi all’interno di una bolla che non permette di esprimere un parere imparziale. Mi rincresce quindi non poter rispondere alla domanda.

 Ma. C: Eh… Il problema della narrativa fantastica in Italia è la maledizione con la quale Benedetto Croce liquidò il fantastico negli anni ‘30, rendendoci, noi tutti noi amanti del fantastico narratori della domenica. Oltre a questo la diffusione ridotta della lettura in Italia – meno del 50% degli italiani legge almeno un libro all’anno – dovuta alla presenza invadente della chiesa cattolica e il giudizio reciso e brutale sulfantastico di narratori contemporanei come Moravia hanno recluso il genere – ovvero i generi, considerando la sf, il fantasy, l’horror e fantastico tout court – in un ghetto frequentato esclusivamente da piccoli e piccolissimi autori ed editori. Il  problema fondamentale rimane quello di un’insufficiente distribuzione a livello capillare di volumi editi. Ma, tutto ciò detto, la situazione del fantastico in Italia è comunque migliore di quella di qualche anno fa anche se, purtroppo, i lettori di genere rimangono piccola schiera. Per la sf, il genere che mi ostino a frequentare,esiste un problema reale di sovraffollamento di scrittori rispetto al numero di lettori,cosa che comunque non ha impedito ad alcuni autori un’affermazione – sia pure in termini relativi – pubblicando su Urania o presso Delos, Future Fiction o Watson o altri. La situazione in sostanza è molto fluida, ma ci lascia alcune speranze per il futuro:

4) Nick. Se invece dovessi indicare alcune peculiarità o caratteristiche che differenziano il fantastico italiano dalle altre narrative nazionali di genere fantastico cosa indicheresti? 

D.D.P.R:  forse una maggiore attenzione alla storia e in generale alla nostra tradizione "umanistica" e meno alla scienza pura e dura

D.R: Il bello del fantastico italiano? Cosa ci rende speciali e che non valorizziamo abbastanza? Gli illustratori, artisti meravigliosi che sono riconosciuti a livello internazionale e che sono il valore aggiunto del nostro essere italiani. Sono un'ispirazione, un tesoro unico, uno stile riconoscibile. Manzieri avrebbe dovuto vincere l'Hugo (ma Manzieri è il portavoce di una scuola che inizia con Toppi, Festino, che oggi trova esponenti come Bertolini, Brambilla, e giovani come De Stena etc…)

M.C:   Gli autori si stanno accorgendo che l'Italia è piena di miti e leggende e ogni paese ha una storia da raccontare. Questo è bellissimo, ma noto ancora molti tentativi di scimmiottare gli americani, anche questo è un processo lungo e richiede tempo. Ma qualcosa si muove: una forma di emancipazione dagli USA (ci hanno insegnato molto e ancora lo stanno facendo)perché, forse, stiamo iniziando a credere anche noi che non siamo da meno.

 AFD: le potenzialità della nostra narrativa fantastica sono enormi, basti pensare a quanta roba si può andare a pescare dalle vecchie tradizioni locali, antiche leggende o spunti scientifici e tecnologici futuri. Non dimentichiamo a tal proposito che gente come Enrico Fermi è nata in Italia.

Alfonso F. Dama
  

L.D.S: Non so se vale a livello generale, però, per quanto mi riguarda, degli autori italiani apprezzo particolarmente la ricerca di un proprio stile, non solo inteso come “una propria voce” (espressione che, secondo me, è sempre un po’ vaga), ma anche un modo proprio di raccontare le storie, di intraprendere un percorso personale nello sviluppo di certi temi e un certo modo di narrare. È una caratteristica a cui do importanza perché, essendo cresciuta leggendo romanzi di genere fantastico in traduzione, anche quando si trattava di capolavori il linguaggio usato mi sembrava sempre un po’ lo stesso. Ultimamente leggo molti autori italiani che ricercano una propria cifra stilistica e l’esperienza che ne ho come lettrice è molto più ricca e coinvolgente.    

G.F:   Penso a Vilupera della premiata ditta Mazza/Sensolini e al grimdark che sta emergendo in questi ultimi anni, a come sia riuscito a modernizzare la lezione di Giambattista Basile col suo Lo cunto de li cunti. Abbiamo uno degli immaginari più violenti e cattivi di sempre, lo testimoniano le leggende del sud Italia e anche quelle montanare del mio Trentino e, beh, credo che dovremmo proprio approfittarne.

S.T: Differenze. Un tempo avrei indicato uno spiccato interesse del fantastico italiano per le scienze umanistiche – sociologia, psicologia, antropologia – che, senza eclissare il sense of wonder, consentivano lo sviluppo di quel sottogenere che potremmo definire fantascienza (e fantastico) sociale, anche nei suoi risvolti paradossali. Non sono più certa che questa differenza sussista ancora. Mi pare, tuttavia, che emerga una nuova fioritura nella narrativa solarpunk, e che sia presente in molti racconti pubblicati nella collana «Futuro presente», due realtà narrative non sovrapponibili ma che conosco più a fondo. 

 VB: Abbiamo leggende e tradizioni locali, paesaggi stupendi, un retaggio storico nazionale unico, caratteri regionali ben definiti e il vizio di drammatizzare e complicare ogni situazione. Sono tutti elementi che, quando impiegati al meglio, regalano storie incisive. Difatti, abbiamo esperti di ucronie e bravi scrittori horror. Siamo portati anche per la satira,che però regna più nei commenti sui social che nellestorie.

M.Co:  Nelle poche opere che possiamo davvero definire di fantastico italiano, cioè originali e legate al nostro ambiente o alla nostra storia, trovo spesso riferimenti al nostro folklore e alla nostra società in senso lato. Del resto il fantastico è un mostro che si può nutrire di qualsiasi cosa, anche la più banale, ritrasformandola in una nuova forma che spesso aiuta a sviscerarne il significato. Inoltre in Italia abbiamo una bella tradizione di realismo magico che spesso vienetrascurata o ignorata, che pochi coraggiosistanno cercando di portare avanti, e che a mioavviso rappresenta la cifra più tipica e originale del fantastico legato allo Stivale. 

Maurizio Cometto
  

R.B: L’ambientazione, forse? Potrebbe essere la caratteristica in assoluto peculiare della narrativa italiana se chi scrive si attiene alla necessità di mostrare ciò che conosce. Inoltre, storia, tradizioni, consuetudini, abitudini quotidiane forgiano l’essenza umana tanto quanto la latitudine e la longitudine. Perciò l’esperienza sociale di chi narra varierà in base alla nazione di appartenenza: un italiano inserirà tra le righe un vissuto diverso da un francese, un portoricano, un senegalese, un giapponese ecc.  

Ma. C:  Domanda per la quale diventa impossibile non utilizzare termini tanto generali da risultare sommari. Bisognerebbe in primo luogo definire un modello “straniero” al quale paragonare le opere prodotte da autori italiani, operazione in prima approssimazione quantomeno sommaria, tanto più considerando come la sf sia penetrata profondamente in opere come quelle di Katsuo Ishiguro, David Eggers,Michael Faber, Ian McEwan o Margaret Atwood. L’unico particolare tipicamente“italiano” che mi sentirei di sottolineare è la capacità, per alcuni autori italiani, di mettere in luce aspetti della vita quotidiana, mettendoli a confronto e in contrasto con eventi in qualche modo straordinari, dal ritorno degli zombies in una casa di vacanza, a un’invasione di UFO in una periferia urbana, all’apparizione di creature  soprannaturali in una festa di paese. In sostanza pagando il pegno a una provinciacomunque ancora viva nei ricordi, sia pure, forse, soltanto illusori.
 

 5) Nick: Più in particolare che anno è stato il 2021 e quali sono state le opere più importanti venute fuori?

D.D.P.R: Se parliamo di sf italiana, i primi che mi vengono in mente sono i romanzi di Viscusi e Di Fazio

 D.R: Il 2021 porta con sé una raccolta di racconti straordinaria. Su tutti mi viene in mente Hypnos per aver riproposto il genio di Tom Reamy, morto a soli 42 anni. Scrittore capace di osare, di rappresentare con limpidezza l'orrore, l'esclusione, la mostruosità di una società discriminante e falsa.
“Era l’alba. Il sole nascente spuntava da dietro le colline, illuminando la scritta di Hollywood. Da quella distanza faceva un effetto niente male; non la si sarebbe detta un ammasso di assi fradice e lamiere imbarcate che sbatacchiavano nel vento. Da lì non si vedevano i graffiti osceni che la ricoprivano."
Molti usano il termine capolavoro con leggerezza, ecco, questo è un capolavoro autentico. Capolavoro vuol dire capace di rompere le convenzioni, sconvolgere ogni scala di bellezza, capace di raccontare in un modo così originale che non trova paragoni con il passato. "Sotto la scritta di Hollywood" è il più bel racconto di fantascienza che ha come tema portante l'omosessualità! Il libro è: San Diego Lightfoot Sue.

M.C.:  Non parlerò di opere singole, ma posso dire che si sta stampando molto e anche bene. La sci fi sta traducendo molte opere che mai avrei pensato di poter leggere e anche l'horror, a fatica, sta avendo una rinascita importante. Anche i grandi editori stanno tastando il terreno per vedere se è fertile, trainati dall'ottimo lavoro dell'underground.
 
Marco Crescizz.

 

AFD: cito “Avrai i miei occhi” della Vallorani, ma solo per ragioni di spazio.

L.D.S: L’opera italiana che ho letto nel 2021 e che ho preferito su tutte è stata “Memorie di un colonnello di soldatini” di Alessandro Forlani, una storia che sa narrare, attraverso una struttura geniale, il mondo dei social e la sua fusione con quello reale, l’obbligo di raccontarsi continuamente, pena il non esistere (letteralmente).
Per il resto, sono uscite diverse antologie di racconti (evito di citarle perché in alcune sono presente anche io) che, per la varietà di temi trattati e la qualità degli autori presenti, secondo me sono esemplificative dell’enorme potenziale che c’è nella narrativa fantastica italiana.

 

G.F:  La pandemia ha complicato diverse cose, ma le fiere hanno ripreso dopo la pausa forzata e tutti abbiamo respirato un vecchio clima che ci mancava. La vita in qualche modo è ripresa e ringraziamo tutti, ecco. Sulla seconda parte della domanda... sai che non saprei? Non me la sento di compiere un’affermazione simile nel breve periodo, credo di poter dire al massimo quale sia la più significativa tra quelle che ho letto...
Purtroppo è stato anche l’anno della morte di Michele Serio, autore che col suo Pizzeria inferno (HomoScrivens edizioni) ci ha fatto capire che la fantasia non ha limiti. Ecco, metto quel libro come il più significativo, perché merita di avere una seconda giovinezza!

 VB:  Il 2021 ha risentito della pandemia. Hanno quindi importanza la nascita del sito/movimento del solarpunk italiano e la collana di racconti dedicata al genere. Da citare la riedizione del cult“La mano sinistra delle tenebre”di Ursula K. Le Guin,  uscito col nuovo,discusso titolo “La mano sinistra del buio”,e “Il meccanismo della Forchincastro”di FabrizioVenerandi,  che era leggenda ben prima della pubblicazione. Non dimentichiamo il romanzo“Piranesi”di Susanna Clarke,  la nuova avventura dell’inquisitore  Eymerich, di Valerio  Evangelisti, e la pubblicazione postuma di “Maelstrom.Terminal War”del  maestro Sergio Altieri. L’importanza di altre opere la deciderà il  tempo.

M.Co:  Se rimaniamo nell’ambito italiano, ho molto apprezzato l’ultimo premio Urania, “Resurrezione” di Elena Di Fazio. Un romanzo di fantascienza moderna scritto ottimamente e che non ha nulla da invidiare ad autori tipo Ted Chiang, nella cui scia, se vogliamo,si pone (insieme, a mio avviso, a certe cose di Catani).Ecco, questo non è fantastico “italiano” come lo intendevo prima, che si riferisce più al weird e al realismo magico; tuttavia sitratta di un romanzo di ottima qualità che potrebbe tranquillamente essere venduto all’estero e avere il successo che merita. Se guardiamo le opere giunte fuori dall’Italia,  quest’anno mi ha colpito molto “Piranesi” di Susanna Clarke: un romanzo indefinibile come piace a me, e capace di scavare un’impressione profonda nel lettore.

 R.B: Nel 2021 mi sono dedicata molto alla lettura di saggi. Le uscite del 2021 lette e da segnalare sono state: “Anche i partigiani però”, di Chiara Colombini, saggio sul revisionismo della resistenza; “La via di Laura Conti”, di Valeria Fieramonte e “Laura non c’è” di Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi, entrambi incentrati sulla vita di Laura Conti, partigiana, medica, ambientalista, politica e scrittrice italiana, fondatrice di Lega per l'Ambiente e pioniera dell'ecologismo italiano. L’anno scorso ho letto altri saggi, pubblicati poco prima del 2021. Trovo assolutamente da leggere: “Manuale per ragazze rivoluzionarie” di Giulia Blasi; “Femminili singolari” di Vera Gheno; “Femminismi futuri” a cura di Lidia Curti; “Chthulucene” di Donna Haraway; “Corpi magici” di Anna Pasolini e Nicoletta Vallorani; “Donne e fantastico di Giuliana Misserville. Ultimi ma non meno importanti, due saggi di capitale importanza per la narrazione femminista, usciti decenni or sono: “Vietato scrivere” di Joanna Russ e “Una stanza tutta per ” di Virginia Woolf. Tra i romanzi, di vecchia pubblicazione, due folgorazioni: “Parola di alieno” di Daniela Piegai e “I reietti dell’altro pianeta” di Ursula K. Le Guin.

Ma.C:  Difficile giudicare un anno nella situazione attuale. Potevamo catalogarlo come un anno di ripresa dopo l’esperienza della pandemia, ma la situazione in Ucraina l’ha illuminato di una luce inattesa: cosa dovevamo capire e non abbiamo capito?Dov’erano gli annunci nascosti di una guerra imminente? Perché tolleravamo che un uomo come Putin governasse una delle potenze nucleari al mondo? Come è comprensibile non riesco a dare un giudizio ragionevole del 2021 senza collegarlo a quanto accaduto nel 2022, un po’ come se vi chiedessero che cosa ne penso del
1938… Quanto ai libri usciti ne citerò alcuni, «Klara e il sole» di Katsuo Ishiguro,«Solenoide» di Mircea Cӑrtӑrescu, «Alien virus love disaster» di Abbey Mei Otis, «La chiocciola sul pendio» di Arkadij e Boris Strugatskij e «Universi» di Stanislaw Lem.

 6) Nick: E invece per quanto riguarda la vostra attività personale, quali opere in dicheresti come più significative (o semplicemente che vi hanno dato più soddisfazione? ( in alternativa potete limitarvi ad indicare le vostre uscite più recenti)
 
D.D.P.R: nel 2021 ho pubblicato solo racconti. Per il mio gusto il più significativo è un racconto ucronico, Il sogno di ferro
 
D.R: Vorrei presentare Il mio romanzo Encelado. Il genere è steampunk, è indipendente e quasi gratuito grazie ad Amazon. È un progetto professionale, il frutto di un percorso durato alcuni anni di studio, di scrittura e che ha richiesto sei mesi di editing. Inoltre, la collaborazione con Max Bertolini per me ha significato vivere in un sogno che si realizza. Le sue illustrazioni arrivavano nella fase di revisione e io continuavo a ripetere, forza, dai, miglioralo ancora un po'... Il mio obiettivo era quello di ogni autore indipendente, essere libero dagli schemi, provare a realizzare un prodotto originale, inserendosi in un contesto di nicchia. Encelado è l'omaggio alla fantascienza Verniana, racconta una storia atipica per un lettore italiano, un numero compare all'improvviso sulla Luna, è visibile a occhio nudo dalla Terra e tutti vogliono scoprire il motivo… potevo raccontare il mito della Luna immaginata da Verne, ricostruire la conquista della Luna, attraverso la cronaca delle missioni Apollo e tentare una derivazione ottimista di una soft Sci-Fi, accostando a Verne i due autori che hanno attinto moltissimo da lui, Michael Crichton e Carl Sagan. 
 
 M.C: Il mio ultimo romanzo, "Venezia Metal" uscito a fine 2021 per Acheron/Vaporteppa è davvero un esperimento riuscitissimo. Un horror o dark fantasy che racconta di un mondo dove il metal e il punk sono stati banditi,ma non a Venezia, infatti la città è un grosso centro sociale dove vivono i fratelli protagonisti della mia storia. Due chitarristi che avranno a che fare con la leggenda del palazzo maledetto di Ca'Dario. Sta piacendo molto e sta avendo un ottimo riscontro e colgo l'occasione ancora una volta per ringraziare chi lo sta leggendo. Le recensioni su Amazon sono splendide.
 
AFD: ritengo il mio prossimo romanzo di fantascienza – che si intitola (per ora) “Bagliori dal nulla” – una delle cose migliori che abbia mai scritto. Speravo nel premio Urania, ma di certo lo piazzerò altrove: credo moltissimo in questo lavoro.
 
L.D.S:  Tra i racconti che ho scritto in passato, direi il racconto vincitore dell’Urania Short, “Saltare avanti”, nato da un’esperienza personale, e anche “Negli occhi di chi comanda”, un racconto pubblicato sull’Urania Millemondi del 2020, uscito anche all’estero con il titolo “Beautymark”.
Tra i miei racconti più recenti, direi “Nemmeno il tiramisù”, nell’antologia 404 curata da Alessandro Forlani, e “Venere di Nylon”, nell’antologia “Human /“ di Moscabianca: entrambi i racconti trattano temi che mi sono molto cari.
 
Giacomo Festi.


G.F: Rispondo subito con tre titoli, e per i motivi più diversi!
Sicuramente Storia di uomini invisibili, perché è stato il primo e come spesso succede con gli esordi, nonostante l’inesperienza e le mille imperfezioni, è il romanzo più “sincero” che io abbia mai scritto. Non volevo dimostrare nulla se non a me stesso, non avevo un prima e un dopo con cui confrontarmi, solo il presente. Credo che gli inizi abbiano una loro magia proprio per questo e a titolo puramente personale quel libro non è da meno.
Poi sicuramente La strana indagine di Thomas Winslow. Credo sia stato uno dei libri più stimolanti e appaganti da scrivere, il momento in cui mi dissi “Basta cazzeggiare, ora facciamo sul serio!” e... puf! L’idea mi venne in sogno e me ne innamorai all’istante. Nel suo piccolo fu anche un successo di vendite, contando che veniva dalla microeditoria. Ancora oggi mi scrivono dicendomi di averlo letto e sono molto felice di ciò.
Devo citare anche EXCURSUS VITAE in tutto questo, quello che è il “romanzo maledetto”. Gestito per sei anni infernali, uscito durante una pandemia e dopo un lungo periodo di assenza in cui credevo non sarei più riuscito a scrivere nulla... per me è stato una rinascita sotto diversi aspetti, di sicuro quello che mi ha fatto capire che genere di libri voglio scrivere.

Ecco, direi questa trinità. Ho detto pure molto, per uno che si tedia incredibilmente a parlare delle proprie opere (ride).
 
S.T:  Per quanto riguarda il progetto Alia, ora Alia Evo, sono soddisfatta: nonostante le vicissitudini attraversate, il nostro alberello è vivo e dà frutti.
Sono contenta anche della mia partecipazione all’antologia solarpunk Assalto al Sole (2020, La seconda chance), alla collana «Atlantis» (2021, Margine di incertezza), all’antologia Oltre il Reale, il meglio della fantascienza indipendente 2020, curata da Carmine Treanni (2021,Apprendistato). 
 
Silvia Treves

 
  VB: Due racconti a sfondo camorristico:  l’horror Squali”,  finalista al premio F.M.Crawford 2013, e  il fantascientifico “Il labirinto delle realtà”, finalista al premio Robot 2012-2013, che il compianto premio Urania Vittorio Catani definì come qualcosa di nuovo.
 Poi le storie del Nooverse, il mio universo narrativo incentrato sulla noosfera, che porto avanti dal 2012 e  che parla di coscienza collettiva,  internet delle menti, pericoli dei social,  memevirus e“noozismo” (neologismo da me coniato per indicare il “nazismo del pensiero”), cioè di emergenze oggi conclamate che però ho intercettato in tempi non sospetti. Ne fanno parte anche “Eroe in prova”(Delos Digital, 2015)e il post pandemico“Cogito ergo sum” (Urania  Millemondi  Distòpia,  2020).Da citare infine“Diversamente vivi”(Urania Collezione 176, 2017)che propone forme di vita insolite come le pietre senzienti telepatiche.
 
M.Co:  Nel 2021 è uscito per Delos Digital, nella collana Odissea Fantasy di Emanuele Manco, il ciclo fantastico “Il libro delle anime”, per cui non posso che citare questo. A breve tra l’altro uscirà il quinto e ultimo romanzo del ciclo, dal titolo “Il Grande Sogno”. E’ un opera che ho iniziato nel lontano 2011 e che attraverso varie traversie, ripensamenti, modifiche e aggiustamenti, sono finalmente riuscito a portare a  compimento. Ho parlato di ciclo “fantastico”,  e non “fantasy”, perché, pur riprendendo alcuni stilemi del fantasy (in particolare il tema del “viaggio dell’eroe”), vi si discosta parecchio, o almeno si discostadall’idea classica che si può avere di quel genere.
 
R.B:  Al momento ho scritto racconti. “Memorie di una ragazza interrotta” è stato il lavoro più impegnativo sotto molti punti di vista e quello che mi ha dato più soddisfazioni. Pubblicato nella collana Atlantis, Delos Digital. “La Compagnia Perfetta” è il racconto a cui sono più legata per una questione affettiva poiché si tratta del primo racconto pubblicato. Collana Futuro Presente, Delos Digital  Scrivere “Indietro e avanti” mi ha divertito parecchio ed è stato una catarsi rispetto a un episodio tristissimo e sciagurato accaduto nella zona dove abito e pubblicato sulla rivista Robot, n. 93. “A casa di Rita” è invece il racconto “fantasma” a cui sono particolarmente legata poiché è il primo non di fantascienza che ho scritto. Mi auguro possa vedere la luce il prima possibile. Se fosse stato un neonato, sarebbe venuto al mondo già da molti mesi…

Ma.C: Un po’ come chiedere “qual’è il tuo figlio preferito?”… Innanzi tutto «Il settimo clone», il volume-chiave per comprendere che cos’è la Corrente, in secondo luogo«Isole nella Corrente», sette racconti che, per diversi motivi, amo particolarmente. Poi, al di fuori del campo della sf, «In controtempo», otto racconti fantastici scritti negli anni ‘90 e pubblicati nel 2007 e «Perdenti e perduti», nove racconti iperreali o forse weird o forse neogotici. Infine, com’è ovvio, la serie dei quattro ALIA Evo, un pezzo davvero fondamentale del mio passato, nel quale non solo ho scritto ma mi sono cimentato nel lavoro di editor e in quello di editore, con esiti, mi illudo. almenoaccettabili.
 
7) Nick. Quello che è accaduto finora con la pandemia, crisi energentiche o geopolitiche  ha cambiato in qualcosa il tuo modo di scrivere, nella tua visione del mondo o nel tuo modo di approcciarti alla letteratura? 
 
D.D.P.R:  Sinceramente non credo. Mi ha reso più pessimista? Se sì, non me ne sono accorto.
 
Diego Rossi.

 
 D.R: La pandemia ci ha costretto in un contesto innaturale, ha tirato fuori il nostro meglio e il nostro peggio. Siamo stati giustamente obbligati a ridurre i contatti sociali, a modificare i nostri spazi. Abbiamo vissuto in città di fantasmi e iniziato a interagire in videoconferenza. Abbiamo aspettato i vaccini, li abbiamo visti diventare un business, un privilegio. La fantascienza che si è sovrapposta alla realtà è stata una piccola scintilla di speranza. Di questi mesi, non posso dimenticare Limbo, il toccante cortometraggio di fantascienza di Giorgio Magaró. Dal mio punto di vista, ho provato a raccontare il primo amore di una quattordicenne durante il lockdown, scrivendo uno dei miei racconti migliori, che si intitola e si ispira a una delle canzoni di Michael Stipe, No time for love like now, e che è stato illustrato dal bravissimo Fabio Cavagliano. 
 
M.C:  Credo sia troppo presto per dirlo. Sicuramente ha confermato il pessimismo che ho espresso in "Brandelli d'Italia" il romanzo uscito per Delos. Posso dire che durante la pandemia non avevo molta voglia di scrivere, me lo sono imposto. L'inizio di questa guerra è l'ennesima notizia triste in una catena di notizie tristi dal 2019 a oggi. Prevedo che si stamperanno molti libri sulla guerra e sulla pandemia, io cercherò di rifugiarmi nel fantastico. Non che lì non esistano guerre o pestilenze, ma qualcosa ci ricorda che siamo al sicuro e che gli eventi hanno un significato preciso.
 
 AFD: no. Anche perché i semi di quello che sta succedendo, il persistere dell’Uomo nella guerra e la violenza, i nazionalismi, la sete di dominio, il crearsi dei nemici a tutti i costi, sono tutte cose che le ritrovi per intero in “Bagliori dal nulla”. Sembra quasi avessi avuto delle premonizioni quando l’ho scritto!
 
L.D.S: Sì, ha influito molto. Da quando ho iniziato a scrivere narrativa di genere ho realizzato sempre e solo distopie, ma da un anno a questa parte ho praticamente smesso. Ho iniziato a esplorare altri generi, come il weird, la climate fiction, il perturbante. Ho fatto anche alcune incursioni nel mainstream. Non è che l’abbia deciso io, è stata un po’ un’evoluzione naturale della mia scrittura. La distopia continua a rimanere uno dei miei generi preferiti in assoluto; ma adesso riesco solo a leggerla e non più a scriverla. Magari in futuro le cose cambieranno, ma adesso tra pandemia, lockdown, guerre, un sistema economico globale fuori controllo che accentua sempre di più le differenze tra ricchi e poveri, algoritmi predittivi che condizionano il modo di vivere eccetera, di distopia mi sembra di vederne già troppa.

 G.F:  Del mio ultimo libro avevo concluso la primissima stesura nel 2017, nel riprenderlo in mano però credo di aver trasferito molto nervosismo e incertezza per il futuro – già presente perché uscivamo da una crisi economica non da poco... insomma, è stato un decennio di fuoco. Credo dipenda da quello la mia decisione di lanciarmi in territori molto più horror e violenti.
Della mia visione del mondo, invece... beh, sono sempre stato molto cinico e in questi anni ho solamente visto concretizzarsi ulteriormente molte mie certezze. William Golding diceva che “L’uomo produce il male come le api fanno col miele”, e credo che un autore debba confrontarsi proprio con la rappresentazione del male. Se mostri qualcosa, poi è più facile riconoscerlo.
Per le letture invece, ultimamente prediligo i libri brevi. Ma quello perché sto semplicemente invecchiando, anche se mi costa ammetterlo...
 
 VB:  La pandemia non mi ha cambiato la vita. L’aspettavo da tempo.  Avevo difatti
progettato  “Cogito Ergo Sum”molto prima del 2020, ascoltando gli allarmi degli scienziati che il mondo ignorava. Nonpossiamo controllare gli eventi ma solo le nostre reazioni, perciò, nonostante in famiglia rischiassimo il contagio (per via di parenti che lavoravano a scuola anche quando era chiusa per docenti e alunni), non mi sono fatta prendere dal panico. Non mi hanno meravigliata neanche  l’escalation bellica o la minaccia di blackout energetici.  Dagli esseri umani mi aspetto solo il peggio. Mi dispiace però per gli altri, soprattutto per i giovani, ai quali è toccato un mondo pazzo.

Maurizio Cometto: Tutto ciò che ci succede influenza il nostro modo di vivere, di essere e anche, nel caso, di scrivere, che si in maniera conscia o inconscia (la più efficace e subdola). Direi che per ora, riguardo agli eventi degli ultimi due anni che tutti, purtroppo, conosciamo, si è attivata soprattutto la modalità inconscia. Non vedo ancora chiaramente l’effetto sulla mia scrittura di tutti questi eventi, ma so che prima o poi usciranno fuori, e magari matureranno in opere che vedranno la luce tra svariati anni (se sarò ancora vivo). Gli stimoli della vita e il loro maturare in idee o suggestioni è un processo spesso lungo e tortuoso.

R.B: Gli ultimi eventi hanno impattato poco dal punto di vista della visione del mondo e nell’approccio alla letteratura. Questo perché vivo in un perenne stato di sensibilità alle ingiustizie e sono sempre inviperita per qualcosa. Potrebbe sembrare un pessimo modo di vivere ma buttare fuori il fastidio evita che mi corroda dall’interno. Qualcuno ha suggerito di lasciar correre, di evitare di essere una spugna. Purtroppo fregarmene non fa parte del mio carattere. In merito alla scrittura posso affermare che rappresenta il meccanismo per contrastare ciò che reputo indecente nel mondo. Mettere per iscritto la mia visione rappresenta un modo per assumere la responsabilità del mio personale politico e per sostenerlo. Se anche avessi iniziato a scrivere prima delle ultime emergenze sociali, sanitarie economiche, avrei comunque trattato argomenti per i quali provo indignazione. Peraltro nel racconto “Memorie di una ragazza interrotta” ho narrato il mio sdegno per un aspetto della società e, a dire il vero, l’ingiustizia di genere mi sembra molto più funesta, negli effetti, della pandemia da Covid. Senza alcun dubbio non esiste paragone nella durata: l’ultima pandemia è iniziata alla fine del 2019, la disuguaglianza di genere è pratica millenaria. 
 
Ma.C:  Temo che la pandemia e la guerra abbiano cambiato non poco il mio modo di vedere il mondo, anche se, immagino, non il mio modo di leggere e di scrivere. La narrativa è comunque un’isola non trovata, qualcosa dove non cerco né di leggere né di scrivere le mie idee quotidiane o,peggio ancora, raccontare frammenti delle ideologie che vivono nella mia testa. Leggo e scrivo per pura curiosità, chiedendo a chi scrive e a me stesso la massima onestà nel raccontare, senza giocare sporco o illudere i lettori. Lo stile e la forma devono essere aderenti a questo dettato, anche se debbo ammettere, un gusto particolare nell’incontrare autori in grado di giocare con leparole e con gli stili. In fondo leggere e scrivere sono modi per giocare con le parole, un modo curioso e tipicamente umano di giocare da adulti.

 
 8) Nick:  Che previsioni fate per il futuro e cosa invece desidereste possa succedere (sia in generale che per la vostra attività personale)
 
Davide Del Popolo Riolo:  Quello che auguro, a me e alla sf italiana, è di riuscire a trovare sempre più sbocchi per esser letti da più lettori
 
Diego Rossi: Riguardo alla fantascienza ufficiale (non la mia), vorrei che fosse un po' più aperta, un po' più unita, un po' più folle. Per usare una metafora, l'Italia è paragonabile alla fascia di The Expanse, e li vedo troppo cinturiani. Citando Lasseter della Pixar, "Non è detto che non si possa fare se nessuno lo ha ancora fatto". Punterei sul sorprendere. E spero che arrivino film italiani su Dust, autori italiani su Fantasy & S.F. o su Analog, seguendo le orme dei nostri eroi illustratori…Nel mio piccolo? Un mio racconto verrà ospitato a breve nella Zine di Giovanni Mongini e per me è il regalo più bello di questo inizio 2022. Vorrei che Encelado diventasse un audiolibro gratuito, e spero che porti speranza, gioia di immaginare alle persone che lo leggeranno. 
 
Marco Crescizz:  Meglio che non faccio previsioni, non sarebbero buone. Le mie non sarebbero state buone nemmeno quando le cose andavano bene, figuriamoci oggi. L'unica cosa che mi auguro è che il prezzo della carta torni a scendere e che il Covid diventi un brutto ricordo.
 
 Alfonso F Dama: non vorrei essere banale. Spero solo che presto finisca questo lungo periodo assurdo e che le conseguenze economiche non si presentino troppo catastrofiche. In fondo, a volte gli eventi risultano imprevedibili sia nel bene che nel male.

Linda De Santi: Che il processo di crescita del fantastico italiano in corso vada avanti e cresca sempre di più, portando sempre più opere di autori italiani meritevoli nelle librerie: gli scrittori ci sono, le idee anche. Magari sarà un processo lento, ma credo che possiamo aspettarci ottime cose. O almeno lo spero.

 Giacomo Festi:   Penso che potranno succedere moltissime cose, o che più semplicemente tutto andrà com’è sempre andato. Né più, né meno. L’editoria italiana è da troppo tempo che non ha uno scossone interno. Per quel che riguarda me... non ho particolari desideri. Certo, se un milione di persone comprasse i miei libri o qualcuno sentisse il bisogno di regalarmi un bonifico da duecentomila euro sarei felice (ride), ma almomento sono contento così. Scrivo, il mio ultimo libro tra intoppi vari sta girando, guardo film e leggo.
Vorrei avere più tempo per scrivere, ma non si può avere tutto.
Dato che me lo chiedi, però, vorrei lanciare una frecciatina e dire che mi auguro che questo periodo di“Emmenthal” faccia riunire i giovani autori in un movimento. Dopo la Generazione Cannibale degli anni Novanta non credo ci sia stato un movimento letterario di grande portata e nell’era del connettivismo credo ci voglia un qualcosa che sappia unire le voci di queste generazioni. Il fantastico sta riscoprendo il proprio lato violento, ma possibile che ultimamente sia il romance ad avere tutto questo nuovo pubblico?

Ecco, vorrei questo. Che la lettura ritorni ad essere anarchica e popolare, non più una cosa da salotti intellettualoidi.
 
Silvia Treves:(1)  Fra le crisi che ci hanno colpito includerei anche la crisi climatica. Nell’insieme non le giudico processi separati, bensì profondamente legate tra loro. Sicuramente sì, hanno influenzato il mio modo di scrivere… Voglio sottolineare la necessità di affiancare alla scrittura distopica (che spesso – ma non sempre, ovviamente – si risolve in strutture e tematiche ormai ripetitive), l’esplorazione di temi più costruttivi, che suggeriscano a chi legge una riflessione su possibili futuri migliori. Limitarsi a coltivare la tragedia rischia di paralizzarci o di indurci a credere che l’azione individuale eroica possa e basti a fare la differenza. Non è così, come ben sappiamo. Prepararci insieme al futuro può rafforzare la speranza e illuminare il cammino. 
 
 Valeria Barbera: Prima della pandemia ero consapevole  di vivere in una società modello“Idiocracy”. Ora è peggiorata,  tant’ è che ho coniato una parola per definire quest’epoca:“dementocrazia”.  Per quanto riguarda me, più il  mondo si fa buio, più ho lo stimolo per andare avanti e difatti prossimamente usciranno due pubblicazioni che mi riguardano:l’antologia“Distopia vs Utopia”,concepita per parlare del bivio in cui si trova l’Italia, e il racconto “Belve feroci”,ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale,scritto anni  fa egiunto in finale al Premio Hypnos 2021.  A Napoli  si  dice:  “Ha da passà  ‘a nuttata”.  La notte passerà, quindi invito tutti a resistere,  insistere  e  persistere. Mai  desistere. Portate avanti i vostri progetti , ora più che mai. Grazie, Nick,  per  l’ospitalità.
 
 Maurizio Cometto: Fare previsioni è impossibile. Speranze? In primis, che torni subito la pace. Tutto il resto è in subordine.
 
Romina Braggion:  Se parli di futuro della società e del tempo in cui viviamo evito di prevedere alcunché. Nel tempo ho scoperto che le mie intuizioni si sono quasi sempre avverate, sia a livello sociale che personale. Così ho smesso di divinare e vivo alla giornata. In merito agli obiettivi narrativi che mi sono posta, nell’immediato ho in cantiere la scrittura di un romanzo, magari per ragazzi o, meglio ancora, uno young adult. Inoltre, appena mi reputerò in grado, tra parecchi chilometri di parole, vorrei cimentarmi con i thriller.
 
Massimo Citi:  Per quanto riguarda me stesso non mi auguro nulla in particolare, se non sperare di sopravvivere, per il tempo che mi resta. Per il mondo non posso che ripetere una frase di Antonio Gramsci, parlando di “Pessimismo della ragione e ottimismo della volontà”, in fondo siamo in mezzo a una profonda crisi ambientale e politica…

 NOTA:
(1) Con la stessa risposta Silvia Treves  ha unificato le ultime due  domande
 
BIOGRAFIE:
 
 Davide Del Popolo Riolo (D.D.P.R): Nato ad Asti nel 1968, è laureato in Giurisprudenza e vive da decenni a Cuneo, dove lavora come avvocato. Appassionato sin da bambino di fantascienza e storia, ha unito questi interessi con il romanzo cui ha esordito come scrittore nel 2014, De Bello Alieno, con cui ha vinto il premioOdissea e il premio Vegetti. Con i romanzi di fantascienza successivi Non ci sono dei oltre il tempo ha vinto il premio Kipple, con Ubermensch è stato finalista al premio Urania e ha vinto il premio Italia e con Il Pugno dell’Uomo ha vinto il premio Urania ed è stato finalista al Premio Italia.Suoi racconti, sempre di fantascienza, sono stati pubblicati sulle principali riviste del settore (comeRobot e Andromeda) e in due antologie edite da Urania. Con il racconto Erasmo ha vinto il Trofeo Cassiopea e con Breve manuale di conversazione con i morti il premio Viviani.
 
Diego Rossi (D.R.) : Mi chiamo Diego Rossi, sono un fisico e un appassionato di fantascienza, mi piace leggerla, immaginarla e provare a raccontarla. Il mio primo romanzo di fantascienza si intitola Encelado ed è disponibile su Amazon

Marco Crescizz (M.C.) : classe 1983 è laureato in psicologia. È stato finalista al Premio Robot e col romanzo “Brandelli d’Italia” Delos Digital Fantascienza è stato finalista al Premio Odissea e al Premio Italia. Ha pubblicato diversi racconti in varie antologie e la novella di fantascienza umoristica “Alieni Coprofagi Dallo Spazio Profondo” per Vaporteppa. Il suo ultimo romanzo è un horror uscito per Acheron Books collana Vaporteppa e si intitola “Venezia Metal”.
 
 Alfonso F. Dama (A.F.D.): nato a New York il 7/5/1961. Finalista al premio Alberto Tedeschi per il giallo Mondadori con “Delitto in ascensore” e al premio Urania del 2018 con “Melma” (Titano: fuga dal limbo) che fa parte di una trilogia iniziata con “Le realtà oscure”. Vincitore del premio per la letteratura internazionale Dominium e autore del romanzo “Il canto delle lucciole” che diede vita all’omonimo musical. Ha scritto e pubblicato romanzi di fantascienza, racconti e novelle horror, e sceneggiature di fumetti per alcune delle testate storiche più prestigiose del panorama italiano
 
Linda De Santi  (L.D.S.) :Linda De Santi è nata vicino a Pisa nel 1985. Appassionata di fantastico, nel 2017 ha vinto la prima edizione del Premio Urania Short di Mondadori con il racconto Saltare Avanti e nel 2019 ha vinto il Premio Robot con il racconto Cornucopia. I suoi racconti sono apparsi su numerose antologie e riviste, tra cui Distòpia di Urania Mondadori, Ipotesi per Fibonacci di Comma22, Il fiore della quintessenza di Ali Ribelli, W.o.W - Women of Weird, Prisma 2 e Human/ di Moscabianca. Nel 2021 è uscito il suo racconto BeautyMark nell’antologia in inglese European Science Fiction #1 di Future Fiction.
Laureata in Lettere, lavora nel campo del marketing, ma approfitta di ogni momento libero per scrivere e soprattutto leggere. Fa parte della redazione di Specularia, una rivista online di speculative fiction

Giacomo Festi (G.F.) : Nasce a Rovereto (TN) nel 1990 e si diploma all’Istituto d’Arte. Dopo le superiori segue il corso di sceneggiatura all’Accademia di Comics di Torino.
Ha collaborato alla creazione del progetto The Googes per il magazine del programma Mediaset Mistero, per poi dedicarsi interamente alla narrativa. Insieme a diversi racconti per altrettante antologie, ha pubblicato i romanzi Storia di uomini invisibili, Doppio singolo, Vita da scarabocchio, La strana indagine di Thomas Winslow, Un giorno di ordinario narcisismo e EXCURSUS VITAE. Gestisce il blog di cinema Recensioni ribelli.
 
 
Silvia Treves (S.T) Biologa, Silvia Treves ha insegnato per alcuni decenni Scienze e Matematica nella scuola secondaria di primo grado; pubblica recensioni per il periodico on line LN-Librinuovi, ha scritto racconti per le antologie ALIA e ALIA Evo – di cui è anche co-curatrice. Per Delos Digital, ha partecipato all’antologia Assalto al Sole, pubblicato il racconto lungo Margine di incertezza e curato, insieme a M. Caterina Mortillaro, l'antologia DiverGender. 
 
 Valeria Barbera (VB): napoletana, autrice, editor e writing coach, ha pubblicato il romanzo Eroe in prova (Delos Digital, 2015), e racconti su riviste quali Urania e Robot, su Il Cittadino e in antologie di vari editori, tra cui Mondadori, Perrone, Kipple, Dbooks.it, Galaad, Delos Books. Dal 2012 cura il suo universo narrativo Nooverse, dedicato alla coscienza collettiva. Ha vinto il Premio al Lettore di Fantascienza ed è stata finalista di vari premi del fantastico, tra cui il Premio Robot, il Premio Hypnos e il Premio Italia. Ha fatto parte della giuria del Premio Vegetti e della pregiuria del Premio Urania. È redattrice del portale Fantascienza.com e collaboratrice di Andromeda - Rivista di Fantascienza. È presente sui maggiori social con il nickname Recenso. Il suo blog autrice è www.recenso.com
  
 Maurizio Cometto (M. Co)  è nato a Cuneo nel 1971.
Nel 2011 ha pubblicato per le edizioni Il Foglio Cambio di stagione, romanzo per istantanee di realismo magico, inserito da Mangialibri nella lista dei migliori quindici libri italiani usciti nel 2011. Nel 2019 sempre per le edizioni Il Foglio ha pubblicato Magniverne, raccolta di racconti weird. Con l’editore Delos Digital, nella collana Odissea Fantasy, ha pubblicato il ciclo fantastico in cinque romanzi Il libro delle anime, il cui quinto e ultimo titolo, Il Grande Sogno, uscirà a breve. Sempre per lo stesso editore ha curato l’antologia collettiva di realismo magico La boutique degli incanti, in uscita nella primavera del 2022. Laureato in Ingegneria Meccanica, vive a Torino.
 
 
 Romina Braggion (R.B) Autrice di fantascienza con una predilezione per il solarpunk, Romina Braggion si occupa di comunicazione per un paio di aziende. Nel tempo libero cura il suo blog Diario di ErreBi in cui parla di fantascienza, meglio se italiana, e porta avanti un progetto di condivisione della memoria delle scrittrici: La metà del mondo. Il suo primo racconto è stato pubblicato a febbraio 2020 nella collana Futuro Presente di Delos Digital col titolo La compagnia perfetta. La storia Nero assoluto è inclusa in Assalto al Sole, la prima antologia solarpunk di autori italiani, uscita a settembre 2020 per i tipi di Delos Digital. Da gennaio 2021 è co-fondatrice del sito Solarpunk Italia. Il suo ultimo racconto, Memorie di una ragazza interrotta, uscito alla fine di aprile 2021 per Delos Digital, fa parte della collana Atlantis curata da Ricciardiello. Altri suoi racconti sono usciti per Tabula Fati: Uno per quattro, la rivista Robot: Indietro e avanti, il blog Zest Letteratura sostenibile: Regina di fiori e in contest letterari online
 

Massimo Citi (Ma. C.) ha dedicato gran parte delle propria vita a fare il libraio, episodicamente tentando di diventare uno scrittore. In questa veste (fraudolenta) ha pubblicato alcuni racconti in varie antologie e alcuni romanzi. Appassionato di fantastico e di fantascienza ha curato con Silvia Treves le varie edizioni delle antologie Fata Morgana, ALIA e ALIA Evo   Blog: http://fronteretro.blogspot.it//

22 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Un lavorone come sempre.
Certo che la letteratura fantastica risente un po' degli eventi degli ultimi due anni. Nel senso che la realtà ormai l'ha superata :-(

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Superata ed anche distanziata. Mai avrei pensato al covid o alla guerra in Ucraina. :(

Luz ha detto...

Mi congratulo con tutti, in particolare mi sono piaciute alcune risposte di Massimo Citi.

Nick Parisi. ha detto...

@ Luz
Grazie, anche da parte di @ Massimo Citi.

Massimo Citi ha detto...

Grazie a Luz per l'apprezzamento. E a Nick per la sua squisita precisazione.

Nick Parisi. ha detto...

@ Massimo Citi
Grazie a te per aver partecipato all' intervista.

Bibliotecario ha detto...

Intervista impeccabile ed interessante, complimenti per l'ottimo lavoro Nick, ed un grazie per la disponibilità a tutti gli autori che si sono prestati.

Nick Parisi. ha detto...

@ Bibliotecario
Se le forze mi sosterranno questa potrebbe essere una iniziativa che ripeterò tutti gli anni, magari coinvolgendo di volta in volta autori diversi. Penso che potrebbe darci tante soddisfazioni. Rigiro i tuoi complimenti a tutti gli autori, sono certo che ne sarannofelicissimi

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Ottimo lavoro, i miei complimenti.

Nick Parisi. ha detto...

@ Cavaliere Oscuro del web
Grazie!

Caterina ha detto...

Ti faccio i miei complimenti, Nick. Davvero una bella intervista e mi congratulo con tutti gli autori. Spero che il genere fantastico possa avere più spazio, anche se con gli eventi degli ultimi due anni, la strada è sempre più in salita. Il genere fantastico in Italia non ha mai preso davvero il volo, anche per una questione culturale, lo abbiamo sempre ingiustamente bollato come un genere inferiore agli altri. Io stessa mi sto interessando al genere solo negli ultimi anni e ti dico che quello che ho letto è solo straniero. Comunque mi sono segnata i titoli di alcuni autori che hai intervistato e che mi hanno colpito, andrò a cercare i loro libri. Grazie Nick, buon fine settimana.

Nick Parisi. ha detto...

@ Caterina
Purtroppo da noi il fantastico e la fantascienza in primis sono sempre stati considerati come narrativa di serie B o perfino Z. Solo di recente ci stiamo liberando da questo limite ma la strada da fare è ancora lunga. Purtroppo.
Buona domenica Caterina.

Mirtillo14 ha detto...

Che bel lavoro che hai fatto !! Immagino che non sia stata una cosa semplice intervistare tutti questi autori, ai quali faccio tutti i miei complimenti per il genere fantastico che trattano. SAluti e buona domenica.

Nick Parisi. ha detto...

@ Mirtillo14
È stato un tour de force più che altro il mettere insieme il tutto. Per fortuna gli autori si sono dimostrati tutti molto disponibili ed entusiasti dell'iniziativa. 😄 Un grande saluto e buona domenica anche a te.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Davvero straordinarie queste interviste, da rileggere perchè ogni volta ci si coglie uno spunto di riflessione nuovo che non si era visto nella lettura precedente.

Nick Parisi. ha detto...

@ Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Scrivere interviste e riuscire a portarle in porto è una cosa che ancora mi diverte, ultimamente non sono stato molto fortunato, stavolta però si è ne sono felicissimo.

Mariella ha detto...

È stato un lavoro ottimo e sicuramente laborioso ma credo sia premiato dalla qualità degli intervistati che non si sono affatto risparmiati nel rispondere alle tue domande sempre importanti.Le riflessioni sulla vita, sullo loro background (anche simile al mio che sono cresciuta con Calvino e i fumetti di Bonelli) mi hanno conquistato. Bravissimi tutti, prenderò spunto dai loro libri e autori preferiti per leggere qualcosa che non conosco come ad esempio "Memorie di un colonnello di soldatini” di Alessandro Forlani. E mi sono segnata i libri di alcuni da inserire nella mia wish list.Grazie a tutti e soprattutto a te Nick sei bravissimo. Un abbraccio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Mariella
E' stato davvero molto laborioso, per fortuna gli intervistati hanno regalato tutti quanti delle belle risposte, mi fa estremamente piacere che siamo riusciti a darti dei suggerimenti di lettura, spero che i libri che hai segnato ti diano dei bei momenti e delle piacevoli sorprese.
Ricambio volentieri l'abbraccio.

Pia ha detto...

Buonasera carissimo Nick.
È stato molto complicato per me leggere tutto quindi immagino la fatica che tu abbia fatto nel realizzare questo bellissimo post.
Il genere Fantasy e tutti i suoi derivati mi hanno sempre affascinato. Oggi però sembra molto più elaborato e le idee che un tempo erano semplici, oggi hanno una pesantezza che a me non piace. Voglio essere sincera, per me è così.
Però ho apprezzato molto questa tua intervista che mette a confronto diversi autori. Complimenti a tutti per come hanno risposto alle tue valide domande e per la loro grande sincerità e cultura.
Ci sono stati ottimi punti di vista personali sul sistema del racconto di fantasia e quel che mi ha colpito è il fatto di come le ambientazioni oggi vogliano prendere dalla società in cui si vive. Non più seguendo stereotipi stranieri ma attingendo dalle nostre tradizioni. Ce ne sono di cose da tirar fuori e raccontare ispirandosi al nostro popolo, alle nostre famiglie e ai nostri luoghi. Storie affascinanti tutte italiane. 😉
Mi fermo qui e ti ringrazio. Buona serata. Ciao.

Obsidian M ha detto...

Nel caso ce ne fosse stato bisogno ecco la prova di come Nocturnia sia un polo fondamentale nell'ambito della narrativa fantastica del nostro paese. Ti è bastato un timido appello su un social ed ecco servito un post chilometrico con nomi tra i più significativi del genere. Complimenti, davvero, per questo e per tutto ciò che ha portato a questo.
Un giorno mi dirai quanto ci hai messo ad impaginare il post, scegliendo colori diversi per ogni paragrafo... ^_^

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M.
In effetti è stata una bella soddisfazione, in quanto però all' impaginazione....Diversi giorni e numerose bestemmie, credo di averne anche inventata qualcuna di nuova. ^_^

Nick Parisi. ha detto...

@ Pia
N
Volevo realizzare questa intervista da tanto tempo.È stato bellissimo ma faticosa, faticosa ma bellissima. Hai ragione ne escono fuori tantissimi punti di vista interessanti e mi fa piacere che tu l' abbia notato. Grazie a te e buona serata.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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