Giorni convulsi, mentre sto preparandomi ad alcune scelte, anche dolorose. Ho comunque deciso di fare un eBook dal mio ACCELLERANDO VERSO IL PRECIPIZIO, e finalmente i primi raccontini di FIGLI DELL'APOCALISSE sono in dirittura d'arrivo.
Sarà contenta la mia editors mascherata che a giorni se li vedrà arrivare.
Quindi questo sarà l'ultimo capitolo online prima della messa a disposizione- gratuita- del eBook. E tra le altre cose è quello di cui sono più soddisfatto. QUI i capitoli precedenti.
Dovrei parlarvi di tante altre cose, non ultimo un certo concorso collegato al Survival Blog, ma le ben note vicende personali, continuano a non farmi trovare abbastanza tempo per potermi dedicare a post più seri e corposi. Magari a giorni.
Nel frattempo, un non meglio identificato problema m'impedisce di commentare su alcuni blog della piattaforma Blogspot, ad esempio quelli di Angie; Ferru e Romina e parzialmente quello di liber@, mentre con altri della stessa piattaforma come quello di TIM non ho problemi. Probabilmente sarà un guasto del mio account. Stasera, magari cambierò qualcosa.
Magari darò l'addio al vecchio e abusato Nick per riappropriarmi del mio vero nome NICOLA PARISI, ma da qui a stasera faccio in tempo a ricambiare idea un centinaio di volte.
Preludio.
Due settimane. Questo è il tempo che mi ci è voluto per tornare.
O meglio tornare e, nel frattempo fare una serie di altre cose.
Ma devo andare con ordine. Subito dopo la liberazione dagli uomini dell'Armata
sono cominciati i dissidi nel gruppo. Un uomo, credo si chiamasse Marchesan, che era rimasto
ai margini dell'azione, ha cominciato quasi subito a dirmi che non avevo
nessun diritto a comportarmi da capo.
L’idiota mi ha praticamente fatto un favore volendo per sé la responsabilità
di tutte quelle persone: gli ho lanciato le chiavi del camion e ironicamente
gli ho fatto tanti auguri.
Per me ho preso una delle Jeep. Luca, suo padre, Maria ed Anna, la donna con
il neonato, sono voluti venire con me. Ovviamente ho portato Francesco e tutte
le armi: su questo sono stato categorico.
Gli altri sono andati con Marchesan. Ho scelto la Jeep perché il Camion è più
grosso e se il Capo vorrà vendicarsi, quel mezzo è più facilmente
individuabile.
Francesco ha pianto quasi tutto il tempo.
Poi ad uno spiazzo abbiamo trovato due Caravan fermi, e ho deciso di
abbandonare la Jeep per utilizzare quelli.
Ma non è stato facile. Il padre di Luca, Zoran il vecchio giostraio zingaro,
ha scassinato la serratura della prima roulotte, siamo entrati guardinghi con
le pistole in mano ...e siamo usciti immediatamente a vomitare.
Nel Caravan abbiamo trovato sette corpi: due uomini, due donne e tre
bambini, tutti morti, uccisi da colpi di pistola sparati alla testa. Uno dei
due uomini teneva ancora in mano l'arma. Erano due nuclei familiari? Forse un
padre aveva prima ucciso gli altri e poi si era suicidato lui. Ma gli altri
erano stati tutti d'accordo? O era stato un momento di disperazione di un
singolo? Sulle pareti ho trovato alcune scritte: DIO CI HA ABBANDONATO. NON CÈ
MISERICORDIA.
Non ho avuto il coraggio di prendere niente, ho lasciato tutto com'era. Sul
secondo Caravan, quello della seconda famiglia evidentemente, siamo stati più
fortunati, perché era vuoto.
Zoran si è occupato di travasare la benzina dalla Jeep al nostro nuovo mezzo
di trasporto. In silenzio abbiamo lasciato quel posto, la Jeep, il Caravan ed
il suo carico di morte.
Mentre guido Anna mi avverte che siamo a corto di latte e pannolini per
Francesco ed suo figlio.
Io però penso anche a mia moglie: devo trovare un modo per mettermi in
contatto con lei, prima che pensi davvero che io sia morto.
Devo trovare un portatile, una connessione.
Un tramonto rosso carminio annuncia la fine del primo giorno della nostra
fuga. I raggi del sole morente finiscono di dare un tono spettrale al panorama
circostante.
Rosso, il colore del sangue, il colore dei morti; e solo il Dio nel quale non
credo più da tempo può sapere se non ne ho visto troppo di sangue e di morte
attorno a me.
Frammenti.
Qualche giorno prima della fine dell'anno.
I giorni passano. Dormiamo a turno, chi non dorme guida o sta con le armi
pronte di fianco al guidatore. Dovremmo essere arrivati dalle parti di Verona;
conviene però stare alla larga dalla città, qui qualcuno ha dato di matto
pesantemente, c'è stato un tentativo di secessione finito male, molto male, e
quindi oltre ai soliti Gialli potremmo incontrare qualche sopravvissuto fuori
di testa, beh...più fuori di testa della norma dei sopravvissuti per lo meno.
Gli effetti della convivenza forzata si fanno sentire, ma di certo non nel
senso che avrei immaginato: ieri ho sentito Maria che diceva a Luca che per la
sua età bacia piuttosto bene e lui di rimando le ha risposto ridendo che è
disposto ad imparare anche a fare di più.
Zoran intelligentemente fa finta di non vedere che il proprio figlio sta
cominciando una qualche sorta di avventura con una ragazza molto più grande di
lui. Questa cosa non mi riguarda; il problema è che anche Anna comincia a far
notare la sua presenza in maniera non sempre "garbata" attorno a me. Proprio
stamattina mentre ispezionavamo una farmacia abbandonata dalle parti di
Sommacampagna in cerca di pannolini e latte in polvere, mi ha passato una
scatola di preservativi chiedendomi se non avevo voglia di provarli. Per
fortuna le urla di Zoran hanno fatto cadere la cosa da sola.
Siamo corsi fuori e Zoran continuava ad urlare per avvertirci che un
gruppo di Gialli si stava avvicinando. In questi giorni le temperature si
stanno alzando, quindi i mostri tornano ad essere più attivi.
Quelli che ci stavano attaccando sono in quattro: tre li abbiamo abbattuti
subito, ma il quarto, che in un’altra vita doveva essere un prete perché ha
ancora in dosso brandelli di paramenti sacri sporchi di sangue, ha cominciato
ad urlare. Mi ha fatto ricordare quello di cui hanno scritto altri blogger: i
Gialli strilloni, quelli che allertano gli altri mostri sulla presenza di
gente.
Urlo agli altri di tornare subito nel Caravan, di tenersi pronti a mettere in
moto. Mentre rientro anch'io, attorno a me ci sono decine e decine di Gialli.
Il Giallo-prete sembra ridere, i suoi occhi itterici e pieni d'odio sembrano ridere di
noi: così gli ficco una pallottola proprio lì in mezzo. Faccio appena in tempo a salire dentro e a chiudere la porta, proprio un istante prima che un infetto mi ghermisca.
"Parti!" urlo a Zoran. Anna mi aiuta a sprangare il portellone. Fuori i
Gialli premono, premono, premono... poi finalmente, quando non ci contavo più,
Zoran riesce a far muovere il Caravan. Io ed Anna cadiamo per terra, lei
addosso a me, e sento qualcosa di pesante nel suo giubbotto che mi colpisce il
mento.
Non so come, distanziamo i mostri. Francesco e l'altro neonato, che dormivano
tranquilli, si svegliano e cominciano a piangere. Non so come questo suono
così insistente, così normale, mi fa venire da ridere.
"Tutti bene, nessun ferito? chiedo a tutti. La risposta è affermativa. Poi
mi rivolgo ad Anna “Grazie per l'aiuto, te ne devo una".
Mi sorride maliziosa "Se è per questo me ne devi due, e belle grosse anche,
guarda cosa ho trovato nella Farmacia."
E con mia grossa sorpresa, si sbottona il giubbino e mi mostra un portatile.
"Se troviamo una zona dove la connessione funziona puoi provare a metterti in
contatto con tua moglie."
Mi sembra triste, ma nonostante tutto mi fa l'occhiolino, poi si gira e va a
vedere i neonati.
Schegge.
Da qualche parte vicino Padova, ultimo giorno dell'anno 2015.
È l'imbrunire. Comincia a piovere. Ma lì dove sono rintanato non sento la
pioggia. Per ore i miei occhi hanno assorbito dal portatile tutte le
informazioni che in due settimane mi ero perso. Ma la cosa più bella, ed al
tempo stesso più straziante, è stata riuscire a parlare con Venusia. Non è
stato facile convincerla che io sono veramente io.
"Sai, lo stesso giorno che sei sparito tu, ho scoperto un paio di uomini in
mimetica che osservavano la villa. Gli ho sparato addosso, la ragazzina che
abbiamo salvato mi ha aiutato a fare più rumore possibile. Le urla dei cani
hanno fatto il resto. Si sono ritirati forse perché convinti che dentro la
Villa ci sono molte più persone, non solo io e la ragazzina."
"Torneranno Ven, prepara le tue cose, verrò a prenderti. Non siamo più sicuri
alla Villa."
Parliamo ancora un po’; la ragazzina che abbiamo salvato sul Brenta, non
dimostra segni di contagio e questa è la notizia migliore. Dopo la mia partenza
ha cominciato a fidarsi di Venusia e a parlarle. È venuto fuori che si chiama
Olessea e che la famiglia è di origine Moldava. I suoi genitori e la sorella
sono stati catturati, in una spedizione precedente, dagli stessi miliziani in
divisa che hanno catturato me ed i miei compagni.
Non svelo a mia moglie cosa ho intenzione di fare, né la mia esatta posizione,
così come non la svelo a voi che mi state leggendo adesso. Dove sto ora sono
ragionevolmente al sicuro, quindi non voglio che qualcuno che non dovrebbe
possa venire a conoscenza della località precisa.
Certo se vorrete potrei provare a raggiungervi o a contattarvi. Con alcuni di
voi, come Ferru o il Vampirologo, potremmo esserci vicendevolmente d'aiuto,
mentre più difficile sarebbe arrivare alla costa Tirrenica ed unirsi allo
Spadaccino.
In queste ore, dopo aver chiuso la comunicazione con mia moglie, mi sono letto
tutti i vostri post di queste ultime due settimane e sono venuto a conoscenza
dei piani di Alex per raggiungere gli inglesi a Milano. Sono contento del fatto che siate ancora vivi; so anche che molti di voi sono allo stremo, così come so che altri di voi cercheranno di raggiungere Alex a Milano. La cosa interessa anche me, ma
cosa potrei offrire io ai Britannici?
E poi ho passato due settimane d'inferno tra Lombardia e Veneto per tornare in
Riviera del Brenta, non so se avrei la forza di tornare indietro ancora una
volta. Ancora.
Ed infine c'è l'Armata.
Se ho postato adesso parte della mia storia è anche per avvertirvi. Da
qualche parte nella Pianura Padana c'è un uomo chiamato il Capo ed esiste un
luogo chiamato il Centro. Ci sono ancora Miliziani che girano e, credetemi, non
è gente piacevole da incontrare.
Io domani uscirò, andrò a riprendermi mia moglie; con lei poi deciderò il da
farsi. Nella buona e nella cattiva sorte ci hanno detto un giorno... beh
finora, in questa storia, è stato nella cattiva sorte ma non è dipeso da me.
Potremmo anche decidere di rimanere in questo rifugio segreto. Del resto, come, i Gialli non saranno eterni.
Ora chiudo. Senza che me ne accorga si è fatta mezzanotte. L'ultimo giorno
dell'anno 2015 è appena terminato.
Da qualche parte qui vicino un lupo comincia ad ululare.
FINE