I Registi Federico Greco e Roberto Leggio chiamano in Italia una Troupe
proveniente dagli USA per girare un documentario su una misteriosa lettera che
documenterebbe un viaggio compiuto in Italia dallo scrittore H.P. Lovecraft.
David, il capo del gruppo accetta con entusiasmo l'incarico, desideroso
di verificare le possibili influenze delle tradizioni polesane con le loro storie di uomini-pesce sull'opera di H.P.L.
David ha letto anche la Tesi di Laurea del giovane Andrea Roberti, che per
primo ipotizza questi rapporti.Dopo una prima tappa a Venezia il gruppo si dirige a Loreo
nell'entroterra Veneto . Al loro arrivo però scopriranno che Roberti è misteriosamente
scomparso dopo aver registrato una bizzarra cerimonia contadina.
In più gli abitanti del Delta del Po non si dimostreranno molto desiderosi di colla-
borare con"la gente venuta da fuori". Tra antichi riti officiati da misteriose
confraternite e leggende con troppe verità il viaggio
si rivelerà una discesa verso l'incubo sullo sfondo del grande fiume.
Alla fine sarà solo una cassetta girata dalla fidanzata del
ragazzo scomparso a svelare in parte il Mistero.
...E contentè la mama...e il papà ancora...fe un bon sugnin\ che l'è quasi ora
....e contentè la mama...e il papà ancora...fè un bon sugnin \ che l'è quasi ora
La cifra stilistica del film è tutta qui nella sigla iniziale, con la grafia Lovecraftiana che si trasforma in una mappa del Polesine mentre in sottofondo una voce femminile canta ipnotica la
Ninna Nanna della madre Morta, una più belle tra le probabili storie del Filò pervenute fino a noi; del resto, come dicevo ieri i protagonisti della storia sono proprio lo scrittore statunitense, il fiume Po e le vecchie leggende della zona.
Certo l'operazione è anche furba, ha padri illustri. C'è il tono finto documentaristico alla BLAIR WITCH PROJECT ma anche le inquadrature sghembe, nonchè l'amore per una terra ( e per un genere) tipici del
Pupi Avati prima maniera.
Greco & Leggio qui nel ruolo di sè stessi si ricavano un ruolo sullo sfondo lasciando il
campo libero a
Roberto David Purvis che fornisce una recitazione lucida, paranoica e nervosa, quasi ossessionata.
Nel film sono mescolate scene prese dal
documentario IPOTESI DI UN VIAGGIO IN ITALIA, scene tagliate dallo stesso e anche parti rigirate ex-novo con Attori professionisti.
Segnalo ad esempio nel ruolo della fidanzata dello scomparso Andrea Roberti una giovanissima Valentina Lodovini, qui lontana anni luce dalla solarità di BENVENUTI AL SUD. mentre in un altra scena compare quel simpaticissimo marpione di
Carlo Lucarelli che mima una delle sue indagini stile BLU NOTTE.
Tutto il film è condensato in ottantasei minuti che dovrebbero rappresentare una selezione degli oltre undici giorni di girato del Documentario precedente, preso a dimostrare la teoria che H.P.Lovecraft si sia basato per la creazione dei suoi
Miti di Cthulhu almeno in parte sui
Filò, le antiche leggende narrate attorno ai fuochi invernali dai Contadini del Polesine.
Niente è però lasciato al caso, dal titolo stesso ROAD TO L, con la
L. che può indicare tanto
Lovecraft, quanto Loreo, la cittadina destinazione del viaggio ed epicentro della storia tanto rimandare a un più banale e prosaico
Hell.
Inferno.d
Ed in fondo
ROAD TO L altro non è che la cronaca di una lenta discesa verso l'incubo.
Dalla iniziale finta solarità di Venezia e la sicurezza delle prime indagini dentro la
Biblioteca Marciana infatti si svolta subito verso le atmosfere malsane di piccole comunità.
Talmente isolate da risultare chiuse nei loro segreti.
I LIMITI.
Detta così sembrerebbe la solita trama già vista praticamente nel 90 % dei film horror e
in parte è così.
Dentro al Camper in cui viaggiano i cineasti assistiamo ai soliti clichè del genere, con una degenerazione dei rapporti e delle dinamiche interne al gruppo fino alla rottura di tutti gli equilibri. Si ha la sensazione quindi di trovarsi davanti a qualcosa di già visto centinaia di volte, addiri,ttura già dai tempi de UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA, e, in alcune fasi non si riesce (almeno io non ce l'ho fatta) a liberarsi dell'alone dello stereotipo, del già visto.
I PREGI.
Eppure
Federico Greco se la gioca bene, il mestiere lo conosce e dimostra di amarlo. In particolare le parti ambientate sul Delta con i suoi scenari di disfacimento,con le comunità abbandonate a sè stesse ; con i ruderi di abitazioni sopravvissute alle varie alluvioni hanno un certo fascino.
la
Loreo descritta nel film è veramente simile alla
Innsmouth di Lovecraft. Così come c'è almeno una scena che da sola vale tutto il film e mi riferisco alla parte in cui
David Purvise soci registrano per caso la
Ninna nanna della Madre morta, mentre compiono delle riprese all'interno di un paese abbandonato.
Il film riesce a dimostrare come si possa ancora oggi creare un discreto film di genere nel nostro paese con una ricetta semplicissima cioè sfruttando il folklore regionale Italiano.In questo caso non solo i Filò ma anche le casistiche degli avvistamenti avvenuti proprio sulle rive del Po in anni recenti del cosidetto
Homosaurus (altra creatura simile agli
Shoggot Lovecraftiani.)
Ma alla fine quello che ho apprezzato di più, da appassionato di
Lovecraft, è la fedeltà di fondo, nonostante alcuni dei limiti di cui ho parlato più su, è la fedeltà di fondo all'Universo dello scrittore di Provvidence ( anche se non tutti saranno d'accordo con me,
ma come sempre le vostre impressioni saranno le benvenute).
,
Il film si chiude con un finale volutamente aperto, quasi come se
Greco, volesse lasciarci con un ultimo saluto, sta allo spettatore decidere se si tratta di uno sberleffo o un avvertimento sulle
infinite cose che ancora non conosciamo del mondo che ci circonda.
E naturalmente gli spettatori si sono divisi in due fazioni, e in un certo senso è anche giusto così.
Alla fine però una cosa è sicura: ROAD TO L, per molte persone, si è ritagliato un piccolo Status di film Culto.
E anche in questo senso è giusto così.
ALCUNE CURIOSITA'.
- A quanto pere esiste una versione internazionale in cui la voce di H. P. Lovecraft è stata affidata all'Attore
Robert Englund(l'unico vero e grande Freddy Krueger).
- Nel 2005 è uscita in allegato a
MARTIN MYSTERE una versione a fumetti scritta da
Alfredo Castelli e disegnata dagli
Esposito Bros. la storia però si discosta in alcune parti dal film fornendo un finale diverso, vengono inoltre date alcune risposte divergenti rispetto alla pellicola; una su tutte riguarderebbe il fenomeno dell'
Homosaurus: secondo
Castelli sarebbe infatti il risultato del solito esperimento sfuggito al controllo dei suoi creatori.
20 commenti:
grazie della recensione. molto accurata e appassionata. è raro.
:-)
federico
Ottimo lavoro Nick,mi hai messo voglia di recuperarlo:-)Il volumetto a fumetti non era malaccio ma il finale con spiegone era terribilmente posticcio...
@ federico.
Accidenti! Questa non me l'aspettavo...nel senso buono del termine. ;)
Grazie a te per aver apprezzato la rece.
Ciao. :)
@ Fra.
Il volumetto ha avuto il merito di aver fatto conoscere ROAD TO L. a un pubblico molto vasto, però in molte, troppe parti ha un adattamento diciamo un po troppo "libero", specialmente nel finale.
La libertà di adattamento è stata concordata per evitare che l'albo svelasse troppo della trama e così danneggiasse l'uscita del film. Soprattutto chiedemmo di riscrivere il finale, per lo stesso motivo.
Ma la sceneggiatura dell'albo è tutta di Castelli.
Bella recensione! Come ho detto ieri, recupererò e guarderò :)
Molto interessante, direi assolutamente da vedere...
@ federico, grazie per questo particolare.
Ti dirò, venni a sapere dell'esistenza del film proprio grazie all'albo a fumetti, all'epoca non avevo internet e quindi in fondo è anche merito di quel fumetto se è nata questa recensione. Ammetto però che il finale del fumetto mi ha un po rovinato il resto.
Ma questo ovviamente è solo un mio parere personale.
Dì un po, io la butto lì, ti andrebbe una piccola intervista?
@Gianluca e Misia.
Spero che vi piaccia, fatemi sapere i vostri pareri.
Accidenti adesso mihai fatto venire voglia di vederlo... e lo sai che io 'sti film non li devo guardare... E adesso?
Grazie del suggerimento Nick, quando parli di queste cose sei trascinante :)
@ Michela.
Ho avuto una buona maestra. ;)
Ciao Nick. Hai ragione ma essendo uscito prima del film, non aveva senso avere un finale identico, soprattutto perché il finale del film è il cuore della storia (l'ambiguità su ciò che è vero e ciò che non lo è), mentre il finale del fumetto non lo è per il fumetto, che in alcuni passaggi si distanzia notevolmente dal film.
Da questo punto di vista Castelli e i fratelli Esposito sono stati completamente liberi.
Per l'intervista, quando vuoi.
:-)
@ federico.
Ti va di contattarmi a questa mail?
elricwolf@yahoo.it
Così ci mettiamo d'accordo.
Grazie intanto per aver apprezzato.
che meraviglia di post!! come al solito, sei insuperabile
@Liber@
Grazie mille, sono felicissimo che ti sia piaciuto.
Senti per il pagamento facciamo i soliti assegnini a fine mese. ;) Loool
A parte gli scherzi, ti ringrazio molto per aver apprezzato.
Nocturnia non avrebbe senso senza tutti voi.
Da appassionato di "cose lovecraftiane" ho già visto e apprezzato molto questo Mockumentary.
Molto particolareggiati e interessanti i tuoi post sul film.
@ Edu.
Sapevo che lo conoscevi già! Del resto tu stesso ne hai parlato tempo fa. ;)
Ciao vecchio horror-fan.
Molto bravo, Nick. Hl letto il tutto oggi con grande piacere. Ottimo lavoro, mi è piaciuta molto l'idea di dividerlo in due parti, si respira un certo gusto per la "serialità" che riporta al racconti di "Werid Tales". Gajardo. Ciaoooo!
Si, va bè, "Weird".
@ Belushi.
Grazie per aver apprezzato. L'idea di dividere il post in due parti é nata dall'esigenza di dover separare la parte del Documentario dal film vero e proprio.
Ciaoooo.
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