Mathieu Durey, comandante della Squadra Criminale di Parigi, apprende del tentativo di suicidio del suo collega ed amico Luc. I due si conoscevano da anni, dai tempi in cui entrambi cattolici ferventi frequentavano il seminario. Le indagini di Mathieu portano ad una sorprendente risposta: Luc Sobeyras stava indagando sull'omicidio di una donna seviziata secondo un macabro rituale, dalle implicazioni quasi demoniache. Ossessionato dalla vicenda Mathieu scopre l'esistenza di delitti simili compiuti in diversi paesi europei. Per poter trovare nuove prove il poliziotto compirà un lungo viaggio dai bassifondi di Parigi fino alla Svizzera, da Milano fino alla Sicilia passando per gli splendori del Vaticano, ma il percorso più importante lo dovrà compiere dentro sé stesso e attraverso le proprie convinzioni fino a quel momento considerate inamovibili.
Forse arriverà anche l'amore nei confronti di Manon, una ragazza legata a doppio filo con tutta la vicenda, forse arriveranno risposte, sicuramente nuove sofferenze.
E tutto questo condurrà Mathieu sulle tracce della sinistra Setta degli Asserviti e dei Senza Luce i cui membri sembrano essere accomunati da un inquietante particolare: tutti hanno affrontato un coma nella loro vita ,ed hanno vissuto un'esperienza di "pre-morte" che li ha cambiati per sempre perché per tornare tra i vivi hanno stretto un patto con il diavolo.
In confronto a qualche mese fa devo dire che, purtroppo, sto leggendo molto poco per tutta una serie di motivi, oltretutto per una strana combinazione le ultime mie letture sembrano non appartenere ad un solo genere ben definito, ma risultano invece essere ibridi , romanzi o fumetti in cui l'autore effettua un meticciamento tra i generi.
Che i miei gusti stiano cambiando?
Fatto sta che anche questo IL GIURAMENTO fa parte di questo gruppo di nuove letture: stiamo parlando di un libro che ad una prima superficiale impressione potrebbe essere considerato indubbiamente un Thriller , ma che leggendolo bene si svela essere anche un romanzo carico di riferimenti esoterici ed orrorifici, ed infine si dimostra alla fine della lettura come un opera letteraria dove il polar ( come i cugini francesi definiscono il poliziesco ) diventa solo una occasione per effettuare un analisi fredda e spietata sull'animo umano.
Ma IL GIURAMENTO è anche un romanzo sulla religione, sui modi di intenderla, di viverla, sulla natura del male.
Il tutto condito da una tecnica narrativa decisamente superiore alla media, con uno stile mai noioso, anzi continuamente serrato che testimonia la ormai raggiunta maturità narrativa del suo autore Jean-Christophe Grangè.
Grangè, autore quasi venerato in patria al punto di essere definito dalla stampa transalpina come " lo Stephen King francese"* (definizione questa data abbastanza con leggerezza dal momento che le uniche cose che uniscono i due scrittori è quella di essere autori di best-sellers e la ventura di essersi visti i propri libri trasformare in film che non sempre rendono giustizia all'opera originale ) con questo romanzo costruisce una solida opera con diverse chiavi di lettura.
Il maggiore punto di forza dell'autore transalpino sono però i personaggi: Mathieu Durey è sì un poliziotto però è un poliziotto dalle caratteristiche quasi ascetiche. Un uomo che, a causa della sua fede, vive il suo lavoro come se fosse una missione,un obbligo religioso annullando spesso sé stesso, i suoi bisogni e le sue aspettative.
Sarà proprio il tentativo di suicidio del suo amico Luc Soubeyras a sconvolgere le sue convinzioni, a ossessionare l'uomo, un cammino che il lettore condivide passo dopo passo nel mentre Durey gira per le strade europee in cerca di risposte. In questo Matt e Luc rappresentano i due volti della stessa medaglia, due ossessioni complementari, ognuno dei due legato all'altro in maniere impreviste ed imprevedibili.
Grangè dimostra anche di saper costruire il clima di tensione pagina dopo pagina, fino a raggiungere il culmine con la creazione del personaggio di Manon e con la Setta degli Asserviti e dei Senza Luce, uomini e donne accomunati da un terribile trauma: tutte persone risvegliatesi da un coma con esperienze di "pre-morte" in grado di cambiarli per sempre avendo visto non la luce, non la presenza divina bensì il diavolo.
Particolare che in mano ad uno scrittore meno talentuoso o meno "scafato" (fate voi ) di Grangè avrebbe fatto scivolare il romanzo verso abissi di ridicolo, ma che invece in questo caso particolare risulta l'occasione per poterci interrogare noi su quali siano le "nostre " risposte, le "nostre " convinzioni etiche.
Sarà il lettore infatti a fine del libro a decidere la quale sarà la natura del Male presente nel libro: se il diavolo del romanzo esiste veramente a livello fisico, se è solo una manifestazione spirituale o se si tratta di un unico immenso imbroglio umano.
Molto belle anche le parti dedicate dall'autore anche al viaggio italiano compiuto dal protagonista, quando gli scrittori francesi (come anche gli sceneggiatori di fumetti o i registi di quella nazione ) descrivono il nostro paese il rischio stereotipo spesso risulta dietro l'angolo, Grangè invece dimostra di conoscere bene e di rispettare la realtà italiana, personalmente mi hanno divertito molto le continue citazioni di Diabolik o di Cavour e le descrizioni di Catania alle prese con l'eruzione dell' Etna sono tra le pagine più belle e descrittive di tutto il romanzo.
Tutto perfetto?
Ovviamente no, ci sono alcuni momenti in cui la vicenda sembra incanalarsi dentro un loop narrativo, altri in cui l'ossessione di Durey sembra perfino eccessiva ma sono pochi per fortuna, quasi esiziali al punto che leggendo non mi sono nemmeno accorto delle 682 pagine di cui è composto il romanzo.
Una lettura da consigliare?
Direi proprio di si.
NOTE:
Questo IL GIURAMENTO è stato pubblicato con grande successo per la prima volta in Francia nel 2007 col titolo Les Serment des Limbes, mentre in Italia è arrivato l'anno successivo grazie a Garzanti, attualmente sono in circolazione nel nostro paese varie edizioni, quella in mio possesso, su cui ho effettuato la recensione è questa:
SuperPocket . Anno 2012
Pagine 682 Euro 6,90
ISBN 978-88-462-1131-6
IL GIURAMENTO ha ottenuto molte recensioni in rete.
Se volete approfondire vi linko la recensione scritta da Alex McNab nel suo vecchio BLOG e anche quella di TIM
* Per la cronaca, in quasi ogni paese esiste scrittore associato a King per la sua capacità di creare bestseller, in Germania esiste uno "Stephen King tedesco" indicato nello scrittore Wolfgang Hohlbein, in Russia uno "Stephen King russo " indicato nel Kazako Sergej Luk'janenko.
Secondo voi esiste un corrispettivo italiano? E chi potrebbe essere ?
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8 ore fa
15 commenti:
Senz'altro uno dei miei thriller preferiti di sempre.
Forse il miglior Grangé.
@ McNab
In questo momento di Grangè sto leggendo I Fiumi di Porpora che mi sta sembrando anch' esso molto bello ma che mi prende meno de Il Giuramento, quindi direi che si, Il Giuramento èfinora uni dei Thriller più belli che abbia letto finora.
vedo che siamo in simbiosi! anch'io ho sotto mano (come secondo libro) I fiumi di porpora! grazie anzitutto per la citazione. La domanda: esiste uno SK italiano? non ho le capacità per fare un'analisi del genere, ma penso che ogni scrittore viva in un'ambiente culturale e lo trasponga in ciò che scrive. Una volta, ad esempio, mi capitò di scrivere sul blog che leggendo Nunavut di Samuel Marolla mi sembrava di rivivere le atmosfere di King, ma si riferiva solo a quel racconto. E poi a me personalmente non farebbe piacere sentirmi dire: scrivi come King. Io vorrei scrivere come me stesso, non come un altro, per quanto famoso quest'altro possa essere. Di king ce n'è (o ce n'era!) uno e alla letteratura mondiale basta e avanza
@ TIM
La cosa non mi stupisce. I due romanzi sono forse i più conosciuti di Grangè quindi per me è stato quasi scontato dopo aver letto IL GIURAMENTO passare a I FIUMI DI PORPORA.
Riguardo allo SK italiano forse hai ragione, probabilmente alla maggior parte degli scrittori non piacerebbe essere paragonato ad un altro scrittore specialmente ad una presenza ingombrante come SK, tieni presente però che sono i giornalisti e gli editori a dare questa definizione per attirare i lettori: così è stato in Francia ed in Italia per Grangè così è stato in Russia con Luk'janeko e chi lo sa in quanti altri casi è avvenuto.
Ho in coda anche io il Giuramento ma non so quando lo leggerò. Non sei il solo ad averne parlato benissimo.
Al contrario di Tim, invece, penso che sia piuttosto un punto d'orgoglio sentirsi paragonati a maestri indiscussi di genere. Magari non proprio a King ma ogni credo che ad ogni artista\fan non spiaccia essere paragonato al suo idolo, no?
Per me in Italia il King de noartri potrebbe essere una rappresentante dell'altro sesso: Alda Teodorani. Magari lo stile è meno popolare ma il genere li accoppia alla perfezione!
mai letto, ma mi riprometto di farlo! riguardo la tua domanda, non so, avrei forse puntato, un tempo, su Faletti, ma ora non ne sono più molto sicura...beh, ma forse un certo NicolaParisi...... ;)
beh no, mi correggo e integro il commento di prima: Matteo Righetto e Matteo Strukul, i due geni di Sugarpulp, ti dicono nulla?
@ Eddy
Credimi magari d'estate IL GIURAMENTO potrebbe risultare una lettura indicata.
Alda Teodorani? Si, come Marolla indicato precedentemente da TIM potrebbe risultare una scelta giusta.
@ Donata
Ciao nipotuzza, Nicola Parisi?
E chi sarà mai costui? Lol
Grangè è notevole, in più di un senso e mi fa piacere tu lo abbia apprezzato. L'etichetta SK italiano francamente mi lascia perplesso, non amo molto certe indicazioni.
@ Angelo
Ho apprezzato veramente molto Grangè, perchè ho "sa" come scrivere e come tenere i lettori attaccati alla pagina. Il che di questi tempi, considerando i vari cani trattati da fenomeni letterari che affogano le librerie è già tantissimo.
Sullo SK italiano, dal momento che non mi piacciono queste categorizzazioni forzate effettuate da giornalisti e/ o editori è una domanda che ho effettuato giusto per divertivertita curiosità.
Molto interessante, anch'io ti leggo sempre molto volentieri...
Ciao Angie
@ Angie
Bene, ne sono contentissimo! :)
Ottimo articolo, Nick, invoglia a scoprire Grangè anche a quelli come me delusi dal film "I fiumi di porpora".
Il King italiano? E se fosse Evangelisti?
Fabio
@ Morbidi approdi
Ciao Fà!
E' i film non rendono giustizia ai romanzi di Grangè, spesso anzi li impoveriscono.
Evangelisti come SK italiano?
Potrebbe essere! ;)
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