DAVID BRIN: L'INTERVISTA COMPLETA!

Mi ci è voluto un po più di quanto avessi previsto, ma infine riesco a mettere online l'intervista con il due volte vincitore del Premio Hugo, nonché Premio NebulaDavid Brin, a causa degli impegni di tempo dello scrittore l'intervista sarà più breve del solito. Per fortuna il presskit dello scrittore ci è venuto in aiuto.
Ringrazio David  Brin per la sua gentilezza e per la sua disponibilità, è sempre bello scoprire come i propri miti letterari si dimostrino anche delle gran belle persone.

(For english version scroll down)

Nick: Ciao David, benvenuto su Nocturnia, tu hai cominciato come scienziato, tra le altre cose avevi ottenuto un dottorato di ricerca in Astrofisica, quando è che invece hai deciso di diventare uno scrittore ?



David Brin : Provengo da una famiglia di scrittori e  ho sempre pensato che questo avrebbe rappresentato il mio 'lato artistico' ... la maggior parte degli scienziati ne hanno uno. Sapevo che la scienza sarebbe stata più impegnativa della scrittura e  la rispettavo di più, attratto com'ero dal grande progetto dell'Illuminismo. Dopo tutto, ogni cultura ha avuto dei cantastorie, ma solo una ha sempre investito molto nella formazione di una miriade di investigatori coraggiosi per svelare ciò che è effettivamente vero, aldilà di tutti i nostri preconcetti. E in effetti, sono riuscito a contribuire con alcuni nuovi segmenti di conoscenza ... pur mantenendo intatta la mia passione per la arte.
Ah, ma a volte la vita prende una svolta. Il tuo passatempo può prendere il sopravvento e diventare la tua professione principale. Ero un buon scienziato e proseguo ancora il mio lavoro. Ma la civiltà sembra più interessata alla mia arte, ai racconti che gettano un diverso tipo di luce sulle trasformazioni che stiamo tutti attraversando. E chi sono io per discutere con la civiltà?


Nick: Come scrittore ti sei orientato sin  da subito nei confronti della fantascienza?

 David Brin:  La Fantascienza mi offre la libertà di cui ho bisogno per esplorare un mondo ricco di drammi e di trasformazioni. Tuttavia, spesso mi trovo a sostenere agli studenti di scrittura che il loro primo lavoro difiction dovrebbe vertere su caso di un misterioso omicidio. Oh, certo si può trattare di uno sci fi mistery, come il mio primo romanzo, SUNDIVER. Oppure si potrebbe aggiungere un filo di romanticismo o ambientarlo nel selvaggio west, o dell'antica Roma. Ciò che conta è che si dovrebbero seguire i modelli di trama e di struttura rivelatrice di un mistery.
Perché? Perché solo i mistery  esigono una totale disciplina della narrazione. Nessuna distrazione, nessuno stile artistico, nessun tipo di espedienti possono mascherare o compensare una cattiva narrazione. Tutto questo diventa evidente quando il lettore legge la soluzione di un mistery. Alla fine, il lettore sa se lo hai ingannato oppure no. E una volta che come scrittore hai imparato la lezione, non la potrai mai dimenticare.

Nick : Quali sono gli autori che ti hanno maggiormente influenzato come lettore e come scrittore?

David Brin: Sono cresciuto con Robert Heinlein e Robert Sheckley, successivamente sono passato a Aldous Huxley e a James Joyce, poi ho scoperto anche Vonnegut e Amis. Infine, nel momento in cui ho deciso di diventare uno scrittore, e ho riprenso contatto con i ritmi cristallini, quasi tribali di Poul Anderson.
Ma se vuoi sapere quale siano in assoluto i miei preferiti, questo dipende da quale  dei tanti "me" a cui lo si chiede. All'autore serio che è dentro di me, quello che osserva le più profonde tendenze umane, piacerebbe pensare che lui è stato influenzato da Huxley e Orwell.  Da Popper e Locke. Da Brunner, Sheffield e Wells. Gilman e Delaney. Shakespeare e Donne e Homer e Swift e Defoe.


D'altra parte, non riesco a scrivere più di una pagina di filosofia inebriante o  di speculazione sociale senza avvertire un prurito ... la voglia di  far saltare in aria qualcosa. O di far  avvenire qualcosa di eccitante. O qualcosa di divertente. Quando avviene questo mi rendo conto quanto io sia stato influenzato dagli scrittori che hanno reso la Fantascienza emozionante. Gente come Anderson o Zelazny, per intenderci.
Ma credo che quelli che venero di più siano quelli che semplicemente mi hanno lasciato senza parole. Quelli per cui mi risulta impossibile mettermi a scrivere o anche di alzarmi dalla sedia, perché qualcosa nella lettura di una storia perfetta mi ha lasciato sbalordito, cambiato. Credo che in quella categoria vadano inseriti Tiptree e Varley. Sicuramente Vonnegut al suo meglio. Shakespeare. E Philip K. Dick.
Idealmente, questi tre personaggi - il pensatore, intrattenitore e lo scrittore  -  possono andare d'accordo e collaborare. Collaborare nella realizzazione di un racconto che possa parlare al cervello, al cuore e all'adrenalina. Beh, quantomeno provarci.


Nick:  Dal tuo romanzo post-apocalittico THE POSTMAN, è stato tratto un film da Kevin Costner, qual'è la tua impressione sul film?

David Brin: THE POSTMAN era stato scritto come una sorta di risposta a tutti quei film e quei libri post-apocalisse, che sembrano trattare tutti il concetto della fine della civiltà. E' una storia su quello che diamo per scontato- e sul come disperatamente vorremmo perdere tutte le piccole e graziose cose che oggi ci uniscono l'uno con l'altro. E ' una storia su l'ultimo idealista che vive in un'America decaduta. Uno che non può lasciare andare un sogno che tutti noi, avevamo condiviso in passato. Che cerca di riportare scintille fede dimostrandoci che possiamo ricominciare, e forse anche diventare migliori di prima.
Il film  è stato fedele a questa visione? Ebbene, nonostante la presenza di alcune scene che possono essere definite solo come auto-indulgenti, o anche sciocche ... nonostante il fatto che non mi hanno consultato, nemmeno una volta ... Io comunque sono stato più contento  del risultato finale creato da Costner di quanto ne sia stato infelice del risultato finale. Anche se imperfetto, si tratta di un buon film - se riesci ad entrarci dentro. Si occupa (un po semplicisticamente) di questioni importanti ed è più fedele al cuore interiore del libro di quanto  io mi aspettassi in qualsiasi momento durante il lungo decennio prima della sua uscita nelle sale.  Il Postino di Costner è un uomo  decente, un ruvido idealista, non particolarmente coraggioso, che deve imparare in un modo difficile cosa sia la responsabilità e quello che significa essere un eroe. Il film è pieno di scene che trasmettono quanto profondamente ci mancherebbero le piccole cose ... e  anche quelle più grandi come la libertà e la giustizia. In realtà, il film comprende alcuni momenti intelligenti o commoventi a cui  vorrei aver pensato, quando scrivevo il libro.


Visivamente e musicalmente, Il Postino è bello come Balla coi lupi. Kevin Costner è sopratutto un cineasta , questo sono disposto a concederglielo.
Io avrei fatto le cose in modo diverso? Ci puoi scommettere! In un milione di modi. Ma io non ho avuto gli 80 milioni di dollari per farlo. E mantenendosi fedele al cuore del libro, lui ha guadagnato un po 'di margine di manovra quando si è trattato di raggiungere le menti. Comunque, la vita è piena di compromessi.  Io così preferisco cercare delle ragioni per rimanere soddisfatto delle cose.
Ad ogni modo puoi trovare la mia risposta completa a questa domanda da un altra PARTE. .


Nick: Il tuo ciclo più famoso è rappresentato dalla serie dell' Uplift ( trad. italiana : l'Innalzamento) Puoi raccontarci quali sono state le ispirazioni alla base di questa saga?

David Brin: Se non troviamo la vita intelligente nella galassia, allora potrebbe essere l'umanità a crearla. Potremmo inventare le nuove entità attraverso l'intelligenza artificiale. Potrebbe avvenire secondo il modo americano -, incoraggiando noi stessi a diversificarci sempre più verso  nuove direzioni, con nuove passioni eccentriche e punti di vista eccentrici. E, naturalmente, la diversità  si diffonde ogni volta che si aggiungono quelle nuove forme di vita intelligente che chiamiamo i nostri figli.
Poi c'è l'idea di creare altre specie con cui dialogare, attraverso alcuni cambiamenti nelle specie animali che già esistono intorno a noi.


Altri autori hanno puntato a questa idea in passato. Cordwainer Smith e Pierre Boulle e HG Wells.
IL PIANETA DELLE SCIMMIE  di Boulle  o THE FOOD OF THE GODS  e L'ISOLA DEL DOTTOR MOREAU  di Wells, e tutti gli altri tentativi di affrontare questo argomento, però di fatto si sono attenuti ad un unico punto. Si sono limitati a lanciare un terribile avvertimento: Tutti illustrano un potere  eseguito in  gran segreto dagli scienziati pazzi, potere poi orribilmente abusato nel trasformare queste nuove forme di vita intelligente in schiavi.
Io invece  credo che -  in parte anche a causa di questi racconti ammonitori - alla fine non sarà quello che faremo.E' grazie all'auto-prevenzione effettuata da tali profezie  che volevo fare qualcosa invece di diverso. Che cosa accadrebbe se cercassimo di elevare altre creature animati da buone intenzioni?  Se cercassimo C di rendere loro  nostri concittadini, persone interessanti, in modi migliori di  quanto potremmo essere noi? Certamente potremmo aggiungere diversità,prospettive e anche saggezze sempre maggiori alla cultura della Terra ?
Ancora:  quelle creature non porterebbero problemi interessanti da studiare? Naturalmente ! Più complesso e interessante di una mera schiavitù. Almeno, questo è quello che speravo di esplorare.


Nick: Leggendo le tue opere, si nota come una caratteristica costante della tua narrativa sia l'esplorazione di quale possa essere l'impatto della tecnologia sugli uomini e di come la medesima possa cambiare le nostre vite. Ti va di parlarci di questo aspetto?

David Brin: Lascia che ti rivolga (  a te e ai tuoi lettori  ) queste domande : avete mai volato attraverso il cielo? Siete mai entrati  in una stanza buia e  facendo poi accendere la luce, con il semplice movimento del dito? C'è stato un tempo in cui questi erano esattamente i poteri  degli Dei ! Allora perché non ci sentiamo come delle divinità ? Perché abbiamo dato questi poteri a tutti, ecco perché. Ironia della sorte, gli atterraggi sulla Luna ci sono sembrati  meno meravigliosi perché  tutti  noi li avevamo condivisi. Le immagini fantastiche che le nostre sonde spaziali hanno preso delle glorie del sistema solare sembrerebbe magiche e quasi religiosamente meravigliose se  voi ed io avessimo dovuto intrufolarci nel palazzo, rischiando l'arresto, in modo da poterle vedere. Oppure, se avessimo dovuto aprire con la forza il segreto grimorio  di un mago.
Prendete ad esempio il Palantir del SIGNORE DEGLI ANELLI una sfera di cristallo sulla scrivania di Gandalf con cui può esplorare le idee, raccogliere informazioni e comunicare istantaneamente attraverso grandi distanze. Ci sono solo tre differenze tra il Palantir e il vostro normalissimo computer portatile: (1) I maghi e gli elfi  hanno mantenuto quella cosa meravigliosa solo per se stessi, e (2) il risultato è stato solo calamità e una  guerra orribile che ha quasi distrutto tutto quanto , e (3) di  sicuro questo renderà la storia estremamente romantica, in grado di affascinare milioni di persone,
Se solo a te e a una dozzina di altre persone fosse stato permesso di utilizzare internet, per vedere lontano e per  accedere alla conoscenza, il resto di noi  avrà certamente paura di voi.
Per quanto riguarda il futuro? Preparatevi a essere ancora più divini! Se siamo fortunati, il potere sarà condiviso con tutti, e così non si noterà. Ma speriamo di essere abbastanza saggi per farlo.


Nick:  Nei tuoi libri ti  dimostri anche molto attento alle questioni ecologiche, questo sia quando  descrivi gli ecosistemi alieni a cui l'uomo deve adattarsi ( ad esempio  la cometa di Halley in NEL CUORE DELLA COMETA  o il pianeta  Kithrup in LE MAREE DI KITHRUP ) sia quando perli del nostro stesso pianeta. Da dove nasce questa passione per le questioni ecologiche ?

David Brin:  L'intero mio romanzo TERRA  si occupa di argomenti sulla gestione planetaria. (Così come lo fa il mio romanzo più recente  EXISTENCE.) Perché? Poiché l'umanità dovrà affrontare una serie di test e di prove difficili, prima che   potremo dirci pronti a dirigerci verso le stelle. Anche prima di esplorare il sistema solare, la nostra specie dovrà raggiungere la maturità, la pazienza e la forza di volontà per dimostrare che possiamo dirigere un ecosistema -- il nostro mondo natale.
Questo si pone fuori da ogni radicalismo di sinistra o di destra, ma è semplice buon senso. Il nostro pianeta è incredibilmente in grado di sostenere e provvedere per miliardi e miliardi di esseri umani avidi, ingordi. Solo delle creature sciocche e suicide sarebbero così miopi e ingrate da danneggiare il proprio nido, o far sanguinare-rendere sterile la sorgente di tutta la vita conosciuta.
Questo dovrebbe essere la base, il sostegno di ogni politica. Il grande Jonas Salk ha detto che lo scopo principale di ogni generazione dovrebbe essere quello di diventare dei "buoni antenati." I nostri eredi penseranno bene di noi, se noi gli lasceremo in eredità una terra feconda e sana, gestita da una civiltà matura.

Nick: In LE MAREE DI KITHRUP ho molto apprezzato i personaggi dei delfini e dello scimpanzè evoluto Charles Dart, però ho avuto la sensazione che i primi fossero stati descritti in maniera tale da rendere facile per i lettori entrare in empatia con loro, mentre per lo scimpanzè mi è sembrato descritto in modo da poter essere in grado di fare una critica ad ogni forma di "stereotipo".
E' una sensazione sbagliata la mia?

David Brin:  Sia ne LE MAREE DI KITHRUP che nel successivo I SIGNORI DI GARTH ho cercato di ritrarre creature geneticamente modificate che  hanno sì una loro varietà e complessità, pur rimanendo basati su aspetti fondamentali della natura del delfino o dello scimpanzé . Da qui i vari personaggi entrano in conflitto tra loro a causa di variazioni di personalità, di obiettivi e di motivazioni ...
... Non tutti i neo-delfini o neo-scimpanzé  provano le stesse cose o pensano allo stesso modo! E questi conflitti consentono ai personaggi di esprimere una gamma di sentimenti ed opinioni contrastanti sull' Innalzamento stesso.
Per intravedere  come avviene l'inizio del processo dell' Innalzamento, i lettori possono provare a leggere EXISTENCE  ... o almeno visionare il video campione con i 3 minuti di anteprima a questo link



Nick: Un ultima domanda: qual'è la tua posizione riguardo al futuro ? Sei più ottimista o pessimista? E perchè?

David Brin:  Io sono ampiamente conosciuto come un ottimista. Questo non è del tutto vero. Io mi definisco come un "contrariano". E quindi, quando vedo  cinici e  drogati di disperazione  intorno a me - intorno a tutti noi -  con le loro semplici stridenti e piagnucolose mentalità,sono portato naturalmente ad urtare contro i  loro pigri modelli del mondo. Anche se i pessimisti e cinici avessero ragione ... e non ce l'hanno ... sono totalmente inutili. Il loro atteggiamento è la quintessenza della pigrizia e della  auto-indulgenza più voluttuosamente compiaciuta. Volendo andare al succo direi che  la  speranza è stata realizzata  da persone in grado di risolvere veramente i problemi. Ce ne servono di più di loro.  Tutti i pragmatici risolutori di problemi che possiamo procurarci.
 .
  INTERVIEW WITH DAVID BRIN: THE ORIGINAL ENGLISH VERSION !





Public here the interview with Hugo and Nebula award-winning writer David Brin  I thank David Brin for his kindness and for his availability. 

I am very happy with this interview, it is always nice to find out how my literary myths prove to be extremely kind and generous people.
I wish you all good reading, waiting for your comments.


Nick: Hello David, welcome to Nocturnia, you've started as a scientist, among other things had obtained a PhD in Astrophysics, when instead you decided to become a writer?


David Brin: I came from a family of writers and always figured that would be my 'artistic side-line'… most scientists have one. I knew science would be harder than storytelling and I respected it more, drawn to the Enlightenment's greatest project. After all, every culture has had storytellers, but only one ever invested heavily in training a myriad brave investigators to find our what's actually true, despite our preconceptions. And indeed, I managed to contribute a few new bits of knowledge... while maintaining passion for my art. Ah, but sometimes life takes a turn. Your pastime can take over and become the central profession. I was a pretty good scientist and I still keep my hand in the game. But civilization seems more eager for my art, for tales that shed a different kind of light on the transformations we're all going through. And who am I to argue with civilization?

Nick:  As a writer,  have you oriented to the Science fiction immediately ?


David Brin: SF offers me the freedom I need to explore a world undergoing drama and change. Nevertheless, I often tell writing students that their first work of fiction should be a murder mystery. Oh, it can be a sci fi mystery, like my first novel, SUNDIVER. Or you might give it romance or set it in the wild west, or ancient Rome. What matters is that it should follow the plot patterns and revelatory structure of a mystery yarn. Why? Because only mysteries demand total storytelling discipline. No distractions or arty styling or array of gimmicks can mask or make up for bad plotting. This all becomes apparent when the reader finds out who-dunnit in a mystery. In the end, the reader knows whether or not you cheated. And once you've had that lesson, you will never neglect it again.

  Nick :  What are the authors who have most influenced you as a reader and as a writer?


David Brin:  I grew up on Robert Heinlein and Robert Sheckley, moved on to Aldous Huxley and James Joyce, then thawed out a bit with Vonnegut and Amis. Finally, I decided to become a storyteller, and reacquainted myself with the clear, almost tribal rhythms of Poul Anderson.
My favorite depends on which "me" you ask. The Serious Author in me, who comments on deep human trends, would like to think that he's grounded by Huxley and Orwell. Popper and Locke. Brunner, Sheffield and Wells. Gilman and Delaney. Shakespeare and Donne and Homer and Swift and Defoe. On the other hand, I can't write more than a page of heady philosophy or social speculation without feeling an itch... the itch to blow something up. To make something exciting happen. Or something fun. That's when I know I've been influenced by the storytellers who made Science Fiction exciting. Like Anderson or Zelazny. But I guess the ones I revere most are those who briefly left me speechless. Unable to write or even move, because something in a perfect story left me stunned, changed. I guess in that category I'd put Tiptree and Varley. Vonnegut at his best. Shakespeare. And Philip K. Dick. Ideally, those three personalities -- the thinker, entertainer and "writah" -- can get along. Collaborate. Work together in crafting a tale that speaks to the brain, heart, and organs of adrenaline. Well, you can try.

  Nick:  From your post-apocalyptic novel THE POSTMAN, has been drawn a film by Kevin Costner, what is your impression on the film?

  David Brin:  THE POSTMAN was written as an answer to all those post-apocalypse books and films that seem to revel in the idea of civilization's fall. It's a story about how much we take for granted -- and how desperately we would miss the little, gracious things that connect us today. It is a story about the last idealist in a fallen America. One who cannot let go of a dream we all once shared. Who sparks restored faith that we can recover, and perhaps even become better than we were. Was the film faithful to this? Well, despite several scenes that can only be called self-indulgent, or even goofy... plus the fact that I was never consulted, even once... I nevertheless came away more pleased than unhappy with what Costner created. Though flawed, it's a pretty good flick -- if you let yourself get into it. One that deals (a bit simplistically) with important issues and is more faithful to the book's inner heart than I expected at any point during the long decade before it was released. Costner's postman is a man of decency, a calloused idealist, not particularly courageous, who has to learn the hard way about responsibility and what it means to be a hero. The movie is filled with scenes that convey how deeply we would miss little things... and big ones like freedom and justice. In fact, it includes some clever or touching moments that I wish I'd thought of, when writing the book.

Visually and musically, it's as beautiful as Dances with Wolves. KC is foremost a cinematographer, I will gladly grant him that. Would I have done things differently? You bet! In a million ways. But I didn't have the 80 million dollars to make it. And in keeping true to the book's heart, he earned some leeway when it came to brains. Anyway, life is filled with compromises. I'd rather look for reasons to be happy. I have posted my full response to this question elsewhere.

 Nick: Your  most famous cycle is the Uplift  series ( in Italian: Il Ciclo dell'Innalzamento ) Can you tell us what were the inspirations behind this saga?



David Brin: If we don't find intelligent life in the galaxy, humanity will create it. We might contrive new entities through artificial intelligence. It could happen the American way -- by encouraging more and more of us to diversify in new directions, with new eccentric passions and quirky viewpoints. And of course, diversity spreads whenever we add new intelligent life forms called our children. Then there is the idea of creating other species to talk to, through some change in the animal species that already exist around us. Other authors have poked at this idea before. Cordwainer Smith and Pierre Boulle and H.G. Wells. Boulle's Planet of the Apes and Wells's The Food of the Gods or The Island of Dr. Moreau, and all other attempts to deal with this topic, did stick to just one perspective, however. Just one dire warning: They all portray power being executed in secret by mad scientists, then horribly abused by turning these new intelligent life forms into slaves. I believe that -- partly because of these cautionary tales -- that's not what we will do. Because of those self-preventing prophecies I wanted to do something else instead. What if we try to uplift other creatures with good intentions? With the aim of making them fellow citizens, interesting people, in ways better than us? Certainly adding to the diversity and perspective and wisdom of an ever-widening Earth culture? Wouldn't those creatures still have interesting problems? Of course they would! More complex and interesting than mere slavery. At least, that is what I hoped to explore.


Nick: Reading your works, it is known as a constant feature of your narrative and the exploration of what might be the impact of technology on people and how the same can change our lives. Do you  want to talk about this aspect?


David Brin:  Let me ask you (and the reader) this: have you ever flown through the sky? Or walked into a dark room and made light happen, with the flick of your fingertip? Once upon a time, these were exactly the powers of gods! So why don't you feel like one? Because we gave these powers to everyone, that's why. Ironically, the moon landings seemed less marvelous because we all shared it. The fantastic images that our space probes have taken of solar system glories would seem magical and almost religiously marvelous if you and I had to sneak into the palace, risking arrest, in order to view them. Or if we had to crack open a wizard's secret grimoire. Take the palantir from LORD OF THE RINGS, a crystal orb on Gandalf's desk with which he can explore ideas, gather information, communicate instantly across great distances. There are only three differences between the palantir and your laptop: (1) The wizards and elfs kept that wonderful thing for themselves, and (2) the result was calamity and horrible war and near-loss of everything, and (3) it sure makes a romantic story, captivating millions. If only you and a dozen other folks were allowed to use the internet, to see far and access knowledge, the rest of us would be in awe of you, too. As for the future? Get ready to be even more godlike! If we're lucky, it will be shared with everybody and so you won't notice. But hopefully we'll be wise enough to do so.


 Nick:  In your work you show very attentive to ecological issues, this is when you describe ecosystems aliens to which humans must adapt (As examples for Halley's Comet in HEARTH OF THE COMET or the Planet of Kithrup in STARTIDE RISING) and when you speak of our same planet. Where does this passion for ecological issues come from?


David Brin:  My entire novel EARTH deals with matters of planetary management. (As does my more recent novel EXISTENCE.) Why? Because humanity faces a series of difficult trials and tests, before we'll be ready to head forth to the stars. Even before we settle the Solar System, our species must find the maturity and patience and will power to prove that we can manage an ecosystem -- our home world. This does not arise out of any radicalism of left or right, but simple common sense. Our planet is incredibly reach and provides for billions upon billions of eager, greedy humans. Only suicidally foolish creatures would be so short-sighted and ungrateful as to foul their own nest, or bleed-dry the source of all known life. This should be consensus, an underpinning of all politics. The great Jonas Salk said the chief aim of any generation should be to be "good ancestors." Our heirs will think well of us, if we leave them a fecund and healthy Earth, managed by a grownup civilization.

 Nick: In STARTIDE RISING I have very much appreciated your dolphin and chimpanzee's evolved Charles Dart characters, but even in this I had the feeling that the first had been reported in the way that would be easy for readers to empathize , while the second was described in so as to be able to make a critique of all forms of "stereotypes". Am I wrong?

David Brin:  In both STARTIDE RISING and THE UPLIFT WAR I tried to portray genetically altered creatures having range and complexity, while still based upon core aspects of dolphin or chimpanzee nature. Hence the various characters come into conflict with each other because of variations in personality, goals and motives……not all neo-dolphins or neo-chimps would feel the same or think alike! And these conflicts enable them to express a range of feelings and opinions about uplift itself. To glimpse the beginning of the uplift process, readers may try EXISTENCE… or at least sample the 3 minute vivid video preview at http://www.tinyurl.com/exist-trailer



Nick: One last question: what is your position regarding the future? Are you more optimistic or pessimistic? And why ?

David Brin:  I am known widely as an optimist. This is not quite true. What I am is a contrarian. And hence, when I see cynics and despair junkies all around me -- around all of us -- screeching simpleminded whines, I am naturally drawn to poking at their lazy models of the world.
Even if the pessimists and cynics were right... and they aren't... they are totally not being helpful. Their attitude is the quintessence of laziness and voluptuously smug self-indulgence.
Dig it. All hope has been achieved by problem-solvers. We need more of them. All the can-do pragmatic problem-solvers we can get.

24 commenti:

Massimo Citi ha detto...

Una persona di grande coraggio intellettuale e insieme divertente e ironica. Oltre che un vero yankee. Fantastico, davvero un ottimo lavoro, Nick.

Boh non so mah ha detto...

Appena letto ieri il commenti di Brin su Alia e vedo che siete in syncro ;)
Come al solito, pocketto, leggo e poi commento!

Angelo ha detto...

Ti avrà anche fatto aspettare ma ne è valsa la pena. Brin si conferma un personaggioa tutto tondo e tu confermi il tuo ruolo di intervistatore intelligente. Bel colpo!

Nick Parisi. ha detto...

@ Max
Brin è un vero affabulatore, leggendo i suoi commenti ho compreso come mai spesso lo chiamino come oratore a convegni e manifestazioni.
Davvero, oggi per me si realizza un piccolo sogno.

Nick Parisi. ha detto...

@ Eddy
So che Brin, all' epoca fu uno degli scrittori che regalarono un racconto ad ALIA, Davide mi raccontò che lo scrittore fu molto gentile con loro.

Nick Parisi. ha detto...

@ Angelo
Un bel colpo sicuramente.
È bello vedere come questi grandi riescano a rapportarsi con i loro lettori.

Unknown ha detto...

Bellissima interivista, personaggio molto interessante.

Nick Parisi. ha detto...

@ Alex
Grazie Alex, sono felice che l' intervista ti sia piaciuta.

Obsidian M ha detto...

Caspita, che lavorone! Complimenti. E poi sto notando che stai puntando sempre più in alto: David Brin non è esattamente l'ultimo arrivato.

angie ginev ha detto...

Caro Nick, scusami ripasserò domani per leggere questo articolo con la dovuta calma.
Intanto vorrei dirti ancora grazie
Ciao Angie

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian Mirror
Non nego che sia stata una grandissima soddisfazione intervistare Brin. La mia fortuna è che finora ho conosciuto sempre persone disponibilissime, anche quelli che hanno rifiutato l'intervista si sono dimostrati gentilissimi, tranne in un caso. Brin poi nonostante la sua mancanza di tempo mi ha dimostrato una grande gentilezza.
Ora non so dire chi saranno le prossime persone che intervisterò, anche se un idea ce l'avrei. ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie
Grazie a te. Quello che ho fatto per il tuo concorso l'ho fatto con enorme piacere! :)

cily ha detto...

Ottima intervista!Sai quanto la aspettavo! :D
Grazie mille Nick, davvero bello poter incontrare anche solo virtualmente gli scrittori che si amano.
Grazie davvero!

Nick Parisi. ha detto...

@ Cily
Grazie a te!
Incontrare gli scrittori che si amano, anche solo virtualmente è bellissimo, questo vale anche per i disegnatori, gli artisti in genere.
E' bello anche lo scambio di feedback che si genera reciprocamente. Insomma, credimi: ne vale la pena.

Unknown ha detto...

che tipetto sto David...e come sempre il tuo articolo è illuminante, ottimo davvero, grande!

Nick Parisi. ha detto...

@ Donata
Grazie!!!:D

Boh non so mah ha detto...

Grandissima intervista e personaggio eccellente. Praticamente un genio in tutto quello che fa!
Adesso raccatto il primo uplift e comincio la lettura che mi hai stuzzicato.
Grazie a un altro tassello di quello che dovrebbe essere il puzzle da cui prendere esempio.

Nick Parisi. ha detto...

@ Eddy
La narrativa se ci fai caso è tutta un unico grande tassello, un immenso puzzle che riempiamo con le cose che più ci interessano. Credo che ci siano tanti autori validi, non solo Brin, che meriterebbero di essere di nuovo tradotti in Italia.

angie ginev ha detto...

Eccomi qua. Veramente straordinaria questa intervista mi sono trovata perfettamente a mio agio, con le sue risposte e le sue riflessioni...tu Nick sei un intervistatore nato...
Fai girare questa intervista il più possibile, vi sono contenuti fondamentali...
Un caro saluto.
Angie

Camilla P. ha detto...

Gran bella intervista Nick! Ti faccio i complimenti :D

Argonauta Xeno ha detto...

Molto interessante la riflessione sulle divinità, che poi è la solita asserzione di Clarke vista però da un altra prospettiva!

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie
Il merito riguardo all'intervista va tutto a Brin, che si è dimostrato un affabulatore nato.
Sono felicissimo che ti sia piaciuta la nostra chiacchierata.

Nick Parisi. ha detto...

@ Camilla P.
Grazzzieeeeee!!!! :D

Nick Parisi. ha detto...

@ Salomon
Anche nella fantascienza niente si crea e niente si distrugge, piuttosto le cose si evolvono.
La lezione di Clarke viene amplificata e allargata da altri autori, Brin compreso. ;)

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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