Le prime due parti di questo dossier sono state pubblicate QUI e QUI.
"Il dolore peggiore che un uomo possa soffrire: avere comprensione su molte cose e potere su nessuna."
Erodoto.
"La vita dimentica molti. La morte non dimentica nessuno."
Hanns-Hermann Kersten.
L'appartamento 29 al Carrer del Ponent si dimostra subito molto più grande e spazioso di quanto gli agenti si aspettassero. Enriqueta Martì fermata in strada con una scusa dall'agente Ribot sembra nervosa e preoccupata tuttavia non riesce ad opporsi alla perquisizione.
Arrivano subito le prime sorprese.
In una stanza gli agenti s'imbattono in un sacco pieno di vestiti da bambino; gli abiti sono tutti insanguinati. Per terra viene anche rinvenuto un coltello, uno di quelli che di solito vengono usati dai macellai per disossare la carne.
In un altra stanza vengono trovate due bambine.
Ancora vive.
- I SOMMERSI E LE SALVATE.
Una delle due bambine è la piccola Teresita Guitart Congost, l'altra anche lei piccolissima dice di chiamarsi Angelita. Entrambe sono deboli, rasate a zero, denutrite e molto provate.
Inizialmente la Martì cerca scuse, sostiene che Angelita è figlia sua, che è frutto della relazione con il pittore Joan Pujalò mentre invece quella che tutti hanno scambiato per Teresita è solo una trovatella di nome Felicitad che lei ha ospitato per puro buon cuore sottraendola dalla strada il giorno prima.
Lentamente però le due bambine cominciano a parlare.
E saranno le loro testimonianze a fornire la prime prove contro Enriqueta Martì.
Nel frattempo, per le vie sottostanti, per tutta Barcellona comincia a spargersi la voce che una persona molto malvagia è stata arrestata.
Teresita dopo la liberazione. L'uomo che la sostiene è il brigadiere Ribotsono presenti anche l' agente Asens (vicino a Ribot) mentre l'uomo seduto il sindaco di Barcellona. |
Teresita è la prima che comincia a parlare e rivela agli affascinati poliziotti di come più di due settimane prima sia stata avvicinata da quella signora inizialmente molto gentile e carica di caramelle. Secondo la ricostruzione della bambina Enriqueta Martì le aveva detto di essere stata mandata dai suoi genitori e che l'avrebbe condotta a casa da loro, ma che quando dopo pochi passi la bambina si era resa conto di stare andando nella direzione opposta da dove abita la donna improvvisamente ha cambiato atteggiamento, si fa minacciosa, l'aveva coperta con un panno nero trasportandola di peso.
In seguito giunte al numero 29 del Carrer del Ponent la sua rapitrice le aveva rasato i capelli dicendole di essere la sua vera madre.
In seguito, per i diciassette giorni della sua permanenza dentro l'appartamento, la minore pur senza mai essere picchiata, è stata tenuta prigioniera, oltre ad essere nutrita solo con scarse razioni a base di pane raffermo e patate, inoltre le minacce da parte della donna sarebbero state continue.
Altri momenti della liberazione delle bambine. |
Più drammatica la testimonianza dell' altra piccola.
Angelita racconta infatti di un altro bambino presente nella casa prima che arrivasse Teresa: un maschietto che la Martì chiamava semplicemente Pepito.
Ma racconta anche di aver visto la sua rapitrice uccidere lo stesso Pepito sul tavolo della cucina di casa.
Sulla base di tutte le testimonianze Enriqueta Martì i Ripolles viene arrestata per essere condotta al Reina Amalia il più grande carcere femminile di tutta Barcellona.
Non sarà per niente un tragitto facile, sotto la strada strada si sono radunate molte persone: giornalisti, i primi fotografi, ma sopratutto molte persone comuni che vorrebbero fermare la vettura della polizia. In un colpo solo tutta la città sembra desiderare la sua vendetta, più volte gli agenti devono impedire che la donna venga linciata dalla folla.
I poliziotti che rimangono dentro l'appartamento continuano con le loro ispezioni.
Ben presto arrivano anche altre prove che confermano i peggiori sospetti sull'accusata.
- QUELLA GRANDE CASA.
Nel corso delle varie perquisizioni all'interno dell'enorme luogo,ci sono due ulteriori locali entrambi chiusi a chiave, che attraggono l'attenzione degli inquirenti.
Il primo locale è un ambiente che si differenzia molto da tutti quanti gli altri: laddove le altre stanze sono fredde, sporche, disadorne ed umide "questo" locale è invece arredato con gusto, ci sono mobili lussuosi e c'è anche un enorme armadio pieno di abiti lussuosi.
La seconda stanza, invece pare l'anticamera dell'inferno.
Le forze dell'ordine rinvengono almeno una cinquantina tra contenitori, vasi, brocche ricolme di sangue, ossa e altri resti umani, più le famose lozioni ed unguenti per cui Enriqueta Martì è così tanto conosciuta in vari stadi della lavorazione.
Non è tutto.
Uno dopo l'altro da diversi punti e nascondigli all'interno dell'appartamento saltano fuori numerosi scheletri, tutti di bambini, tutti tra i tre e gli otto anni questo convince le forze dell'ordine a cercare anche in tutti i luoghi precedentemente abitati dalla Martì.
In tutti loro si verranno trovati altri corpi sepolti.
Lentamente si sparge anche un 'altra voce, se vogliamo perfino più angosciante.
Si vocifera infatti a lungo di un altro ritrovamento di un libro, un libro molto vecchio, composto di fogli di carta pergamena pieno di appunti scritti a mano e "strane" formule.
Se ne parla molto, anche a sproposito, finché la criminale stessa svela che in realtà le formule sono solo i nomi in codice dei ricchi clienti a cui forniva sia i bambini che gli unguenti.
Per giorni, per mesi i giornali del periodo insisteranno comunque sui dettagli più crudi, altri ricorderanno quel lontano giorno durante la "Semana Tragica" in cui la donna era riuscita a sfuggire all'arresto proprio grazie alle sue protezioni politiche. Tutti i cronisti però si soffermeranno anche sull'alto numero di ciocche di capelli che la Martì sembra conservare gelosamente. Quasi come se li collezionasse.
Molti, tra le fasce alte della popolazione cominciano ad avere paura che il proprio nome venga associato a quello scandalo di pedofilia e di morte, molte più persone tra i semplici cittadini chiedono invece ad alta voce che finalmente venga indetto un pubblico processo a colei che ormai tutti quanti chiamano alternativamente la "Vampira di Barcellona" oppure la "Vampira del Carrer Ponent".
Ma quel processo che tutti sembrano volere, alla fine non verrà mai celebrato.
Siamo giunti all'ultimo atto.
- MORTE DI UNA "STREGA".
Il giorno che cambia tutto è il 12 maggio del 1913. Il luogo è il carcere Reina Amalia.
Enriqueta Martì dopo aver trascorso quindici mesi dietro le sbarre, viene trovata morta all'interno della sua cella.
Inizialmente sembra che si tratti di un suicido, alcuni tra esperti e giornalisti pensano anche che la donna sia morta a causa di un cancro oppure quella tubercolosi che lei cercava di curare con le sue pomate - e questo aggiungerebbe una sorta di poetica giustizia al tutto- poi si scopre che ad ucciderla sono state le sue stesse compagne di cella.
Quel giorno per la città a più di una persona sembra che le campane suonino a festa, mentre Enriqueta Martì i Ripolles compie il suo ultimo viaggio.
A tuttt'oggi, resta sconosciuto il luogo della sua sepoltura.
Un ulteriore mistero che si aggiunge ai troppi che già animano questa storia.
- EPILOGHI.
Tutto a posto?
Non proprio.
Incerto rimane anche il numero esatto delle vittime: gli scavi e le ricerche effettuate negli appartamenti abitati nel corso degli anni dalla "Vampira" hanno restituirono almeno dodici corpi e scheletri di bambini, ma si ancora oggi si pensa che il numero esatto delle vittime sia in realtà molto più alto. Il più grande tra loro ha un'età stimata che si aggirvaa attorno agli otto anni.
Il più piccolo raggiungeva a stento i tre.
L' identità della maggior parte di loro rimase e rimane tutt'ora sconosciuta.
Al Carrer del Ponent molti anni dopo venne cambiato nome, oggi gli abitanti lo conoscono come Carrer de Joaquin Costa, l'appartamento al numero 29 quello però c'è ancora e che ci crediate o meno, dopo la Martì ebbe molti altri inquilini.
Teresita Guitart Congost si ricongiunse ai suoi familiari, sia lei che loro rientrarono nelle nebbie dell'anonimato e ben presto le cronache smisero di occuparsi di lei.
Anche per questo voglio poter credere che abbia avuto una vita ragionevolmente serena e felice.
Più complesso fu il destino di Angelita; sul suo conto Enriqueta Martì fornì diverse versioni a proposito della sua origine- Joan Pujalò negò sempre di esserne il padre- l'ultima confessione rilasciata dall' accusata prima di essere uccisa sosteneva che in realtà la bambina fosse figlia di una parente del suo ex marito, sottratta alla madre subito dopo il parto dalla Martì stessa che aveva finto di aiutare la donna durante le doglie. Sempre in base alla testimonianza, la Vampira avrebbe mentito alla madre convincendola che la neonata era nata morta .
Ma anche questa testimonianza lascia il tempo che trova.
Qualsiasi sia stata la verità, Angelita fu comunque molto più fortunata di tante altre vittime della vampira di Barcellona.
Lei almeno era ancora viva.
In quanto allo stesso Joan Pujalò, quel pittore fallito fu interrogato spesso dalla polizia, ma sostenne di essersi ormai separato di fatto dal' assassina da almeno sei anni e di non vivere più assieme a lei da ancora più tempo. Dimostrò in poco tempo la sua totale estraneità ai rapimenti e agli omicidi, e ben presto uscì di scena dall'inchiesta ed anche di lui non se ne seppe più niente.
In un certo senso fu come se la stessa Barcellona volesse dimenticare la vicenda.
Ed i suoi protagonisti con essa.
Così si chiude la Storia, rimasero però le cicatrici.
Rimasero anche molto a lungo.
I momenti successivi all'arresto ed il tentativo di linciaggio da parte della folla. |
Qual è il nome che possiamo dare alla malvagità ?
Le stesse domande se le dovettero fare anche gli abitanti di Barcellona.
Perché se esiste una capacità che va riconosciuta- sia pure a denti stretti- agli "Orchi", agli "Aguzzini" e ai "Serial Killers "è proprio quella di riuscire a mimetizzarsi, a nascondersi tra la gente comune.
Ed è ancora più vero poi quando sono passati così tanti anni dal verificarsi degli eventi: i fatti sbiadiscono, i bordi della verità si sfilacciano diventando sempre più evanescenti e, cosa peggiore di tutte, le vittime si trasformano ai nostri occhi da esseri umani in meri dati statistici.
Eppure dovremmo sforzarci di non dimenticare mai che esiste un confine che non dovrebbe mai essere superato.
La protagonista di questa nostra macabra Fiaba Nera varcò proprio quel confine.
E lo fece nel modo peggiore.
Ad ogni modo questa è la cronaca di quello che avvenne molto tempo fa, questo è il racconto di come tutto avvenne.
Di come i bambini di Barcellona sparirono.
Questo post è dedicato a loro. Alle vittime.
(FINE.)
Nota: proprio perché sono convinto in maniera profonda che ci siano limiti che non devono essere superati ho scelto di non inserire all'interno del dossier sulla "Vampira di Barcellona" tutta una serie immagini (pubblicate anche sulle riviste dell'epoca) che ritraggono alcune delle piccole vittime preferendo inserire le scene con le due sopravvissute agli eventi.
Come dicevo ci sono dei limiti che io personalmente, da semplice cronista da povero blogger, non intendo oltrepassare.
Nemmeno in veste di narratore.
48 commenti:
Urca che storia!!!! da brividi veri e tu sei un narratore veramente provetto , la lettura è decisamente appassionante, mi perdonerai vero che ho evitato gli altri due post per leggere tutto assieme ,vero?
@ bradipo
Perdonatissimo! Ci mancherebbe.
È senza ombra di dubbio la vicenda più crudele che io abbia narrato, ti avrei compreso se tu non ti fossi sentito di leggerla.
I miei nonni quand'ero piccolo mi consigliavano di non accettare caramelle dagli sconosciiuti. Probabile avessero saputo qualcosa dai loro genitori o dai loro nonni. Immagino che anche a te siano state date raccomandazioni del genere. Certe storie spariscono dai giornali ma rimangono a lungo nella memoria, tanto da passare da una generazione all'altra. Certo, è probabile che la nostra cara Martì non sia stata l'unica ad attirare così i bambini ma si tratta di una storia che sembra destinata a sfidare anche il tempo.
Una storia orribile che, come dici, fa riflettere anche sulla capacità dei serial killers di vivere una vita normale in mezzo agli altri, come se il male che hanno dentro sorgesse in loro con la stessa naturalezza che in altri suscita azioni assai più innocue. La mente umana è davvero impressionante.
@ Massimo Citi
Immagini bene, le ho avute anche io quelle raccomandazioni da bambino: << Non parlare con gli sconosciuti!>>, << Non accettare regali da chi non conosci!>> e così via....
Io credo che una vicenda come quella della Vampira sia un vero e proprio archetipo nero, anzi temo che nel corso della storia ce ne siano stati più d'uno.
@ Ariano Geta
Rimango sempre sconvolto quando leggo di situazioni come questa di cui stiamo discutendo oggi.
La mente di certi cosdidetti "esseri umani", che per me "umani" non sono, rimarrà sempre per me incomprensibile.
Per fortuna mia, suppongo.
Una storia davvero terribile, non oso pensare quale risonanza possa avere avuto all'epoca e quanta angoscia devono avere provato i genitori barcellonesi.
@ Babol
All' epoca il fatto ebbe davvero una risonanza notevole sui media spagnoli. Pensa che fino a qualche tempo fa c'erano ancora anziani a Barcellona che raccontavano di loro amici o familiari scomparsi all' epoca di Enriquetta Martì.
Immagino che quelli delle alte sfere l'abbiano viceversa fatta franca. Tutto il mondo è paese, ma anche ogni altra epoca è uguale alla presente -_-
@ Ivano Landi
Immagini bene, immagini bene....
Ciao Nick.
E siamo giunti al finale. Finale con giustizia divina perchè io non mi sento affatto, se sono state loro, ad incolpare di omicidio le altre detenute.
Quanto alla vampira non ha nemmeno avuto quello che si meritava perchè si meritava ben peggio. Ai rappresentanti delle alte sfere come li chiama Ivano spero che abbiano pagato diversamente nel fisico e nella mente.
Scusate! Ma di fronte a certe cose la mia umanità va a farsi friggere.
A volte penso che il limite tra sanità mentale e follia sia così labile che fare il salto oltre questo confine per certi individui sia molto semplice. Come sia semplice per loro condurre una doppia vita e trarre in inganno tutti.
Lo dicevano anche a me di non accettare niente e non parlare con gli sconosciuti e quante volte lo abbiamo ripetuto alla figlia!!!!!!
@ Patricia Moll
Cara Pat,
sinceramente?
Di solito non esprimo giudizi, però in questo caso faccio volentieri un' eccezione: nemmeno io mi sento di dare addosso alle altre detenute, anzi penso che nessuno all'epoca le accusò di qualcosa.
Come dicevo nel post, Enriqueta Martì oltrepassò troppi confini di umanità che non dovevano essere superati, gli stessi confini che, ad esempio, in momenti storici diversi, oltrepassarono i Nazisti, i torturatori dei desaparacidos in Argentina e in Cile, gli assassini della scuola di Beslan nel 2004 e tanti altri.
Anche se volessi - e non voglio - non credo che riuscirei a piangere una sola lacrima per una persona come quella di cui ho parlato.
Riguardo ai rappresentanti delle alte sfere...i cristiani direbbero che i peccati compiuti in questa vita si pagano nell'altra, io che -purtroppo per me- sono tra l'ateo e l'agnostico non riesco a credere nemmeno nella giustizia e nella punizione divina. :(
La frase <> ha fatto parte del'educazione di intere generazioni di italiani ed è un' avvertimento giusto, il guaio, secondo me è che spesso anche le persone che crediamo di conoscere possono rivelarsi altrettanto pericolose di un estraneo pericoloso.
Infatti Nick. Troppo spesso sentiamo di madri o padri o comunque familiari stretti che violentano uccidono torturano piccoli?
E' proprio follia della peggiore!
Quanto alla giustizia divina...non so. Non sono poi particolarmente credente.
Potrebbe anche essere però intanto se incominciamo a farli pagare in questa vita...
@ Patricia Moll
Si, ecco, mi riferivo proprio a casi del genere, casi che ci sono sempre stati e che rappresentano il lato peggiore della razza umana.
La giustizia degli uomini? Mi piacerebbe che sia molto più veloce di quanto sia stata finora, penso a nomi come quello di Mengele che avrei visto volentieri in galera e non scomparso nel nulla e nella sicurezza sud-americana.
Un nome a caso, eh Nick????
@ Patricia Moll
Già, un nome a caso, cara Pat !!!
Ma ce ne sarebbero altri. ;)
Il male non è un'invenzione moderna, e come consolazione è ben magra.
Ciao Nick,
Non avevo letto ancora nessuno dei tre post; l'ho fatto ora, tutto d'un fiato e non so perché alla fine mi sono messa a piangere, come per scaricare la tensione, chi lo sa.
Non nego di aver goduto come un riccio quando ho letto dell'uccisione della "Vampira", perché ci sono crimini per i quali il carcere è troppo poco e se mai quella strega avesse avuto la possibilità di uscire da lì, nessuno può sapere cosa avrebbe combinato ancora.
Per quanto riguarda le raccomandazioni dei genitori, non credo sia passato giorno in cui i miei non mi abbiano ripetuto di "non accettare caramelle dagli sconosciuti", "non parlare con gli sconosciuti", eccetera, e in cui noi non lo ripetiamo ai miei nipoti, perché purtroppo certe cose succedono ancora oggi (un esempio fra tutti è il traffico d'organi, ma probabilmente anche storie come queste si verificano tutt'oggi).
Le favole sono dei begli insegnamenti, caro Nick, perché quando si ricerca il significato allegorico vogliono raccontare proprio episodi come questi e mettere in guardia i bambini, perché purtroppo, se certi fatti si verificano tutt'oggi, però, non sempre c'è il cacciatore che taglia la pancia del lupo per salvare Cappuccetto Rosso e la nonna.......
@ Coriolano
Non è una consolazione, infatti ma è la verità. Triste ed amara quanto si vuole però non dobbiamo nascondercelo.
Per fortuna esiste anche il rovescio della medaglia, esistono anche persone come Perlasca o Oskar Schindler, io almeno voglio illudermi così.
Perlasca SChindler... e chissà quanti altri di cui non si è a conoscenza.
Gi altri però sono troppi comunque!
@ Poiana
Ciao Poiana,
Non mi vergogno a dirlo ma ieri sera dopo aver concluso l'ultimo post io che l'avevo scritto piangevo come un bambino. Non lo so il perchè però questa storia mi ha fatto star male.
Le fiabe in fondo sono oltre ad un insegnamento morale anche un memento, un ricordo della banalità del male. Purtroppo oggi quasi non ce ne ricordiamo più.
@ Patricia Moll
Purtroppo è vero. Quante vite si sarebbero potute salvare se ci fossero stati più uomini come Schindler e Perlasca?
@ Poiana -2
Aggiungo che anche io non sono stato per niente dispiaciuto della fine della Vampira.
Un abbraccio amica mia.
@Nick, probabilmente perché questa storia ricorda e moatra ciò di cui è capace l'essere umano e perché, ti nello scriverla ed io nel leggerla, abbiamo potuto immaginare quelle che erano le emozioni e le sensazioni delle vittime di questa orribile vicenda.
Purtroppo si verificano e si verificheranno sempre; ciò che si può fare e cercare di renderle meno frequenti possibili ed essere noi stessi Schindler e Perlasca, che non erano eroi, ma semplicemente uomini in un mondo di bestie...
Un abbraccio caro
Poiana
Va be' ho avuto qualche problema con la tastiera del cellulare, ma credo che il senso del messaggio si sia capito xD
Che storia assurda.
Ogni altra parola mi pare superflua.
@ Pirkaf
Concordo, non esistono parole per descrivere una vicenda del genere.
@ Poiana
Si, il senso era chiaro. XD
Ecco, proprio in questo momento su Rai Storia sto assistendo ad un programma del 1975 in cui si parlava della risiera di San Sabba e mostravano tra le altre cose, di come uno dei responsabili di quel campo di concentramento -una persona responsabile della morte di centinaia di esseri umani- vivesse indisturbato lavorando tranquillamente dentro una birreria di Monaco.
Quello che mi piacerebbe per il futuro è il non dover più assistere a scene di carnefici che si ritrasformano in tranquilli borghesi come se niente fosse.
Però come hai scritto giustamente tu, sta a noi non ripetere sempre gli stessi errori.
Non so se si possa davvero dire che una "vampira" come la Martì abbia avuto la fine che merita. Oltre un certo livello di disumanità, il linciaggio pubblico è più che altro uno sfogo. Solo una curiosità: la Spagna non prevedeva allora la pena di morte per questi reati?
@ Salomon Xeno
Si, la prevedeva. Lo strumento previsto era la " garrota" e non c' è dubbio che in base al clima che si respirava a Barcellona la Martì sarebbe stata condannata.
Però la Vampira non arrivò mai al processo, ora non sappiamo se le compagne di cella la ammazzarono in base ad un presunto codice dei carcerati oppure su disposizione di qualcuno preoccupato che la donna parlasse troppo.
Questo non lo sapremo mai...ora io non giustifico il suo assassinio da parte delle altre carcerate solo che una volta tanto non mi sento nemmeno di giudicarlo e condannarlo.
Lo certifico, ecco.
Anche se sarebbe stato sicuramente piú giusto che fossero venuti fuori anche i nomi dei ricchi pedofili coinvolti.
Accidenti, che storia. Nonostante tutti i fatti di cronaca, fatico a immaginare persone così totalmente prive di empatia verso i loro simili - bambini, per di più. E' vero, ma quasi non ci credo.
"ho scelto di non inserire tutta una serie di immagini..."
Direi che non ce ne sarebbe stato comunque bisogno. Quello che potevamo immaginarci ce lo siamo immaginati. E' stato abbastanza direi.
@ Grazia Gironella
Difficile anche il solo pensare di potersi immaginare una cosa simile, quasi impossibile riuscire a crederla possibile.
Purtroppo è accaduto sul serio.
@ Obsidian Mirror
Adesso capisci perché all'inizio ho scritto che fino all'ultimo istante ero stato in dubbio se parlarne o meno sul mio blog?
Questo ultimo post ha confermato tutto quello temevo :P
Certamente la fine della Martì lascia di sasso, almeno a me... Troppe persone l'hanno scampata, fa strano che l'abbiano uccisa le compagne di cella. Propendo per decisione esterna e delle alte sfere -_-
Sulla questione del "male", penso che sia opportuno ricordare determinati crimini efferati e tragedie, per non dimenticare che c'è. Sono state già elencate nei commenti procedenti alcune delle più recenti catastrofi, commesse da uomini. Appunto, uomini come tutti, all'apparenza.
@ Glò
Scusa il ritardo nella risposta ma ho dovuto sbrigare delle commissioni.
Si possono veramente dire e pensare molte cose sulla vicenda della Martì e sulla sua morte. Io all ' inizio pensavo che la cosa potesse interessare i lettori del mio blog e me stesso per i riferimenti alla stregoneria poi però man mano che andavo avanti la cosa diventava sempre più devastante per me, pensavo a quei poveri bambini.
Però è stato giusto ricordare la vicenda, il male purtroppo esiste ed esistono uomini e donne profondamente malvagi. Noi che invece malvagi non siamo dobbiamo invece sempre darci da fare perché vicende come quella della Martì non si ripetano mai più.
Un abbraccio.
Un racconto allucinante caro Nick , purtroppo non così raro ai giorni nostri. La cosa che mi disturba molto è che spesso ci si abitua a questi orrori e si vede dalla parola "omertà" che è spesso impressa sul volto della gente. Temo che questi episodi, per fortuna non così estesi, non cessino ma di finire. Il male come il bene è sempre in agguato!
Un abbraccio forte amico mio e buon pranzo!
@ Nella Crosiglia
È vero, la cosa più allucinante è il vedere come molte persone sembrino essersi assuefatte a questi orrori. Io non ci riuscirei mai.
Non vi è in sostanza qualcosa che possa lenire tale malvagità, pura incoscienza? O era un demone travestito in sembianze umane?
Purtroppo anche attualmente le persone spariscono e pure qualche bimbo, che fine facciano tante povere creature non lo sappiamo.
Penso però che su questa terra vi siano esseri malati, che non hanno alcuna empatia, nessuna compassione, nulla di nulla, nessun rispetto per la vita.
La strage degli innocenti non è mai terminata, purtroppo, ma certo nessuno vuole vedere certe atrocità, fa troppo male al cuore, quasi nessuno concepisce tanta malvagità..., ho detto quasi...
Difficile riconoscere quella parte dei "quasi" apparentemente sono uguali agli altri, e questa è la loro forza...
Un terribile post, scritto meravigliosamente bene, ma davvero terribile ed inconcepibile per chi ha un cuore...
Ciao
@ Angie Ginev
Guarda Angie questo forse è stato il post più difficile da scrivere per me.
Tu hai parlato di mancanza di empatia e di compassione da parte degli assassini...ebbene una delle cose che mi ha sconvolto è stata proprio la mancanza di scrupoli da parte dell' assassina nei confronti degli esseri piú indifesi come i più piccoli.
Grazie per il bellissimo commento.
C'è sempre questa concezione che il sangue abbia proprietà lenitive se non magiche.
Anche se è stata una storia raccapricciante, non potevo non leggerne l'epilogo, in piccola parte almeno a lieto fine.
@ Marco Lazzara
Un lieto fine, almeno in piccolissima parte. Almeno la principale colpevole è stata assicurata alla giustizia e si è riusciti a salvare le vite di due bambine.
Certo la vicenda è macabra e non mi ha fatto dormire mentre la scrivevo, però almeno rispetto- ad esempio- a quella della Dahlia Nera almeno ha un finale compiuto.
Questo post mi ha messo i brividi...
Mi ha fatto tornare in mente alcune scende del film "Changeling"...
@ Romina Tamerici
Pensa che ha fatto venire i brividi perfino a me che l' ho scritto....
Ciao a Tutti. Scusatemi per la mia l'oppione che essendo il prima e negativa....cioè vorrei tanto credere che esistono o almeno che esistevano i Vampiri nel nostro Mondo....e conosce ndo le loro caratteristiche non mi sembra che questa donna un po strana merita di essere soprannominata come Vampira....cercò di vedere di una punto di vista diversa i Vampiri PS sono unici che possono aiutare ad esplorare l'universo loro possono viaggiare nello spazio senza problemi di età e problemi di velocità del viaggio ecc.....ma perché nessuno non ha mai pensato di questo argomento????
Mi piacerebbe pdofondire su questa se avete la voglia. Grazie di nuovo la possibilità di poter scrivere la mia oppinio sul Vostro sito
Penso che alcune persone nascano sprovviste di anima. Non basta la miseria o l'ambiente sociale degradato a spiegare certi crimini e certe nefandezze, che accadono peraltro a tutti i livelli sociali. E' come se fossero al di sotto dell'umano, probabilmente lei era una di queste.
@ Cristina M. Cavaliere
Questa è l'unica spiegazione possibile, altre risposte non se ne possono dare.
Credimi, non mi stancherò mai di ripetere che tra tutte le vicende che ho raccontato questa è l'unica che mi ha fatto davvero paura.
Ha il viso di una maschera, liscio e con occhi senza vita. Non sono occhi umani, non c'è nemmeno il brillare della malvagità. C'è soltanto il nulla, un abisso. Per questo è terribile.
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