In questo modo spero di far conoscere alcune realtà fumettistiche -come quella portoghese- poco conosciute da noi, presto infatti arriverà quell'articolo che vi avevo promesso l' anno scorso sulla banda desenhada lusitana e poi (spero) anche una terza intervista.
Voglio esprimere il mio ringraziamento a Santos Costa che si è molto gentilmente prestato alle mie domande, così come intendo ricordare i miei due anfitrioni nel mondo dei fumetti portoghesi: l'appassionato italiano Marco "Mundo" Sabatino è il "re" degli esperti portoghesi di banda desenhada Geraldes Lino
Come sempre vi auguro buona lettura!
(Para a versão em Português, por favor, vá para baixo)
Nick: Benvenuto su Nocturnia Santos Costa, grazie per aver accettato questa intervista.
Come prima domanda ti chiedo di parlarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare un disegnatore di fumetti.
Santos Costa: Sono nato nella città di Lisbona il giorno di San Valentino, il primo anno della seconda metà del XX secolo. Questa è la data della mia nascita, che mi permettere di effettuare un po' di esercizio di ragionamento per trovare la soluzione e l'alternativa a 14 FEBBRAIO 1951.
È interessante notare che, pur avendo iniziato a disegnare prima di imparare a scrivere, sia stato invece con la scrittura che ho iniziato a pubblicare; ed è con questa che ho ottenuto più pubblicazioni. Tra i 58 titoli miei pubblicati in forma di libro, solo 10 sono di Fumetti.
Mi sono dedicato anche alla caricatura politica (sotto forma di cartoon) pubblicando settimanalmente sul giornale "O Diabo", mettendo ridicolo le vicissitudini della politica e degli uomini politici portoghesi.
Nick: In particolare quali sono stati i fumetti e i disegnatori che ti hanno influenzato maggiormente come lettore prima ancora che come disegnatore?
Santos Costa: Non è perchè stiamo facendo un' intervista che sarà letta per lo più da lettori italiani che ti dirò che Hugo Pratt è l'autore che più ammiro, ma senza che mi abbia influenzato; allo stesso modo senza ricevere influenze dal suo lavoro, apprezzo anche Frank Miller.
Per quanto riguarda il Cinema, ci sono due film italiani - e per soffermarmi sull' Italia - che hanno segnato la mia giovinezza: La Strada, di Fellini, e Ladri di Biciclette, di Vittorio de Sica. Sono due opere di grande valore umanistico due fondamentali punti di riferimento del cinema italiano ed europeo. Al di fuori della filmografia italiana, direi tutto il lavoro di Alfred Hitchcock.
Vado un po' oltre la questione per dire che il fumetto e il cinema sono due arti complementari, perché tutte e due mettono in "movimento" delle immagini "immobili" (vignette e fotogrammi), e che i Comics sono la più antica arte di comunicazione conosciuta, dal momento che è perfino precedente alla scrittura. E' stato attraverso la sequenza di disegni che l'uomo paleolitico descriveva come le sue scene di caccia e narravano le loro storie e le loro paure. Se ci ricordiamo bene che i caratteri scritti erano, inizialmente, nati come disegni e geroglifici (la A, per esempio, era nata come rappresentazione di una testa di bue, che ancora si vede stilizzata, se ci si fa caso ), allora sappiamo che la scrittura ha un design concreto come base.
Nick: Ho visto che hai adattato a fumetti molti romanzi di Emilio Salgari. Come mai questa scelta? Quando hai deciso di adattare Salgari? E cosa ti ha attirato in particolare in questo scrittore ?
Santos Costa: Tra tutti gli scrittori che ho letto nella mia giovinezza, Salgari è sempre stato il mio preferito dunque ne ho letto tutta la sua opera pubblicata in Portogallo dall'editore "Romano Torres".
Nel lavoro di Salgari mi hanno sempre attratto temi come la libertà, l' avventura, i viaggi, i deserti e il mare, lo spirito di amicizia e la grande capacità di immaginazione che Emilio Salgari ha lasciato nella sua vasta opera.
Quando ho appreso le drammatiche circostanze che hanno circondato la sua vita, il fatto che avesse necessità di scrivere in continuazione per poter sopravvivere mi ha attratto ancora di più verso la sua scrittura. Sono cresciuto, e questo interesse non è mai scemato. Solo uno scrittore con una grande capacità di lavoro e di ricerca - visto che studiava nelle biblioteche i luoghi dove ambientava l' azione dei suoi romanzi - riuscirebbe a produrre una così vasta opera letteraria, perfetta nel' ambientazione delle avventure, dei costumi, della fauna e della flora locali come ha fatto lui
Ho letto da qualche parte una piccola frase che qualcuno ha scritto proprio su Salgari: ". Lui (Salgari) ha scritto un sacco di libri sui pirati, ma gli unici che ha incontrato sono stati i suoi editori"
Ho adattato Salgari in piccoli episodi negli anni '80, sul settimanale "Mundo de Aventuras", grazie all' attenzione del redattore Jorge Magalhaes, che in seguito sarebbe stata la persona scelta dal' editore per curare la presentazione del mio libro "Os Piratas do Deserto", pubblicato nel 2012.
Così, ho liberamente adattato, in 164 pagine, il libro "I Predoni del Sahara", scritto in Italia nel 1903, e tradotto in Portogallo, diviso in due volumi, nel corso del 1937 ( anche se precedentemente c' era stata un edizione risalente al 1925), intitolati come " A Formosa Judia" (1) e "Os Bandidos do Deserto" (2). Quando l' ho fatto ho pensato che il titolo più appropriato sarebbe stato "Os Piratas do Deserto ".
Nick: In particolare come è stato accolto in Portogallo la graphic novel "Os Piratas do Deserto"?
Santos Costa: Tenendo conto dei limiti del mercato per quanto riguarda i fumetti nel suo complesso, non si può dire che le edizioni di opere degli autori nazionali siano un successo. Questa mia opera è stata pubblicata da ASA il più grande editore portoghese di fumetti negli ultimi anni, che a sua volta fa parte di un grande gruppo editoriale (il LEYA), e ha avuto l'esposizione sulla stampa e sui blog.
Tuttavia, il pubblico che ha letto durante l'infanzia Emilio Salgari, non è a questa età un lettore abituale di fumetti.
Le grandi avventure vissute soprattutto nel secolo XIX non hanno oggi , nel secolo XXI, la stessa cornice geo-strategica, politica e sociale che aveva allora, il che porta alcuni lettori - e alcuni critici - a diminuire il valore degli scritti che affrontano questi problemi. Vi sono quindi alcune costrizioni, diciamo culturali quando si toccano argomenti che possono classificare colonizzatori e colonizzati in buoni e cattivi, anche se, nel lavoro di Salgari, non ci sia nessun fine di razzismo.
Per non sfuggire alla domanda, ti devo dire che il fumetto è stato ben accolto da coloro che hanno acquistato il libro, perché essendo un libro aperto, poteva essere sfogliato prima di essere acquistato senza fuorviare nessuno.
Nick: C'è un altro tuo fumetto che m'interessa molto e cioè " O Ostripador de Lisboa"(3). Ce ne vuoi parlare?
Santos Costa: Temo di parlare di questo lavoro, perché è una storia vera di una indagine penale che non ha appurato chi fosse il "Ripper" criminale esattamente come è successo al "Jack" londinese. Quindi, data la ferocia dei suoi atti, ho avuto incubi mentre ho disegnato.
A quel tempo, io lavoravo per un settimanale di Lisbona - "O Crime" - e avevo a disposizione un'intera pagina del giornale per pubblicarvi una scheda a fumetti sui maggiori criminali portoghesi, compresi quelli che hanno ucciso il re D. Carlos e anche l'attentato a Salazar, il dittatore portoghese.
Il cosidetto " O Ostripador" di Lisbona è stato uno delle circa due dozzine di casi affrontati. Ho fatto più di 250 schede (250 settimane, quindi) con tutti i casellari giudiziari (e ne è stato pubblicato un album che ne contiene alcuni intitolato "Registos Criminais") e tutte con una miscela di azione, mistero, terrore e crimine, che segnalavano quello che avveniva in casi reali.
Nick: Dal momento che noi in Italia conosciamo poco del mondo della BD portoghese, secondo te quali sono i maggiori punti di forza e le più importanti caratteristiche dei comics lusitani, quelle che lo differenziano dagli altri, ad esempio da quello francofono o italiano?
Santos Costa: Non c'è grande differenza, perché c'è una forte influenza degli autori francesi e belgi, importati da una rivista - che si chiamava "Tintin" - pubblicato per molti anni da noi in Portogallo. C'è anche una forte influenza americana e, più recentemente, anche da parte dei "manga" giapponesi. Tuttavia, ci sono autori portoghesi che hanno creato una "linea", uno stile che a volte viene ingiustamente considerato "underground".
Nick: Invece quali sono le maggiori difficoltà che incontra un artista che vuole lavorare nel mercato dei comics in Portogallo? In particolare quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato tu?
Santos Costa: In Portogallo le difficoltà, nascono con l'assenza della divulgazione di Comics nella scuola pubblica, l'etichetta per cui questa arte è roba per bambini, riduce il numero di lettori e fa in modo che gli editori "mainstream" preferiscano non rischiare in un mercato a basso reddito. I lettori preferiscono il fumetto americano che da noi è molto diffuso, e anche la BD franco-belga che, come ti ho detto, per molti anni ha potuto disporre di una sua rivista esclusiva.
In Giappone, per esempio, è facile trovare uomini di 70 o 80 anni impegnati a leggere "manga" in treno o sulla panchina di un giardino pubblico. In Portogallo, questo invece è improbabile. Ci sono troppi pregiudizi, certo ci sono anche eccezioni lodevoli, tra cui alcune figure pubbliche di rilievo, che ammettono di leggere ed apprezzare i fumetti - ma sono veramente molto pochi.
Nick: Italia e Portogallo sono due paesi che tra loro hanno molti legami culturali e diversi punti in comune, ad esempio so che i comics della Bonelli sono da tempo tradotti nel tuo paese. Tu cosa conosci del fumetto italiano?
Santos Costa: Il Portogallo ha una lingua che si fonda in gran parte sulla lingua di Roma, il Latino. Così come la lingua influenza la cultura, ci sono forti legami tra il mio e il tuo paese.
Bonelli è molto ben conosciuto e rispettato in Portogallo, non solo per la qualità del suo lavoro, in particolare per"Tex", ma anche per la diffusione che ha avuto da noi grazie ad un editore brasiliano.
Io colleziono i numeri di Tex e ho anche approfittato di una visita che Andrea Venturi, uno dei suoi disegnatori ha fatto in Portogallo per farmi fare delle dediche su una delle sue opere (una storia originariamente pubblicata in Italia su Almanacco del West, nel gennaio 1996), che in Portogallo e Brasile è stata intitolata "O Matador de Indios".
Nick: Parliamo adesso del lato tecnico del tuo lavoro: che tipo di carta utilizzi? Preferisci usare il pennino, il pennarello oppure preferisci utilizzare tecniche digitali? E quanto tempo impieghi mediamente per realizzare una pagina a fumetti?
Santos Costa: Questa stessa domanda mi viene posta dagli studenti delle scuole in cui sono invitato a parlare di Comics. Anche la risposta è sempre la stessa: io utilizzo qualsiasi tipo di carta, basta che sia bianca, per realizzare i disegni, molti dei quali li comincio con una matita o una penna. Per l' illustrazione, esigo una carta più corposa, in grado di supportare la traccia di penne, acquerelli, pennarelli ed Ecolines. Ultimamente, gran parte del lavoro lo perfeziono al computer tramite due programmi - MGI photosuit e Photoshop.
Il tempo d'esecuzione è variabile, e dipende dalla ricerca degli elementi dell' azione, come delle "decorazioni", abbigliamento, etc. Il disegno stesso per realizzare una tavola richiede da uno a tre giorni se è previsto il bianco e nero ed il doppio del tempo se è a colori. Tuttavia, posso anche dirti che per il lavoro settimanale che ho fatto per "O Crime" ci sono state tavole che ho realizzato in un giorno, dalla mattina alla sera, perché consistevano in quattro strisce con 2-3 vignette per striscia, in media, vale a dire, con dieci fumetti ciascuno.
Nick: Ci descrivi una giornata tipo di Santos Costa?
Santos Costa: Non ho giornate tipiche, ma solo atipiche; nessuna è uguale all'altra, a meno che non stia dormendo, perché non ne ho alcun controllo su di loro.
Se sto lavorando su un libro scritto, mi chiudo nella mia stanza e ne esco solo per i pasti. Se si tratta di fumetti, c'è più libertà, e diversifico le mie attività ricreative. Poi, dal momento che scrivo anche testi sulla storia del Portogallo e dei suoi costumi, indago molto in archivi e biblioteche e, in quei casi, faccio solo delle pause per il caffè.
Nick: Sei molto attivo anche nel campo del romanzo poliziesco, ti andrebbe di parlarci di questa parte della tua attività?
Santos Costa: Io sono un fanatico lettore di romanzi "polizieschi" e "crimen" e possiedo una grande collezione di autori provenienti da tutto il mondo, tra cui preferisco Raymond Chandler, Agatha Christie, Margery Allingham , Anthony Berkeley; e, naturalmente, Georges Simenon. Tuttavia, finora non avevo mai scritto un romanzo giallo: l'ho fatto l'anno scorso (2013) con un'opera letteraria pubblicata da "Chiado Editora", che ha per titolo "A Mulher Que Sabia Tudo" (4), in cui il personaggio principale è un Funzionario delle Imposte (credo che sia la prima volta che avveniva in questo genere letterario), perché quella era stata la mia professione per molti anni.
Nick: Tra i tuoi colleghi portoghesi e stranieri quali sono quelli che segui con maggiore attenzione ed interesse? E quali invece i comics che preferisci?
Santos Costa: Come ho detto sopra, Pratt soprattutto, seguito da Miller, EP Jacobs, Hermann, Miguelanxo Prado e Jodorowsky; in un altro senso, Morris, che ho imitato nel corso un programma televisivo.
Nick: Se tu dovessi consigliare una tua opera ad un lettore italiano che non ha mai letto niente di tuo quale gli consiglieresti?
Santos Costa: In primo luogo, di leggere il Salgari che ho adattato a fumetti, cosa che ho fatto anche io, però al contrario, leggendo l'edizione italiana di quel libro del grande scrittore veronese; poi, di leggere un mio libro di testo che ha ottenuto un certo successo di vendite- " O Padre Costa de Trancoso", che racconta la storia di un sacerdote vissuto durante il secolo. XV, e che ha generato 299 (ripeto, 299!) bambini da 53 diverse donne della sua parrocchia
Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Santos Costa nel prossimo futuro?
Santos Costa: Sono nella fase della ricerca di dati per un nuovo "fumetto", ma questa volta si tratta di un contesto regionale, dedicato alle leggende di città, paesi e villaggi di Beira Alta, una regione del Portogallo. Si tratta di un lavoro di circa 250 pagine e, come diciamo noi in Portogallo, mi sta "dando acqua per la barba."(5)
Nick: Bene Santos, è tutto. Ti ringrazio ancora per la tua gentilezza. Nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: c'è qualche domanda alla quale avresti risposto volentieri e che io non ti ho rivolto?
Santos Costa: Certo. La domanda sarebbe: "Ti piacciono i misteri e i temi notturni ?"
La risposta è: "Sì. Un giorno pubblicherò una storia di vampiri e lupi mannari, anche perché in Portogallo molte leggende e tradizioni raccontano dell' esistenza di lupi mannari, che in passato apparivano assieme alle streghe di notte."
Ne voglio approfittare anche per ringraziare la gentilezza e l'attenzione di Nocturnia e di Nick Parisi, che è "Sempre il solito stramaledettissimo idealista, Non cambierò mai".
NOTE:
(1) A Formosa Judia: in italiano sarebbe "La Bella Ebrea"
(2) Os Bandidos do Deserto: in italiano si tradurrebbe come "I Banditi del Deserto"
(3) O Ostripador de Lisboa: letteralmente " Lo Squartatore di Lisbona" anche conosciuto come "The Lisbon Ripper" un famoso serial killer portoghese operante negli anni 90 s. Un domani ne potrei anche parlare sul blog. No. Scherzavo! Per ora non intendo affrontare nuove storie di Serial Killers.
(4) A Mulher Que Sabia Tudo: tradotto significherebbe La Donna che Sapeva Tutto.
(5) L'espressione portoghese originale è " dar-me água pela barba ". Tipica espressione che indica una cosa che crea enorme difficoltà e preoccupazioni. Per "barba" s'intende non la barba umana ma la prua delle navi. Il senso è semplice: quando l'acqua invade la prua di una nave allora la nave stessa rischia di affondare.
ENTREVISTA COM SANTOS COSTA - VERSÃO EM PORTUGUÊS
Bom Dia! Hoje vou apresentá-lo a minha entrevista com o artista Português Santos Costa, dedico a minha entrevista para todos os meus leitores portugueses (e peço desculpas por meu pobre domínio desse idioma bonito é o Português)
Quero agradecer Santos Costa por sua disponibilidade e por sua bondade.
Quero também mencionar Marco "Mundo" Sabatino e Geraldes Lino por sua ajuda
Buoa leitura para todos
Nick: Olá Santos Costa, obrigado por aceitar esta entrevista.
Como primeira pergunta que eu pedir-lhe para nos contar sobre as suas origens e o momento em que você decidiu se tornar um cartunista.
Santos Costa: Nasci em Lisboa no dia de S. Valentim, no primeiro ano da segunda metade do século vinte. Esta é a data em que nasci, dita de modo a permitir um pequeno exercício de raciocínio para se achar a solução- 14 de Fevereiro de 1951.
Curiosamente, apesar de ter começado a desenhar antes de aprender a escrever, foi com a escrita que comecei primeiro; e é com esta que mais tenho publicado. Dos 58 títulos publicados, em forma de livro, apenas 10 são de Banda Desenhada.
Dediquei-me também à caricatura política (cartoon), publicando semanalmente no jornal “O Diabo”, pondo a ridículo as peripécias dos políticos e da política portugueses.
Nick: Em particular, quais foram os quadrinhos e artistas que influenciaram você mais como um leitor antes mesmo que como um artista?
É claro que você também pode mencionar livros, filmes e tudo o mais que vem à mente.
Santos Costa: Não é por dar uma entrevista para ser lida maioritariamente por italianos que vou dizer que Hugo Pratt é o autor que mais admiro, mas sem me influenciar; também sem influências da obra dele, aprecio Frank Miller.
Quanto ao cinema, há dois filmes italianos – e só para citar os de Itália - que marcaram
a minha juventude: La Strada, de Fellini, e Ladri di Biciclette, de Vittorio de Sica. São duas obras de grande valor humanista, marcos do cinema italiano e europeu. Fora da filmografia italiana, toda a obra de Alfred Hitchcock.
Vou um pouco para além da pergunta para dizer que a Banda Desenhada e o Cinema são duas artes complementares, porque ambas colocam em “movimento” imagens “paradas” (vinhetas e fotogramas), sendo que a Banda Desenhada é a mais antiga arte de comunicação que se conhece, uma vez que é anterior à escrita. Era através da sequência de desenhos que o homem do paleolítico descrevia as suas caçadas e narrava as suas histórias e os seus medos. Se nos lembrarmos que os caracteres da escrita foram, no seu início, desenhos e hieróglifos (o A , por exemplo, era uma cabeça de auroque, que ainda hoje se vê estilizado, se o deitarmos), sabemos que a escrita tem o desenho concreto como base.
Nick: Eu vi você no livro de banda desenhada adaptada muitos romances de Emilio Salgari. Por que essa escolha? Quando você decidiu adaptar Salgari? O que te atraiu em especial, neste escritor?
Santos Costa: De entre os escritores que li na minha juventude, Salgari foi o mais preferido, pois li toda a sua obra editada em Portugal pela editora “Romano Torres”.
Na obra de Salgari atraiu-me a liberdade, a aventura, as viagens, os desertos e o mar, o espírito de companheirismo e a grande capacidade de imaginação que Emilio Salgari deixou na sua vasta obra.
Quando fiquei a saber as circunstâncias dramáticas que rodearam a sua vida, a necessidade que ele tinha de escrever para sobreviver, ainda mais me empolgou essa escrita. Cresci e, este interesse, nunca diminuiu. Só um escritor com uma grande capacidade de trabalho e de pesquisa – uma vez que consultava nas bibliotecas os locais da acção dos seus romances – consegue produzir tão vasta obra literária, perfeita na localização das aventuras, costumes, fauna e flora.
Li algures uma pequena frase que alguém escreveu sobre Salgari: “ Ele (Salgari) escreveu muito sobre os piratas, mas os únicos que ele conheceu foram os seus editores”.
Adaptei Salgari em pequenos episódios, nos anos 80, na revista semanal “Mundo de Aventuras”, graças à atenção do editor Jorge Magalhães, que seria a pessoa escolhida pelo editor para fazer a apresentação do meu livro “Os Piratas do Deserto”, publicado em 2012.
Assim, adaptei livremente, em 164 páginas, “ I Predoni del Sahara”, de 1903, intitulado em Portugal, em dois volumes, com edição de 1937 (anteriormente com edição de 1925), como “A Formosa Judia” e “Os Bandidos do Deserto”. Achei que o título mais apropriado seria “Os Piratas do Deserto”.
Nick: Em particular, como foi aceite em Portugal a graphic novel "Os Piratas do Deserto"?
Santos Costa: Dadas as limitações do mercado no que respeita à Banda Desenhada no seu todo, não se pode dizer que as edições de obras de autores nacionais sejam um sucesso. Esta minha obra conheceu o maior editor português de banda Desenhada dos últimos anos, a ASA, que faz parte de um grupo editorial (a LEYA), e teve divulgação na imprensa e nos blogs.
No entanto, o público que leu na infância Emilio Salgari não é, nesta idade, um leitor de Banda Desenhada.
As grandes aventuras vividas principalmente no séc. XIX não têm hoje, séc. XXI, o mesmo enquadramento geo-estratégico, político e social de então, o que leva alguns leitores – e alguns críticos – a menorizarem os escritos que abordem esses temas. Há, pois, alguns constrangimentos, direi culturais, quando se tocam em temas que possam classificar colonizadores e colonizados em bons e maus, se bem que, na obra de Salgari, não há qualquer ponta de racismo.
Para não fugir à pergunta, direi que foi bem aceite por quem comprou o livro, porque sendo um livro aberto, podia ser esfolhado antes de ser comprado e não enganou ninguém.
Nick: Da sua autoria há outra obra em banda desenhada que me interessa muito e que é "O Estripador de Lisboa". Quer falar?
Santos Costa: Temo falar desta obra, porque é um caso verídico de uma investigação criminal que não apurou quem era o criminoso “estripador”, tal como aconteceu com o “Jack” de Londres. Depois, dada a ferocidade dos seus actos, tive pesadelos enquanto a desenhei.
Na altura, eu publicava num jornal semanal de Lisboa – “O Crime” – uma página inteira do jornal com uma prancha de Banda Desenhada sobre os criminosos portugueses, incluindo os que mataram o rei D. Carlos e o atentado a Salazar, ditador português.
“O estripador” de Lisboa foi um dos cerca de duas dezenas de casos abordados. Fiz mais de 250 pranchas(250 semanas, portanto) com todos os registos criminais (tendo sido publicado um álbum com alguns, intitulado “Registos Criminais”) e todos eles, com uma mistura de acção, mistério, terror e crime, relatam casos reais, que aconteceram.
Nick: Desde que nós sabemos pouco na Itália do mundo da BD Portuguesa, na sua opinião, quais são os principais pontos fortes e as características mais importantes do mundo da banda Desenhada Portuguesa, os que o distinguem de outros, como o de língua francesa ou italiana?
Santos Costa: Não há grande distinção, porque há forte influência dos autores franco-belgas, divulgados através de uma revista – a “Tintin” – que foi publicada durante muitos anos em Portugal. Há também forte influência americana e, mais recentemente, dos “manga” japoneses. Todavia, há autores portugueses que criaram uma "linha" própria por vezes injustamente considerada “underground”.
Nick: Quais são as principais dificuldades enfrentadas por um artista que quer trabalhar no mercado de la BD em Portugal? Em particular, quais foram as principais dificuldades que você encontrou?
Santos Costa: As dificuldades, em Portugal, prendem-se com a falta de divulgação da Banda Desenhada na escola pública, o rótulo de que esta arte é para crianças, o reduzido número de leitores e a fraca aposta das editoras “mainstream”, que não querem arriscar num mercado de fraco rendimento. Os leitores preferem a Banda Desenhada americana, muito divulgada, bem como a franco-belga, que teve uma revista exclusiva durante largos anos, como já disse.
No Japão, por exemplo, será fácil encontrar um homem de 70 ou 80 anos a ler “manga” no comboio ou no banco de um jardim público. Em Portugal, isso será improvável. Há muitos preconceitos, sendo algumas excepções louváveis, designadamente de figuras públicas de relevo, que admitem ler e apreciar BD – mas são poucas que tal admitem.
Nick: Itália e Portugal são dois países que, juntos, têm muitos laços culturais e os muitos pontos em comum, por exemplo, eu sei que os quadrinhos Bonelli têm sido traduzidos para o seu país. Você conhece quadrinhos italianos?
Santos Costa: Portugal tem uma língua que se baseia em grande parte na linguagem de Roma, o latim. Logo, como a língua influencia a cultura, também há fortes laços entre o meu e o vosso país.
Bonelli é muito conhecido e conceituado em Portugal, não só pela qualidade dos seus trabalhos, principalmente de “Tex”, como pela divulgação através de uma editora do Brasil.
Faço colecção das revistas Tex e, inclusivamente, aproveitei uma visita que um dos seus desenhadores fez a Portugal – Andrea Venturi – para me autografar um dos seus trabalhos (uma história publicada inicialmente no Almanacco del West, em Itália, Janeiro de 1996), que em Portugal e no Brasil dá por título “O Matador de Indios”.
Nick: Vamos falar sobre o lado técnico do seu trabalho, que tipo de papel que você usa? Prefere usar a caneta, a esferográfica ou você prefere usar técnicas digitais? E quanto tempo demora em média para fazer uma página de quadrinhos?
Santos Costa: Esta mesma pergunta é feita pelos alunos das escolas onde sou convidado a falar de Banda Desenhada. A resposta é sempre a mesma também: uso qualquer tipo de papel, desde que seja branco, para fazer os esquiços, muitos deles começados a lápis ou com esferográfica. Para a arte final, exijo um papel mais encorpado, capaz de suportar o traço das canetas, as aguarelas, os marcadores e as ecolines. Ultimamente, grande parte dos trabalhos são aperfeiçoados em computador, através de dois programas – o MGI photosuit e o Photoshop.
O tempo de execução é variável, porque pressupõe pesquisa dos elementos da acção, como “décors”, indumentária, etc. O desenho propriamente dito pode fazer com que uma prancha demore um a três dias, se for apenas a preto, e o dobro de for a cores. No entanto, digo que para o trabalho semanal que fiz para “O Crime”, havia pranchas que fazia num só dia, de manhã até à noite, sendo elas de quatro tiras com duas a três vinhetas por tira, em média, ou seja, com dez quadrinhos cada.
Nick: Você pode descrever um dia típico de Santos Costa?
Santos Costa: Não tenho dias típicos, mas atípicos; nenhum é igual ao outro, a não ser que esteja a dormir, pois aí não tenho controlo.
Se estou a escrever um livro, em texto, fecho-me no meu espaço e só saio para as refeições. Se faço Banda Desenhada, há mais liberdade, e diversifico as actividades de lazer. Como também escrevo sobre História de Portugal e costumes, investigo muito em arquivos e bibliotecas e só faço pausas para tomar café.
Nick: Você é também muito ativo no campo da ficção crime, você poderia nos dizer sobre esta parte da sua actividade?
Santos Costa: Sou um leitor viciado em género “policial” ou “crime” e possuo grande colecção de autores de todo o mundo, de que destaco Raymond Chandler, Agatha Christie, Margery Allingham e Anthony Berkeley; e, é claro, Georges Simenon. No entanto, nunca tinha escrito um romance policial: Fi-lo, no ano passado (2013) com um trabalho literário publicado através da “Chiado Editora”, que tem por título “A Mulher Que Sabia Tudo”, no qual a personagem principal é um funcionário dos impostos (julgo que é a primeira vez que isso acontece neste género literário), pois foi essa a minha profissão durante muitos anos.
Santos Costa: Como já tinha dito atrás, Pratt acima de tudo, seguindo-se Miller, E.P. Jacobs, Hermann, Miguelanxo Prado e Jodorowsky; em outro estilo, Morris, que já imitei num programa de televisão.
Nick: Se você tivesse de recomendar um de seus trabalhos para um leitor italiano que nunca leu nada seu, o que você aconselharia?
Santos Costa: Primeiramente, que lesse o Salgari que adaptei à BD, pois eu também o fiz, em sentido inverso, lendo a edição italiana daquele livro do grande escritor veronês (de Verona); depois, que lesse um meu livro de texto que tem certo êxito de vendas – “O Padre Costa de Trancoso”, que relata a história de um padre que viveu no séc. XV, e que fez gerar 299 (repito, 299!) filhos em 53 mulheres da sua paróquia.
Nick: Planos para o futuro: O que você está trabalhando agora e o que podemos esperar de Santos Costa em um futuro próximo?
Santos Costa: Estou em perídio de pesquisa para novo “comic”, mas desta feita de âmbito regional, dedicado às lendas de cidades, vilas e aldeias de uma região de Portugal, a Beira Alta. É um trabalho com cerca de 250 páginas e, como se diz em Portugal, está a “dar-me água pela barba”.
Nick: Bem Santos, é tudo. Obrigado novamente por sua gentileza. Em cumprimentá-lo virar a clássica pergunta final de Nocturnia : Há alguma pergunta que você responderia de bom grado e que eu não abordei?
Santos Costa: Há. A pergunta seria: aprecia mistério e nocturno? A resposta será: sim. Qualquer dia publicarei uma história de vampiros e de lobisomens, pois em Portugal é tradição a lendária existência de homens lobo, que apareciam de noite com as feiticeiras.
Aproveito para agradecer a gentileza e a atenção do NOCTURNIA e do Nick Parisi, que é
“sempre il solito stramaledettissimo idealista, non cambierò mai”.
12 commenti:
Vampiri e lupi mannari? Nick, rimani in contatto con Santos Costa, mi raccomando... la questione si fa succulenta ^_^
P.S.: non sapevo parlassi portoghese....
@ Obsidian Mirror
Si, la questione si farebbe davvero interessante.^^
P.S.
Ho avuto una vita piú avventurosa di quanto ne parli in giro. ;)
:O che intervistona.
Mi è piaciuto leggerla ^^
@ Michele il menestrello pignolo
Grazie fratello.^^
Immaginavo che un appassionato di fumetti come te avrebbe gradito.
Bella intervista! Io in più gli avrei solo chiesto cosa ha impedito a Padre Costa de Trancoso di fare cifra tonda e arrivare a 300.^^
@ Ivano Landi
Probabilmente aveva esaurito il numero delle parrocchiane disponibili.
Personaggio molto interessante. Mi ha colpito il forte legame con la cultura italiana dalla letteratura per ragazzi di Salgari al cinema di De Sica ai fumetti di Pratt e della Bonelli.
@ Ariano Geta
È una delle prime cose che colpisce. Tra le altre cose Santos Costa conosce anche abbastanza bene la lingua italiana, insomma la sua è una vera passione per l' Italia.
Cit.: In Portogallo le difficoltà, nascono con l'assenza della divulgazione di Comics nella scuola pubblica, l'etichetta per cui questa arte è roba per bambini [...]
Ecco -_- Fumetti, manga e anime, roba da bambini, purtroppo questa cattivissima idea accomuna il nostro e il paese di Costa.
Personaggio eclettico e affascinante lui! *__* (A parte il disegno, cita Jodorowsky, Pratt, il neorealismo, dice di frequentare biblioteche e archivi... *__*)
Complimenti per l'intervista, bellissima!
Ciao Nick ^^
@ Glò
Si purtroppo l' idea che i comics sia roba per bambini accomuna l' Italia e il Portogallo.
Grazie per i complimenti ^^
Lo adoro. Non posso dire altro.
@ A.H.V
Basta questo, hai espresso un mondo intero dentro un' espressione.
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