INTERVISTA CON CHRISTOPHE ARLESTON

Bentornati!
Oggi io vi presento la mia intervista con Christophe Arleston, uno dei migliori sceneggiatori di Francia, famoso per creazioni come Lanfeust o Trolls de Troy.
Io voglio ringraziare Christophe per la sua gentilezza, per la sua disponibilità ed anche per essersi prestato a questa mia lunghissima intervista.
Per chi fosse interessato ad approfondire io vi invito a leggere QUESTA scheda (in italiano ) su Arleston.
Alla fine della versione italiana i lettori francofoni potranno trovare la versione francese.
Buona lettura!!!
Attendo i vostri commenti!
Pour la version françaisese il vous plaît faites défiler vers le bas!)




Nick:  Benvenuto su Nocturnia, Christophe Arleston, ti ringrazio per aver accettato quest' intervista. Tu hai cominciato la tua carriera come giornalista e autore teatrale solo in seguito sei diventato uno sceneggiatore di fumetti. Cosa ti ha avvicinato a questo mondo?

Chistophe Arleston:  - In realtà sono sempre stato un grande appassionato di fumetti, avrò avuto 12 o 13 anni quando ho deciso che quello sarebbe stato il mio lavoro! E come tutti i bambini, naturalmente, volevo fare il disegnatore: quando si è giovani è difficile pensare, a fare il lavoro di sceneggiatore. Ho disegnato tavole fino ai miei 18 anni. Però a quel punto frequentando in veste di appassionato i vari Festival del Fumetto,  mi sono reso conto che non facevo altro che incontrare molti giovani disegnatori estremamente più bravi di me, ma che non sapevano nemmeno cosa dire. Mentre, io al contrario, tiravo sempre via le mie tavole perché volevo procedere rapidamente nella storia, dal momento che avevo troppe idee in mente! Ho messo subito le cose al loro posto: ho capito che il mio posto al mondo era sul versante della scrittura.
Ma, naturalmente, è estremamente difficile riuscire a mantenersi con i fumetti, perlomeno all'inizio. Così ho continuato i miei studi, in parte anche per rassicurare i miei genitori e poi ho fatto una scuola di giornalismo che ho lasciato nel 1987. La mia seconda passione è sempre stata la radio. Quindi ho lavorato da giornalista sia sulla carta stampata che per la radio. Si è rivelato un ottimo esercizio per imparare la rigorosità della scrittura, e il modo di scegliere le parole corrette. E poi ho iniziato a scrivere commedie radiofoniche per la radio per cui lavoravo ( si tratta di France Inter, il grande   servizio pubblico radiofonico nazionale di Francia). Al' epoca stavo anche cercando di realizzare sceneggiature di fumetti ma nessuno li voleva. Ci sono voluti diversi anni prima che i miei fumetti cominciassero finalmente ad essere pubblicati. Nel 1991, ho fatto il gran passo e ho deciso di dedicarmi al 100% alla sceneggiatura di fumetti, che era il mio obiettivo fin dall'inizio!

Nick:  Quali sono gli autori e i fumetti che ti hanno maggiormente formato come lettore prima ancora che come autore? Naturalmente puoi citare anche film, libri e tutto quello che ti viene in mente?

Arleston:  - Ce ne sono tantissimi! Metto sullo stesso piano gli scrittori, gli autori di fumetti, i cineasti. Quando sei giovane sei molto permeabile a tutto quello che si legge, si vedere o si sente. Fin da bambino leggevo fumetti molto diversi tra loro, come la rivista Spirou, per  bambini, con autori come Maurice Tillieux in particolare, io naturalmente leggevo Asterix e Lucky Luke, ma, grazie alla mia famiglia, giornali totalmente politici per adulti come Charlie-Hebdo, con fantastici disegnatori come Reiser oppure la rivista Pilote, con Alexis e Lauzier. Tutto questo ha creato una strana miscela nella mia testa! Ho letto un sacco di thriller, di fantascienza e fantasy di scrittori per lo più americani: Jack Vance, in particolare, ma anche Fritz Leiber, Philip José Farmer e Robert Silverberg. Per quanto riguarda il cinema, grazie ai miei grandi genitori professori cinematografici alla facoltà di Aix en Provence, conoscevo tutti i classici americani, da John Ford a Mankiewicz, da John Huston a Orson Welles, e poi per parte mia nella mia adolescenza ho scoperto George Lucas e Spielberg.
Un divertente miscuglio, ancora una volta !

Nick:  Nella maggior parte delle tue opere usi uno stile che coniuga (secondo me felicemente) diversi elementi: fantasy per adulti, un pizzico di fantascienza e sopratutto molto umorismo e giochi di parole ( un po come se ti avessi assorbito la lezione di Pratchett e -forse - dei fumetti di Asterix) Da cosa deriva questa commistione di elementi? E più in generale cosa dovrebbe aver -secondo te- un buon fumetto per attirare l'attenzione dei lettori?

Arleston:  Credo che precisamente, il fatto di mixare tutti i generi derivi dal miscuglio che è avvenuto nella mia testa quando ero un adolescente. Non ho mai cercato di definire un genere particolare, ho solo scritto quello che desideravo quando ne avevo voglia dopo sta ad editori e lettori decidere come vogliono considerarlo !


Nick: E più in generale, che caratteristiche dovrebbe avere un buon fumetto per attirare i lettori?

Arleston:  Io non credo nelle ricette pronte. Tutti coloro che cercano di applicare questi metodi alla fine falliscono, perché il lettore si rende conto che è tutto un qualcosa di prefabbricato. E anche se il risultato attirerà i lettori  tempo un anno la cosa  passerà di moda molto velocemente ! E soprattutto si non dovrebbe mai correre dietro ad una moda. I manuali (come ce ne sono molti nel Cinema) su "come scrivere una buona sceneggiatura" mi fanno ridere ad alta voce, è  la cosa più stupida del mondo a pensare che ci sia un metodo universale! La cosa migliore da fare è scrivere quello che aveva in mente per una sorta di rispetto a se stessi: ogni volta che scrivo un album, è perché scrivo qualcosa che io come lettore vorrei leggere. Io non chiedo che cosa si aspettano i lettori, ma di quello che mi aspetto, io. Per esempio, quando ho iniziato a  lavorare per Soleil, il mio editore mi ha detto "non mescolare fantasy e umorismo, non vanno bene insieme! Il  Fantasy deve essere serio, dark". Non l'ho ascoltato (perché mi piace mettere l'umorismo ovunque) ed alla fine ho avuto ragione io!

Nick: Cosa conosci del fumetto italiano?

Arleston:   Ne conosco solo una piccola percentuale, come la maggior parte dei francesi. In primo luogo, certamente, uno dei più grandi geni del mondo dei fumetti, Hugo Pratt, che ho avuto la possibilità di incontrare, di persona. Corto Maltese è stato l'eroe di miei 16 anni! Mi lasciavo crescere le basette sulle guance come lui, volevo mettermi un anello in un orecchio ... Ma Pratt era veneziano,  quindi può dirsi davvero italiano :) ?  E poi, Manara, naturalmente, che trovo molto elegante, ma le cui storie non mi affascinano, lo stesso vale per Liberatore. C'era uno scrittore favoloso quando ero giovane, Guido Buzzelli, che ha realizzato un paio di volumi che mi sono piaciuti molto, e anche Bonvi. Per contro Io non conosco nulla del fumetto avventuroso, a parte la serie Dylan Dog della Bonelli. E poi, naturalmente, vorrei citare i grandi della Disney Italia, come Bottaro, Cavazzano, e il talentuoso Alessandro Barbucci con cui ho la possibilità di lavorare sulla serie di Ekho.

Nick:  Nel 1992 cominci a collaborare con le Edizioni Soleil di cui diventi preso uno degli sceneggiatori più importanti. La Soleil è un editore conosciuto per la qualità delle sue BD. Raccontaci com'è nata la collaborazione con questo editore.

Arleston:  Nel 1989 ho pubblicato un primo album per i bambini per le edizioni Alpen / Humanoides Associates  intitolato Manie Swing. E 'stato un fallimento totale. Allora ho scritto racconti brevi per la rivista Circus della Glénat e in Spirou. Un amico mi ha detto che un giovane libraio di Tolone, chiamato Mourad Boudjellal, aveva creato una piccola casa editrice. Ci siamo incontrati e siamo entrati subito in sintonia. Ho lanciato subito due serie Léo Loden con Serge Carrère ( una serie che va avanti ancora oggi, un poliziesco divertente  ambientato a Marsiglia), e Les Maîtres Cartographes un fantasy con Paul Glaudel. Sono andati abbastanza beneper far in modo che Mourad avesse voglia di continuare, e così ho seguire alle mie prime serie anche le nuove Les Feux d' Askell con Jean-Louis Mourier e Lanfeust con Didier Tarquin. Questa serie ha consentito all'editore di crescere e noi con lui.

Nick: Tuttavia l'anno in cui si realizza la svolta è il 1994 quando assieme al disegnatore Didier Tarquin pubblichi il primo volume della serie " Lanfeust de Troy", che diventa ben presto la tua serie simbolo. Come ti è nata l'ispirazione per quel fumetto? Quali personaggi preferisci nella serie e perchè ha secondo te ha avuto così tanto successo presso i lettori?

Arleston:  Sì, Lanfeust ha avuto subito un enorme successo. Mi ricordo il primo festival  del Fumetto a cui ho partecipato con Didier Tarquin, una settimana dopo l'uscita dell'album,  non riuscivamo a credere che tutta quella folla fosse  lì per noi!  Ne rimanemmo davvero molto sorpresi.
Su quali cose mi abbiano ispirato Lanfeust, non ti so dire. Fino a quel momento, non avevo mai inserito la magia nel fantasy, avevo sempre pensato che fosse una facile scappatoia , non mi piacciono i maghi  con grande abito e cappello a punta che inviano palle di fuoco! C'era già stato  un Gandalf, quindi bastava così, non ne vale la pena rifarne altre 50 varianti simili! Così ho pensato, di non parlare di magia, ma di un sistema diverso ... e cosi mi è venuto l'idea dell' unico potere per persona,  che fosse importante o meno. Ed è stato così che tutto ha trovato il suo posto. La cosa importante è stata quello di aver trovato la regola del gioco.
Quanto al successo, è impossibile da spiegare. Siamo stati fortunati, abbiamo creato la storia giusta al momento giusto ... E dobbiamo aggiungere che Didier Tarquin è un narratore di grande talento. Regge molto bene la scena, i personaggi con lui a funzionano bene e sa guidare il lettore con  il suo forte carisma.



Nick: Nel corso degli anni l'universo di "Lanfeust" si è allargato enormemente grazie a tutta una serie di spin-off, sequel e prequel della serie originale (a proposito, quante sono adesso queste serie?) Io però vorrei soffermarmi in particolare su di alcune di queste: partiamo da "Trolls de Troy" ( nata nel 1997) Trovo molto interessante la creazione di un prequel in cui i protagonisti sono i Troll. Con "Trolls de Troy" volevate effettuare un ribaltamento di prospettiva mostrando come protagonisti Troll (in particolare il personaggio principale Tetram) e come cattivi gli esseri umani?

Arleston:   Non amo termini come  prequel; spin-off ... Tutto quello che ho fatto, Trolls, Les Conquerants de Troy, Gnomes, Légendes de Troy, sono semplicemente storie che stanno accadendo nello stesso universo. Ho un mondo così ricco che potrei trascorrere tutta la mia vita nel raccontarne la storia! Ma non si tratta di un semplice spin-off semplicemente ogni serie è completamente diversa dalla precedente. Ci può essere più o meno humour,  può essere ambientata in tempi e in luoghi completamente diversi, il tono, l'angolo di narrazione e lo stile grafico sono diversi: è l'opposto di uno spin-off  che finisce per rispettare le regole stabilite dalla serie originale. Qui, al contrario, mi proibisco sempre di fare qualcosa che sembri come la serie originale, ogni volta io uso solo il paesaggio!
Infatti per Trolls de Troy quello che mi interessava era di rovesciare il punto di vista. Fino a quel momento il punto di vista era quello degli esseri umani per cui i troll erano  solo animali selvatici, adesso ho voluto mostrare le cose con la mentalità dei troll. Essi non sono cattivi, è solo nella loro natura di mangiare i contadini esattamente come per i leoni è naturale mangiare le gazzelle.
E questo non rende certo il leone un animale malvagio !
Pe contro gli esseri umani stessi, loro si possono essere corrotti, e davvero malvagi. E quindi nei troll ho scelto di mettere molto più umorismo rispetto a quanto ne metto in  Lanfeust, una scelta legata anche alla personalità del disegnatore, Jean-Louis Mourier.

Nick:  Parliamo adesso di "Lanfeust Quest" (creata nel 2007) . Com'è nata e perché l'idea di una versione in stile manga della serie originale?

Arleston:  Avevamo avuto delle proposte per adattare Lanfeust  in un cartone animato, ma sapevamo che la Francia non possiede gli stessi mezzi della Pixar e della Dreamworks, e che la grafica di Didier Tarquin ne avrebbe sofferto! Così abbiamo fatto la scelta di creare noi stessi una serie che avesse le caratteristiche manga per poterla adattare più facilmente. Per noi si è trattato anche di un modo per proteggere l'immagine della serie originale separandola dal cartone animato.

Nick:  Infatti so che la rete televisiva francese "M6" assieme alla casa produttrice Gaumont ha realizzato una serie a cartoni animati di "Lanfeust Quest", il cartoon è stato venduto in tutto il mondo (ad esempio in Italia si è visto sul "Disney Channel) però molti appassionati della versione a fumetti non hanno apprezzato il cartoon. Da autore qual'è la tua impressione in proposito sul cartone animato di "Lanfeust Quest"?

Arleston:  Che abbiamo fatto bene a voler separare le due cose !
 La grafica è anche ben fatta, l'animazione e la realizzazione pure, ma le sceneggiature sono pari a zero! Purtroppo non abbiamo avuto nessun controllo su quello. Devo dire che non capisco il motivo per cui i produttori hanno acquistato il personaggio di Lanfeust solo per poi realizzare un cartone animato disegnato per  bambini di 5/8 anni!  Dentro non c'è più nulla dello spirito del fumetto.

Nick: Dal 1998 sei anche direttore del "Lanfeust Mag" Dal momento che la rivista non viene venduta sul territorio italiano ti chiedo di presentare agli appassionati italiani di bande dessinèe la rivista, le sue serie più importanti e di parlarci delle cose che ti hanno dato più soddisfazione.

Arleston:  Ho iniziato a leggere i fumetti su riviste come Spirou, Pilote, Charlie, A Suivre,  Métal Hurlant, Fluide Glacial, Tintin, Circus, Gomme, l' Echo des Savanes (1) ... e molte di queste adesso sono chiuse. Mi è sempre piaciuta la vita che può portare una rivista, molto meno fredda di un album. Ci sono storie brevi, gag in una tavola, rubriche, e poi una grande complicità tra i lettori e la redazione. Così ho voluto fondare una rivista, sono passati quasi 20 anni, e la rivista esiste ancora! E io me ne occupo ogni giorno, è una gioia. E' anche grazie alla studio dove lavoriamo con gli amici fumettisti che ci funge, allo stesso tempo redazione per il giornale. Questo è un posto molto importante perché si lì fondono le idee, l'energia è lì!

Nick: Per uno scrittore o uno sceneggiatore il momento creativo è importante: tu come gestisci il tuo lavoro? Hai riti particolari di scrittura (ad esempio: ascoltare musica o vedere film mentre scrivi)? Momenti preferiti per scrivere ? E sopratutto da dove trai l'ispirazione?

Arleston: Niente di speciale, se non che io ascolto un sacco di musica da film, quando scrivo. Trovo che questa musica aiuta lo spirito a liberare la sua immaginazione. E di tanto in tanto, quando mi sento bloccato e le idee non vengono, ascolto una parte di Ticket to Ride on line, dura 5 minuti e spesso mi libera la mente!

Nick: Un aspetto fondamentale del vostro lavoro riguarda il rapporto di collaborazione che si viene a creare tra la figura dello sceneggiatore e quella del disegnatore. Tu che hai collaborato con molti bravi disegnatori come Didier Tarquin o Jean-Louis Mourier come ti regoli, che tecnica e metodo di lavoro preferisci utilizzare:  Scrivi sceneggiature rigide e dettagliate oppure preferisci lasciare libero il disegnatore ? O magari ti adatti volta per volta a seconda del disegnatore che hai a disposizione in quel momento?

Arleston:  Fornisco sempre uno scenario molto preciso e dettagliato con una suddivisione in tavole (ti mando un allegato come esempio, l'inizio del prossimo  volume di Trolls). Voglio dare il numero massimo di elementi del disegnatore. Lui deve naturalmente soddisfano pienamente i dialoghi, e le pagine di inizio e fine, ma è libero di ri-regolare la messa in scena all'interno di una pagina, fino a quando va bene e funziona! Alcuni, come Tarquin, a volte cambiano le cose. Altri, come Mourier, rispettano rigorosamente la mia sceneggiatura
Consegno al disegnatore sequenze di 4 o 5 pagine, e procedo mano a mano assieme a lui. Quindi, in pratica, nella stessa settimana, lavorerò parallelamente su diverse serie differenti. Penso che sia un bene interrompersi, lavorare su una storia diversa quindi ritornare sulla precedente: dà più prospettiva, uno sguardo nuovo ogni volta. Naturalmente ho una sinossi globale abbastanza precisa, ma mi dà spesso modo di improvvisare, soprattutto per le serie umoristiche.

Qui e in basso esempi di storyboard e di sceneggiatura
applicati da Arleston: la prima pagina di "Trolls de Troy" #21
L'Or des Trolls

1. 
Jolie image, plan large d’une rivière assez large et peu profonde. Sur une barque, un paisible pêcheur à demi allongé, chapeau sur les yeux, casse croute posé sur un banc, peinard... Des poissons sautent gaiement, des oiseaux traversent le ciel, des petits animaux passent dans la forêt en avant ou arrière plan... 


Commentaire 
Quoi de plus paisible qu’une aimable rivière glougloutant doucement au rythme de la brise tiède dans les feuilles ? 

Pêcheur (en petit) 
rrffllzzzz 
2. 
Plan serré du pêcheur qui sursaute, brusquement réveillé. 


Voix off chants, notes zique 
LÈVE LA LOUIIIIIISE 
ROULE ET TAMIIIIIISE 
SOUS SA CHEMIIIIISE 

Pêcheur 
SCRGNULF ?!? 
Interruzione pagina 
3. 
Deux prospecteurs avancent en pataugeant dans la rivière, de l’eau jusqu’aux genoux, les pantalons remontés aux cuisses, des tamis à la mainIl y a un échalas roux maigre et barbu aux yeux chafouins (Novër) et un costaud ventripotent au crane rasé (Nenron). Ils arrivent sur le pêcheur dans sa barque. 


Pêcheur 
Chûûûût ! Vous allez réveiller le poisson ! 
4. 
Les prospecteurs désagréables sont rigolards. 


Novër 
On s’en fout du poisson ! 

Nenron 
Ouais, tant qu’il vient pas becqueter nos pépites... 
5. 
Nenron renverse la barque, mettant le pêcheur à l’eau, alors que Novër replonge son tamis dans l’eau. 


Novër 
Nous on est prospecteurs alors on prospecte ! 

Nenron 
Dégage de notre rivière ! 

VLARTCHBLL 
6. 
Novër remonte son tamis, les yeux exhorbités, une pépite brille au milieu du sable. 


Novër 
DE L’OR ! 

Nick: Descrivi una giornata tipo di Christophe Arleston.

Arleston:   Mi alzo verso le 09:00 del mattino, sono allo studio alle ore 10:00,  fino a mezzogiorno mi occupo delle mail, gestisco i documenti, la rivista, le interviste :) , poi comincio a scrivere le sceneggiature. Dapprima lentamente e poi procedo in maniera sempre più spedita fino al tardo pomeriggio! Mi fermo quando sono circa le 19:00, trascorro del tempo con mio figlio di 2 anni, con la mia ragazza Audrey Alwett  anche lei scrittrice e spesso lavoro nuovamente a casa tra le 22:00 e mezzanotte. E dopo il tempo libero, leggo fino alle 2:00 del mattino e poi a nanna!

Christophe Arleston assieme ai disegnatori Didier Tarquin e Jean-Louis Mourier
Nick:  Un aggettivo o una definizione per ognuno dei disegnatori con cui hai lavorato.

Arleston:  Ho lavorato con molte persone! Ci limiteremo a parlare di quelli con cui ho realizzato la maggior parte degli album ...
Didier Tarquin: il migliore nella narrazione pura, a suo agio sia nelle scene d'azione drammatiche che nella commedia.
Jean-Louis Mourier: il più dotato nel disegno. Ha una facilità straordinaria nel disegnare qualsiasi cosa, nulla lo spaventa!
Alessandro Barbucci: un carisma del disegno, una sensualità formidabile nel tratto. Devo confessare che, per uno sceneggiatore come me che ama le scene di commedia pura e l' umorismo, Barbucci Mourier  sono i disegnatori migliori per rendere bene tutto quello che amo!
Philippe Pellet: Un senso del dettaglio e della precisione incredibile, un grande creatore di stati d'animo. Il vero artista realistico al 100% . E' raro!
Adrien Floch: il tratto, la linea più elegante, con cui ho lavorato, assieme ad Olivier Vatine.

Nick:  Il fumetto in Francia è ancora in buona salute ?

Arleston:  A dire il vero sì. Si vendono sempre più album ogni anno. Ma molti autori hanno l'impressione che le vendite vadano giù  proprio perché aumenta sempre il numero degli album stampati. Io penso che questa quantità di pubblicazioni sia solo un segno di buona salute! Per contro la situazione economica di molti autori è precaria, e dobbiamo mettere le cose in chiaro con gli editori.

Nick:  Se dovessi consigliare un tuo fumetto (album o serie) a qualcuno che non ha letto niente di tuo cosa gli consiglieresti? 

Arleston:  Oh, questa è una risposta molto difficile ! Tutto dipende dalla persona e da ciò che cerca. Per esempio una serie come Opale, con i disegni di  Philippe Pellet, è un fantasy molto serio e realistico, e che va bene per un pubblico che ama quel tipo di fantasy e non ama  i Trolls o Lanfeust! Ma diciamo che oggi vorrei consigliare Ekhö o Trolls per chi  apprezza l' umorismo, e per coloro che invece preferiscono l'avventura Lanfeust o Les Naufragés d' Ythaq .

Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Christophe Arleston nel prossimo futuro?

Arleston: Il  continuo delle serie in corso, naturalmente, e poi vorrei trovare il tempo per scrivere un secondo romanzo. Ho fatto uscire quest'anno un primo romanzo light fantasy,  Le Souper des Maléfices (disponibile in francese su Amazon), che credo sia  molto divertente e ho apprezzato l'esercizio. Voglio continuare su questa strada e ovviamente  voglio scrivere tanti altri fumetti!

NOTE:
(1) le riviste che escono ancora tra quelle citate, le sopravvissute sono la belga Spirou e la dissacrante Fluide Glacial.

Entretien avec Christophe ARLESTON. - La version originale en FRANÇAIS.


Bienvenue! 
Aujourd'hui, je vais vous présenter mon entrevue avec Christophe Arleston, l'un des meilleurs écrivains  et scenaristes de France, célèbre pour des créations comme Lanfeust de Troy ou Trolls. Je tiens à remercier Christophe pour sa gentillesse, pour sa disponibilité et aussi pour avoir prêté à cette ma longue entrevue. Pour ceux qui sont intéressés à en apprendre davantage, je vous invite à lire cette dossier (en italien) sur Arleston
Bonne lecture !!! 
Je attends vos commentaires!

Nick:  Bienvenue Sur Nocturnia, Christophe Arleston, merci d'avoir accepté cette entrevue. Vous avez commencé votre carrière en tant que journaliste et dramaturge, puis vous vous êtes tourné vers la BD. Qu’est-ce qui vous y a attiré ?

Cristophe Arleston:  En réalité j’ai toujours été fan de BD, et je devais avoir 12 ou 13 ans lorsque j’ai décidé que ça serait mon métier ! Et comme tous les enfants, bien sûr, je voulais être dessinateur : on a du mal à imaginer, lorsqu’on est jeune, ce qu’est le travail d’un scénariste. J’ai dessiné des planches jusqu’à 18 ans. Et puis là, je me suis rendu compte que dans les festivals de BD où j’allais comme fan, je croisais beaucoup de jeunes dessinateurs bien meilleurs que moi, mais qui ne savaient pas quoi raconter. Alors que moi, au contraire, je bâclais mes planches parce que je voulais vite avancer dans le récit, j’avais trop d’idées en tête ! J’ai assez vite mis les choses à leur place : j’ai compris que ma place était du côté de l’écriture.
Mais bien sûr, difficile de vivre immédiatement de la BD. Donc j’ai continué mes études, en partie pour rassurer mes parents, puis j’ai fait une école de journalisme dont je suis sorti en 1987. Ma seconde passion a toujours été la radio. J’ai donc été journaliste dans la presse écrite et la radio. C’est un très bon exercice pour apprendre la rigueur de l’écriture, le choix du mot exact. Et puis j’ai commencé à écrire des pièces de théâtre radiophonique pour la radio où j’étais (France Inter, la grande radio nationale de service public en France). A l’époque j’essayais aussi de placer des scénarios de BD mais personne n’en voulait. Il a fallu plusieurs années avant que la BD démarre enfin. En 1991, j’ai sauté le pas et choisi de me consacrer à 100% au scénario de BD, mais c’était mon objectif depuis le début !


Nick:  Quels sont les auteurs et les œuvres qui vous ont influencé ?

C.A:  Il y en a beaucoup ! À la fois des écrivains, des auteurs de BD, des cinéastes. Lorsqu’on est jeune on est très perméable à tout ce qu’on lit, voit ou entend. Depuis l’enfance je lisais en BD des choses très différentes les unes des autres, comme le magazine Spirou, pour enfants, avec des auteurs comme Maurice Tillieux en particulier, je lisais Astérix et Lucky Luke, bien sûr, mais aussi, grâce à ma famille, un journal politique complètement adulte comme Charlie-Hebdo, avec des dessinateurs fantastiques comme Reiser, ainsi que le magazine Pilote, avec Lauzier ou Alexis. Tout ça a donné un drôle de mélange dans ma tête ! Je lisais beaucoup de romans policiers, et de la science fiction et fantasy avec surtout des écrivains américains : Jack Vance, particulièrement, mais aussi Fritz Leiber, Philip José Farmer ou Robert Silverberg. En ce qui concerne le cinéma, grace à mes grands parents professeurs de cinéma à la fac d’Aix en Provence, je connaissais tous les classiques américains, de John Ford à Mankiewicz , de John Huston à Orson Welles, et puis de mon côté je découvrais dans mon adolescence Georges Lucas et Spielberg. Un drôle de mélange une fois de plus !

Nick:  Dans vos albums on retrouve à la fois de la fantasy adulte et de l’humour, des jeux de mots. On peut parfois penser à Astérix ou à Terry Pratchett. D'où vient ce mélange d'éléments ?

C.A:  Je crois que justement, le fait de mixer tous les genres vient du mélange qui se passait dans ma tête lorsque j’étais adolescent. Je n’ai jamais cherché à définir un genre en particulier, j’écris juste ce que j’ai envie comme j’en ai envie, après c’est aux éditeurs et aux lecteurs de savoir où ils veulent le ranger !

Nick: Et plus généralement, que doit avoir une bonne bande dessinée pour attirer les lecteurs?

C.A:  Je ne crois pas aux recettes toutes faites. Tous ceux qui essayent d’appliquer des méthodes échouent, on sent le pré-fabriqué. Et ce qui va attirer les lecteurs une année va passer de mode très vite ! Et il ne faut surtout jamais courir après la mode. Les livres (comme il en existe beaucoup dans le cinéma) sur « comment écrire un bon scénario » me font hurler de rire, c’est juste la chose la plus bête du monde que de penser qu’il y a une méthode universelle ! La meilleure chose à faire est d’écrire ce qu’on a en tête pour se faire plaisir à soi-même : à chaque fois que j’écris un album, c’est parce que j’aurais envie de le lire. Je ne me pose pas la question de ce qu’attendent les lecteurs mais de ce que j’attends, moi. Par exemple, quand j’ai commencé chez Soleil, mon éditeur me disait « ne mélange pas la fantasy et l’humour, ça ne va pas ensemble ! La fantasy ça doit être sérieux, dark ». Je ne l’ai pas écouté (parce que j’aime mettre de l’humour partout) et j’ai bien eu raison !

Nick: Que connaissez-vous de la bande dessinée italienne ?

C.A:  Juste une petite partie, comme la plupart des français. D’abord un des plus grands génies mondiaux de la BD, Hugo Pratt, bien sûr, que j’ai eu la chance de rencontrer. Corto Maltese était le héros de mes 16 ans ! Je me laissais pousser les pattes sur les joues comme lui, je voulais mettre un anneau dans une oreille... Mais Pratt était vénitien, est-ce vraiment italien :D ? Et puis Manara, bien sûr, que je trouve très élégant mais dont les récits ne me passionnent guère, même chose pour Liberatore. Il y avait un auteur fabuleux lorsque j’étais jeune, Guido Buzzelli, qui avait fait quelques bouquins que j’aimais beaucoup, et aussi Bonvi. Par contre je ne connais pas du tout la BD d’aventures, tout ce qui est Dylan Dog, les séries de chez Bonelli. Et puis bien sûr il y a les grands de chez Disney Italie, Bottaro, Cavazzano, et le très talentueux Alessandro Barbucci avec qui j’ai la chance de travailler sur la série Ekhö.

Nick:  Vous commencez à collaborer avec Soleil en 1992, et vous devenez rapidement une des locomotives de cette maison d’édition. Comment cela s’est-il passé ?

C.A:   En 1989 j’avais sorti un premier album, pour enfants, chez Alpen/Humanoïdes-Associés qui s’appelait Manie Swing. Ce fut un échec total. J’écrivais des histoires courtes dans Circus, le magazine des éditions Glénat, et dans Spirou. Un ami m’a dit qu’un jeune libraire de Toulon, Mourad Boudjellal, lançait une petite maison d’édition. Nous nous sommes rencontrés et entendus tout de suite. J’ai immédiatement lancé deux séries Léo Loden avec Serge Carrère (qui existe toujour, du policier humoristique qui se passe à Marseille), et les Maîtres Cartographes avec Paul Glaudel, de la fantasy. Ça a marché assez pour que Mourad ait envie de continuer, et j’ai donc pu faire dans la foulée les Feux d’Askell avec Jean-Louis Mourier et Lanfeust avec Didier Tarquin. Cette série a permis à la maison d’édition de grandir, et nous avec.

Nick:  En 1994, donc, la sortie du premier Lanfeust est un succès immédiat. Qu’est-ce qui vous a inspiré cette histoire ? Vous pouvez expliquer ce succès ?


C.A:   Oui en effet, Lanfeust a tout de suite remporté un énorme succès. Je me souviens du premier festival avec Didier Tarquin, une semaine après la sortie de l’ album, on ne croyait pas que tout ce monde était là pour nous ! On était stupéfaits.
Sur ce qui m’a inspiré Lanfeust, je ne sais pas trop. Jusque là, je ne mettais jamais de magie dans la fantasy, je trouvais que c’était une solution de facilité, je n’aime pas les magiciens en grande robe et chapeau pointu qui envoient des boules de feu ! Il y a eu un Gandalf, ça suffit, ce n’est pas utile de le refaire 50 fois ! Donc je me suis dit, pourquoi pas la magie, mais avec un système différent... et puis là est venue l’idée d’un pouvoir unique par personne, important ou pas. Et ça y était, tout était en place. L’important était d’avoir trouvé la règle du jeu.
Quand au succès, impossible à expliquer. On a eu de la chance, on a sorti la bonne histoire au bon moment... Et puis il faut dire que Didier Tarquin a un formidable talent de narrateur. Il met très bien en scène, avec lui les personnages jouent bien, il sait guider le lecteur et il y a dans son trait un charisme très fort.

Nick:  Au fil des ans l'univers de Lanfeust s’est étendu grâce à une série de spin-offs, en particulier Trolls de Troy. Vous vouliez renverser le point de vue des lecteurs sur les trolls ?

C.A:  Je n’aime pas le mot de Spin-off, prequel... Tout ce que j’ai fait, les Trolls, les Conquérants de Troy, les Gnomes, les Légendes de Troy, ce sont tout simplement des histoires qui se passent dans le même univers. J’ai un monde tellement riche que je pourrais passer toute ma vie à en raconter l’histoire ! Mais si ce ne sont pas des simples spin-off, c’est que chaque série est complètement différente. Il peut y avoir plus ou moins d’humour, ça se passe à des périodes et en des lieux complètement différents, le ton, l’angle de narration et le style graphique sont différents : c’est l’inverse d’un spin-off qui foit respecter la charte établie par la série originale. Là au contraire je m’interdis de faire quelque chose qui ressemble à la série originale, je n’utilise que le décor !
En effet pour lestrolls ce qui m’intéressait était de renverser le point de vue. On était jusque là avec des humains et les trolls étaient des animaux sauvages, je voulais montrer les choses du point de vue des trolls. Ils ne sont pas méchants, c’est juste dans leur nature de manger des paysans, comme les lionsmangent des gazelles. Ça ne fait pas du lion un animal méchant ! Par contre les humains, eux, peuvent être corrompus, et vraiment mauvais. Et puis dans les trolls j’ai choisi de mettre beaucoup plus d’humour que dans Lanfeust, un choix lié à la personnalité du dessinateur, Jean-Louis Mourier.

Nick: Pourquoi avoir lancé un Lanfeust « manga », Lanfeust Quest ?


C.A:  Nous avions eu des propositions pour adapter Lanfeust en cartoon, mais nous savions que la France n’a pas les mêmes moyens que Dreamworks ou Pixar, et que le graphisme de Didier Tarquin allait souffrir ! Nous avons donc fait le choix de créer nous-mêmes une série au trait manga pour qu’elle soit facile à adapter. C’était pour nous une façon de protéger l’image de la série originale en la déconnectant du cartoon.

Nick:  Lanfeust Quest est devenu une série de cartoons produite par Gaumont et la chaîne de télévision française "M6", une série a été vendue dans le monde (par exemple en Italie, il a été vu sur «Disney Channel"), mais de nombreux fans la version de bande dessinée n'ont pas aimé le dessin animé. Qu’avez-vous pensé de ce cartoon ?

C.A:  Qu’on a bien fait de vouloir se déconnecter ! Le graphisme est bien mené, l’animation et la réalisation aussi, mais les scénarios sont nuls ! Hélas nous n’avons pas pu avoir de contrôle là-dessus. Je dois dire que je ne comprends pas que des producteurs aient acheté l’IP Lanfeust pour en faire un cartoon destiné aux 5/8 ans ! Il ne reste plus rien de l’esprit de la BD.

Nick:  Depuis 1998, vous êtes également le créateur et rédacteur en chef de "Lanfeust Mag". Ce magazine est pas connu en Italie, vous pouvez nous en parler ?

C.A:  J’ai commencé à lire de la BD dans des magazines : Spirou, Pilote, Charlie, A Suivre, Métal Hurlant, Fluide Glacial, Tintin, Circus, Gomme, l’Echo des Savanes... et puis beaucoup ont disparu. J’ai toujours aimé la vie que peut amener un magazine, beaucoup moins froid qu’un album. Il y a des histoires courtes, des gags en une planche, des rubriques, et puis une plus grande complicité entre les lecteurs et la rédaction. J’ai donc eu envie de lancer un magazine, il y a bientôt 20 ans, et il existe toujours ! Et je m’en occupe chaque jour, c’est un bonheur. C’est aussi grâce au studio où nous travaillons avec des amis dessinateurs, qui nous sert en même temps de salle de rédaction pour le journal. C’est un endroit très important car les idées fusent, l’énergie est là !

Nick:  Comment gérez-vous votre travail ? Vous avez des rites particuliers pour écrire ?

C.A:  Pas spécialement, à part que j’écoute beaucoup de musiques de films lorsque j’écris. Je trouve que ces musiques aident l’esprit à dérouler son imagination. Et de temps en temps, lorsque je bloque et que les idées ne viennent pas, je fais une partie de Ticket To Ride on line, ça dure 5 minutes et ça me libère souvent l’esprit !

Nick: Comment se passe votre collaboration avec les dessinateurs ? Vous donnez un scénario très strict ou le dessinateur a une grande liberté ? La méthode est la même avec tous les dessinateurs ?

C.A:  Je donne toujours un scénario très précis et détaillé, avec un découpage des cases (ci-joint un exemple, le début du prochain Trolls). Je veux donner le maximum d’éléments au dessinateur. Il doit bien sûr respecter strictement les dialogues, et les débuts et fin de pages, mais il est libre de ré-adapter la mise en scène à l’intérieur d’une page, du moment que c’est bon et que ça marche ! Certains, comme Tarquin, changent parfois des choses. D’autres, comme Mourier, respectent strictement mon scénario.
Je livre au dessinateur des séquences de 4 ou 5 pages, et j’avance au fur et à mesure en même temps que lui. Donc en pratique, dans la même semaine, je vais travailler sur plusieurs séries différentes en parallèle. Je trouve ça bien de s’interrompre, travailler sur une autre histoire puis revenir : ça donne plus de recul, un œil neuf à chaque fois. Bien sûr j’ai un synopsis global assez précis, mais je m’y laisse souvent la place d’improviser, surtout pour les séries d’humour.

Voici ci-dessous et des exemples de storyboard et de la scénario  appliquée
 par Arleston: la première page de "Trolls de Troy" # 21
 L'Or des Trolls
1. 
Jolie image, plan large d’une rivière assez large et peu profonde. Sur une barque, un paisible pêcheur à demi allongé, chapeau sur les yeux, casse croute posé sur un banc, peinard... Des poissons sautent gaiement, des oiseaux traversent le ciel, des petits animaux passent dans la forêt en avant ou arrière plan... 


Commentaire 
Quoi de plus paisible qu’une aimable rivière glougloutant doucement au rythme de la brise tiède dans les feuilles ? 

Pêcheur (en petit) 
rrffllzzzz 
2. 
Plan serré du pêcheur qui sursaute, brusquement réveillé. 


Voix off chants, notes zique 
LÈVE LA LOUIIIIIISE 
ROULE ET TAMIIIIIISE 
SOUS SA CHEMIIIIISE 

Pêcheur 
SCRGNULF ?!? 
Interruzione pagina 
3. 
Deux prospecteurs avancent en pataugeant dans la rivière, de l’eau jusqu’aux genoux, les pantalons remontés aux cuisses, des tamis à la mainIl y a un échalas roux maigre et barbu aux yeux chafouins (Novër) et un costaud ventripotent au crane rasé (Nenron). Ils arrivent sur le pêcheur dans sa barque. 


Pêcheur 
Chûûûût ! Vous allez réveiller le poisson ! 
4. 
Les prospecteurs désagréables sont rigolards. 


Novër 
On s’en fout du poisson ! 

Nenron 
Ouais, tant qu’il vient pas becqueter nos pépites... 
5. 
Nenron renverse la barque, mettant le pêcheur à l’eau, alors que Novër replonge son tamis dans l’eau. 


Novër 
Nous on est prospecteurs alors on prospecte ! 

Nenron 
Dégage de notre rivière ! 

VLARTCHBLL 
6. 
Novër remonte son tamis, les yeux exhorbités, une pépite brille au milieu du sable. 


Novër 
DE L’OR ! 

Nick:  Comment se passe une journée type de Christophe Arleston ?

C.A:  Je me lève vers 9 h du matin, je suis au studio à 10 h, jusqu’à midi je m’occupe des mails, des papiers à gérer, du magazine, des interviews :D, puis je commence à écrire du scénario. Lentement au début et puis ça vient de mieux en mieux jusqu’à la fin d’après midi ! J’arrête vers 19 h, je passe du temps avec mon fils qui a 2 ans, ma compagne Audrey Alwett qui est scénariste aussi, et souvent je travaille à nouveau, à la maison, entre 22 h et minuit. Et après temps libre, je lis jusqu’à 2 h du matin et dodo !

Audrey Alwett avec Christophe Arleston.
Nick:  Un mot pour définir chacun des dessinateurs avec qui vous avez travaillé ?

Nick:   J’ai travaillé avec beaucoup de monde ! On va juste citer ceux avec qui j’ai fait le plus d’albums...
Didier Tarquin : le meilleur en narration pure, aussi à l’aise dans les scènes d’action dramatiques que dans la comédie.
Jean-Louis Mourier : le plus doué en dessin. Il a une facilité incroyable pour dessiner n’importe quoi, rien ne lui fait peur !
Alessandro Barbucci : un charisme du dessin, une sensualité formidable dans le trait. Je dois avouer qu’en tant que scénariste qui aime beaucoup les scènes de comédie pure et d’humour, Barbucci et Mourier sont les dessinateurs les mieux placés pour rendre tout ce que j’aime !
Philippe Pellet : Un sens du détail et de la précision hallucinant, un grand créateur d’ambiances. Les vrais dessinateur 100% réalistes sont rares !
Adrien Floch : le trait, la ligne la plus élégante, avec Olivier Vatine, avec qui j’ai également travaillé.


Nick:  La BD en France est-elle en bonne santé ?

C.A    En réalité oui. Il se vend toujours plus d’albums chaque année. Mais beaucoup d’auteurs ont l’impression que ça baisse car il y a de plus en plus d’albums publiés. Moi je crois que cette quantité de publications est justement un signe de bonne santé ! Par contre la situation économique de beaucoup d’auteurs est précaire, et nous devons mettre des choses au point avec les éditeurs.


Nick:  Si Je devais recommander un de vos albums à quelqu’un qui n’en a jamais lu, lequel choisir ?

C.A:   Ah très difficile comme question ! Tout dépend de la personne, de ce qu’elle recherche. Par exemple une série comme Opale, avec Philippe Pellet, relève de la fantasy très sérieuse et réaliste, et il y a un public qui adore ça et qui n’aimera pas les Trolls ou Lanfeust ! Mais disons qu’aujourd’hui, je conseillerais Ekhö ou les Trolls pour ceux qui veulent de l’humour, Lanfeust ou les Naufragés d’Ythaq pour ceux qui préfèrent l’aventure.

Nick:  Quels sont vos projets ?

C.A: . Poursuivre les séries en cours, bien sûr, et puis dégager du temps pour écrire un second roman. J’ai fait cette année un premier roman de light fantasy, Le Souper des Maléfices (disponible en français sur Amazon) que je crois assez drôle, et l’exercice m’a beaucoup plu. J’ai envie de continuer dans cette voie en plus de la BD !

13 commenti:

Ariano Geta ha detto...

-La BD en France est-elle en bonne santé ?
-En réalité oui

Non avevo dubbi. Ogni volta che sono entrato in una fumetteria (o reparto fumetti di una libreria) francese ho visto un assortimento impressionante. Le graphic novel franco-belga sono quasi sempre di una qualità eccellente sul piano del disegno e molto curate anche sul piano della sceneggiatura. Ammetto che non conoscevo Arlestono, ma d'altronde è difficile conoscere tutti gli autori franco-belgi perché sono moltissimi, una varietà paragonabile alla produzione d manga in Giappone.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
In un vecchio numero di Fumo di China di ragionava sul fatto che oramai resistono solo tre grandi aree di produzione: quella statunitense, quella giapponese e quella franco-belga. In Italia, nonostante la crisi di vendite continuiamo a difenderci bene. Però è indubbio che in Francia il fumetto gode di un rispetto e di una considerazione che da altre parti non esiste.

Nick Parisi. ha detto...

@ Bara Volante
Visto? servo anche per questo! ;)

Massimiliano Riccardi ha detto...

Colpaccio. Bella l'intervista. Lo conoscevo solo di fama. Non ho mai letto i suoi fumetti.

Nick Parisi. ha detto...

@ massimiliano riccardi
E' una di quelle interviste di cui sono molto orgoglioso! Arleston è uno degli sceneggiatori di fumetti più importanti di Francia e, a differenza di tanti altri, le sue opere sono state tradotte anche da noi.
Adesso se ci riesco proverò a contattare un altro grande sceneggiatore: Jean-David Morvan l'autore dei cicli di Sillage e Mandiguerre.

Glò ha detto...

Meravigliosa l'intervista! Ho notato che Arleston non ama le categorie in senso lato, quindi alla tecnica di base applica un'assoluta libertà nella ricerca di temi e nell'uso di "generi": ci vedo della genialità in questo. E infatti, dice chiaramente: E soprattutto si non dovrebbe mai correre dietro ad una moda. I manuali (come ce ne sono molti nel Cinema) su "come scrivere una buona sceneggiatura" mi fanno ridere ad alta voce, è la cosa più stupida del mondo a pensare che ci sia un metodo universale!
Credo valga per le creazioni artistiche tutte.
Buona domenica Nick e grazie per questo interessantissimo approfondimento! ^_^

Nick Parisi. ha detto...

@ Glò
E' una delle risposte più belle dell'intervista, la vorrei far leggere a tutti i talebani delle regole, ai vari padroni del Vapore convinti di essere gli unici depositari della verità, ai vari gruppettini pronti a scannare chi non la pensa come loro riguardo ad una definizione. Perché, invece è vero come dice Arleston che non esistono metodi universali, sopratutto in arte.

Pirkaf ha detto...

Sempre sul pezzo!
Ottimo modo per farci conoscere autori che ci sfuggono.
Gran bella intervista.:-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Cerco di differenziare, così posso parlare di tutti gli aspetti del fantastico! ;-)
Grazie a te per aver apprezzato! :-)

Ivano Landi ha detto...

Grande intervista, Nick, che diffonderò molto volentieri. Poi è consolante sapere che non sono l'unico a cui i manuali di scrittura fanno ridere ^^

Ti faccio tuttavia notare questa frase, nella prima risposta, che proprio non quadra:
"Ci sono voluti diversi anni prima che il comico inizia finalmente"

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Corretto, grazie!
Si è trattato di una svista, un passaggio saltato in fase di correzione. ;)

Andrea Cabassi ha detto...

Bella intervista, interessante l'importanza che dà alla sua formazione "adolescenziale", quasi fosse una sorta di imprinting.

Nick Parisi. ha detto...

@ Andrea Cabassi
Decisamente dà proprio quell'impressione, credo che sia una sorta di percorso obbligato - parlo dell' imprinting da parte di varie influenze formative- per qualsiasi autore e lettore, questo.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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