"L’odio e la cattiveria abitano due case confinanti: la seconda tiene sempre aperta la porta per la prima"
Proverbio Inglese.
"La cattiveria la puoi trovare anche nell’ultima delle creature. Quando Dio ha fatto l’uomo doveva avere il diavolo accanto."
Cormac McCarthy.
L'uomo è una ben strana creatura, in grado di aspirare alle più alte vette della creazione fino quasi alle stelle ma perfettamente capace delle più atroci bestialità. Un dualismo che ci ha sempre accompagnati sin dalle origini.
Un credente magari a questo punto tirerebbe fuori il Peccato Originale mentre un laico preferebbe parlare di scelte personali ed esperienze di vita.
Senza rendersi conto che probabilmente stanno parlando della stessa cosa.
La realtà è che non lo sappiamo, semplicemente non siamo in grado di saperlo. Nonostante tutto quello che abbiamo imparato ancora non ci conosciamo.
Probabilmente questo sarà un dualismo che accompagnerà la razza umana fino alla fine dei suoi giorni.
E gli esempi di malvagità pura non mancano.
Eccone uno.
Torino, anno 1958.
L' Italia sta passando in fretta dalla Ricostruzione al Boom economico con le grandi fabbriche del Nord che guidano il processo.
Grazie alle sue aziende, Fiat in testa, la città piemontese è diventata una delle mete principali dell' immigrazione meridionale, un fenomeno complesso, che i locali non sempre supportano e sovente mal sopportano, ma che ben presto finirà per trasformare il tessuto sociale cittadino.
Mario Giliberti è uno di quei tanti meridionali arrivati con la loro valigia di speranze in città.
Mario Giliberti viene da Lucera in provincia di Foggia, ha appena 27 anni,praticamente ha ancora tutta la vita davanti. La sua sembra una storia comune e come molti altri ha trovato lavoro in Fiat. Non dà problemi Mario è un giovane schivo che fa una vita ritirata, sul lavoro si dimostra preciso ed affidabile, i colleghi, capireparto e perfino i dirigenti si fidano di lui.
Così quando improvvisamente scompare e per diversi giorni non si presenta più sul lavoro senza dare spiegazioni qualcuno comincia a preoccuparsi.
Mario Giliberti, in quel Febbraio del 1958 sembra scomparso nel nulla.
Ci vorrà però ancora del tempo prima che qualcuno si decida a muoversi.
Trascorre ancora qualche altro giorno, poi però le cose cambiano.
E cambiano radicalmente.
E' il giorno 24 di febbraio quando alla sede del quotidiano La Stampa Sera giungono quasi in contemporanea sia una telefonata che una lettera anonima.
All'anonimo redattore che risponde alla prima giunge una voce gracchiante, la comunicazione è disturbata, ma il significato appare evidente. L'uomo dichiara di essere un assassino e di aver ucciso una persona.
La lettera, invece, è perfino peggio.
Il testo vergato a mano rappresenta un'unica intera sinfonia dell'orrore.
«Sono venuto da lontano per via
di compiere il mio delitto, da non confon-
dersi con uno qualsiasi. Ho studiato la cosa perfetta
in modo da non lasciare traccia ne-
anche di un ago. Con il delitto è cessato insi-
eme l’odio per lui. Questa sera parto alle ore 20»
La lettera prosegue, racconta di essere stato una volta molto amico della vittima, di aver portato assieme la divisa ma che poi ci sarebbe stato un allontanamento.
Il mittente che si firma Diabolich sostiene di aver così compiuto il delitto perfetto.
Ma di telefonate e di lettere anonime ne arrivano tante ai giornali, perfino in quel lontano 1958, così sul momento nessuno prende sul serio la cosa.
In seguito se ne dovranno pentire.
Passa ancora un giorno.
Il 25 uno dei capi di Giliberti alla Fiat si decide di andare in cerca dell'operaio scomparso. Il dirigente si è fatto dare dall'ufficio personale tutti i recapiti possibili del suo sottoposto.
A quanto pare il giovane non ha ancora a disposizione una casa tutta sua, ma come molti altri suoi compaesani, ha dovuto ripiegare su una sistemazione di fortuna. Un suo parente, un ex calzolaio, gli permette di vivere e di dormire, nel retrobottega del suo vecchio negozio ormai chiuso.
Il retrobottega si trova in uno dei quartieri storici della città sabauda, i vecchi piemontesi lo conoscono come il "Borgh Vanchija", per tutti gli altri è il quartiere della Vanghiglia.
L'indirizzo preciso è Via Fontanesi 20.
Vi ricorda qualcosa?
Lo spettacolo che l'uomo si trova davanti è raccapricciante: Mario Giliberti è ormai morto,ucciso nel suo letto da qualcosa come 18 coltellate.Il corpo e la pozza di sangue che lo circonda sono talmente maleodoranti che fanno pensare che il delitto sia stato compiuto almeno da una decina di giorni.
Molto probabilmente la vittima è morta dissanguandosi lentamentente in perfetta solitudine.
Quando arriva la polizia nell'appartamento di fortuna vengono ritrovate alcune prove: un paio di tazzine di quelle che i Bar usano per il caffé, segni di una colluttazione e un biglietto.
Quando la notizia arriva ai giornali, dentro la sede de la Stampa Sera, qualcuno finalmente fa il collegamento tra la macabra morte del giovane Giliberti e l'altrettanto macabra lettera.
A quanto pare l'assassino aveva -tra le righe -fornito le indicazioni sul dove aveva compiuto il suo crimine:
VIA- FON-TA-NE-SI-20.
Non è finita qui, nel biglietto ritrovato sul luogo del delitto, l'anonimo Diabolich sembra volersi prendere gioco di tutti.
Il testo, chiaramente scritto dalla stessa mano della prima missiva, è fin troppo semplice:
"La Polizia riuscirà a trovare l'Assassino?"
(Continua...)
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38 commenti:
Pur essendo un episodio ambientato in Italia, non ne avevo mai sentito parlare. Aspetto il prossimo post con particolare interesse (e anche stavolta resisterò alla tentazione di barare e di cercare anticipatamente notizie sul web).
Anche io non indagherò perché mi piace seguire lo sviluppo dei tuoi racconti , scritti con sapiente suspence.
Cristiana
Non conoscevo la storia ma non mi meraviglio, sei troppo bravo nelle ricerche. Aspetterò con curiosità il resto del racconto.
Non avevo mai sentito parlare di questo caso. Da queste parti il caso giornalistico più celebre è stato quello dello smemorato di Collegno, che ha fatto parlare ancora in anni recenti.
@ Ariano Geta
Tra pochi giorni la seconda ed ultima parte,volevo scrivere la seconda parte dei processi alle streghe di Milano poi mi sono imbattuto in questa storia e non sono riuscito a resistere, dovevo raccontarla!
@ cristiana marzocchi
Pochi giorni ed arriva il seguito.
Grazie per i complimenti!
@ Mariella
Grazie anche a te,ti confermi la fan numero 1 di Nocturnia.
@ Marco Lazzara
Strano, pensavo che a Torino questa vicenda si raccontasse ancora, un poco come il caso di Rina Fort e, per l'appunto, la vicenda dello smemorato di Collegno.
Conosco benissimo questa storia, puoi immaginare il perché. Ma me la godro raccontata da te 🤓😈
Moz-
Ciao , racconto molto inquietante..non sapevo niente di questa storia .
Attendo il prossimo capitolo con curiosità...sperando sia davvero autoconclusivo 😀 si sappia chi è l’assassino o gli assassini!
Ciao Nick
@ MikiMoz
Immaginavo che tu conoscessi la vicenda ed anche il motivo, comunque alla fine del secondo post parlerò anche di "colui", di "Esso" insomma. ;)
@ MAX
Ciao bello, bentornato! Come dicevano gli autori di "Lost": " Presto avrete tutte le risposte!". ;)
Ehehe attendo attendo.
Soprattutto voglio parlare con te della risoluzione (o meglio, non risoluzione) di questo delitto... :)
Moz-
@ MikiMoz
Non credi che hai anticipato un po troppo ?
:)
Perché mi viene in mente Totò Diabolikus?
Interessante, non vedo l'ora di leggere il seguito.
@ Obsidian M
Perché tutto è colegato.Vedrai tutto sarà spiegato.
@ Long John Silver
Non ti farò aspettare troppo, entro il fine settimana esce il seguito.
Non spoilerate nulla per favore. :-P
@ Pirkaf
Non ti preoccupare, non darò troppo tempo agli spoileratori, entro un paio di giorni scriverò e pubblicherò il finale.
Se il mio era un spoiler, giuro che era involontario....
Davvero ci ho azzeccato? Totò si era ispirato a questa vicenda?
Non conoscevo la storia, ottima la ricerca storica di questo post.
Saluti a presto.
@ Obsidian M
Non solo lui, non solo lui!
Ne riparliamo presto!
@ Cavaliere oscuro del web
Grazie! A prestissimo! :)
Non ho mai sentito di questo caso, quindi aspetto il seguito con grande curiosità. Non c'entra nulla, ma la narrazione di questa Italia del dopoguerra mi ha fatto venire in mente il celebre delitto di Rina Fort a Milano.
@ Cristina M. Cavaliere
Quello della Fort fu un'altro Caso che scosse Torino e l'Italia, avrei voluto parlarne anche io ma si tratta di vicende fin troppo conosciute quindi ho preferito parlare di vicende meno conosciute ma altrettanto se non di più stuzzicanti.
Sei diabolico :-))), scovi sempre notizie incredibili e sconosciute a tutti noi.
Wow veramente un caso molto interessante :-O Ora sono curiosa aspetto la seconda parte :-)
Pur bazzicando la cronaca nera nostrana di Dabolich non ne avevo mai sentito parlare. E adesso voglio, giustamente, conoscere il seguito.
@ Daniele Verzetti il Rockpoeta
Grazie! Molto gentile,sei un grande!
@Sonia il salotto del gatto librario
La sto scrivendo proprio adesso,cercherò di non metterci troppo tempo,promesso!
@ Federica Leonardi
La sto scrivendo in questo istante, provo a finire entro sabato.
Grazie di cuore!
Prima volta che sento parlare di questo Diabolich anche se il nome rimanda al personaggio dei fumetti.
Non ho voluto leggere i commenti per evitare eventuali spoiler
@ Michele il menestrello pignolo
Tra pochi giorni avrai tutte le risposte e scoprirai tutta una serie di collegamenti, tra cui ce ne saranno diversi completamente inaspettati.
Poco ma sicuro, fidati. ;)
Altro post stupendo! Mi hai tenuto incollato per tutta la lettura.
Qui ne uscirebbe un super film con una trama che non avrebbe nulla da invidiare a Zodiac (me lo ha ricordato la lettera, anche se il codice è fin troppo semplice)! Sollima, dove sei? Placido, are you there?
Mmm quando ero piccolo, sentivo nominare Diabolik in modo sbagliato, con la c morbida finale, anziché la kappa... sarà per questo fatto di cronaca nera?
Attendo la prossima parte!
@ Emanuele Di Giuseppe
Beh, non sei andato molto lontano: secondo molti moderni profiler, il caso di Diabolich potrebbe aver ispirato le gesta di Zodiac. In quanto a tutto il resto ne riparleremo presto, abbi fede. ;)
Ma dai?! Mai sentita questa cosa. Un americano che segue un caso italiano...
Ho visto il nuovo post, appena ho 5 minuti passo a divorarmelo!
@ Emanuele Di Giuseppe
Beh, non sarebbe nemmeno la prima volta, ai tempi inoltre il caso di Diabolich fece epoca ed ebbe anche una vasta eco.
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