Ecco la terza parte del mio racconto. Le prime due parti sono uscite QUI e QUI.
Siamo arrivati a due terzi della storia e stiamo lentamente costeggiando le parti più spaventose.
Prima di continuare un DISCLAIMER ormai necessario: è solo un racconto, ricordate che è solo un opera di fantasia.
L' autore, napoletano purosangue, non condivide in alcun modo il razzismo di alcuni personaggi e ovviamente condanna la pedofilia del suo cattivo principale.
La violenza contro chi non si può difendere è il crimine peggiore che si possa immaginare.
1910.
I colpi alla porta, forti come martellate, lo strapparono al sonno, con decisione scostò il corpo della donna avvinghiatasi a lui. In risposta ottenne solo un debole brontolio di protesta.
Mattiussi scavalcò il corpo di lei in cerca dei suoi pantaloni, una fugace visione di una natica ridiede vigore alla sua erezione.
"Ehy tesoro. Non penserai mica di svignartela senza pagare ?"
" No, no ,vecia stai tranquilla".
C'era una sola persona capace di disturbarlo durante il suo giorno di permesso,e sopratutto che sapeva dove trovarlo . Ma Mattiussi sperò in cuor suo di sbagliarsi.
Apri l'imposta del vecchio casolare.
"Buonasera Fusaro. Mi auguro per lei che ci sia un valido motivo per venirmi a rompere le scatole fin qui!"
Il suo attendente era spettinato, la divisa aperta a metà ma fu la faccia spaventata come se l'uomo non avesse un domani ad angosciare il Capitano.
" Signore, in paese ci sono problemi: la gente sta dando via di matto. La piccola Adele è scomparsa"
"Diamine Fusaro! Per queste cose ci sono i Carabinieri!"
"Capitano abbiamo avvertito la Tenenza, ma ..."
"Ecco volevo avvertirla, nei giorni scorsi Carugati le stava troppo vicino".
L'erezione che ancora pressava dentro i pantaloni di Mattiussi si afflosciò tutta d'un colpo, al Capitano tornarono immediatamente alla mente le immagini di un villaggio in Somalia di tanti, troppi anni prima, un villaggio talmente piccolo da non essere nemmeno segnato sulle carte.
Ma sopratutto al militare tornarono alla mente i ricordi dei corpi dei bambini.
"La prego signore, Dorina non fa altro che piangere"
"Mi dia un minuto Fusaro, temo di sapere dove cercare"
Rientrò dentro per rivestirsi, la prostituta compi un maldestro tentativo di abbracciarlo.
La ricaccio indietro. Ormai la visione delle natiche nude di lei adesso gli sembravano dei funghi velenosi .
I bambini morti. Carugati che rideva come un ossesso.
Afferrò le sue armi, riteneva che gli sarebbero servite.
Fuori Fusaro lo attendeva con due bai già sellati.
"Signore ordini? Dove dobbiamo andare ?"
Già, quali ordini? Il Capitano si senti vecchio. E stanco. Soppesò la pistola, soppesò il volto giovane e spaventato del suo attendente.Si volse poi verso il bosco che costeggiava il casolare e per un attimo, solo per un unico breve attimo ebbe come la sensazione di scorgere tanti piccoli bambini che guardavano verso di lui.
" A fare qualcosa che avrei dovuto compiere in Africa tanti anni fa".
* * * * *
Dora non ce la faceva proprio ad aspettare: la madre era in cucina a piangere mentre il padre e i suoi amici battevano tutti i canali e gli anfratti possibili alla ricerca della sorella.
ma c'era un posto dove nessuno aveva pensato di cercare; proprio il posto più ovvio.
"Hanno paura. Razza di vigliacchi!"
Se gli uomini non lo facevano ci avrebbe pensato lei, Dora s'infilò lo scialle ed in silenzio varcò l'uscio di casa. La madre persa nei suoi dolori, non se n'è accorse nemmeno.
La ragazza s'immerse nelle strade poco illuminate del borgo, alla sua sinistra le campane della chiesa suonavano a tutto spiano: era il richiamo che il parroco inviava ai suoi parrocchiani per incitarli a continuare la ricerca.
Ma lei sapeva dove cercare, con uno dei coltellacci del padre ben nascosto nello scialle s'incamminò lentamente verso Forte Malibran.
* * * * *
Il sangue copriva buona parte del muro.
"Tanto dopo lo intonacherò. Sai è tutta colpa tua, non dovevi urlare così forte."
Carugati lasciò partire uno schiaffo al volto della piccola.
"Ma tanto è sempre colpa vostra. Siete sempre voi a peccare, non
io!"
Il vecchio militare sputò addosso al corpo spogliato di Adele, ma ormai la piccola non poteva più reagire. Niente le avrebbe fatto più del male.
"Peccato! Durano sempre troppo poco!" Maledisse tra se e se il vecchio militare "Mi eri sembrata più resistente, ho fatto un errore."
Quello stato durò poco, Carugati completamente nudo nonostante il freddo delle stanze di Forte Malibran si avvicinò al corpo della bambina.
"Adesso comincia la parte divertente".
2011.
La stanza era differente da tutto quello che aveva visto dentro al forte: era, calda, illuminata a giorno, pulita, ancora ammobiliata.
Thomas non aveva mai visto mobili come quelli, così imponenti da fargli venir voglia di distruggerli, ovunque c'erano carte, disegni, progetti; adagiate ad un angolo del muro c'erano dei bastoni metallici.
"Cazzo, vendendone uno solo di questi mi farei un bel po di schei"
Prese quello che gli piaceva di più, un grosso bastone con riflessi che sperò fossero di argento, intarsiato in maniera tale che il pomello assomigliasse ad un grosso serpente.
" Bene" Urlò al nulla "La conosci la storia del fatto che chi trova una cosa ne diventa il proprietario ?"
Il nulla non gli rispose.
Ci fu altro che attirò la sua attenzione:le foto,immagini dalle tinte seppia,l'intera parete ne era tappezzata.
Tutte ritraevano bambini; africani con vestiti strani o completamente nudi, bambine dalla pelle chiara con gonne ridicole. Tutti in compagnia di di un uomo alto e magro da far impressione, Thomas osservò con maggiore attenzione: l'uomo ritratto nelle foto doveva essere un militare, ma con un tipo di divisa che lui non riconosceva. Ma ci fu un ultima cosa che gli fece gelare il sangue.
Le espressioni di quei bambini.
Terrore allo stato puro.
"Non saresti dovuto entrare..."
Chi aveva parlato?
Thomas, si girò, non c'era nessuno nella stanza di questo ne era certo, e allora chi?...
La bambina nella foto in alto a destra, prima gli era sembrata in un altra posizione.
"Lui, non ama troppo quelli come te, ma si adatterà"
"Ehy che cazzo di scherzo è questo?"
Thomas indietreggiò, pensò di alzare il bastone per colpire quella foto, ma qualcosa lo punse costringendolo a posare lo sguardo verso la scultura d'argento.
Per la seconda volta in quella notte, il bulletto che faceva paura a tutti i compagni, urlò e strillò come una capra condotta al macello.
Il braccio...semplicemente non esisteva più, il bastone si era fuso alla sua mano, le dita erano scomparse ed in loro sostituzione si agitava un unico immenso fallo maschile.
"A lui piace giocare. Mi ha portata in questo luogo molto tempo fa e non ne sono più uscita"
Non poteva essere. Doveva trattarsi di un effetto di qualche droga, ecco di questo sicuramente si trattava. Chi sa cosa aveva messo il terrone dentro quelle canne assieme alla maria.
"Andateaffanculo tutti, io me ne vado!"
"Ecco sempre volgare" lo derise la bambina" Tua madre a disperarsi, a cercare di darti un educazione e tu cosa fai? Come la ripaghi? Non è vero signor Serpente?"
Come a voler rispondere dal fallo che una volta era una mano spuntò una lunga lingua biforcuta che lambi la faccia di Thomas. Risate grottesche fuoriuscirono dalle foto, adesso Thomas ne era certo: i bambini si stavano muovendo, i bambini si spostavano all'interno delle foto.
"Non ci divertiamo più signor serpente,questo gioco ci annoia è ora di smetterla" e detto questo la piccola dai lunghi capelli battè le mani. E il grosso fallo si piegò mordendogli la gamba.
Accecato dal dolore il ragazzo piombò a a terra,dolorante, solo con grande forza di volontà si rese conto che dai muri si stavano aprendo numerosi sguarci.
"Cazzo..." Singhiozzò.
Thomas provò a strisciare verso la porta, la vista che si annebbiava, mentre dalle fratture cominciarono a fuoriuscire terra mista a sassi; per ogni singolo granello di polvere e terriccio che fuoriusciva le fratture sembravano allargarsi sempre di più.
Non ne era sicuro ma aveva l'impressione che anche dalla sua gamba morsa invece che di sangue sgorgasse polvere scura.
Afferrò le sue armi, riteneva che gli sarebbero servite.
Fuori Fusaro lo attendeva con due bai già sellati.
"Signore ordini? Dove dobbiamo andare ?"
Già, quali ordini? Il Capitano si senti vecchio. E stanco. Soppesò la pistola, soppesò il volto giovane e spaventato del suo attendente.Si volse poi verso il bosco che costeggiava il casolare e per un attimo, solo per un unico breve attimo ebbe come la sensazione di scorgere tanti piccoli bambini che guardavano verso di lui.
" A fare qualcosa che avrei dovuto compiere in Africa tanti anni fa".
* * * * *
Dora non ce la faceva proprio ad aspettare: la madre era in cucina a piangere mentre il padre e i suoi amici battevano tutti i canali e gli anfratti possibili alla ricerca della sorella.
ma c'era un posto dove nessuno aveva pensato di cercare; proprio il posto più ovvio.
"Hanno paura. Razza di vigliacchi!"
Se gli uomini non lo facevano ci avrebbe pensato lei, Dora s'infilò lo scialle ed in silenzio varcò l'uscio di casa. La madre persa nei suoi dolori, non se n'è accorse nemmeno.
La ragazza s'immerse nelle strade poco illuminate del borgo, alla sua sinistra le campane della chiesa suonavano a tutto spiano: era il richiamo che il parroco inviava ai suoi parrocchiani per incitarli a continuare la ricerca.
Ma lei sapeva dove cercare, con uno dei coltellacci del padre ben nascosto nello scialle s'incamminò lentamente verso Forte Malibran.
* * * * *
Il sangue copriva buona parte del muro.
"Tanto dopo lo intonacherò. Sai è tutta colpa tua, non dovevi urlare così forte."
Carugati lasciò partire uno schiaffo al volto della piccola.
"Ma tanto è sempre colpa vostra. Siete sempre voi a peccare, non
io!"
Il vecchio militare sputò addosso al corpo spogliato di Adele, ma ormai la piccola non poteva più reagire. Niente le avrebbe fatto più del male.
"Peccato! Durano sempre troppo poco!" Maledisse tra se e se il vecchio militare "Mi eri sembrata più resistente, ho fatto un errore."
Quello stato durò poco, Carugati completamente nudo nonostante il freddo delle stanze di Forte Malibran si avvicinò al corpo della bambina.
"Adesso comincia la parte divertente".
2011.
La stanza era differente da tutto quello che aveva visto dentro al forte: era, calda, illuminata a giorno, pulita, ancora ammobiliata.
Thomas non aveva mai visto mobili come quelli, così imponenti da fargli venir voglia di distruggerli, ovunque c'erano carte, disegni, progetti; adagiate ad un angolo del muro c'erano dei bastoni metallici.
"Cazzo, vendendone uno solo di questi mi farei un bel po di schei"
Prese quello che gli piaceva di più, un grosso bastone con riflessi che sperò fossero di argento, intarsiato in maniera tale che il pomello assomigliasse ad un grosso serpente.
" Bene" Urlò al nulla "La conosci la storia del fatto che chi trova una cosa ne diventa il proprietario ?"
Il nulla non gli rispose.
Ci fu altro che attirò la sua attenzione:le foto,immagini dalle tinte seppia,l'intera parete ne era tappezzata.
Tutte ritraevano bambini; africani con vestiti strani o completamente nudi, bambine dalla pelle chiara con gonne ridicole. Tutti in compagnia di di un uomo alto e magro da far impressione, Thomas osservò con maggiore attenzione: l'uomo ritratto nelle foto doveva essere un militare, ma con un tipo di divisa che lui non riconosceva. Ma ci fu un ultima cosa che gli fece gelare il sangue.
Le espressioni di quei bambini.
Terrore allo stato puro.
"Non saresti dovuto entrare..."
Chi aveva parlato?
Thomas, si girò, non c'era nessuno nella stanza di questo ne era certo, e allora chi?...
La bambina nella foto in alto a destra, prima gli era sembrata in un altra posizione.
"Lui, non ama troppo quelli come te, ma si adatterà"
"Ehy che cazzo di scherzo è questo?"
Thomas indietreggiò, pensò di alzare il bastone per colpire quella foto, ma qualcosa lo punse costringendolo a posare lo sguardo verso la scultura d'argento.
Per la seconda volta in quella notte, il bulletto che faceva paura a tutti i compagni, urlò e strillò come una capra condotta al macello.
Il braccio...semplicemente non esisteva più, il bastone si era fuso alla sua mano, le dita erano scomparse ed in loro sostituzione si agitava un unico immenso fallo maschile.
"A lui piace giocare. Mi ha portata in questo luogo molto tempo fa e non ne sono più uscita"
Non poteva essere. Doveva trattarsi di un effetto di qualche droga, ecco di questo sicuramente si trattava. Chi sa cosa aveva messo il terrone dentro quelle canne assieme alla maria.
"Andateaffanculo tutti, io me ne vado!"
"Ecco sempre volgare" lo derise la bambina" Tua madre a disperarsi, a cercare di darti un educazione e tu cosa fai? Come la ripaghi? Non è vero signor Serpente?"
Come a voler rispondere dal fallo che una volta era una mano spuntò una lunga lingua biforcuta che lambi la faccia di Thomas. Risate grottesche fuoriuscirono dalle foto, adesso Thomas ne era certo: i bambini si stavano muovendo, i bambini si spostavano all'interno delle foto.
"Non ci divertiamo più signor serpente,questo gioco ci annoia è ora di smetterla" e detto questo la piccola dai lunghi capelli battè le mani. E il grosso fallo si piegò mordendogli la gamba.
Accecato dal dolore il ragazzo piombò a a terra,dolorante, solo con grande forza di volontà si rese conto che dai muri si stavano aprendo numerosi sguarci.
"Cazzo..." Singhiozzò.
Thomas provò a strisciare verso la porta, la vista che si annebbiava, mentre dalle fratture cominciarono a fuoriuscire terra mista a sassi; per ogni singolo granello di polvere e terriccio che fuoriusciva le fratture sembravano allargarsi sempre di più.
Non ne era sicuro ma aveva l'impressione che anche dalla sua gamba morsa invece che di sangue sgorgasse polvere scura.
" Questo è quello che avevi dentro di te" rise la figura della foto col viso sempre più sfigurato.
Era quasi arrivato alla soglia, ogni piccolo detrito che gli cadeva addosso lo ustionava come se fosse acido.
Un ultimo sforzo lo portò ad oltrepassare col tronco la porta.
"Ecco te l'ho messa in culo, addio puttana!"
" No" gli rispose la figura nella foto ormai simile in tutto e per tutto a quello strano militare "IO te l'ho messa nel culo".
E la soglia lo risputò dentro la stanza. Thomas Calzavara non ebbe nemmeno il tempo di un ultimo singhiozzo.
E poi si chiuse sprofondandolo dentro.
* * * * *
La gatta era riuscita a spostare tutti i suoi cuccioli, in passato in le era capitato di doverne perdere qualcuno dei figli dalle sue vecchie cucciolate.
O perché non aveva abbastanza latte o quando capiva che erano troppo deboli.
Ma non stavolta. Questa volta li avrebbe salvati tutti.
Mentre si muoveva un fruscio tra le piante la mise in allerta.
Si preparò a snudare i denti.
Una volpe sbucò dall'erba.
La gatta cacciò fuori gli artigli pronta a tutto, la volpe ringhiò.
Poi la gatta vide spuntare tra le zampe dell'altro animale un cucciolo.
Le due madri si studiarono per un poco.
Poi la gatta si acciambellò e pensò a nutrire i suoi cuccioli.
Erano abbastanza lontane dal forte. Abbastanza lontane da quello che minacciava i loro cuccioli.
La volpe fece altrettanto.
(Continua....)
Era quasi arrivato alla soglia, ogni piccolo detrito che gli cadeva addosso lo ustionava come se fosse acido.
Un ultimo sforzo lo portò ad oltrepassare col tronco la porta.
"Ecco te l'ho messa in culo, addio puttana!"
" No" gli rispose la figura nella foto ormai simile in tutto e per tutto a quello strano militare "IO te l'ho messa nel culo".
E la soglia lo risputò dentro la stanza. Thomas Calzavara non ebbe nemmeno il tempo di un ultimo singhiozzo.
E poi si chiuse sprofondandolo dentro.
* * * * *
La gatta era riuscita a spostare tutti i suoi cuccioli, in passato in le era capitato di doverne perdere qualcuno dei figli dalle sue vecchie cucciolate.
O perché non aveva abbastanza latte o quando capiva che erano troppo deboli.
Ma non stavolta. Questa volta li avrebbe salvati tutti.
Mentre si muoveva un fruscio tra le piante la mise in allerta.
Si preparò a snudare i denti.
Una volpe sbucò dall'erba.
La gatta cacciò fuori gli artigli pronta a tutto, la volpe ringhiò.
Poi la gatta vide spuntare tra le zampe dell'altro animale un cucciolo.
Le due madri si studiarono per un poco.
Poi la gatta si acciambellò e pensò a nutrire i suoi cuccioli.
Erano abbastanza lontane dal forte. Abbastanza lontane da quello che minacciava i loro cuccioli.
La volpe fece altrettanto.
(Continua....)
4 commenti:
Ah, la piccola volpe de Le Scienze! Una foto deliziosa, evidentemente non siamo stati soltanto noi a intenerirci per quell'immagine. E' un discorso serio e a suo modo interessante, quello sulla pedofilia. Soprattutto perché la pedofilia porta con sé una terrificante violenza che il colpevole può scaricare sulla vittima, per rabbiosa intolleranza della sua stessa malsana passione. Spesso viene utilizzata con un po' di semplicioneria, ma non è il tuo caso...
@ Max.
Pensavo di essere l'unico a ricordare la piccola volpe de Le Scienze.
Sulla piaga della pedofilia purtroppo è uno di quei crimini che porta violenza su violenza.
Grazie per il commento.
...e che bella parte di fine capitolo!
Roba forte il nostro Nick, e con la giusta dose riflessiva, bene!
SPOILER: mio padre mi ha spesso parlato di un film/telefilm dove un uomo entra in una casa/stanza, e alcune foto lì presenti, in portaritratti o quadri, si animano. Sempre pensato a Twilight Zone (c'è anche un episodio con nome a tema, ma non è), ma trovato nulla. Metti caso che lo ricordi e che ti è anche servito d'ispirazione? :) Eheh.
Ovviamente l'appello alla riscoperta vale per tutti!
FINE SPOILER
@ Occhio.
La parte riflessiva non poteva mancare. Senza le pippe naturaliste non sembrerei più nemmeno io! ;)
Lol
Posta un commento