L' introduzione la trovate QUI.
In questi ultimi anni l'intero concetto di intrattenimento seriale televisivo ha vissuto una trasformazione epocale. I motivi e le cause sono state molteplici: crisi economiche, uno sciopero degli sceneggiatori avvenuto a cavallo tra il 2007 ed il 2008 che fu a dir poco storico, il progressivo cambio dei gusti del pubblico, la diffusione di internet (le web series), e come ultimo passo la nascita e lo sviluppo di servizi di streaming e di produzione on demand come Netflix e Hulu e la storia non è ancora finita. Le trasformazioni di cui parlo hanno riguardato sia gli aspetti produttivi (un esempio tra tutti riguarda il numero di episodi che vanno a comporre le singole stagioni: fino a qualche anno fa la durata media della quasi prevalenza delle serie veniva tranquillamente composta di 22 /24 episodi mentre adesso sono estremamente poche le produzioni che riescono a raggiungono questo numero e le stagioni durano -per la maggior parte dei casi- 10 o 13 episodi...e la tendenza futura sembra essere quella che porta ad un ulteriore abbassamento numerico. )
Ma ciò che è cambiato di più sono i contenuti.
In parole povere: se in precedenza si preferiva concentrarsi solo su poche linee narrative (a volte anche su una sola) e a personaggi stratificati ed immutabili, se non decisamente monotematici adesso assistiamo ad un continuo proliferare di trame e sotto trame mentre i vari personaggi vivono continue evoluzioni, stravolgimenti e trasformazioni (certo in alcune produzioni questo succedeva anche prima, però adesso la cosa viene portata fino alle sue estreme conseguenze ovunque) e sopratutto quella che viene definita narrazione orizzontale (diciamo la trama principale) e quella verticale (le trame dei singoli episodi) s'intersecano continuamente producendo variazioni e conseguenze continue nello status dei vari universi narrativi.
Paradossalmente -come dicevo nel precedente post- a riscontrare le maggiori difficoltà ad adattarsi al mutato spirito dei tempi televisivo-cinematografici è stato proprio Star Trek uno dei franchise fantascientifici più importanti di tutti i tempi.
Dopo alcuni passi falsi tra il 2015 e il 2016 la CBS decise di ritentare la carta "trek", stavolta però il proprio per adattarsi al mutato spirito dei tempi, non sarebbe stata coinvolta in alcun modo nella produzione, non l'avrebbe nemmeno trasmessa (con l'eccezione dell'episodio di debutto) dirottandone la programmazione sul territorio statunitense al nuovo servizio di video-on-demand CBS All Access e la distribuzione internazionale alla sempre più onnipresente Netflix
Certo nonostante le premesse e le promesse fatte la CBS non sarebbe poi stata così assente nella realizzazione del nuovo telefilm e se ne sarebbe accorto facendone anche le spese proprio uno dei due creatori designati.
Ma andiamo con ordine.
Bisognava però provare a mantenere un legame col passato e con la tradizione decisamente importante del programma.
Perciò vennero coinvolte alcune persone nuove certamente, a anche e soprattutto molte persone che già in passato avevano lavorato sul franchise in diverse delle sue forme. Questo a cominciare dai due creatori Bryan Fuller ed Alex Kurtzman, il primo aveva sceneggiato numerosi episodi di Deep Space Nine e di Voyager mentre il secondo aveva sceneggiato e prodotto i film del Kelvinverso Star Trek del 2009 e Star Trek Into Darkness. Fuller inoltre venne designato anche come showrunner
Sempre dal reboot del 2009 proveniva il consulente e produttore esecutivo Akiva Goldsman che avrebbe lavorato anche come scrittore e regista.
Non era certo finita qui.
Ulteriori contatti col passato sarebbero stati il coinvolgimento come consulente creativo del regista Nicholas Meyer già regista di Star Trek II -L'Ira di Khan (1982) e di Star Trek VI - Rotta verso l'Ignoto (1991) e last but not least anche Eugene Roddemberry il figlio del mitico Gene venne coinvolto in qualità di produttore esecutivo.
La nuova serie sarebbe stata collocata cronologicamente cento anni dopo gli eventi di Star Trek Enterprise e dieci \dodici anni prima dell'inizio della missione quinquennale di Kirk descritta nella serie classica. Il tutto sarebbe stato inserito nell'ambito dell'universo ufficiale, il cosidetto universo "Prime": stavolta niente ricostruzioni alternative, tutto sarebbe stato ricondotto alla più stretta ortodossia trekkiana.
Ortodossia certo, ma adattata ai nuovi tempi, diverse concessioni all'eterodossia e numerosi strappi a dogmi considerati intoccabili
Non tutto sarebbe andato per il verso giusto però.
Innanzitutto, come detto, la CBS non avrebbe rinunciato a dire la sua, avrebbe cercato di imporre diverse cose alla produzione, primo tra tutti alcuni registi.
Fu proprio a causa di queste intromissioni che Fuller decise di rinunciare all'incarico di showrunner.
Oltre al fatto che Fuller contemporaneamente stava lavorando anche alla serie American Gods e alla CBS questo non andava certo bene.
Inoltre la produzione aveva impiegato più tempo del previsto per realizzare il tutto ed i costi erano lievitati in maniera esponenziale.
Si trovò comunque un modo per salvare la situazione, Gretchen J. Berg e Aaron Harberts che erano stati assunti dallo stesso Fuller, pur di mantenere le idee e i concept già messi in campo e mantenere Fuller legato allo show, accettarono l'incarico di nuoi responsabili.
E questo in un certo qual senso contribuì a salvare la serie.
A fine settembre 2017 Star Trek Discovery era pronta per il suo debutto.
Ma come sarebbe stata accolta?
Nel prossimo e conclusivo post ne riparleremo e dirò anche le mie impressioni sulla prima stagione
My Old Ass (2024)
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Attirata dalla presenza nel cast di *Aubrey Plaza*, ho recuperato su *Prime
Video *il film* My Old Ass*, diretto e sceneggiato dalla regista *Megan
Park*...
6 ore fa
10 commenti:
Sicuramente interessante, Nick, soprattutto il rapporto tra i modi e la forma della produzione e la sua organizzazione. L'esito, nel caso di ST, non è stato positivo – a mio parere – ma è comunque particolarmente importante sottolinearne gli aspetti meno noti.
Onestamente sono rimasto infastidito dalle intromissioni del network sulla creatività di chi deve produrre l'opera. Sono cmq curioso di sapere cosa ne pensi ed attendo trepidante il tuo prossimo post.
@ Massimo Citi
Nel mio caso alcune cose mi hanno convinto altre molto meno. Logicamente lanciare una nuova serie non è facile, in questo caso poi parliamo di un franchise come quello trekkiano che genera sempre molte aspettative e responsabilità.
@ Daniele Verzetti il Rockpoeta
Purtroppo questo è un comportamento usuale da parte dei network USA, chi più chi meno intervengono tutte nella realizzazione di una serie. A loro parziale giustificazione bisogna dire che sono le reti televisive a finanziare le spese di produzione e che molte serie sopratutto quelle ricche di effetti speciali costano davvero molto. Questo però non giustifica totalmente tutti gli interventi, ad esempio non giustifica il voler imporre con la forza determinati registi.
Come sai non seguo Star Trek quindi non posso dare giudizi nello specifico. Sul piano globale, hai perfettamente ragione: ormai si fanno sempre più prodotti brevi e senza personaggi inamovibili. La concorrenza è tale che qualunque serie corre il rischio di essere interrotta o comunque "reindirizzata" verso i gusti dell'audience causa ascolti bassi, dunque i produttori non rischiano una produzione troppo lunga, né contratti troppo vincolanti con gli attori e i registi. All'inizio non mi piaceva molto questa cosa, ma riflettendo sul fatto che se i produttori avessero perdite rilevanti poi dovrebbero puntare su prodotti a basso costo ma di larga audience per rifarsi, e quindi rischieremmo di ritrovarci con una programmazione a base di soap operas e sitcom... beh, diciamo che va bene questa nuova politica.
@ Ariano Geta
Si, diciamo che va bene questa nuova politica...ed in alcuni casi è anche necessaria, però da vecchio fans un poco mi mancano le vecchie serie in cui ti potevi affezionare ai personaggi al punto che quasi ti diventavano membri di famiglia.
I tempi però cambiano ed è giusto che sia così...
Più o meno. ;)
Non seguo le nuove serie di Star Trek, con il cuore sono rimasto alle vecchie.
Sereno pomeriggio.
@ Cavaliere Oscuro
Sereno pomeriggio anche a te.
Ghiotti retroscena! Non ho visto la serie ma già dalle foto mi chiedo: come può svolgersi anni prima di Kirk e dei suoi pigiamini? :-D
Curioso di sapere ccom'è stato accolto.
@ Lucius Etruscus
La serie è stata accolta molto bene, in America ha avuto buoni riscontri sia da parte della critica che degli appassionati.
P.S
Nella seconda stagione appaiono Pike e la sua Numero 1 (il personaggio apparso in "The Cage" il primo mitico pilot) con i loro pigiamini colorati. :D
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