La serialità televisiva (e delle piattaforme streaming, ovviamente) ha sempre rappresentato la croce e la delizia di molti appassionati. Certo è cambiata parecchio nel corso di questi ultimi due decenni. Non è compito di questo post parlarne approfonditamente, però è indubbio che il medium abbia subito e vissuto una sua evoluzione, a volte incontrollabile. Sono caduti diversi tabù, spesso è diminuito il numero medio di episodi a stagione ( le 22\24 puntate a stagione che fino a pochissimi anni fa rappresentavano la norma adesso sono l'eccezione laddove la maggior parte delle nuove produzioni oscillano tra gli otto e i tredici episodi). Molte serie hanno abbandonato le tradizionali sigle -opening credits per dirla all'ammeregana- preferendo delle più anonime intro della durata di una manciata di secondi. E' aumentata la scelta, ma non sempre la qualità. Però una cosa non è mai cambiata, che si tratti di una serie nata su un network vecchio stampo, su una rete via cavo o su una piattaforma streaming, non sempre si riesce ad arrivare alla sua naturale conclusione. A volte non ce ne accorgiamo nemmeno, altre volte la cosa ci lascia non dico l'amaro in bocca ma un senso di incompletezza.