NERO E' IL COLORE DELLE DALIE: LO STRANO CASO DI ELIZABETH SHORT- Seconda Parte

La prima parte di questo post è apparsa QUI.


"Quando la tempesta sarà  finita probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla"
Murakami Haruki

Il 25 Agosto 1947 Elizabeth Short viene sepolta nel cimitero di Mountain Vieuw, circondata da un clima di morbosa curiosità: una medium contatta la polizia suggerendo perfino le modalità con cui seppellire il corpo se si vorrà avere successo con le indagini successive, secondo la medium, bisognerebbe inserire un uovo nella bara,solo così il criminale verrà scoperto.
 Inutile dire che non verrà nemmeno ascoltata.
Il quotidiano Los Angeles Examiner riferisce quasi subito di aver ricevuto un pacco dal probabile assassino. Il contenuto del pacco viene inizialmente secretato  per non danneggiare le indagini.Quando il contenuto viene rivelato si scopre che si tratta di una lettera scritta con ritagli di giornale che recita più o meno così : "Ecco i beni della Dahlia .... ".
 All'interno del  pacchetto vengono ritrovate la carta della previdenza sociale della ragazza,  il suo certificato di nascita, delle fotografie fatte con diversi militari all'epoca della guerra,i suoi biglietti da visita e degli scontrini per le valigie che la ragazza aveva lasciato al deposito degli autobus. Un altro elemento trovato è una rubrica appartenente al proprietario di un Night Club, un certo Mark Hansen (nessuna parentela con il detective Harry Hansen  che si occupa del caso ). Particolare inquietante: la rubrica presenta diverse pagine strappate.
Nel corso delle settimane arrivano altre lettere che sfidano gli inquirenti a prenderlo.


Almeno sessanta persone tra uomini e donne nelle settimane e nei mesi successive, si autoaccuseranno dell'omicidio rendendo difficile il lavoro della polizia. Polizia, che peraltro, viene accusata sin da subito di non compiere correttamente le indagini: sul campo di Leitmer Park non vengono cercate tracce di fibbre, di impronte e nemmeno segni del passaggio di qualche macchina.  Per tutti, poliziotti, lettori e giornalisti la donna è diventata semplicemente la Black Dahlia. 
Al punto che si preferisce investigare sul passato della donna.
E nemmeno da lì arriveranno risposte univoche.
 Già, ma chi era veramente Elizabeth Ann Short ?

- VITA DI UNA DALIA.
A rileggere adesso le informazioni sulla vita di sembra che esistano due donne diverse; la prima quella degli iniziali anni di vita non sembra poi tanto diversa da milioni di sue coetanee: la Short nasce nel 1924 in un paesino del Massachussets, a quanto pare soffre d'asma e dopo pochi anni il padre abbandona la famiglia per andare a vivere in California. Dopo qualche anno passato come cameriera, Elizabeth decide seguirlo,  lascia quindi la natia Medford, saluta  madre e quattro sorelle e si trasferisce carica di sogni a Los Angeles.
La convivenza col padre però dura poco: Cleo Short non la tratta da figlia ma da sguattera, stanca dei continui soprusi la ragazza rinuncerà presto a questo tipo di coabitazione. Nello stesso periodo cominciano però anche le prime ombre, comincia ad apparire anche l'altra Elizabeth: nel 1943 infatti la giovane, ancora minorenne per le leggi americane, viene arrestata in stato di ubriachezza dalla polizia di Santa Barbara (particolare importante, questo perché saranno proprio le impronte e i dati della scheda segnaletica a permettere di identificarla quando nel 1947 verrà uccisa ),  la ragazza viene rimandata armi e bagagli dalla madre.


Nel 1945 la ragazza che adesso vive in Florida crede di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita: lui si chiama Matthew Gordon Jr, è un aviatore eroe di guerra per aver salvato le vite di alcuni suoi commilitoni durante una missione.
Lei le propone di sposarsi, lei accetta.
Sembra una favola, vero?
Purtroppo in questo nostro racconto non ci sono favole.
Gordon non fa in tempo a tornare perché muore in un incidente aereo.
A questo punto la ragazza dopo tante delusioni decide di tornare a Los Angeles, stavolta dalla porta principale.
E' una bella donna e sa di esserlo. Per una volta Elizabeth vuole sfruttare la sua bellezza a proprio vantaggio. Elizabeth Short tenerà di diventare un attrice.
Sono i primi giorni dell' Agosto 1946 ed Elizabeth Short rimette piede in città.
Ora provate ad immaginare a come dovesse essere quella Los Angeles in piena metà degli anni 40s: pensate allo splendore dei viali piantumati da immense palme, ricordate i palazzi Art Deco dai tenui colori pastello, sognate le colline losangeline che delimitano Hollywood , a quell'epoca ancora circondate da immensi aranceti.
E poi una volta fatto tutto questo provate a pensare all'effetto che questo doveva fare ad una ragazza di 22 anni.

Solo che la realtà che conoscerà Elizabeth Short non sarà costellata di sogni , non sarà per niente illuminata dalle luci della ribalta. Poco alla volta la giovane viene risucchiata in un mondo perso tra le pieghe dell'ombra, ai margini della realtà.
Ed esce fuori quell' "altra" Elizabeth. Quella delle cronache mondane posticce, dei giornaletti scandalistici.




Le voci raccolte dagli investigatori sono tante, troppe. Specialmente dopo la sua morte.
Si parla di film porno interpretati per mantenersi, si parla anche di un giro di prostituzione d'alto bordo, molti parleranno anche di atteggiamenti ambigui, contro natura.
Sopratutto i fogli scandalistici mano a mano calcheranno la mano sempre più: secondo le varie indiscrezioni l'aspirante attrice sarebbe stata incinta- forse di un mafioso, forse di un maggiorente della città- sarebbe stata coinvolta in un aborto clandestino  finito male e poi fatta sparire in quanto avvertimento di una fazione politica nei confronti di "quella rivale".

Altri giornalisti contrastano con questa ricostruzione sostenendo invece che la donna non solo all'atto della morte fosse stata ancora vergine ma che, a causa di una malformazione congenita   non avrebbe mai potuto nel corso della sua vita riuscire ad avere nemmeno la parvenza di un rapporto sessuale, figuriamoci quindi il rimanere incinta.
Pochi sono i fatti certi: il detective Harry Hansen riesce a dimostrare che la Short non è una prostituta, ma semplicemente una ragazza che cerca di campare come può, certo è una che frequenta diversi Night Club, ma lo fa sperando di trovare un ingaggio....o più semplicemente qualcuno che le offra qualcosa da mangiare. Una che cambia spesso abitazione, ma solo per risparmiare soldi.



Insomma il vortice di voci, una ridda di illazioni,di scandali, veri o presunti che finiscono per oscurare quella che è la  vera natura di un omicidio. 
E si tratta di illazioni che continuano ancora ai giorni nostri: se cercherete informazioni sul caso della  Black Dahlia, troverete articoli o volumi che sosterranno senza ombra di dubbio di avere prove inconfutabili della gravidanza della donna, così come ne troverete altrettanti che smentiranno ancora oggi quella tesi, e perfino per me non è stato facile trovare informazioni certe su alcuni dati.
Brancoliamo tra le nebbie del nebbie, un po come quei poliziotti  degli anni 40s
Probabilmente anche la vera identità della vittima finisce cancellata. Presto non importerà più a nessuno che Elizabeth Short probabilmente solo una ragazza fragile finita dentro un gioco più grande di lei.
Perché ormai Elizabeth Short non esiste più. Rimane solo la Black Dahlia, un fantasma.
Che come tale appartiene all'intera Città.  

- HARRY HANSEN INDAGA.
Ad Harry Hansen però importa. Il poliziotto assieme al suo partner Finis Brown si danno da fare, i due rappresentano il prototipo della coppia Poliziotto Buono-Poliziotto Cattivo, con Hansen saldamente ancorato al ruolo del Poliziotto Cattivo: entrambi interrogano l'altro Hansen,  il Mark proprietario di Night Club  che ammette di aver conosciuto la vittima ma di averla allontanata perché la considerava solo una povera vagabonda, Sopratutto il poliziotto si convince che l'omicidio possa essere stato commesso da una persona dotata di buone competenze di chirurgia, trova alcuni uomini prima avvicinati e poi respinti dalla Dahlia e cerca informazioni certe su quella che tutti ormai chiamano La Settimana Mancante: gli ultimi sette giorni di vita della donna di cui non si sa niente.

Dal momento che la sera del 7 gennaio diversi testimoni hanno visto un uomo dai capelli rossi accompagnare la donna all'interno della Hall dell' Hotel Bitmore, le indagini  si concentrano nei confronti  di un piazzista:  un uomo chiamato Robert Manley.
Che tutti chiamano "Red" per via dei fluenti capelli rossi.




"Red" conferma di aver incontrato la ragazza in giro per la città, di averla abbordata, di averle offerto la cena e dopo il rifiuto di lei ai suoi approcci, di averla accompagnata in quell'albergo lasciandola lì.
E dopo di essere tornato a casa da sua moglie.
Dopo alcune indagini "Red" viene scagionato da tutte le accuse.
Altri verranno accusati dell'omicidio, nel corso del tempo, almeno 22 persone finiscono nel novero degli indiziati.
C'è il soldato Joseph Dumais che si auto-accusa dell'omicidio, ma che si rivelerà presto un semplice mitomane, stessa cosa fa il cameriere Daniel S. Vohrees che finirà alcuni anni dopo in manicomio. C'è Norman Chandler, l'editore del Los Angeles Times sospettato di aver aver avuto una relazione con la Dalia e poi di aver chiesto alla Mafia di farla sparire. Ci sarà perfino una donna, di cui non verrà mai divulgato il nome che dirà alla polizia di essere lei l'assassina per vendicarsi della relazione che il proprio marito avrebbe intrattenuto con la Dalia. Anche il regista Orson Welles ad un certo punto si troverà inconsapevolmente tra i sospettati a causa di tutta una serie di coincidenze, tra cui aver chiesto il rilascio di un passaporto lo stesso giorno in cui il presunto Killer inviava il suo pacco ai quotidiani.



Però il tempo passerà e nessuna risposta verrà data.
Perfino il povero Hansen si dovrà arrendere. Altri detectives si occuperanno del caso dopo di lui.
Fino al giorno in cui arriveranno un uomo ed una donna che sosterranno di conoscere il nome dell'assassino.
Entrambi accuseranno i propri genitori, ma questa è un altra storia e la racconteremo presto.
.....Dissolvenza....
....Al Nero.....
( Continua e finisce nel prossimo post )

14 commenti:

Ariano Geta ha detto...

La curiosità cresce... soprattutto la sperabza che quella povera ragazza abbia almeno avuto giustizia da morta con l'arresto dei suoi assassini.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano
Di curiosità il caso della Dalia Nera ne ha generato molto.
E ti assicuro che la cosa non è ancora finita.

angie ginev ha detto...

Veramente intricata questa tragica storia, chi diavolo l'odiava a tal punto da tagliarla in due? solo un serial killer di quelli più orrendi.
Spero che l'abbiano preso....nella prossima storia....lo saprò
Grazie Nick è terribile, ma anche una storia inquietante ed unica...
Ciao Angie

Nick Parisi. ha detto...

@ Angie
Cara Angie nel prossimo capitolo avrai delle risposte.
Purtroppo, questo racconto è veramente inquietante.
Grazie a te.

Obsidian M ha detto...

Storia davvero inquietante, amplificata dalla tua narrazione sempre così coinvolgente.
Probabilmente quella sfortunata paesanotta finì nel vortice infernale dell'industria del cinema e della moda. Una sempliciotta trasformatasi, a causa delle vicissitudini, in una prostituta d'alto bordo, magari drogata (perché di solito è così che va a finire, anche se ci piace credere alle favole).
Non mi stupisce che gli inquirenti abbiamo fatto casino e si siano persi in bicchier d'acqua maneggiando quelle che potenzialmente potevano essere prove. Lo fanno ancora adesso, mezzo secolo più tardi, figuriamoci negli anni 40! Concludo dicendo che tutti quei fenomeni che si autoaccusano di un crimine per ottenere 5 minuti di fama dovrebbero essere rinchiusi. Allucinante!

Lucrezia Simmons ha detto...

Che storia...
Ma perchè almeno 60 persone si sono autoaccusate? Per avere un piccolo posto nella grande sciarada della Dalia Nera?

Di bella era davvero bella.
Forse, percorsa la strada meno pericolosa, sarebbe diventata una grande attrice, invece di giacere spaccata in due su un prato, esposta alla curiosità e alle brame di macabra fama di tutti.
Non vedo l'ora di leggere il resto.

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian
Le polizie di tutto il mondo ci hanno abituato ai loro casini, basti pensare a quello che è successo in Italia nel 1990 con il delitto di Via Poma a Roma.
Devi pensare poi che negli Stati Uniti il delitto della Dalia Nera scatenò una vera e propria isteria collettiva, se ne parlò per mesi, addirittura per anni anche per questo ci furono un sacco di spostati che si autoaccusarono del delitto...e credimi , come racconterò nel prossimo capitolo ci fu anche chi fece di peggio: ci fu anche chi accusò i propri parenti solo per farsi pubblicità gratuita.
Abissi dell' animo umano che io non capirò mai.

Nick Parisi. ha detto...

@ Lady Simmons
Elizabeth Short era davvero bellissima, lo sarebbe perfino oggi nonostante tutti i cambiamenti dei canoni di bellezza femminili intercorsi in questi decenni. Purtroppo la sua bellezza l' ha condannata.
Tornando al perché così tante persone si siano autoaccusate, come scrivevo a Obsidian, purtroppo il mondo é pieno di svitati.

Unknown ha detto...

Fantastico post!! Sai zio Nick, leggere qst post mi spinge a voler restare sulla piattaforma, al di là di quel che mi è successo, come hai detto tu...grazie di questo che scrivi attendo anche io il prossimo capitolo, è una storia davvero molto affascinante! bravo davvero

Nick Parisi. ha detto...

@ Donata
Rimani sulla piattaforma che se te ne vai non sarebbe più la stessa. Grazie a te per i complimenti!

Camilla P. ha detto...

Che storia inquietante. Terribile anche l'isteria collettiva che è nata attorno.

Conosco solo il nome di questa storia, quindi non so proprio come andrà a finire... Aspetterò il tuo prossimo post.

Nick Parisi. ha detto...

@ Camilla P
Grazie! :)
Prometto che cercherò di non farti aspettare troppo. ;)

Cristina M. Cavaliere ha detto...

A quanto pare è un altro Cold Case. La compassione va alla povera ragazza, qualunque siano stati i suoi errori. Nessuno dovrebbe finire a quel modo o subire le atrocità che ha indubbiamente subito. Il tizio della foto è il cosiddetto "Red"?

Nick Parisi. ha detto...

@ Cristina M. Cavaliere
Si, è lui ! E' il cosidetto "Red" durante uno degli interrogatori.

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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